Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e.......

[Gianni]

Ringo, con te su questo argomento ci rinuncio. Posso solo notare che non hai minimamente letto il cap. 11 di Rm.

Solo a beneficio di chi ci legge faccio notare:

Rm 11:1: “Dio ha forse ripudiato il suo popolo? No di certo!”.
È del popolo ebraico che si parla.

V. 7: “Che dunque? Quello che Israele cerca, non lo ha ottenuto; mentre lo hanno ottenuto gli eletti; e gli altri sono stati induriti”.
È sempre di Israele che si parla.

V. 11: “Ora io dico: sono forse inciampati perché cadessero? No di certo!”.
È di quei giudei che si sono induriti che si parla.

Vv. 16-18: “Se la primizia è santa, anche la massa è santa; se la radice è santa, anche i rami sono santi. Se alcuni rami sono stati troncati, mentre tu, che sei olivo selvatico, sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell'olivo, non insuperbirti contro i rami; ma, se t'insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te”.
Alcuni rami (i giudei che si sono induriti) sono stati tagliati. Al loro posto sono stati innestati degli ex pagani.

Vv. 19-21: “Allora tu dirai: «Sono stati troncati i rami perché fossi innestato io». Bene: essi sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede; non insuperbirti, ma temi. Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppure te”.
I pagani innestati in Israele non devono insuperbirsi.

Vv. 23,24: “Allo stesso modo anche quelli , se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati; perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo. Infatti se tu sei stato tagliato dall'olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell'olivo domestico, quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio olivo”.
I giudei che “non perseverano nella loro incredulità” “saranno innestati nel loro proprio olivo”.
Ecco la chiave di comprensione, se non ci si era ancora arrivati: “Saranno innestati nel loro proprio olivo”. L’ulivo è il loro.

Vv. 25,26: “Fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; e tutto Israele sarà salvato”.
È sempre di Israele che si continua a parlare.

Il Messia viene nominato solo ai vv. 25 e 26 per dire che “il liberatore verrà da Sion” e “allontanerà da Giacobbe l'empietà”.
Sion rappresenta Gerusalemme, capitale della Giudea e Giacobbe rappresenta Israele.

Poi Paolo spiega che “per quanto concerne l'elezione” i giudei “sono amati a causa dei loro padri; perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili”. - Vv. 28,29.
Israele rimane il popolo di Dio e alla fine “Israele sarà salvato”.

E tu continui imperterrito a dire “la radice dai cui trae origine la linfa è Cristo”!

Mah. Mi fai venire in mente la barzelletta di quei due che si incontrano e il primo dice al secondo: Se indovini che frutta ho nel sacchetto te ne do un grappolo. E l’altro, imperterrito: Hai delle pere.

Come detto, con te su questo argomento ci rinuncio.

[France]

Le pere

[ringo]

caro Gianni

tu rimani alla tua interpretazione che sembrerebbe letterale, non lo nego, ma come ami dire bisogna capire il senso.
La radice nella Bibbia ha sempre rappresentato Gesù, ed in questa logica Romani 11 non si esime.
E' come il passo.

1Corinzi 10
1 Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, passarono tutti attraverso il mare, 2 furono tutti battezzati nella nuvola e nel mare, per essere di Mosè; 3 mangiarono tutti lo stesso cibo spirituale, 4 bevvero tutti la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e questa roccia era Cristo.

Qui Paolo parla del ritorno dall'Egitto e ci dice che la bevanda spirituale che bevevano i giudei era Cristo.
Anche se non è riferito a Romani, questo passo ci fa capire che il popolo giudeo fa riferimento a Cristo prima della sua venuta in carne.
Quindi non c'è da meravigliarsi se la radice da cui trae la linfa il popolo eletto è Cristo.
Questo nulla toglie al popolo di Dio che non è stato rinnegato, anzi, il Signore ha in serbo un futuro glorioso.

[Janira]

Ho trovato per caso questa discussione, il primo post di Gianni chiarisce perfettamente il significato di 1 cor 10
http://www.biblistica.eu/viewtopic.php?f=3&t=41" onclick="window.open(this.href);return false;

[bgaluppi]

Molto bella quella spiegazione, Janira.

[ringo]

4 bevvero tutti la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e questa roccia era Cristo.

ho letto la lunga spiegazione di Gianni sul link proposto da Janira.
Ritengo ovvio che tutta la macchinosa spiegazione sia conseguente alla scelta teologica che nega la preesistenza di Gesù.
difatti tutto lo studio è incrinato sul preconcetto che Gesù è venuto all'esistenza con la sua nascita terrena.
Il versetto in esame dice "perche bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e questa roccia era Cristo";
Come poteva Cristo rappresentato come roccia spirituale seguire il popolo ebraico nell'esodo se non esisteva?
Cosa rappresenta la roccia spirituale?
La roccia, o pietra nei vari passi è sempre Cristo (vedi Daniele 2, o le epistole la pietra angolare ecc.), ed è spirituale.
Infatti Cristo, tolta la parentesi terrena, è Spirito come Dio Padre.

quindi la roccia spirituale, già presente all'esodo - seguiva il popolo- è Cristo e non il pensiero di Dio come dicono coloro che negano l'eternità di Cristo.

[ringo]

L'Apostolo Paolo parla di una «roccia spirituale che li seguitava» Egli allude ad una favola rabbinica secondo la quale la roccia da cui scaturì l'acqua di Horeb avrebbe poi sempre seguito gl'Israeliti nelle loro marce, somministrando loro l'acqua necessaria. Paolo ha accettata la favola come fatto storico? No poiché trattandosi d'un conoscitore delle Scritture e un avversario dichiarato delle «favole giudaiche» e «da vecchierelle» (Tito 1:14; 1Timoteo 4:7) afferma che gl'Israeliti sono stati provveduti d'acqua e che dovettero questo alle cure costanti di Colui che Mosè stesso chiamò «la Roccia della salvezza» d'Israele (Deuteronomio 32:15,18; Isaia 30:29; 26: 4); e che Paolo identifica con Cristo. Difatti, secondo lui, la persona divina che accompagnava il popolo nel deserto; l'Angelo della Faccia, l'Angelo di Dio, del Patto, l'Eterno, l'autore delle teofanie non era altri che il Figlio di Dio, il quale, prima d'incarnarsi, presiedeva alla economia della Salvazione. Egli era la vera roccia spirituale, soprannaturale, che seguiva Israele e provvedeva ai suoi bisogni. «in questo passo troviamo per la prima volta, riuniti i due atti del battesimo e della S. Cena, come formanti un insieme completo in cui il primo rappresenta la grazia dell'entrata nella vita nuova, l'altro la grazia che ci mantiene e rafferma.

[Janira]

Ringo, mi permetti una battuta? Mio padre, quando ero piccola e non ascoltavo, mi diceva:"Parlammo, parlammo e non ci capimmo"
Per quel che mi riguarda, va bene così.
D'altronde, se esistono migliaia di denominazioni cristiane, un motivo ci sarà

[ringo]

janira

rimanendo al tuo lessico, parlammo, parlammo e nu ce capimmo....

il problema è che entrambi non capiscono
probabilmente io non capisco te e tu non capisci me.

Come puoi mettere d'accordo la teoria economica di Marx con la teoria economica di Smith? ... eppure entrambi parlano di economia.......

[Janira]