ANTICRISTO OGGI

animasalvata
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da animasalvata »

Non è che le settanta settimane di anni non siano 490 anni. È che non è vero che 490 anni intercorsero tra la distruzione del primo tempio e quella del secondo. Il numero 7 e i suoi multipli sono usati tantissime volte nella Bibbia, perché hanno un significato speciale. Quindi bisogna capire questo significato, non star lì a perdere tempo con calcoli matematici e calendari di ogni tipo per trovare una corrispondenza matematica.
Mi sembra che i primi a fare i calcoli matematici sono stati gli ebrei stessi, che pur di far dire alla profezia che l'unto tolto di mezzo era il sommo sacerdote all'epoca della prima guerra giudaica-romana, hanno nella loro cronologia determinato 490 anni tra la distruzione del primo e del secondo tempio. Ti ripeto: chiedilo a loro perche calcolano letteralmente 70 settimane come 490 anni e chieditelo anche tu perche le fanno.
Da come parli ogni qualvolta che si trova il numero 7 e i suoi multipli dovrebbero essere sempre numeri simbolici indefiniti. Ma la settimana da quanti giorni è fatta? Ogni quanti anni cade l'anno sabbatico? Ogni quanti anni cade il giubileo? Dopo quanti giorni cade la festa di Pentecoste?
Dimostrami che in Daniele 9 le 70 settimane sono un numero simbolico che rappresenta una grande quantità di anni e spiegami perché viene fornita una base per contare le 70 settimane se questo è un numero simbolico. La base per calcolare è la parola di riedificare Gerusalemme. Si da un punto di partenza per fare un calcolo, non per parlare di una quantità indefinita e incalcolabile di tempo. Poi il numero 7 e i suoi multipli non sono sempre simbolici e ti ho citato i giorni della settimana,i giorni alla Pentecoste,lo shabbat e il giubileo. Come fai a dimostrare che le 70 settimane aono simboliche? È indimostrabile
Dimostralo
Te lo dimostra la profezia stessa perche dice che il Tempio viene annientato e te lo dimostra la storia che ti dice quando è successo
Appunto. E in che modo l'imperatore e i romani sarebbero stati distrutti, come spazzati via da un'inondazione? Antioco e il suo regno, invece, furono distrutti. L'impero romano si disgregò lentamente nell'arco dei secoli successivi, come accade inevitabilmente ad ogni impero
Ti ho detto che il capo del popolo che verrà è l'imperatore romano e l'imperatore romano non è solamente Tito ma anche i successori. L'imperatore romano non era uno solo. L'imperatore romano cessò di esistere nel 480dc. La sua fine fu lenta, ma fu maestosa e crudele perché fu annientato dall'interno stesso e dai popoli barbari che lo devastarono. È una fine maestosa proprio come un inondazione.
Io non ho mai detto che Dio non esiste.
Io ho detto che mi dai l'impressione che non credi nel Dio della bibbia. Forse sarai un teista o un agnostico ma non mi dai l'impressione di essere un credente in Yhwh e comenti ho detto una pianta di arancia non produce fichi. Non puoi avere la verità biblica senza la fede nel Dio biblico. Questo è scritto chiaro e tondo nei vangeli.
miracoli non esistono per un semplice motivo: perché le leggi naturali immutabili sono stabilite da Dio e non avrebbe alcun senso che Dio le stabilisse per poi violarle.
Questa è una tua idea e rafforza ancora di piu in me l'idea che tu non credi nel Dio biblico e quindi quello che dici attualmente non è la verità biblica. Inoltre ciò che dici sui miracoli non è dimostrabile.
Per cui, quando leggi di miracoli nella Bibbia, tipo gente risuscitata e simili, si tratta di racconti iperbolici che hanno lo scopo di esaltare questo o quel personaggio

Anche questo non è dimostrabile. Dimostrami che Yeshua non ha resuscitato Lazzaro. Presumo che per te anche la resurrezione finale è un allegoria? Presumo di si perché mi darai che è contro le leggi della natura. Scusami ma che ne sai tu della leggi della natura? Le hai create tu? Nemmeno la scienza le conosce pienamente. Per fortuna non tutti la pensano come te altrimenti sarebbe un mondo triste e senza speranza. Per fortuna che c'è gente che ci crede nei miracoli. Anche la creazione del mondo o la tua stessa esiatenza è un miracolo materiale di Yhwh. Non siamo certo una realtà virtuale. È più facile per probabilita una vincita al superenalotto rispetto alla creazione del mondo e della vita.
Il testo spiega chiaramente che il regno che prima apparteneva a quattro nazioni straniere viene dato ai santi dell'Altissimo, non al “capo” dei santi dell'Altissimo.
]

