Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e.......

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Gianni
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Gianni »

Caro Luigi, tu citi 2Cor 3,17 e dici che “Lo Spirito è anche Il Signore, un'altra entità ben distinta e con gli stessi attributi del Padre e Figlio". Vorrei analizzare con te il passo, che nella CEI è così tradotto: “Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà”.

Ora, dove mai vedi che lo Spirito sia un'entità ben distinta?! Rileggi bene: “Il Signore è lo Spirito”. Dio e lo Spirito sono la stessa cosa, infatti “Dio è spirito”. - Gv 4,24, CEI.

Se hai acquisito bene questa assoluta verità, ora puoi domandarti come mai la Bibbia dica che Dio è Spirito e che egli usa ed elargisce il suo spirito. Lo puoi capire con un esempio. Tu sei un corpo, ma puoi anche usare il tuo corpo. Il tuo corpo non è un'entità separata e ben distinta da te: sei tu. La stessa cosa – con le dovute abissali differenze – vale per Dio.

Nel passo che citi, infine, il Figlio non è neppure menzionato.

Questo, caro Luigi, è l’ennesimo esempio del fatto che tu leggi la Scrittura con già in mente una dottrina che appartiene solo al tuo credo religioso.
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bgaluppi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da bgaluppi »

Gianni, infatti, a conferma di quanto dici, il testo di 2Cor 3:17 ha:

ὁ δὲ κύριος τὸ πνεῦμά ἐστιν

In questo caso, sia ho kùrios (il Signore) che to pneuma, entrambi al nominativo, possono essere il soggetto, e sono interscambiabili. È ovvio tanto che Dio sia lo spirito quanto che lo spirito sia Dio, essendo lo spirito il “soffio” o il “vento” di Dio, ossia la Sua potenza, che procede da Lui, e non qualcosa di fisico.

Ricollegandomi al versetto trattato in precedenza, Mt 12:32, ecco perché il linguaggio ingiurioso contro Yeshùa non costituisce peccato imperdonabile, ossia bestemmia, mentre è una bestemmia il linguaggio ingiurioso contro lo spirito: perché Yeshùa non è Dio, dunque ingiuriare il suo nome non può costituire bestemmia, mentre lo spirito è Dio, dunque ingiuriare lo spirito significa ingiuriare Dio, e ciò costituisce bestemmia. E la bestemmia del nome del Signore prevede la morte, in base a Lv 24:16: “Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte”; ma non si può certo bestemmiare ingiuriando un uomo.

“Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni.” - Ez 36:27

Ecco cos'è la “presenza di Dio” nell'uomo, il Suo spirito che agisce in lui e dimora in lui. Esattamente come la Shekinah è il dimorare di Dio in mezzo al popolo, la Sua presenza, simboleggiata dal Tempio o dalla tenda di convegno che accompagnò Israel nel deserto. Il Ruach ha-Kodesh (spirito santo) è in un certo senso la rivelazione interiore della Shekinah, la presenza di Dio. Potremmo dire così?
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Gianni
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Gianni »

Ottimo collegamento, Antonio. (Mi complimento con te perché sai sempre penetrare a fondo la Scrittura e cogliere con finezza i collegamenti, il che richiede capacità di ragionamento :-) ).
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bgaluppi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da bgaluppi »

