Yeshùa ed il divorzio

animasalvata
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da animasalvata »

Non capivano perche erano abituati a costumi diversi non coerenti con la torah come facevano i popoli non ebrei. Certamente la durezza del cuore è qualcosa di negativo che Cristo rimproverava a volte anche ai suoi discepoli perche pur essendo credenti non erano esseri perfetti.
L'assenza di comprendonio della parola di Dio è generata da una condizione negativa e peccaminosa che si frappone fra Dio e l'uomo. Impedisce che la parola giunga al cuore e lo rinnova. Pertanto l'assenza di comprendorio può portare alla morte spirituale se la cosa non si risolve. In italiano Dio direbbe che gli uomini hanno la testa dura,che rifiutano di capire. Queste situazioni derivano da una condizione peccaminosa.
Chiaramente come dice il vangelo chi muore col cuore indurito perisce per mancanza di conoscenza mentre solo i puri di cuori,cioè con i cuori rinnovati,erediteranno il regno.
Se uno divorzia anche con giusta causa vuol dire che il suo cuore è indurito e pertanto non è adatto al regno dei cieli. Rischia grosso se non rinnova il proprio cuore. Una persona col cuore rinnovato invece non sceglie di divorziare anche in caso di tradimento,ma perdona e protegge la moglie da un secondo adulterio. Li in quel momento si vede se una persona dura o meno perche quello che ho detto è facile a dire ma difficile a farsi proprio per la durezza del cuore.

Poi quando si parla di un motivo qualsiasi a me da piu un senso onnicomprensivo che comprende tutte le situazioni,dalla piu grave alla piu banale.

Viene citato Deuteronomio 24,1-4 ma il punto è proprio quello: al versetto 4 si dice che il primo marito non può riprendere una moglie doppiamente adultera e nel mio primo intervento ho provato a spiegarlo perche non è lecito sposare un adultera. Si commette adulterio su adulterio per cui una ripudiata per giusta causa che si sposa è e rimane sempre un adultera ed espone ad adulterio il secondo marito. Quindi il secondo marito non può sposarla pena l'adulterio. E mi pare logico in Geremia 3,1 dove Dio parla di prostituzione su prostituzione.

Quindi trovo più logico quello che dice Salvatore Tarantino per cui non è lecito alla ripudiata risposarsi. Ovviamente se la ripudiata non può risposarsi ciò vale anche per il marito che ripudia. La fornificazione di cui parla Cristo non è l'adulterio ne l'idolatria,ma un unione illecita come un unione incestuosa o un unione con un pagano. Io cosi la vedo dalla risposta di Cristo.
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animasalvata
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da animasalvata »

Il divorzio in caso di adulterio non era un obbligo ma una possibilità. Il marito se voleva poteva anche non mandarla via perche un matrimonio si può sempre salvare ed è questo quello che Dio vuole.

Dio permetteva solo la separazione senza sciglimento del matrimonio a certe condizioni,ma questa era una permissione divina; non era un gradimento divino perche nessuna forza umana o satanica può sciogliere una cosa stabilita da Dio perche niente è piu potente di Dio.

Era fatto divieto di risposare,ma chiaramente se la ripudiata ritornava pentita il marito poteva riprenderla perche esiste la misericordia come Dio ha mostrato verso Israele.
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Re: Yeshùa ed il divorzio

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Marco 10

2 Dei farisei si avvicinarono a lui per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito a un marito mandare via la moglie?» 3 Egli rispose loro: «Che cosa vi ha comandato Mosè?» 4 Essi dissero: «Mosè permise di scrivere un atto di ripudio e di mandarla via». 5 Gesù disse loro: «È per la durezza del vostro cuore che Mosè scrisse per voi quella norma; 6 ma al principio della creazione Dio li creò maschio e femmina. 7 Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, 8 e i due saranno una sola carne. Così non sono più due, ma una sola carne. 9 L'uomo, dunque, non separi quel che Dio ha unito».

Notiamo il versetto 2. Rispetto al passo parallelo di Matteo non si dice per un motivo qualsiasi. Se per Cristo una ripudiata per giusta causa che si risposa non commette adulterio allora al versetto 3 o 5 mi sarei aspettato risposte differenti.

Al versetto 3 avrebbe detto per esempio: Si nel caso di porneia. Oppure al versetto 5 dopo la risposta dei farisei avrebbe detto si nel caso di porneia.
Ma ai farisei non parla proprio di porneia e nel vangelo di Marco non viene menzionata nemmeno ai discepoli. Matteo menziona la porneia ai discepoli. Ora se questa porneia fosse l'adulterio o qualcosa di simili tale da giustificare lo scioglimento totale del matrimonio ciò sarebbe abbastanza strano che sia Marco e sua Luca omettono tale clasuola. Ma se Cristo facesse riferimento alle unioni illecite l'assenza della clausola in Marco e Luca sarebbe comprensibile perche si sa perfettamente che un unione illecita non è matrimonio vero.