E tu vuoi negare che tra i santi che ricevono vi sia il messia figlio di Dio? Comunque quello è un regno che non viene mai distrutto. Quindi non può esserw il regno dei Maccabei. Di conseguenza la bestia non è Antioco e quindi la profezia è fino alla fine del mondo contrariamente a quello che sostieni.
Bisogna invece chiedersi perché Gesù interpretasse il simile ad un uomo come riferente al Figlio dell'Uomo-Messia.
E la risposta esiste, se si vuole studiare. Fu il pensiero giudaico enochico, sviluppatosi tra il IV e il I sec. aEV, a rileggere Daniele sotto questa chiave. Quel pensiero influenzò anche le sette esseniche, e Gesù.
Appunto è quello che dico io il pensiero giudaico enochico che non considera la profezia esaurita nel presente. Quindi studiati prima questa letteratura. Non leggere solo Erman che ti porta fuori strada. Leggiti quei testi. E chiediti perche quei giudei la pensavano cosi e certamente erano più autorevoli di te.
Inoltre l'avrò detto almeno 100 volte. In Daniele 9 come anche in Daniele 7 e Daniele 2 è Dio che parla attraverso il profeta o lo scrittore biblico e pertanto vista la soprannaturalita della cosa uno può dire o scrivere per conto di Dio anche qualcosa di cui non ha piena conoscenza. E questo potrebbe essere stato uno dei motivi a spingere il giudaismo enochico.

Ricordati cosa dice Ecclesiaste 1: "9.Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c'è niente di nuovo sotto il sole. 10.C'è forse qualcosa di cui si possa dire: «Guarda, questa è una novità»? Proprio questa è gia stata nei secoli che ci hanno preceduto."
animasalvata
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da animasalvata »

Infatti è quello che dico io e questa è la chiave profetica che a te non piace. Il regno del Messia non è venuto al tempo di Antioco IV per cui gli ebrei capirono che la chiave era un altra.
D'altronde se dici che i profeti capivano sempre ciò che dicevano o scrivevano sei fuori strada.
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bgaluppi
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da bgaluppi »

Mi sembra che i primi a fare i calcoli matematici sono stati gli ebrei stessi, che pur di far dire alla profezia che l'unto tolto di mezzo era il sommo sacerdote all'epoca della prima guerra giudaica-romana, hanno nella loro cronologia determinato 490 anni tra la distruzione del primo e del secondo tempio.
Che devo dirti? Se vuoi sentirti dire che 586 - 70 fa 490, va bene. Allora sono passati 490 anni tra le due distruzioni. :-??
Io ho spiegato perché si tratta di 490 anni: perché, sulla base di Geremia che profetizzò 70 anni di punizione e sulla base di Lv – che dice: “Se nonostante questi castighi, non vorrete correggervi per tornare a me, ma vi opporrete a me, anch'io mi opporrò a voi e vi colpirò sette volte di più per i vostri peccati” (Lv 26:23-24; cfr. 26:18,21,27-28) – ecco che gli anni si moltiplicano per sette. Questo è chiaro anche dalla preghiera che precede la profezia, in cui Daniele dice che nonostante la punizione dell'esilio “non abbiamo implorato il favore del Signore, del nostro Dio. Non ci siamo ritirati dalla nostra iniquità e non siamo stati attenti alla sua verità” (9:13). Quindi le settanta settimane di anni rappresentano simbolicamente la moltiplicazione della punizione. Ma solo simbolicamente! Infatti, anche i settanta anni di Geremia sono simbolici di un lungo periodo necessario alla purificazione, ma non furono settanta. Allo stesso modo, i 490 anni rappresentano la moltiplicazione della punizione di settanta anni per non aver abbandonato l'iniquità. Quindi inutile star lì a far calcoli astronomici.
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bgaluppi
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da bgaluppi »

Per il resto ti rispondo solo su questo:
Appunto è quello che dico io il pensiero giudaico enochico che non considera la profezia esaurita nel presente. Quindi studiati prima questa letteratura. Non leggere solo Erman che ti porta fuori strada. Leggiti quei testi.
Da quello che dici si capisce che tu non hai affatto letto quei testi. Io si, e ho letto anche gli studi di autorevoli studiosi sul tema della letteratura enochica ed apocalittica del cosiddetto medio giudaismo. Non solo Ehrman, che non porta fuori strada nessuno, perché dimostra tutto quello che dice.

