Re: La Natura di Adamo
Inviato: sabato 25 maggio 2019, 12:59
Francesco, tuttavia mi pare che Paolo spieghi chiaramente proprio che la natura del primo uomo sia "terrestre", ossia che il suo corpo è χοϊκός (coikòs), "fatto di terra", e dunque origina ἐκ γῆς (ek ghès), "dalla terra" (v. 47). Il secondo, invece, è ἐξ οὐρανοῦ (ex uranù), "dal cielo". Queste parole vanno comprese, a partire dal v. successivo:
"Qual è il terrestre [ὁ χοϊκός, ho coikòs, l'adam], tali sono anche i terrestri [οἱ χοϊκοί, hoi coikòi, noi esseri umani]; e quale è il celeste [ὁ ἐπουράνιος, ho epurànios, il Cristo], tali saranno anche i celesti [οἱ ἐπουράνιοι, hoi epurànioi, gli eletti]"
Abbiamo visto coikòs, che significa "fatto di terra", "di polvere". Lo HELPS spiega il significato di epurànios: "correttamente, celeste, riferendosi all'impatto dell'influenza del cielo sulla particolare situazione o persona". Nel nostro caso, essendo contrapposto a coikòs, che indica l'origine terrena (dalla terra), epurànios indica l'origine celeste (dal cielo). L' uomo epurànios, dunque, non è un essere celeste, ma uno su cui il cielo ha influenza. Vediamo bene di cosa sta parlando Paolo.
A partire dal v. 35, parla dello stato dei corpi dopo la risurrezione: "Come risuscitano i morti? E con quale corpo [σῶμα] ritornano?" Dunque innanzitutto si parla di "corpo fisico" (sòma), non di "anima (psychè)". Subito dopo risponde: "Insensato, quello che tu semini non è vivificato, se prima non muore"; già da qui si capisce che Adamo non era destinato a vivere in eterno, perché non era "dal cielo" ma "dalla terra". Ma andiamo avanti per chiarire ulteriormente questa cosa
Nei versetti successivi parla di come ogni cosa ha il suo "corpo", per cui il corpo dell'uomo è diverso da quello dell'animale, e persino gli animali hanno diversa carne, ossia sono fatti in modo diverso; al v. 40 distingue il diverso splendore dei σώματα ἐπουράνια (corpi celesti, astri e pianeti) dai σώματα ἐπίγεια (corpi terrestri, uomini, animali e piante), e al v.41 distingue il diverso splendore dei corpi celesti, per cui sole, luna e stelle sono diversi, ognuno essendo dotato di un corpo.
Dal v. 42 inizia a parlare della risurrezione e fare il paragone tra il corpo prima e il corpo dopo: "42 Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; 43 è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; 44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c'è un corpo naturale, c'è anche un corpo spirituale". Il corpo naturale è il σῶμα ψυχικόν (sòma psychikòn), in cui abbiamo il termine ψυχικόν (psychikòn) che deriva da psychè (che indica la persona umana terrena nella sua completezza) e fa riferimento a "l'aspetto naturale (inferiore) dell'umanità, cioè il comportamento che è più della terra (carnalità) che del cielo" (HELPS). Il sòma psychikòn è contrapposto al sòma pneumatikòn, che indica invece caratteristiche originanti "dallo spirito", ossia detiene caratteristiche non terrene e corruttibili ma spirituali e incorruttibili.
Dal v. 45 inizia a paragonare Adamo con Yeshùa. Tuttavia, quando Paolo parla di "primo uomo Adamo" e "ultimo Adamo" (v. 45), parla essenzialmente dell'essere umano prima di Cristo e di quello dopo Cristo, ossia di "noi", come siamo alla nascita e come siamo destinati a diventare dopo la risurrezione, alla fine. Nel pensiero ebraico paolino, adàm è "essere umano", ossia il genere umano originante dalla terra. In linea con ciò che ha detto prima sulla diversità del corpo naturale (psychikòn) dal corpo spirituale (pneumatikòn), sta dicendo che l'essere umano corruttibile "adàm" è diverso dal figlio di Dio incorruttibile, che è l'adàm finale, ossia il Cristo ma in generale "l'adàm spirituale", ossia l'uomo dotato di corpo naturale che muore e risorge in uomo dotato sempre di corpo, ma spirituale, avente caratteristiche diverse e più splendide perché rispondenti non alla terra ma allo spirito. Infatti:
"47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. 48 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. 49 E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste."