La spiegazione circa i credenti, non è tanto convincente, poichè essi sono anche altro, ossia la chiesa, la sposa, la Gerusalemme Celeste, sono il corpo Mistico di Cristo.
Dunque Cristo è la Gerusalemme Celeste? E i credenti sono la Gerusalemme Celeste? Perché, in realtà, è una città simbolicamente descritta (Ap 21:2,15-23), in cui i credenti entrano (Ap 21:27), e il corpo di Cristo non è una città, ma l'assemblea dei credenti (ecclesìa), che entrano nella Gerusalemme celeste. Dio e il Cristo sono il tempio della Gerusalemme celeste (Ap 21:22), come anche il corpo di ogni credente è il tempio di Dio, dove risiede il Suo spirito (1Cor 6:19). Non ti convince la mia spiegazione ma dici che i credenti sono il corpo mistico di Cristo e la Gerusalemme Celeste? In che senso lo sono, letterale o simbolico? O si parla di simboli, che contengono un significato più profondo, oppure tu ed io siamo Cristo e anche una città. Cosa intende dunque Yeshùa quando dice di essere uno con Dio e uno con i credenti? Vuol dire che io e te siamo Cristo (e dunque anche Dio)? E che vuol dire “corpo mistico” esattamente? La Treccani ci spiega il significato dell'aggettivo italiano “mistico”: Esperienza di vita interiore che porta il soggetto verso un’intima unione con una realtà superiore, diversa, assoluta, fuori delle forme ordinarie di conoscenza e di esperienza”.

Dunque, con le tue parole quotate sopra, dici esattamente quello che dico io, solo che non te ne rendi conto e non le capisci neppure, perché non ti sei soffermato a riflettere sui significati profondi dell'unità intima (mistica) dei credenti con Cristo e di Cristo con Dio, dunque dei credenti con Dio per mezzo di Cristo. Dài, Luigi, lasciamo stare le contese teologiche; se io e te — che siamo credenti — siamo il corpo di Cristo, non significa certo che siamo il Cristo. Allo stesso modo, se Cristo è uno con i credenti ed è uno con Dio, non significa certo che Cristo, Dio e i credenti sono la stessa cosa...!
E questa descrizione delle scritture, se per te è così chiaro, non lo è per me quanto alla sua complessità, anche in riferimento al Padre ed il Figlio, dove come ho scritto a Neimar, lo stesso Figlio ,in Riv.1, 17...,si identifica come l'Iddio Il Primo ed Ultimo di Isaia 44..., e certo non si può ignorarlo, e divagare coi i tdG, che il passo significa, che il il Figlio è solo il Primo ed Ultimo che Dio ha creato...
Luigi, non lo capisci perché non applichi le giuste chiavi di lettura e non ragioni sul significato proprio dei termini e delle espressioni. Te lo dico senza peli sulla lingua, non per esprimere un giudizio. Ti rispondo con un commento lunghetto, ma ti prego di leggerlo tutto, altrimenti i miei sforzi vanno al vento. Leggiamo insieme Ap 1:17:

“Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli pose la sua mano destra su di me, dicendo: «Non temere, io sono il primo e l'ultimo”

Ma il versetto non finisce qui, Luigi. Devi leggere anche il 18, perché la frase non è finita. Ecco cosa dice Yeshùa:

“Non temere, io sono il primo e l'ultimo, 18 e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli

Il versetto 18 spiega il senso di primo e ultimo (ὁ πρῶτος καὶ ὁ ἔσχατος), era morto ma è vivo, ossia è il risorto. Quanti uomini sono morti ma sono stati risorti direttamente da Dio a vita eterna? Solo il Cristo. E di Cristo risorto ce n'è uno solo e non ce ne possono essere altri. Dio è Eterno, dunque non può essere “primo e ultimo”, poiché per essere primo vuol dire che ha un'origine, e se è l'ultimo vuol dire che ha una fine. Allora, bisogna cercare di capire il significato di tale espressione. Se tu studiassi :-) , sapresti anche che “il primo e l'ultimo”, o “l'alfa e l'omega”, significa “l'unico nel suo genere”, che non ce ne sono altri come lui, ossia il “figlio unigenito” (Gv 3:16), che in greco non significa “l'unico generato”, ma “l'unico nel suo genere”. Quando in italiano diciamo “questa è la prima e l'ultima volta che faccio questa cosa” stiamo dicendo che è l'unica volta che la facciamo. Infatti, il termine μονογενής (monoghenès) in greco significa “unico del suo genere”, “unico di quel tipo”, nel caso del Cristo che non ce ne sono altri come lui. μόνος (mònos) significa “solo”, “unico”, e γένος (ghènos) significa “tipo”, “razza”, “specie”. Di un solo tipo. Questo te lo avevo già spiegato, ma vedo che non accetti il significato del greco e del testo biblico, perché devi difendere la tua dottrina. Dunque, preferisci la dottrina religiosa a discapito del messaggio della Bibbia. È un peccato (non nel senso letterale del termine... ;) ), perché sei un uomo di fede.