Non c'entra nulla la profezia che si realizza in futuro o nel presente. Una profezia riguarda sempre il futuro, ma un futuro prossimo, non riguardante tre millenni dopo, cosa che non interesserebbe a nessuno per cui il profeta sarebbe del tutto inutile (e tutti sarebbero capaci di annunciare eventi che avverranno dopo migliaia di anni). Tu non sai nulla della letteratura e delle sette giudaiche del periodo del Secondo Tempio, su cui sono stati fatti moltissimi studi dopo le scoperte di Qumran, e te lo dimostro: dimmi qual'è la differenza tra la visione escatologica degli enochiani e degli esseni qumraniti (perché c'erano anche esseni non qumraniti) e perché esiste questa differenza.

Quando potrai rispondere a questa domanda e avrai studiato anche le origini e le caratteristiche del pensiero farisiaco, allora sarai in grado di inquadrare bene il pensiero di Gesù. Per capire occorre approfondire. Io ho iniziato a farlo nel momento in cui mi sono reso conto che mi mancavano tasselli importanti, che oggi, dopo Qumran, non possono più essere ignorati, altrimenti si fa come faceva la Chiesa che, nonostante le scoperte scientifiche, si ostinava a proclamare che era il sole a girare attorno alla terra solo per difendere un dogma di fede.
animasalvata
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da animasalvata »

Devo dire che tu ed Erman non avete capito la letteratura apocalittica del tempo di Yeshua.
Ma se tu stesso hai detto che al tempo di Yeshua c'erano gli enochiani che interpretravano le profezie di Daniele al loro tempo,dunque un certo tempo dopo Antioco e non parliamo di decenni ma di quasi II secoli. Rileggiti pure le profezie di Daniele 2 e 7 che si estendono pure fino alla fine del mondo. Erman non ha capito niente perche è un non credente e in non credenti non possiedono la verita.

Tu hai iniziato a studiare ma lo studio a volte può portare pure fuori strada.

Saluti.
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da bgaluppi »

Devo dire che tu ed Erman non avete capito la letteratura apocalittica del tempo di Yeshua.
Ti ritieni più informato di Bart Ehrman sull'apocalittica? Allora perché non insegni all'università al posto suo?

Rispondi alla domanda che ti ho fatto. Qual'è la differenza tra la visione escatologica degli enochiani e degli esseni qumraniti e perché esiste questa differenza.
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bgaluppi
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da bgaluppi »

Tiger, io non mi arrampico sugli specchi, quello che penso cerco di dimostrarlo, vedi le settanta settimane di anni. È quando si sostengono cose senza poterle dimostrare che ci si arrampica sugli specchi.
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bgaluppi
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da bgaluppi »

Questo tema mi ha appassionato e quindi, per dovere di cronaca, riporto la mia spiegazione del cap.9 di Daniele, che può essere sbagliata ma deve essere confutata con argomentazioni biblicamente valide e logicamente sostenibili e non con vani “non sono d’accordo”.

“Nell'anno primo di Dario, figlio di Assuero, della stirpe dei Medi, che fu fatto re del regno dei Caldei, il primo anno del suo regno, io, Daniele, meditando sui libri, vidi che il numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia e durante i quali Gerusalemme doveva essere in rovina, era di settant'anni. Volsi perciò la mia faccia verso Dio, il Signore, per dispormi alla preghiera e alle suppliche, con digiuno, con sacco e cenere.” (vv.1-3)

L’identità di questo Dario dei Medi è ignota. Storicamente, tale personaggio solleva molti dubbi, tuttavia sono state avanzate varie ipotesi sulla sua possibile identità, che tralascio. Lo scrittore, che non è Daniele ma così lo chiamerò, fa riferimento alla profezia di Geremia (25:8-11):

“Così dice il Signore degli eserciti: "Poiché non avete dato ascolto alle mie parole, ecco, io manderò a prendere tutte le nazioni del settentrione", dice il Signore, "e manderò a chiamare Nabucodonosor re di Babilonia, mio servitore, e le farò venire contro questo paese, contro i suoi abitanti e contro tutte le nazioni circostanti; li voterò allo sterminio e li abbandonerò alla desolazione, alla derisione, a una solitudine perenne. Farò cessare in mezzo a loro il grido di gioia e il grido d'esultanza, il canto dello sposo e il canto della sposa, il rumore della macina e la luce della lampada. Tutto questo paese sarà ridotto in una solitudine e in una desolazione, e queste nazioni serviranno il re di Babilonia per settant'anni"”.

