I cherubini.
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Re: I cherubini.
La paura di essere puniti provoca un allargamento della pupilla (gli occhi si aprirono) aumento del battito cardiaco e del respiro, muscoli contratti, secchezza della pelle, secchezza della bocca, i peli della pelle si alzano, incontinenza di feci e urine.
Re: I cherubini.
Ciao Besasea, una ricorrenza è in Num 17:13? Potrebbe essere interessante ricollegare Gn 3:24 al testo poetico di Ez 28:14?, in cui del re di Tiro è detto
את־כרוב ממשח הסוכך
Anche qui il termine non è tradotto nelle traduzioni a cui siamo abituati.
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- Gianni
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Re: I cherubini.
Aggiungo una domanda: l'את di Ez 28:14 va letto att, "tu" al femminile? Se sì, perchè è al femminile?
Re: I cherubini.
Certo!Bgaluppi, rispondendo a Gianni forse ho risposto anche a te?
- Gianni
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Re: I cherubini.
Grazie, Besàseà.
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Re: I cherubini.
Per favore quando scrivete in ebraico oltre all'ebraico scrivete anche la translitterazione italiana, oltre alla traduzione, perché sono a zero di ebraico, così imparo.
- Gianni
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Re: I cherubini.
Hai ragione. Giusto.
- Alen.chorbah
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Re: I cherubini.
tiger cerchiamo di rimanere in tema grazie
Re: I cherubini.
Ma l'ipotesi che l'autore biblico non volesse riferirsi ne ad umani ne a cose, non deve essere presa in nessuna considerazione?(Keruvim non ha sempre lo stesso significato. Se è riferito ad umani questi sono custodi, se riferito a cose queste sono scudi.(Besasea)
Io non posso fare a meno di notare che il tipo di approccio che tu proponi per capire il senso del termine kuruvim e' atipico rispetto all'approccio riservato genericamente a tutti gli altri termini.
Mi spiego meglio.
Di solito si parte dall'ipotesi di lavoro che a termine uguale corrisponda lo stesso significato e qualora ci si accorga che il testo non sta in piedi, si valuta l'ipotesi di prendere in considrazione significati diversi.
Immaginiamo di dover accingerci a un lavoro di traduzione/interpretazione senza potere contare sull'assunto che stesso termine presupponga stesso significato con un alta' probabilita'.
Non sarebbe possibile la traduzione e addirittura si sospetterebbe che quel testo non derivi da una lingua con buona chance di essere stata un efficace strumento di comunicazione.
Tornando al termine Keruv/keruvim il problema per me e' proprio questo.
Si raccomanda di tenere presente che questo termine muta di significato ripetutamente a seconda del passo biblico che lo ospita senza aver speso molto tempo a indagare su quali sarebbero gli inconvenienti legati all'ipotesi di attribuire lo stesso significato nei vari passi in cui compare.
Vorrei riproporre inoltre quello che ho gia detto a proposito di Rashi.
Perche' nel suo "Commento alla Genesi quando incontra per la prima volta il termine Keruvim non fa nessuna osservazione sulla particolarita' del termine sull'eventualita' che potrebbe essere difficile satabilire di che cosa si tratta, ma dice semplicemente: erano gli angeli sterminatori....
Perche' non fa accenno a nessun altro commento o commentatore che pensa qualcosa di diverso come ad esempio che fossero gli stessi Adamo ed Eva?
Eppure quando Rashi e' consapevole di trovarsi di fronte a un versetto o un termine per il quale la tradizione ha proposto piu' di un significato non ha nessuna remora a ricordarlo e lo possiamo costatare proprio per lo stesso versetto in esame in cui ci ricorda che il termine che lui ha reso come "fiamma" e' stato reso dal Targum come "lama".
- Gianni
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Re: I cherubini.
Questo vizio dei tradurrori di traslitterare ha creato cose strane, perfino delle categorie. Si pensi ad esemepio al greco ànghelos, traslitterato "angelo": vuol dire "messaggero", ma traslitterandolo hanno creato una categoria, quella angelica. E si pensi anche al nome greco Iesùs, traslitterato in Gesù. Il suo nome ebraico avrebbe dovuto casomai essere tradotto Giosuè. (Sarebbe buona regola non tradurre mai i nomi personali). I traduttori si sono inventati perfino un profeta! "Malachia"! Nome comune che significa semplicemente "mio messaggero". Qui, una volta tanto, la LXX traduce bene: ἀγγέλου αὐτοῦ (anghèlu autù), "suo messaggero".