Questo concetto di “unico nel suo genere” lo spiega benissimo proprio Is 44:6 che citi:

“Io sono il primo e sono l'ultimo, e fuori di me non c'è altro dio

Ora, siccome è ovvio che Dio non possa essere il primo e l'ultimo come lo possiamo intendere noi interpretando frettolosamente, altrimenti prima di Lui ci sarebbe stato il nulla e dopo di Lui ci sarà il nulla, ecco spiegato il significato di questa frase, da Isaia stesso: “fuori di me non c'è altro Dio”. Il versetto di Isaia sta a significare che c'è un solo Dio, ossia l'unico Dio. Nel caso del Cristo vale la stessa cosa, ecco perché è chiamato “unigenito”. Fuori di lui non c'è altro salvatore, altro messia, altro uomo che sia morto per il peccato e sia stato risorto da Dio, poiché lui è l'unico Messia, il “figlio unigenito”, ossia “unico del suo genere”. Infatti, è l'unico che Dio ha mandato e ha risorto, e gli altri uomini saranno risorti non da Dio direttamente, ma dal Messia, a cui Dio ha concesso ogni potere: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.” (Gv 6:54). Significa che Dio è intervenuto direttamente solo nel caso del Messia, che è “unigenito”, ossia “unico nel suo genere”; ed ha concesso ogni potere al Messia, che opererà in Sua vece nei confronti del mondo e degli uomini, poiché è lui la ragione prima e ultima (cioè l'unica ragione) dell'esistenza di tutte le cose:

“A chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine, darò potere sulle nazioni, ed egli le reggerà con una verga di ferro e le frantumerà come vasi d'argilla, come anch'io ho ricevuto potere dal Padre mio; e gli darò la stella del mattino.” - Ap 2:26-28

Se ha ricevuto tale potere, vuol dire forse che lo aveva anche prima?!? In questo caso non avrebbe avuto bisogno di riceverlo, poiché lo aveva già, e avrebbe dovuto dire: “Ogni potere mi è stato dato [di nuovo] in cielo e sulla terra” (Mt 28:18). Quand'è che Dio gli ha dato ogni potere? Con la risurrezione e l'elezione “alla Destra di Dio” (la mano destra esprime il significato della potenza di Dio che agisce). Ma sta “alla destra di Dio”, non dice che è Dio. E lo spirito dove sta, a sinistra?

Ecco perché certe cose non le capisci, non perché sono un mistero inconoscibile, come afferma la religione (il famoso “mistero della fede”), ma perché non studi il testo ma ti fermi alla spiegazione religiosa trinitaria, che è incomprensibile in quanto assurda e antibiblica. Invece, Dio ci ha rivelato (ossia ci ha fatto conoscere) ciò che prima era un mistero, proprio attraverso il Messia. Ciò che è rivelato non può essere incomprensibile, proprio perché è rivelato! Altrimenti non sarebbe rivelato.

Ecco, vedi come è complesso e difficile? Affatto semplicistico, come dici tu. Sempre senza peli sulla lingua, ti dico che è la tua visione ad essere semplicistica, perché non affonda nei significati profondi che il testo ci offre attraverso le lingue ebraica e greca, ma si ferma ad accettare una dottrina che, interpretando il testo in modo sbagliato e affatto conforme al pensiero ebraico e alla lingua ebraica degli agiografi, semplicemente dichiara come un “mistero” ciò che non può spiegare perché non lo può comprendere. Se ti liberassi dei dogmi, tutto sarebbe perfettamente comprensibile (attraverso uno studio accurato e approfondito, e non in modo “semplicistico”). Se la mente è libera, ogni versetto si sposa con gli altri come un meraviglioso ed infinito puzzle; se la mente è bloccata dai dogmi, molti versetti creano ostacoli insormontabili, e allora si evita di discuterli.