Israele aveva ignorato i profeti e praticato idolatria, disobbedendo alla Torah (cfr. vv. 3-6), per cui il profeta Geremia — sulla base di Lv 26, in cui Dio stabilisce la punizione per la violazione della legge (“Volgerò la mia faccia contro di voi e voi sarete sconfitti dai vostri nemici; quelli che vi odiano vi domineranno e vi darete alla fuga senza che nessuno vi insegua”) — annuncia la deportazione, che sarebbe durata un lungo periodo, indicato con il numero simbolico di settanta anni. Il numero 70 è basato sul 7, che indica la completezza, ed è moltiplicato per 10, a indicare il tempo dato alle persone (mentre il moltiplicatore per 100 indica il tempo dato alle nazioni, e il 1000 indica un periodo indefinito di lunga durata). Non si deve quindi pensare che Geremia vedesse esattamente settanta anni di punizione nel futuro di Israele; i settanta anni stanno a significare che Israele avrebbe dovuto completare un periodo di punizione sotto il dominio babilonese (che durò infatti non 70, ma 59 anni, dalla prima deportazione del 597 al rientro del 538 in seguito al decreto di Ciro). Daniele, meditando sulla deportazione, si dispone in preghiera:

“3 Feci la mia preghiera e la mia confessione al Signore mio Dio, e dissi: "4 O Signore, Dio grande e tremendo, che mantieni il patto e serbi la misericordia verso quelli che ti amano e osservano i tuoi comandamenti! 5 Noi abbiamo peccato, ci siamo comportati iniquamente, abbiamo operato malvagiamente, ci siamo ribellati e ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue prescrizioni. 6 Non abbiamo dato ascolto ai profeti, tuoi servi, che hanno parlato in nome tuo ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese. 7 A te, o Signore, la giustizia; a noi la confusione della faccia in questo giorno, agli uomini di Giuda, agli abitanti di Gerusalemme e a tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove li hai dispersi per le infedeltà che hanno commesse contro di te […] 11 Sì, tutto Israele ha trasgredito la tua legge, si è sviato per non ubbidire alla tua voce. Così su di noi sono riversate le maledizioni e le imprecazioni che sono scritte nella legge di Mosè, servo di Dio, perché noi abbiamo peccato contro di lui […] 13 Come sta scritto nella legge di Mosè, questo disastro ci è piombato addosso; tuttavia, non abbiamo implorato il favore del Signore, del nostro Dio. Non ci siamo ritirati dalla nostra iniquità e non siamo stati attenti alla sua verità […] 15 Ora, o Signore nostro Dio, che conducesti il tuo popolo fuori dal paese d'Egitto con mano potente e ti facesti una fama che hai ancora oggi, noi abbiamo peccato e abbiamo agito malvagiamente. 16 O Signore, per tutti i tuoi atti di giustizia, ti prego, fa' che la tua ira e il tuo sdegno si ritirino dalla tua città, Gerusalemme, dal tuo monte santo; poiché per i nostri peccati e per le iniquità dei nostri padri, Gerusalemme e il tuo popolo sono esposti al disprezzo di tutti quelli che ci stanno intorno. 17 Ora, o Dio nostro, ascolta la preghiera e le suppliche del tuo servo; per amor tuo, Signore, fa' risplendere il tuo volto sul tuo santuario che è desolato!”

Daniele riflette sulle trasgressioni di Israele, che hanno determinato la punizione stabilita dalla legge di Mosè e il dominio di Babilonia. Poi si rende conto che nonostante la punizione, Israele non ha smesso di disobbedire, non ha posto fine all’iniquità. La legge di Mosè a cui Daniele fa riferimento è chiara (Lv 26:14-18):

“Se non mi date ascolto e se non mettete in pratica tutti questi comandamenti, se disprezzate le mie leggi e detestate le mie prescrizioni non mettendo in pratica tutti i miei comandamenti e così rompete il mio patto, ecco quel che vi farò a mia volta: manderò contro di voi il terrore, la consunzione e la febbre, che annebbieranno i vostri occhi e consumeranno la vostra vita, e seminerete invano la vostra semenza: la mangeranno i vostri nemici. Volgerò la mia faccia contro di voi e voi sarete sconfitti dai vostri nemici; quelli che vi odiano vi domineranno e vi darete alla fuga senza che nessuno vi insegua. Se nemmeno dopo questo vorrete darmi ascolto, io vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati.”

