Yeshùa ed il divorzio

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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Salvatore, Ger 3:1 non dice che Israele si è prostituita prima di essere ripudiata e poi anche dopo, ma che ha avuto molti amanti, ossia ha commesso adulterio mentre era sposa...
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Esattamente, non c'è peraltro nessun libello di ripudio (si legga anche Isaia 50:1) e Giuda, aggiungo, non si era risposata con nessun altro in particolare. Dio è talmente misericordioso da riprendere Giuda con se nonostante le infedeltà. Quello che intendo dire io è solo che la situazione è piuttosto diversa rispetto a Dt.24:1-4.
Ultima modifica di Massimo-W-la-Bibbia il martedì 25 settembre 2018, 10:15, modificato 2 volte in totale.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

BGaluppi, Salvatore, attenzione che Ger.3:1 non si riferisce ad Israele ma a Giuda.
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Si, hai ragione Massimo. Ancora meglio. Infatti Dio non ha mai ripudiato la Casa di Giuda. Adesso torna. Non conosco bene questi capitoli, avevo confuso Israele con Giuda.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Alcune considerazioni ancora sull’interpretazione di Dt. 24:1-4. Non mie considerazioni. Sono semplicemente considerazioni, che come Cristiano ritengo plausibili, di alcuni accademici studiosi dell’Antico Testamento.

Allego semplicemente i link, mi scuso ma ho rimosso una mia precedente sintesi in Italiano, non volendo infrangere eventuali diritti di "copyright" degli Autori di questi studi sui relativi testi o porzioni di testo.

a) https://faculty.gordon.edu/hu/bi/ted_hi ... t24-bs.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
b) http://www.perspectivedigest.org/articl ... -testament" onclick="window.open(this.href);return false;
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Massimo.

Ho letto parte del primo testo e queste sono le mie prime considerazioni. Dice che la prescrizione sul divorzio in Dt 24:1-4 non è comandata: ”It should be carefully noted that divorce is neither commanded nor commended”. Tuttavia, come ho precisato in un mio commento addietro, questa e una delle moltissime prescrizioni che sono date a Mosè come comandi, a partire da Dt 11:8:

“Osserverete dunque tutti i comandi che oggi vi dò” (Dt 11:8); “Queste sono le leggi e le norme, che avrete cura di mettere in pratica nel paese che il Signore, Dio dei tuoi padri, ti dà perché tu lo possegga finché vivrete sulla terra.” (Dt 12:1). Questo versetto è particolarmente importante: “Vi preoccuperete di mettere in pratica tutto ciò che vi comando; non vi aggiungerai nulla e nulla ne toglierai.” (Dt 13:1).

Tutte le prescrizioni a partire da Dt 11:8 sono comandi; perché la norma sul ripudio non dovrebbe esserlo? Inoltre, Paolo riporta un ordine del Signore, che dice:

“Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non vada via dal marito - e qualora vada via, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito - e il marito non mandi via la moglie.” — 1Cor 7:10-11

Il comando primo è quello di non divorziare, perché Dio non approva certo il divorzio; ma il matrimonio concepito da Dio per l'uomo è stabilito nel Giardino, ossia in una condizione di perfezione prima del peccato. Dopo il peccato, tutto cambia, e Yeshùa mette in rilievo questo fatto (“Mosè vi dette quella norma per la durezza del vostro cuore, ma all'inizio non era così”, Mr 10:5 ss., Mt 19:8 ss.). Il secondo comando, che in realtà è uno col primo, viene dato alla donna nella situazione in cui, “per la durezza del suo cuore”, decide di risolvere un matrimonio che non funziona, per vari motivi: “qualora vada via, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito”. Anche questo è un comando del Signore, perché facente parte della stessa frase. Come dire: meglio non divorziare, ma se non è possibile, è necessario stare soli (tranne che in caso di fornicazione). Paolo, oltretutto, insiste particolarmente sul celibato a motivo della “ristrettezza dei tempi”; ma Yeshùa dice chiaramente che non tutti sono capaci di farlo, ma solo coloro ai quali è dato.

Ripeto. Dobbiamo tenere a mente che la Torah fu data all'uomo perché questo non era più in grado di obbedire a Dio in modo a Lui conforme. Dio certamente conosce la debolezza umana e ne tiene conto. Nessuno di voi ha ancora risposto alla mia domanda: cosa doveva fare una donna che veniva abusata e picchiata dal marito? Starsene zitta e subire? La risposta non sta sulla Torah, perché la Torah — come ci spiegava il nostro preparatissimo utente ebreo Besasea — è la base della legge. La Torah stabilisce i princìpi, che spesso non sono decifrabili in modo completo se non attraverso la torah orale, che costituisce un “compendio” a quella scritta, la spiega e ne rivela l'applicazione, che altrimenti non sarebbe chiara. Questo accade in molti casi. Se si fosse dovuto mettere per iscritto ogni norma e regolamentare ogni caso, non sarebbe bastata tutta la carta del mondo.

