Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e.......

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bgaluppi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da bgaluppi »

Caro Marco, usare il termine "primizia" come dimostrazione che Paolo sta parlando di Cristo è illogico, perché innanzitutto Paolo lo usa anche in riferimento a Epeneto e Stefana, primizie dell'Asia e dell'Acaia (RM 16:5; 1Cor 16:15), e in secondo luogo perché stravolge tutto il contesto. Infatti, Cristo è ciò che produce l'innesto nell'olivo:

"Infatti se tu sei stato tagliato dall'olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell'olivo domestico, quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio olivo." (v. 24).

L'olivo selvatico è il popolo straniero, da cui i credenti a cui Paolo sta parlando (v.13) sono stati recisi per essere innestati in quello domestico, che è Israele. L'innesto è prodotto da Cristo, attraverso la fede. Anche i rami recisi dell'olivo domestico saranno innestati di nuovo nel loro proprio olivo, dove già erano. Innestati nell'olivo domestico, che non è Cristo, altrimenti significherebbe che già prima erano in Cristo. I credenti provengono naturalmente dall'olivo selvatico e sono innestati tramite Cristo in quello domestico contro natura.

Anche i credenti sono descritti come primizie (cfr. anche RM 8:23; Gc 1:18; AP 14:4), il termine non indica solo Cristo, come dici tu, ma qualcosa che viene prima ed è particolarmente pregiato. Nel pensiero paolino, Israele è primizia, Cristo è primizia, i credenti sono primizia, e tra i credenti alcuni sono ritenuti primizia rispetto agli altri.
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Gianni
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Gianni »

Caro Marco, mi spiace dirtelo ma fai un nuovo errore di logica dicendo che la primizia rende ben lievitata la massa. Ciò che fa lievitare la massa è il lievito, non la primizia. La primizia viene dopo ed è presa dall'impasto lievitato. Proprio come i rami vengono dopo e traggono nutrimento dalla radice.
Janira
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Janira »

Salve a tutti,
1 cor 15:28
Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti.
Vorrei un aiuto per spiegare l'ultima parte:

ἵνα ἤ ὁ Θεός τά πάντα ἐν πᾶσιν
Cosa vuol dire che Dio sarà TUTTO in tutti?
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Gianni
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Gianni »

In 1Cor 15:28 non mancano i tentativi di tradurre ‘Dio sia tutto a tutti’ o ‘per tutti’. Così fa il prof. D. J. Louw, studioso di filosofia e teologia, che traduce il passo in questo modo: “God will be all for all” (A Mature Faith, Spiritual Direction and Anthropology in a Theology of Pastoral Care and Counseling, pag. 128). Così anche TNM: “Affinché Dio sia ogni cosa a tutti”, con una sorprendente nota in calce che recita: “O, ‘ogni cosa fra tutti’”. Il testo greco ha ἐν πᾶσιν (en pàsin), “in tutti”. Pare proprio che si voglia evitare il concetto, squisitamente biblico, che Dio renderà i fedeli “partecipi della natura di Dio” (2Pt 1:4, TILC). “Questo amore che sorpassa ogni conoscenza”, rende gli eletti “ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3:19). La “statura perfetta di Cristo” (Ef 4:13) è un’immagine di Dio (Ef 4:13). I fedeli diventano un’immagine di Dio come lo è Yeshùa, perché devono “essere anche glorificati con lui” (Rm 8:17). Tutto ciò viene prodotto da Dio tramite il suo spirito santo. Lo spirito santo è potenza e forza che ci mette in contatto diretto con Dio attraverso Yeshùa.
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bgaluppi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da bgaluppi »

Gianni, secondo te sarebbe possibile andare ancora oltre e affermare che i risorti potrebbero possedere un corpo "divino" ossia superiore a quello attuale? E poi da un po' di tempo vorrei discutere sulla parte finale dei Vangeli, in cui Cristo viene preso in cielo. Cosa può significare questa espressione? Dov'è ora Yeshùa? Mi rendo conto che potrebbe non essere possibile trovare una risposta.
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Janira »

Grazie Gianni, sono tutti versetti molto intensi e non facili da comprendere nell'immediato.
Ad esempio, il versetto EF 3:19 mi è stato spiegato, insieme a quello di Corinzi, per "dimostrare " la divinità di Gesù.
Cosa indica invece la pienezza di Dio? Il versetto di Col 2:9, in cui si parla di pienezza della deità, ha lo stesso significato?
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Gianni
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Gianni »

Cari Antonio e Janira, la questione è davvero molto profonda. Se dovessi dirlo sinteticamente: Dio sta riproducendo se stesso. La religione impregnata di paganesimo dice che Dio si è fatto uomo. E invece Dio rende divino l'uomo. Alla fine Dio sarà tutto in tutti.
marco
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da marco »

Cari amici, rispetto le vostre idee. In questi giorni ho riflettuto molto su Rm11 è ho trovato questa anomalia.

Un ulivo anomalo.

Tutti gli agricoltori, e forse pure Paolo, sono consapevoli che le radici e il tronco non determinano la qualità del frutto. Semmai è il contrario. La radice e parte del fusto vengono chiamati portainnesto, perché ricevono, tramite l’innesto di uno o più rami, la determinazione finale della pianta.
Innestare in una bellissima pianta di ulivo, un olivastro selvatico, dai frutti piccoli e amari, con foglie spinose a vegetazione cespugliosa, significa rovinare la pianta di ulivo. Perché non saranno le radici o il tronco ad addomesticare la natura selvaggia dell’olivastro. In natura è impossibile.
Ma nell’albero di Rm11 è Dio che opera il miracolo: rendere buono ciò che per natura è selvaggio. E rendere buono cosa significa se non diventare figli della promessa? Dio, infatti, può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre.
Se è santa la radice, lo saranno anche i rami. Quale popolo è stato effettivamente “santo” da rendere sante altre nazioni?
Forse i divoratori di quaglie? O gli adoratori del vitello d’oro? O Pietro e gli Apostoli dileguatisi durante le fasi del processo?
Ciò che rende santi (forti uomini di Dio) è lo Spirito Santo di Dio che nutre lo spirito come la linfa nutre i rami.


Se però alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa dell'olivo,

Ecco, credo che questa frase avvalori la mia tesi, e cioè che la radice e il tronco (portatore di linfa) non siano il popolo ebraico ma Gesù.
Il popolo ebraico ritengo sia associato solamente ai rami naturali e non alle radici e al tronco. Infatti Paolo scrive che alcuni rami, e non tutti, sono stati tagliati. Come anche scrisse l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti. Quindi la totalità di Israele è la totalità dei rami. La mancanza si avverte nei rami e non in altre parti dell'albero. La parte malata sono i rami dove si agisce con la potatura.
Confermo che, secondo me, Paolo distingue, in maniera sottintesa, due parti di questa bellissima pianta di ulivo: Gesù e il popolo di Dio.
Janira
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Janira »

marco ha scritto:Quale popolo è stato effettivamente “santo” da rendere sante altre nazioni?
Credo che il tuo discorso abbia un intoppo in questo punto, perciò ti chiedo cosa intendi con questa affermazione
Janira
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Janira »

Gianni, posso citare fuori dal forum la tua risposta? b-)
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