Yeshùa ed il divorzio

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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Capisco. Però il testo dice “Se prende un'altra [moglie] per sé [oltre alla schiava, che ha sposato], non diminuirà il suo sostentamento [della prima moglie], i suoi vestiti o le sue relazioni coniugali.”. עֹנַת fa riferimento al dovere coniugale, ossia all'intimità sessuale. È solo per dimostrare che la moglie, schiava o libera, godeva di specifici diritti e il marito non poteva fare quello che gli pareva. Per questo, quando una moglie dimostrava che i propri diritti non erano garantiti, poteva chiedere il divorzio. “Se uno promette [di astenersi da] sua moglie nei rapporti sessuali, Beit Shammai dice: [Dopo] due settimane [di astinenza, sua moglie potrebbe denunciarlo per il divorzio]. E Beit Hillel dice: [Dopo solo] una settimana.” (Eduyot, IV). Ecco perché Yeshùa ammette la possibilità che la donna “mandi via” il marito; non lo poteva ripudiare, perché la Torah non lo prevede, ma poteva obbligarlo a ripudiarla e dunque essere libera di risposarsi. Flavio testimonia pure di due casi di ripudio scritto da parte della donna, che però furono considerate violazioni e non costituirono un precedente. Tuttavia, è un fatto che la donna poteva chiedere il divorzio; tale diritto origina dalla Torah, che i maestri sapevano leggere e capire. Tante cose non scritte sono implicite, ma questo lo capisce bene chi conosce la lingua. E Yeshùa conferma tale diritto.

Davvero non comprendo da dove origini la nozione secondo cui la moglie, ottenuto il libretto di ripudio, sarebbe rimasta legata al primo marito. Pur non potendo risposarsi, come insegna Yeshùa, ella era libera dal primo marito. Non credo esista sulla Torah un singolo versetto che avvalli questa tesi. Inoltre, secondo Yeshùa, anche l'uomo non avrebbe potuto risposarsi in caso di divorzio senza giusta causa, non solo la donna. Non è logico che, in seguito a divorzio per giusta causa, entrambe le parti avrebbero potuto risposarsi? Perché la donna no? Da dove origina questa convinzione?

Infatti, Yeshùa afferma che in seguito a divorzio senza giusta causa il nuovo matrimonio non è possibile pena l'adulterio; ma in seguito a divorzio per fornicazione, la colpa di adulterio non sussiste in caso di nuovo matrimonio. Questo vale per entrambe le parti, perché per la donna no? Vorrei capire su quale versetto della Torah Yeshùa potrebbe sostenere questo insegnamento. In realtà, come ho detto prima, dal testo greco non è possibile stabilire che la ripudiata non poteva risposarsi. Se tale idea trovasse sostegno nella Torah, allora è valida e sono certamente pronto a rivedere la mia posizione. Altrimenti, io capisco che Yeshùa afferma che in presenza di fornicazione, chiunque manda via sua moglie e ne sposa un'altra non commette adulterio; e chi sposa una ripudiata (per fornicazione), non commette adulterio (perché il vincolo è sciolto, dunque entrambe le parti sono libere)”.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Sig. Tarantino, ho letto il suo articolo, che ho trovato molto interessante e condivisibile su molti punti.
Se posso permettermi, principalmente un punto non mi convince. Lei equipara sostanzialmente "qualcosa di indecente" con la fornicazione, dicendo che non sono cose diverse (pag.4). Se fosse così il capoverso 4 di Dt.24:1-4 non avrebbe alcun senso. Come dicevo e come si evince leggendo integralmente il passo, il punto fondamentale è la contaminazione spirituale della donna, evidenziata nel verso 4, e che ha luogo con il secondo marito (seconde nozze). Se invece "qualcosa di indecente" fosse equiparabile alla fornicazione, la moglie si sarebbe già contaminata durante il primo matrimonio con il primo marito (e.g. relazione extra-coniugale), e non avrebbe senso parlare di secondo matrimonio come causa della contaminazione (versi 2 e 3 sono infatti la premessa del verso 4).
Cordiali saluti
Massimo
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Per riassumere e riordinare, abbiamo tre letture. Correggetemi se commetto errori.