La legge mosaica prevede una punizione per le trasgressioni di Israele: la sconfitta e il dominio da parte dei nemici. Se neppure dopo questa punizione Israele si ritira dalla trasgressione, la punizione viene amplificata di sette volte (di nuovo, il numero simbolico del 7). Sembra quasi un riferimento a Dn 9! Ecco che qui si delinea la profezia delle settanta settimane di anni: settanta anni per sette, i giorni di una settimana:

“Settanta settimane sono state fissate riguardo al tuo popolo e alla tua santa città, per far cessare la perversità, per mettere fine al peccato, per espiare l'iniquità e stabilire una giustizia eterna, per sigillare visione e profezia e per ungere il luogo santissimo”

Queste settanta settimane di anni, che simboleggiano il moltiplicarsi e il perdurare della punizione divina e a mio avviso non devono essere intese letteralmente come 490 anni storici, servono ad Israele per purificarsi da ogni iniquità, interrompere le trasgressioni e poter raggiungere giustizia eterna riconsacrando il tempio nei giorni del Messia che verranno, come raggiungimento della speranza di un regno stabile e pacifico. Questa nuova consacrazione del santissimo potrebbe far riferimento alla visione di Ezechiele sul tempio, quello eterno (infatti le settanta settimane di anni espiatrici portano a giustizia eterna), che doveva essere il secondo (che al tempo di Ezechiele non era ancora stato costruito), ma si tratta solo di un’ipotesi.

Nella parte finale, Daniele suddivide le settanta settimane di anni in tre periodi sequenziali: sette settimane dall’ordine di ricostruzione di Gerusalemme fino all’apparizione di un capo unto, sessantadue settimane fino alla soppressione ingiusta di un unto e alla corruzione/distruzione del santuario e della città da parte di un popolo condotto da un capo, una settimana in cui questo capo farà un patto con molti e causerà l’interruzione del sacrificio. A prescindere dall’identificazione storica di editti, eventi e personaggi, su cui esistono le teorie e i calcoli più disparati sulla base di questo o quel credo, si nota chiaramente la sequenzialità degli eventi e alcune precisazioni vanno fatte.

Al v.26 la LXX usa il verbo φθείρω che non significa propriamente “distruggere fisicamente”, ma piuttosto guastare, corrompere, dissacrare, vandalizzare, rovinare, devastare (cfr.Thayer, Rocci), sensi che assume anche l’ebraico corrispettivo שָׁחַת (shachath). Per gli ebrei, il tempio risultava dissacrato o “devastato” anche se un oggetto al suo interno veniva corrotto, rovinato o dissacrato, oppure se i guardiani non svolgevano i loro compiti (cfr. Thayer Lexicon; Salomon Deyling, Observationes Sacrae, vol. ii, p.505). Per cui il v.26, comunemente e tendenziosamente tradotto nel senso di distruzione del tempio e della città, può essere invece reso meglio così: “Il popolo d'un capo che verrà dissacrerà la città e il santuario”. Ciò è confermato dal fatto che nell’ultima settimana del periodo sequenziale delle settanta settimane è detto che questo capo “in mezzo alla [ultima] settimana farà cessare sacrificio e offerta”, come evento ulteriore rispetto alla “distruzione”. Se avesse già distrutto fisicamente il tempio come avvenne nel 70, non avrebbe avuto senso poi interrompere sacrificio e offerta, già interrotti forzatamente ed inevitabilmente dalla distruzione del tempio stesso! L'interruzione del sacrificio e le abominazioni commesse fanno parte della devastazione/dissacrazione del tempio e della città, nell'ultima settimana. Il senso di distruggere fisicamente è probabilmente usato dai traduttori in modo tendenzioso per far combaciare l’evento con la distruzione del 70 a.E.V. Cosa discutibile anche perché Gesusalemme non fu distrutta nel 70. Invece, secondo 1 e 2 Maccabei, Antioco Epifane non solo profanò definitivamente il tempio ergendoci una statua di Giove (l’abominio della desolazione), ma profanò la città e il tempio per alcuni anni con numerosi atti dissacranti. È quindi questo il senso di “devastare, desolare”, non “radere al suolo fisicamente”. Oltre a questo, 1Mac 1:13 descrive il “patto con molti” espletato da Antioco Epifane: “In quei giorni sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: «Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali». Parve ottimo ai loro occhi questo ragionamento; alcuni del popolo presero l'iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani.”.

