Yeshùa ed il divorzio

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Salvatore Tarantino
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

L'indovinello, che cito:

1. Un uomo e una donna sposati, pur restando fedeli, perdono l'amore reciproco, per cui il loro matrimonio, che dovrebbe essere vissuto in modo pieno, diventa una prigionia e una sofferenza. Il marito decide di divorziare, e la moglie accetta, poiché tra loro non c'è più legame intimo né complicità, ma, essendo credenti, non si risposano e vivono ognuno la loro vita dedicando se stessi a Dio.

2. Un uomo e una donna sposati entrano in crisi perché lui la tradisce. Lei chiede il divorzio e lui accetta. Dopo aver divorziato, lei si risposa e lui no.

Chi di queste quattro persone ha commesso peccato davanti a Dio?

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Pecca di adulterio la moglie del secondo esempio, e anche il nuovo marito che sposa una donna ripudiata. Anche il primo marito pecca, ma non di adulterio, ma per aver esposto la moglie all'adulterio.
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Israel75
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Israel75 »

Però devo dire che sul fatto di ripudiare / lasciare a mio avviso Salvatore fà un ragionamento più logico, la Scrittura non di ce mai che la moglie può ripudiare il marito, poi è chiaro che chiunque può lasciare chiunque se vuole.
La tradizione ebraica che dice? :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

se Dio ripudia Israele vuol dire che Israele ha già fornicato
Ger 3:1 non dice che Dio ripudia Israele, ma che Israele commette adulterio con molti amanti. Controlla il termine ebraico.

Bruno, non poteva ripudiarlo ma poteva chiedere il divorzio:
se la donna va via dal marito e ne sposa un altro, commette adulterio” (Mr 10:12).

Ho esposto nei commenti dietro sia il pensiero della tradizione che gli usi nella comunità di Israele. Dice bene Mattia: la donna non poteva scrivere un ripudio al marito, ma poteva chiedere il divorzio su precise e comprovate motivazioni, dopodiché il tribunale poteva imporre al marito di lasciarla andare; alla fine, anche se era la donna che chiedeva il divorzio in certi casi, era sempre il marito che ripudiava, secondo la Torah che non prevede che la donna possa scrivere l'atto di ripudio. Tra l'altro, sono piuttosto sicuro che in ogni caso il ripudio del marito doveva essere accettato e controfirmato dalla moglie per essere ritenuto valido. Insomma, l'uomo non poteva sbatter la moglie fuori di casa a suo piacimento.

Io credo di aver detto tutto, per quanto mi riguarda e non ho nulla da aggiungere. Ho imparato molto da questa discussione e farò delle integrazioni al mio studio, per renderlo ancora più completo. Salvatore, se tu sei convinto, è questo che conta. Nessuno vuole convincerti di qualcosa di diverso. Il mio fervore è dato solo da una grande passione che ho per lo studio e l'esegesi e comunque rispetto la tua interpretazione. Magari attraverso la rete traspare qualcosa di diverso, ma come sai, la rete è ingannatrice. L'importante è che abbiamo dato a chi ci legge, spero, molte informazioni su cui riflettere e studiare.
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Salvatore Tarantino
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Mi sono scordato di scrivere che il primo marito del secondo esempio ovviamente è stato il primo a commettere adulterio, prima del divorzio.
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Israel75
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Israel75 »

Poteva chiedere il divorzio? , ok , quindi la differenza col ripudio era di tipo legale , non sostanziale.
Ho capito bene? :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Ho cancellato il messaggio che ti avevo scritto per non fare confusione.

Solo il marito poteva ripudiare, in base alla Torah. Ma se avveniva che una donna volesse sciogliersi da lui, andava in tribunale con le motivazioni e chiedeva il divorzio, e se il tribunale le accoglieva, obbligava il marito a ripudiarla. Dunque, in questo modo, era il marito che ripudiava e liberava la donna, ma era lei a chiedere il divorzio. Se il marito non obbediva, oppure faceva problemi, lo fustigavano.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Se mi posso permettere Salvatore e BGaluppi avete preso due gallerie per uscire che non si incontrano e che probabilmente non hanno una via d'uscita definita.

Quello che è certo è che sicuramente i sacerdoti non potevano sposare una donna ripudiata, al pari di una prostituta, di una disonorata (si legga Levitico 21:7). Il motivo appare chiaro, queste donne si erano unite sicuramente almeno ad un altro uomo prima (la prostituta a più uomini ovviamente), per cui la successiva unione con il sacerdote, sia in caso di ripudio con libello sia senza libello, appare confermare che genererebbe comunque una contaminazione della donna e pertanto anche del sacerdote, contaminazione che non cesserebbe al tramonto. Se questa ipotesi fosse estesa a tutti gli uomini, effettivamente apparirebbe condivisibile quanto sostiene Salvatore.

Di contro, invece, mi trovo d'accordo con BGaluppi, per quanto concerne Ger.3:1. Ho esaminato ulteriormente questo testo, supportato da alcuni studi in lingua inglese (di studiosi del Vecchio Testamento) Americani (come quello girato ieri per Dt.24:1-4). In effetti, Ger.3:1 riflette solo in minima parte Dt.24:1-4, poiché è una condizione differente, dal momento che Dio non ha mai emesso un libello di ripudio e Giuda non ha sposato nessun altro pur essendo stata colpevolmente infedele.
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Hai ragione Massimo, c'è questo punto del nuovo matrimonio della donna su cui io e Salvatore non riusciamo a trovarci. Ma sono contento che abbiamo avuto occasione di discutere Ger 3:1 e ss., che mi hanno permesso di trovare nuovi spunti per ampliare il mio studio.
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Sui sacerdoti l'argomento è più complesso, poiché erano una categoria a parte. Alcune norme si applicano apparentemente a loro come a tutti gli israeliti, ma c'erano delle differenze. Per capire, bisogna leggere i commenti di Rashi e della tradizione, che spiegano tutto nel dettaglio, altrimenti non è possibile.

La donna “già disonorata”, come leggiamo in italiano, ad esempio, non era un'adultera o una prostituta, ma la donna nata da chi non è adatto alla kehunah (sacerdozio); per esempio, la figlia di una vedova di un Kohen Gadol o la figlia di una divorziata di un ordinario kohen. Oppure, una donna che ha avuto rapporti con uno di quelli che sono essi stessi squalificati per la kehunah (Rashi). Il termine andrebbe tradotto “profanata”, “sconsacrata”, non disonorata.
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Salvatore Tarantino
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Massimo, la mia galleria ha una via d'uscita chiarissima.
Il mio studio e la mia interpretazione hanno il merito che tutte le Scritture sono coerenti tra di esse.
Per i sacerdoti ci sono delle regole più rigide.
Quanto a Geremia 3,1, non solo Israele non è stata ripudiata e non è andata ad altro marito, ma Dio in ogni caso la riprenderebbe con sè ugualmente.
Il paragone con Deuteronomio 24,1-4 serve ad evidenziare la gravità delle colpe di Israele, che si è prostituita prima di essere ripudiata e si è prostituita anche dopo, di modo che la sua colpa è così grave che il marito, Dio, non dovrebbe più poterla riprendere con sè. E tuttavia Dio lo fa ugualmente, evidenziando anche il suo amore sconfinato.
Tuttavia questo paragone deve necessariamente farci concludere che la donna ripudiata risposandosi si prostituisce, altrimenti non si capirebbe perchè Dio dovrebbe imputare a Israele di essersi risposata dopo essere stata ripudiata.
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