Ultima cosa, ma non meno importante: continui a dire che Cristo fu creato da Dio. Prima di tutto, dovresti indicare dove è detta questa cosa sulla Bibbia (cita i versetti); poi dovresti ragionare sul fatto che se Dio è il primo e l'ultimo non può essere creato, e se Yeshùa è creato da Dio non può essere Dio. Che bella, la logica. E che bella, la Scrittura, quando si riesce a comprenderla correttamente!
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bgaluppi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Gianni...
trizzi74
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da trizzi74 »

Concordo con Antonio sul fatto che il contesto dimostra che l’espressione “ il primo e l’ultimo” non indica che Gesù si stesse identificando con l’Iddio descritto come “Il Primo ed Ultimo” in Isaia 44. Aggiungo che Gesù stesso definì YHWH “il mio Dio” - Ap. 3:12. Quindi come faceva Gesù ad essere l’Iddio Onnipotente?
Vediamo cosa riesce ad inventarsi Luigi pur di leggere questi passi in chiave trinitaria!
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
Carl Gustav Jung
Luigi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Luigi »

Dài, Luigi, lasciamo stare le contese teologiche; se io e te — che siamo credenti — siamo il corpo di Cristo, non significa certo che siamo il Cristo.
Caro Antonio, io non l'ho scritto.
E che vuol dire “corpo mistico” esattamente?
Benchè siamo tanti, siamo un corpo spirituale dove appunto ,vi dimora il Cristo, il Padre e Lo Spirito Santo "se vuoi ti cito i passi.
Per me per quanto chiaro sia, resta un enigma la sua chiara realtà dal punto di vista di Dio, poi se puoi, dai una CHIARA spiegazione senza contraddirti, di come siamo il corpo di Cristo e nel contempo ,il tempio di Dio, dove vi dimora"pensa un po" il Cristo, il Padre e Lo Spirito Santo "se vuoi cito i passi".

Tu confondi La deità del Figlio del Padre e dello Spirito Santo , con l'unità dei credenti con ESSI.

Poi non fare Antonio, paragoni privi di consistenza, poichè chi ha resuscitato il figlio di Maria ,hai detto bene ,è Dio, ma appunto Colui che vi dimorava ,La Parola , che disse :distruggete questo tempio ed Io Lo riedifichero " e parlava del tempio del suo corpo che risorse ".
Infatti era sempre la Parola che parlava in Riv. 1, 17 , mettendo anche in evidenza la sua umanità risorta, e che poi più avanti si presenta come Lo Spirito ; quale , visto che Dio è un solo Spirito ?
Col tuo giro di parole "consentimelo", nemmeno puoi cancellare "appellandoti a quelle parole: io ero morto" che, Egli resta l'Alfa ed Omega che è Dio "Riv. 22, 12" e verso 20, come l'Iddio .
dell'A.T., descritto in Isaia 44
Dio è Eterno, dunque non può essere “primo e ultimo”, poiché per essere primo vuol dire che ha un'origine, e se è l'ultimo vuol dire che ha una fine.
Ossia è l'ultimo ed ha una fine per il Figlio e non per il Padre ?
Vedi ,tu interpreti per far quadrare il tuo cerchio, senno riflettendoci, diresti : ma allora devo applicare la stessa chiave di lettura anche al Padre ?
Tua interpretazione.
Quindi il passo di Isaia 44... recita che è Dio che dice io sono il primo e l'ultimo; allora si è sbagliato Lui che dice essere eterno e non ha inizio e fine ??
Se ha ricevuto tale potere, vuol dire forse che lo aveva anche prima?!? In questo caso non avrebbe avuto bisogno di riceverlo, poiché lo aveva già, e avrebbe dovuto dire: “Ogni potere mi è stato dato [di nuovo] in cielo e sulla terra” (Mt 28:18).
Questo lo interpreti tu.
Come messia puoi usare tale linguaggio, ma non come Figlio.
Poichè Il Figlio che è anche Lo Spirito anche, prima di incarnare Gesù di Nazaret ERA gia Dio e "ora vorrai confutare anche in forma di Dio", e dunque essendo Uguale al Padre ,ha sempre avuto il Potere.
Ecco perché certe cose non le capisci
Lo dici spesso [-X
Ultima cosa, ma non meno importante: continui a dire che Cristo fu creato da Dio.
Questa poi; e dove l'ho scritto ??
Io che ho sempre scritto il contrario, che il Figlio è Dio Uguale al Padre :-(
Il resto mi fermo ;per la tua tesi , occorrerebbero veramente lunghe pagine ..
Concordo con Antonio sul fatto che il contesto dimostra che l’espressione “ il primo e l’ultimo” non indica che Gesù si stesse identificando con l’Iddio descritto come “Il Primo ed Ultimo” in Isaia 44. Aggiungo che Gesù stesso definì YHWH “il mio Dio” - Ap. 3:12. Quindi come faceva Gesù ad essere l’Iddio Onnipotente?
Vediamo cosa riesce ad inventarsi Luigi pur di leggere questi passi in chiave trinitaria!
Riv.1,8 Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!
Riv.22, 12 Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. 13 Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine.
14 Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. 15 Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna!
16 Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino».