Infine, anche accettando la traduzione di shachath/fthèiro nel senso (non proprio) di distruzione fisica, le settanta settimane non sono certamente applicabili al periodo della distruzione del secondo tempio e a Gesù perché, nella loro inevitabile sequenzialità, il tempio e la città vengono distrutti immediatamente dopo l’uccisione ingiusta del capo consacrato, allo scadere delle 69 settimane e dunque nell’ultima settimana di anni: “Dopo le sessantadue settimane un unto sarà soppresso, nessuno sarà per lui. Il popolo d'un capo che verrà distruggerà la città e il santuario”. Gesù fu ucciso presumibilmente nel 30, il tempio fu distrutto 40 anni dopo e Gerusalemme non fu mai completamente distrutta. La distruzione del tempio avviene ben oltre i sette anni dell’ultima settimana.

Sulla base di queste considerazioni, io ritengo che le settanta settimane di anni rappresentino un arco temporale meramente simbolico. Se il Libro di Daniele, come la maggioranza della critica moderna ritiene, fu redatto definitivamente nel 165 a.E.V., dopo la morte di Antioco IV Epifane, l’autore ha ricostruito gli eventi a lui anteriori collocandoli simbolicamente in questo arco di tempo che rappresenta la moltiplicazione della punizione divina dalla fine dell’esilio alla dissacrazione di Antioco, che sarebbe stata seguita dalla speranza messianica dell’avvento del regno eterno di Israele, come descritto nel cap.7. Cosa che non si verificò.

Come ho detto in apertura, sono certamente libero e aperto ad eventuali critiche a questa mia lettura e a considerare altre tesi. Tuttavia, non prenderò in considerazione tesi che non siano argomentate in modo solido sulla base del testo biblico e del ragionamento logico. Insomma, non basta il semplice “non sono d’accordo, per me è così” senza argomentare in modo convincente e coerente.
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Gianni
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da Gianni »

Ciao, Antonio. Io ho una domanda, che porrò dopo aver fatto una premessa.

Valutando la redazione finale di Dn, possiamo dire che a Daniele può risalire un corpus di visioni, naturalmente senza la precisione da esse assunta in seguito con la loro rilettura profetica e dopo la loro attualizzazione. Un allargamento posteriore della profezia iniziale possiamo riscontarlo nelle attualizzazioni che leggiamo nella versione attuale. Per fare un esempio, 8:20,21: “Il montone con due corna, che tu hai visto, rappresenta i re di Media e di Persia. Il capro irsuto è il re di Grecia”.
L’attuale forma finale del libro si deve al periodo dei seleucidi, come risulta dal cap. 11 che anziché essere profetico è piuttosto apocalittico, vale a dire che descrive eventi già avveratisi presentandoli in forma profetica. Ciò appare evidente a chiunque confronti questo capitolo con gli altri. Esso è ricco di particolari minuziosi da presentarsi come un genere letterario ben diverso da quello profetico che è solo generico.
L’ultimo ispirato redattore anonimo ha raccolto tutti i brani danielici precedenti e ha dato loro un’organizzazione letteraria assai unitaria in vista di un loro adattamento alla situazione spirituale e sociale del tempo di Antioco. Le antiche profezie sono state ampliate con l’aggiunta del loro avveramento storico secondo il genere letterario del periodo qumranico. Questa rilettura storica è stata ancor più sviluppata dalle versioni greche di Teodozione e della LXX.

Ora, la mia domanda è questa: avendo a disposizione la storia già avvenuta, perché mai l’ispirato redattore finale avrebbe dovuto riferirsi alle 70 settimane dando loro una valenza simbolica? È vero che esse abbracciano un periodo che va oltre di lui, tuttavia una sua parte era già stata vissuta, e tale parte è storica e databile. Abbiamo allora, per le 70 settimane, una parte storica e una simbolica?
salcontis
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Re: ANTICRISTO OGGI

Messaggio da salcontis »

link con interpretazione della profezia delle settanta settimane:

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