Comunque in Marco mi sarei aspettato un discorso differente con i farisei. Non certo il discorso sulla genesi e la durezza del cuore quando i farisei gli menzionano deuteronomio 24. Ai farisei Cristo non da nessuna interpretazione diretta su cosa significa la cosa indecente. Se per Cristo un matrimonio può scigliersi totalmente per porneia mi sarei aspettato che Cristo menzionasse la porneia quando i farisei gli dissero che Mose permise il divorzio. Invece Cristo dice cose come se ribaltasse quella permissione mosaica parlando addirittura di durezza del cuore e che cosi non era in principio.

Hillel e Shammai pensavano che divorziare in presenza di giusta causa e risposarsi non era peccato. Su questo si sbagliavano e Cristo corresse questa visione che annullava la parola di Dio. E non era l'unica volta dove Cristo dovette correggere i falsi insegnamenti ebrei che annullavano la torah.
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Re: Yeshùa ed il divorzio

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Riporto queste osservazioni fatte da un altra persona,un certo polymetis:

Porneia può indicare l'adulterio, il che ovviamente non implica che qui significhi adulterio. Io preferisco il significato usualmente dato dall'esegesi cattolica, e che faccio riassumere dalla Bibbia di Gerusalemme:

“Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio” (Mt 19,9 CEI 2008).

“Data la forma assoluta dei testi paralleli (Mc 10,11s; Lc 16,18; 1Cor 7,10s), è poco verosimile che tutti e tre abbiano soppresso una clausola restrittiva di Gesù; è più probabile invece che uno degli ultimi redattori del Vangelo l’abbia aggiunta

A questo punto io mi chiedo perche aggiungere una clausola nel vangelo di Matteo? Forse una risposta può arrivare sempre da un altra osservazione fatta da un altra persona:

Anche nel Concilio apostolico di Gerusalemme (49/50 d.C.), a conclusione del dibattito sulla validità della legge mosaica, viene raccomandato ai cristiani provenienti dal paganesimo di osservare l'astinenza dalle carni immolate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla impudicizia (pornèia), cioè dai matrimoni contratti fra parenti, cose a cui i giudeo-cristiani tenevano in modo particolare (cf At 15,29). Ciò spiega anche perché la famosa clausola si trovi soltanto nel Vangelo giudaizzante di Matteo."

In effetti in Atti 15,24 si parla di persone che dicevano di essere mandate dagli apostoli quando in realta non era vero e che turbavano i credenti provenienti dal paganesimo. Da qui la decisione di ribadire loro le decisioni del concilio. Era evidente che vi erano ebrei infiltrati che andavano a turbare i credenti gentili e questi infiltrati tenevano in particolar modo anche alle relazioni illegali facendo credere con Cristo che queste fossero possibili. Quindi anche gli ultimi redattori del vangelo di Matteo per contrastare la prassi tra gli ebrei di unioni illegittime vi sia stata inserita quella clasuola seguendo cosi le orme del concilio
animasalvata
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da animasalvata »

Riporto anche le osservazioni fatte da un certo Negev:

Prostituzione è una relazione sessuale non santificata (dal matrimonio) oppure non santificabile. (ad esempio un rapporto tra fidanzati non è prostituzione perchè, pur non essendo ancora santificato, resta santificabile).

Avete letto come Negev,un ebreo, descrive la prostituzione?

Chiaramente se un secondo marito sposa un adultera (perche ha tradito il precedente marito permettendo cosi la separazione da lui) come vi può essere la santificazione di quella relazione da parte di Dio? Il secondo marito diverrebbe anch'egli un adultero perche l'adultera sposandolo lo fa divenire adultero con lei. Similmnente chi si unisce ad una prostituta diviene una sola cosa con lei.
Le seconde nozze pertanto non costituisce un vero matrimonio santificato,ma una fornificazione che si aggiunge ad un altra fornificazione. Quindi un unione illegale al pari delle unioni incestuoso oppure le nozze tra un credente che sposa una non credente. Quindi se il secondo marito la manda via perche l'unione è illecita la moglie se pentita può ritornare anche dal primo marito perche pentita e ritornando al primo marito non si commette adulterio.