Salvatore afferma che l'unica motivazione per il divorzio è la fornicazione, che identifica nel “qualcosa di sconveniente” di Dt 24:1. In ogni caso, la donna non può divorziare dal marito e una donna ripudiata non può risposarsi.

Massimo afferma che il divorzio è possibile solo in caso di fornicazione e che la donna ripudiata, risposandosi, si contamina, in base a Dt 24:4. Dunque, in sostanza, una donna ripudiata non può risposarsi.

Io affermo che il divorzio legale è possibile, ma non necessariamente legittimo se non in caso di fornicazione, e che, in questo caso, il nuovo matrimonio è realizzabile da entrambe le parti, altrimenti non è possibile risposarsi perché resta il vincolo tra i due.

Attendo vostre eventuali correzioni o precisazioni, dopodiché analizziamo le tre posizioni sulla base della Torah e delle Scritture Greche, prendendo in esame le parole di Yeshùa e di Paolo. Io sono apertissimo a rivedere la mia posizione se risultasse errata. Mi piacerebbe che anche Noiman ci desse qualche spunto in più.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Attenzione, io mi sono limitato a dare una spiegazione di Dt.24:1-4, dove si parla di esporre la moglie a contaminazione spirituale, a seguito di ripudio, in assenza di fornicazione prima dell'atto di ripudio; contaminazione (i.e. adulterio) a seguito del secondo matrimonio. Questo passo è in piena sintonia con Mt. 5:32.
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Bene, Massimo, dunque tu ti limiti a mettere in evidenza come a tuo parere Mt 5:32 è conforme a Dt 24:4.
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Israel75
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Israel75 »

L'uomo che si unisce ad un'altra donna non necessariamente si contamina.
Ciao Salvatore trovo le tue argomentazioni molto logiche e condivisibili, ma che la donna sia più pura dell'uomo per certi aspetti è a mio avviso opinabile, io potrei altrettanto dedurre che è più "fragile" , nella scrittura è paragonata a un vaso di cristallo o qualcosa del genere , scusa non ricordo il verso credo dei Proverbi dove l'uomo viene avvisato di trattare la donna con estrema delicatezza.

Ti và di approfondire? Grazie. Comunque vi seguo :-) :-) :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Salvatore Tarantino
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Israel 75, più o meno intendevo dire "più pura" nello stesso significato che intendi tu.
Ma siccome si tratta di un'opinione personale c'è poco da approfondire.
Aggiungo, sempre "personalissimamente" (se mi fate passare il termine :)) ), che la donna è "più pulita" dell'uomo, ed essendo tale "si sporca di più".
Più rozzamente potremmo dire che l'uomo non ha niente da perdere (sempre opinione personale senza alcuna pretesa di verità!).
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Salvatore Tarantino
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Bgaluppi, più o meno hai riassunto bene la mia posizione.
C'è comunque il mio studio pubblicato su biblistica.
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Salvatore Tarantino
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Massimo, ci sono tanti tipi di contaminazione.
In caso di adulterio c'era la lapidazione.
Quindi dovremmo ritenere che il ripudio era previsto per violazioni meno gravi (esempi: la donna che mostra pubblicamente le proprie nudità, o che si intrattiene in conversazioni volgari con un altro uomo, o che compie qualcosa di sconcio con un'altra persona, ma non al punto da avere un rapporto sessuale).
E allora ci sta che il marito ripudi la moglie volgare e che poi voglia perdonarla e riprendersela, ma se si è risposata allora la contaminazione è troppo grave per riprendersela.
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Israel75
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Israel75 »

Ok ho capito grazie Salvatore . :-)
Shalom
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