L'essere umano "formato" da Dio dalla terra, ossia dalla materia (non "creato", perché barà non significa creare dal nulla), è destinato a diventare "uomo dal cielo", ossia avente caratteristiche non terrene ma superiori. Anche Yeshùa già utilizza il concetto di "uomo dal cielo" per se stesso e per i dodici (Gv 3:13; 17:14), non in senso letterale (altrimenti anche i dodici sarebbero esseri divini o semidivini) ma in senso traslato, ad indicare che il Cristo e gli eletti non rispondono alla terra ma allo spirito; pur essendo uomini fatti di terra e corruttibili, essi sono "da Dio" (Gv 1:13) e dunque già destinati a risorgere in una forma superiore incorruttibile. Cristo è il primo adàm superiore, il primogenito dei figli di Dio; Adamo è il primo adàm inferiore, il primo essere umano terreno. In questo senso Paolo parla di "primo Adamo" e "ultimo Adamo", in cui primo e ultimo indicano il principio e la fine (ἔσχατος, èscatos, è ultimo ed estremo, in termini di spazio e tempo, ossia "finale").
Dunque, Adamo è l'uomo nel principio, corruttibile: il Cristo risorto è l'uomo alla fine del percorso, incorruttibile. Si tratta di un processo evolutivo, in cui morte e risurrezione sono passaggi necessari al corpo dell'uomo per procedere da uno stato ad un altro, che Yeshùa realizza per primo. Se Adamo fosse stato incorruttibile e avesse posseduto un corpo superiore pneumatikòs e non inferiore psychikòs, non avrebbe peccato, perché il peccato terreno non è conciliabile con qualcosa di incorruttibile e dunque perfetto e superiore.
"Qual è il terrestre [ὁ χοϊκός, ho coikòs, l'adam], tali sono anche i terrestri [οἱ χοϊκοί, hoi coikòi, noi esseri umani]; e quale è il celeste [ὁ ἐπουράνιος, ho epurànios, il Cristo], tali saranno anche i celesti [οἱ ἐπουράνιοι, hoi epurànioi, gli eletti]"
Abbiamo visto coikòs, che significa "fatto di terra", "di polvere". Lo HELPS spiega il significato di epurànios: "correttamente, celeste, riferendosi all'impatto dell'influenza del cielo sulla particolare situazione o persona". Nel nostro caso, essendo contrapposto a coikòs, che indica l'origine terrena (dalla terra), epurànios indica l'origine celeste (dal cielo). L' uomo epurànios, dunque, non è un essere celeste, ma uno su cui il cielo ha influenza. Vediamo bene di cosa sta parlando Paolo.
A partire dal v. 35, parla dello stato dei corpi dopo la risurrezione: "Come risuscitano i morti? E con quale corpo [σῶμα] ritornano?" Dunque innanzitutto si parla di "corpo fisico" (sòma), non di "anima (psychè)". Subito dopo risponde: "Insensato, quello che tu semini non è vivificato, se prima non muore"; già da qui si capisce che Adamo non era destinato a vivere in eterno, perché non era "dal cielo" ma "dalla terra". Ma andiamo avanti per chiarire ulteriormente questa cosa
Nei versetti successivi parla di come ogni cosa ha il suo "corpo", per cui il corpo dell'uomo è diverso da quello dell'animale, e persino gli animali hanno diversa carne, ossia sono fatti in modo diverso; al v. 40 distingue il diverso splendore dei σώματα ἐπουράνια (corpi celesti, astri e pianeti) dai σώματα ἐπίγεια (corpi terrestri, uomini, animali e piante), e al v.41 distingue il diverso splendore dei corpi celesti, per cui sole, luna e stelle sono diversi, ognuno essendo dotato di un corpo.