Mi pare una cosa normale questa: se le seconde nozze sono illecite il ritornare alle prime nozze in caso di pentimento dell'adultero non costituisce adulterio perche le seconde nozze non erano un vero matrimonio. Similmente un primo matrimonio però illecito non è vincolante per cui una seconda unione non sarebbe adulterio (sempre se non sia a sua volta un altra unione illecita)

Riprendo anche le parole riportate da Bgalupi:

“Riguardo a questo tipo di moglie, è una mitzva della legge della Torah divorziare da lei, come è affermato: "Perché ha trovato in lei qualcosa di sconveniente, e lui le scrive un libretto di ripudio e glielo dà in mano e la manda fuori di casa sua ... E lei va e diventa la moglie di un altro [aḥer]" (Deuteronomio 24:1-2). Il versetto ha chiamato il secondo marito aḥer, l'altro, per affermare che quest'uomo non è uguale al primo marito. Sono moralmente distinti, poiché quel primo marito ha cacciato una donna malvagia dalla sua casa e questo secondo uomo ha introdotto una donna malvagia nella sua casa.” (Gittin 90b).

Qui io rifletterei sull'ultima parte: secondo voi davanti a Dio non è peccato prendere in casa una donna malvagia (adultera)? Si può chiamare vero matrimonio benedetto e congiunto da Dio una situazione malvagia come questa? E se il primo marito non può riprendere la donna malvagia come può il secondo marito prendere legittimamente una donna malvagia?

Riflettete su questo. Questa parte spiega Deuteronomio 24,4 e Geremia 3,1 sul perche la donna ripudiata per giusta casa in realtà non può risposarsi pena adulterio su adulterio anche se la torah permette una tal cosa. E spiega anche le parole di Cristo sulla montagna che chi manda via la propria moglie,eccetto porneia (unione illegittima) la espone al rischio di adulterio (cioè di commettere pristituzione su prostituzione).
Quindi chi manda via la moglie legittima per cosa indecente la espone all'adulterio. Dio permette di mandarla via perche non obbliga in tal caso il marito a continuare a vivere con l'adultera ma in realta vorrebbe che il marito proteggesse la moglie adultera non divorziando come dice l'utente MassimoWlabibbia.

Il matrimonio legittimo tra credenti è indissolubile per entrambi. Se la ripudiata per giusta causa non può riaposarsi pena adulterio,anche se la torah lo permette, altrettanto vale per il marito che divorzia. Questo perche la moglie è sempre vincolata e il marito è sempre vincolato perche il vincolo sacro nonostante la separazione è indissolubile perche niente ha una forza superiore a quella divina e tale da sciogliere il vincolo divino. La conseguenza è che chiunque azzarda a quel vincolo commette peccato (l'uomo non separi ciò che Dio ha unito cioè Dio non vorrebbe mai il divorzio per l'uomo perché il divorzio distrugge l'umanità).

Il marito o la moglie non commetteno adulterio con nuove nozze se la prima unione era un unione illegale (porneia). Quindi Cristo non si conforma ne a Hillel ne a Shammai in realtà e i farisei probabilmente questo volevano sapere da Cristo in modo da accusarlo di essere un apostata. Ma chi era apostata? Cristo oppure i farisei sostenitori di Hillel o Shammai?
animasalvata
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da animasalvata »

chiudo la diecussione sempre riportando Gittin90b:

Il versetto ha chiamato il secondo marito aḥer, l'altro, per affermare che quest'uomo non è uguale al primo marito. Sono moralmente distinti, poiché quel primo marito ha cacciato una donna malvagia dalla sua casa e questo secondo uomo ha introdotto una donna malvagia nella sua casa.” (Gittin 90b).

Se il primo marito sarebbe un giusto perche ha cacciato la donna malvagia come può essere giusto il secondo marito che la malvagia l'ha fatta addirittura entrare in casa?

Bgalupi può rispondere a questo? E mi piacerebbe sentire anche l'osservazione di altri al riguardo tra cui Salvatore Tarantino e MassimoWlabibbia.
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Animasalvata, questo mette in luce il maschilismo imperante nei confronti della donna. I maestri, comunque, parlano innanzitutto di una donna "malvagia", dunque, secondo la loro lettura, avente commesso una grave violazione della Torah (perché il "male" è la disobbedienza ai comandamenti, 1Gv 3:4). Il "qualcosa di indecente", dunque, sembra essere interpretato dai maestri come un comportamento contrario alla Torah. Ma anche no, poteva anche essere inteso semplicemente come qualcosa che il marito giudicava indecente. Infatti, Shammai e Hillel erano in disaccordo su questo tema, e il testo non parla di "malvagità della donna", ma di qualcosa di indecente che il marito trova nella donna. Nel qual caso, poteva ripudiarla, ma doveva scriverle un documento di ripudio. La forza della norma mosaica, però, risiede nel fatto che, se la donna si risposava e veniva ripudiata una seconda volta, il primo marito non poteva riprendersela. Questo comandamento dà dignità alla donna, che evidentemente in molti casi era considerata come una merce.

