Caino e Abele

AEnim

Re: Caino e Abele

Messaggio da AEnim »

Certo traslitterare dimenticandosi di leggere una shin è grossa :D
noiman
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Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Caino e Abele

Messaggio da noiman »

Bene... AEnim sono contento che abbia ricevuto la tua risposta, io non ci sarei arrivato …… :-O
Riguardo se l’offerta dei due fratelli ci siamo già posti la domanda all’inizio della discussione se si trattava di una offerta, un dono o un sacrificio spontaneo o richiesto, come hai giustamente osservato si parla di offerta generica sia per Khàin che per Hével, abbiamo già considerato che si parla di מנחתו “minchatò” “la sua offerta” , questo termine sarà utilizzato in futuro per indicare l’offerta dei prodotti vegetali, nel testo non è menzionato il ”korban” che distingue le offerte animali, solo con Noàch compare il sacrificio a titolo di restituzione degli animali che erano stati salvati.
Il concetto del sacrificio come restituzione è definito solo in Dvarim: ”E non ci si presenterà davanti al Signore a mani vuote, ognuno secondo le sue possibilità”, secondo il benessere che il Signore tuo Dio ti ha dato” (Dvarim 16/16-17), il dono ricevuto all’inizio è corrispondente al sacrificio.

Il sacrificio è il simbolo dell’obbedienza a qualche cosa che non si comprende ma si esegue in obbligo alla prescrizione, la fisicità del sacrificio impegna il rituale nella massima espressione e sottrae i significati, una specie di narcosi che è l’espressione del potere, il massimo di questo stato lo ritroviamo nei sacrifici dei popoli mesoamericani. Il sacrificio prescritto esclude la misericordia e la bontà, l’adempimento è l’unica condizione richiesta, la regola adempie alle condizioni della misura , del quando , come e dove , escludendo ogni cosa che non sia quella prescritta.
Ma in tutta la prima parte del libro di Bereshit nulla di tutto questo è menzionato, al lettore il racconto appare come un relitto di un racconto arcaico, nessuna spiegazione, la dimensione fortemente antropomorfica del racconto certamente non incoraggia le speculazioni, ecco perché la fantasia del midrash si scatena maggiormente, D-o è seduto in panchina e non parla, ma sicuramente gli astanti non erano in grado di ascoltare.
Quando ero alla prima elementare c’erano due quaderni e basta, il primo con la copertina di carta oleosa blu, i secondo con la copertina rossa, erano gli anni 50 e prima di pensare di iniziare a scrivere qualche mese si facevano solo aste e pochi altri segni che si copiavano dalla lavagna, bisognava imparare a stare sopra la riga e non fare le orecchie al quaderno, rigorosamente si usava la matita di legno e principalmente il quaderno blu, solo dopo si ricopiava “in bella” sul quaderno rosso e con quello si prendeva la medaglia a fine settimana, l’inchiostro nel calamaio lo trovammo in prima elementare solo dopo natale, con grande solennità il bidello introdusse il calamaio nel buco sullo scrittoio rimasto vuoto, la matita di legno fu sostituita dal pennino e rimase per disegnare. Tutto questo era parte di un progetto pedagogico e sembra che abbia funzionato per molti anni.
Noiman


AEnim

Re: Caino e Abele

Messaggio da AEnim »

Insommai hai una quindicina d'anni almeno più di me, io, dopo la matita, penna a biro.
Grazie per le spiegazioni. Bisogna che mi metta d'impegno a cominciare ad approfondire offerte e sacrifici.
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