Dal v. 42 inizia a parlare della risurrezione e fare il paragone tra il corpo prima e il corpo dopo: "42 Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; 43 è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; 44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c'è un corpo naturale, c'è anche un corpo spirituale". Il corpo naturale è il σῶμα ψυχικόν (sòma psychikòn), in cui abbiamo il termine ψυχικόν (psychikòn) che deriva da psychè (che indica la persona umana terrena nella sua completezza) e fa riferimento a "l'aspetto naturale (inferiore) dell'umanità, cioè il comportamento che è più della terra (carnalità) che del cielo" (HELPS). Il sòma psychikòn è contrapposto al sòma pneumatikòn, che indica invece caratteristiche originanti "dallo spirito", ossia detiene caratteristiche non terrene e corruttibili ma spirituali e incorruttibili.
Dal v. 45 inizia a paragonare Adamo con Yeshùa. Tuttavia, quando Paolo parla di "primo uomo Adamo" e "ultimo Adamo" (v. 45), parla essenzialmente dell'essere umano prima di Cristo e di quello dopo Cristo, ossia di "noi", come siamo alla nascita e come siamo destinati a diventare dopo la risurrezione, alla fine. Nel pensiero ebraico paolino, adàm è "essere umano", ossia il genere umano originante dalla terra. In linea con ciò che ha detto prima sulla diversità del corpo naturale (psychikòn) dal corpo spirituale (pneumatikòn), sta dicendo che l'essere umano corruttibile "adàm" è diverso dal figlio di Dio incorruttibile, che è l'adàm finale, ossia il Cristo ma in generale "l'adàm spirituale", ossia l'uomo dotato di corpo naturale che muore e risorge in uomo dotato sempre di corpo, ma spirituale, avente caratteristiche diverse e più splendide perché rispondenti non alla terra ma allo spirito. Infatti:
"47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. 48 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. 49 E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste."
L'essere umano "formato" da Dio dalla terra, ossia dalla materia (non "creato", perché barà non significa creare dal nulla), è destinato a diventare "uomo dal cielo", ossia avente caratteristiche non terrene ma superiori. Anche Yeshùa già utilizza il concetto di "uomo dal cielo" per se stesso e per i dodici (Gv 3:13; 17:14), non in senso letterale (altrimenti anche i dodici sarebbero esseri divini o semidivini) ma in senso traslato, ad indicare che il Cristo e gli eletti non rispondono alla terra ma allo spirito; pur essendo uomini fatti di terra e corruttibili, essi sono "da Dio" (Gv 1:13) e dunque già destinati a risorgere in una forma superiore incorruttibile. Cristo è il primo adàm superiore, il primogenito dei figli di Dio; Adamo è il primo adàm inferiore, il primo essere umano terreno. In questo senso Paolo parla di "primo Adamo" e "ultimo Adamo", in cui primo e ultimo indicano il principio e la fine (ἔσχατος, èscatos, è ultimo ed estremo, in termini di spazio e tempo, ossia "finale").
Dunque, Adamo è l'uomo nel principio, corruttibile: il Cristo risorto è l'uomo alla fine del percorso, incorruttibile. Si tratta di un processo evolutivo, in cui morte e risurrezione sono passaggi necessari al corpo dell'uomo per procedere da uno stato ad un altro, che Yeshùa realizza per primo. Se Adamo fosse stato incorruttibile e avesse posseduto un corpo superiore pneumatikòs e non inferiore psychikòs, non avrebbe peccato, perché il peccato terreno non è conciliabile con qualcosa di incorruttibile e dunque perfetto e superiore.