Dunque, se gli ebrei per millenni hanno consentito alla donna di andare via dal marito in certe circostanze, tutte codificate nella torah orale, non è perché gli ebrei hanno sbagliato, ma perché sapevano come certe situazioni venivano gestite sin dal tempo di Mosè. Occorre rispettare la conoscenza e l'autorità degli antichi maestri di Israele, poiché la loro conoscenza origina da Mosè. Ciò non significa che tutta la tradizione sia da prendere come oro colato; a volte i maestri ci mettono del loro e sono in disaccordo; allora, sta al lettore confrontare tutte le interpretazioni e verificarle alla luce del testo scritto.

Non è semplice, e non basta la sola scriptura. Bisogna analizzare bene ogni aspetto e ricostruire il puzzle tenendo conto di tutto.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Ciao BGaluppi, se avrai modo di leggere, ed analizzi bene, il punto fondamentale è il costrutto grammaticale del passo Dt.24:1-4. Nessun dubbio sulle prescrizioni di Deuteronomio. Non si tratta però di una legge apodittica ("Tu devi..."), in questo caso, ma di un costrutto che inglese viene denominato "case law" ("se.....allora", assimilabile al periodo ipotetico), con un protasi cosituita dai primi 3 versi ed una apodosi che è l'espressione reggente ed è il verso 4.
Il Comando c'è ed è nella apodosi, il verso 4. Il Comando è solo quello per il primo marito di non risposare la ex moglie che si è sposata una seconda volta: la motivazione è di evitare la contaminazione del Paese di Israele, che sarebbe un'abominazione.
Il divorzio è solo concesso, ma questa concessione viene meno con le parole di Gesù. Se leggi bene Matteo 19:7-8, i Farisei chiesero a Gesù perché Mose COMANDO' di dare l'atto di divorzio, ma Gesù rispose dicendo non che Mosè comando' ma PERMISE..., vale a dire era una concessione, ed ovviamente non ben accetta da Dio, che dunque venne meno.
Peraltro questa è anche la posizione di H.W.Armstrong (non so ne hai sentito parlare), il divorzio in Dt.24 non è un comando ma una concessione.
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Avevo dimenticato Dt 13:1, l'ho aggiunto:

“Vi preoccuperete di mettere in pratica tutto ciò che vi comando; non vi aggiungerai nulla e nulla ne toglierai.”.

Leggi anche: “Quando in una causa ti sarà troppo difficile decidere tra assassinio e assassinio, tra diritto e diritto, tra percossa e percossa, in cose su cui si litiga nelle tue città, ti alzerai e salirai al luogo che il Signore tuo Dio avrà scelto; andrai dai sacerdoti e dal giudice in carica a quel tempo; li consulterai ed essi ti indicheranno la sentenza da pronunciare; tu agirai in base a quello che essi ti indicheranno nel luogo che il Signore avrà scelto e avrai cura di fare quanto ti avranno insegnato.” — Dt 17:8-10

Questo è ciò che accadeva ai tempi di Yeshùa nel diritto matrimoniale per quanto riguardava la donna. La donna aveva il diritto di mettere in pratica questo comandamento.

Poi, al v. 12 dice Dio: “L'uomo che si comporterà con presunzione e non obbedirà al sacerdote che sta là per servire il Signore tuo Dio o al giudice, quell'uomo dovrà morire; così toglierai il male da Israele.”.

Capisci perché le norme orali non possono essere ignorate o snobbate? Per questo Yeshùa dice che “Gli scribi e i farisei siedono sulla cattedra di Mosè” (Mt 23:2).

Concordo sulla concessione. Ma la concessione venne a far parte della legge. E la legge non è un comando? Yeshùa non invalida tale concessione, perché non avrebbe potuto farlo. Lui stesso afferma che la Torah è valida in eterno fino al più piccolo apice e ciò riguarda anche il ripudio di Mosè. Infatti, Yeshùa non invalida il ripudio di Mosè, ma piuttosto ribadisce l'importanza del vincolo sacro, che rende impossibile risposarsi (tranne che in caso di fornicazione, caso in cui il vincolo è sciolto). Divorzio legale senza fornicazione si, ove permesso dalle autorità (cfr. Dt 17:8-12), ma niente nuovo matrimonio; divorzio per fornicazione si, e anche nuove nozze. Tale insegnamento non inficia sul ripudio di Mosè, che è parte integrante della Torah e non può essere annullato finché passino il cielo e la terra, cioè mai.
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Buongiorno Massimo. Comunque esaminerò meglio gli studi da te indicati.
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Salvatore Tarantino
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Bgaluppi, non scherziamo, Geremia 3,1 fa espresso riferimento alla moglie ripudiata che va ad un altro uomo e non può essere ripresa dal primo marito.
Non possiamo negare l'evidenza dicendo che il popolo di Dio (che sia Israele o Giuda poco importa) si è prostituito solo prima di essere ripudiato.
Sono costretto di nuovo ad evidenziare che così la discussione non è seria e non può essere costruttiva.
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