I maestri mettono anche in evidenza un sottile pensiero: il primo marito è moralmente superiore al secondo, perché mentre il primo manda via una donna indecente, il secondo la accoglie, sorvolando sull'indecenza. Per cui il primo fa bene a mandarla via, mentre il secondo fa male. Ma si tratta di una interpretazione personale, che di nuovo rivela la mentalità maschilista del tempo.

Yeshùa si scontra con questa mentalità. È questa mentalità che lui critica e condanna: "chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione, la fa diventare adultera" (Mt 5:32). Dunque, non si può ripudiare la moglie se non sussiste grave motivo di fornicazione; evidentemente, la donna veniva ripudiata "per qualsiasi motivo", ossia anche per motivi futili. Infatti era proprio così, secondo certe scuole di pensiero. Yeshùa, dunque, non fa che rafforzare il comandamento mosaico, identificando la "fornicazione" (prostituzione fisica o morale) con il "qualcosa di indecente". Alla luce delle sue parole, Dt 24:1-2 direbbe che l'uomo può ripudiare la moglie SOLO nel caso in cui scopra in lei un comportamento indecente, assimilabile alla fornicazione. Dunque non va in contrasto con Mosè, né proibisce il divorzio, ma rende la norma mosaica più stringente e rafforza l'importanza dell'unione matrimoniale, innalzando la donna alla dignità che le spetta, secondo quanto espresso in Genesi ("i due saranno una sola carne").

Qual'è il punto che alla fine emerge dalla discussione tra Yeshùa e i farisei? Perché è quello che è necessario capire.
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Re: Yeshùa ed il divorzio

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Interpretazione maschilista è chiamare una adulterio una donna che tradisce il proprio marito?
Allora per non far sembrare maschilista la santa torah di Dio diamo pure un premio alla donna che tradisce il proprio marito. Battuta a parte questo si chiama adulterio che non ha niente a che fare con il maschilismo e il femminismo ma è una violaziine della torah perche ha tradito il primo marito.

E se per Gittin90b il primo marito che la mandava via era giusto e faceva bene come poteva il secondo marito considerarsi giusto facendo in entrare in casa sua un adultera?

A questo nemmeno ho trovato risposta ma hai cercato di etichettare la cosa come interpretazione maschilista della torah e dunque sbagliata. A questo punto se è vero qurello che dici allora:

1) tradire il proprio marito non è piu adulterio e quindi il secondo marito non prende un adultera in casa
2) i grandi e sapienti maestri ebrei per millenni si sono sbagliati con la loro interpretazione maschilista espressa in Gittin90b

Purtroppo non comprendi che il secondo marito fa una cosa sbagliata perche prende in casa una donna adultera malvagia come dicono i rabbini perche aveva commesso una grave violazione della torah: tradire il primo marito durante il primo matrimonio.

Secondo te il secondo marito farebbe bene a non prenderla oppure a rifiutarla? Ragiona su questa cosa e capirai perche risposarsi anche su permesso divino è adulterio su adulterio. Perche il secondo marito fornificherebbe con un adultera perche il suo primo peccato rimane sempre. Quindi il secondo matrimonio non è accettato, è una unione illecita e non un vero matrimonio senza peccato e non è santificato da Dio perche l'altro ha preso una malvagia in casa

Una malvagia non perche quei rabbini sche scrissero Gittin90b erano maschilisti ma perche erano obbiettivi perche la torah chiama adulterio tradire il primo marito. Spero di essere stato ancora piu chiaro questa volta

Guarda che se ci si separa anche per giusta causa non si realizza per niente quello che Dio voleva fin da pruncipio per l'uomo. E lo sai perché? Perche lui parla di durezza del cuore come causa di quella norma e che in principio non era cosi. E la bibbia condanna sempre i duri di cuori.

Gesu proibisce sempre il divorzio e questo non vale solo per la ripudiata ma anche per quello che ripudia non facendo nessuna differenza tra maschio e femmina.

Leggi la storia di Osea. Capitoli 1-3 ti aiutera a capire quale deve essere secondo Dio e Osea la strada giusta da prendere qualora una coppia si trovasse nella cosa indecente.
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Re: Yeshùa ed il divorzio

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Animasalvata, scusa, dove esattamente in Dt 24:1-4 si parlerebbe di adulterio?
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da animasalvata »

non ho dimistichezza nei termini ebraici ma non fu Shammai che interpretò anche la cosa indecente come adulterio? Hillel invece non solo adulterio ma uno spettro di significati piu ampi.
A me hanno insegnato fin da piccolo che se il coniuge tradisce il vero coniuge con un altro ciò per Dio si chiama adulterio ed è una cosa malvagia.
Ultima modifica di animasalvata il mercoledì 17 luglio 2019, 19:19, modificato 1 volta in totale.
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