Amen. Vieni, Signore Gesù.


Vedi tu se la Parola di Dio ti basta , senza ricordare i passi che si identifica come uomo il Messia

Piccolo OT
Consentitemelo, ma senza Il Cristo L'Amato, non vi è salvezza: ma voi non volete venire a me per avere la vita.
Chi si rifa alla legge è sotto maledizione, ed obbligato ad osservarlatutta; ma non siamo sotto la Legge e nessuno la osserva;
ma chi rinuncia al Cristo come Giustizia, è gia condannato, scaduto dalla Grazia


ciao
Ultima modifica di Luigi il lunedì 3 settembre 2018, 9:37, modificato 1 volta in totale.
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Gianni
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Gianni »

Caro Luigi, lascio ovviamente ad Antonio il compito di risponderti. Da parte mia faccio solo alcune osservazioni su quanto hai scritto.

Tu dici che nel corpo di Cristo, tempio di Dio, dimora il Cristo, il Padre e lo spirito santo. In 1Cor 12:27 Paolo dice agli aletti: “Voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte” (CEI). E in Ef 1:22,23 Paolo spiega: “Tutto infatti [Dio] ha sottomesso ai suoi piedi [di Yeshùa] e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, la quale è il suo corpo”. – CEI.
Ora, nella Bibbia non si parla mai di un corpo di Dio (che è blasfemo solo a pensarlo). Yeshùa ha però un corpo, ovviamente spirituale, che è la sua chiesa. Nel passo di Ef è detto che è Dio ad aver sottoposto tutto a Yeshùa ed ad averlo messo a capo della chiesa. Questa verità non è reversibile. Anche un bambino farebbe un salto sulla sedia se leggesse che il Figlio ha messo Dio a capo della chiesa.
I trinitari giocano con le parole e dicono che quando si parla del loro “Gesù-Dio” ovvero di Dio incarnato (che è una bestemmia), è del Gesù uomo che si tratta. Arrampicandosi sugli specchi, distinguono il loro “Gesù-Dio-uomo” dal “Gesù-Dio”. Contro questa orripilante immagine ci sono le parole ispirate di Paolo: “Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti”. - 1Cor 15:27,28, CEI.
Qui il giochetto del “Gesù-Dio-uomo” e del “Gesù-Dio” non regge più, perché è di Yeshùa risorto e glorificato che parla Paolo. Il Figlio a quel punto non è più il “Gesù-Dio-uomo”, ma dovrebbe essere solo “Gesù-Dio”. Che però si sottomette a Dio. A queste incongruenti assurdità si arriva applicando la pagana dottrina trinitaria.

Quanto a “il primo e l'ultimo”, magari lo tratterò un’altra volta, ma temo sia inutile, perché ogni spiegazione biblica che sbriciola la dottrina trinitaria ti scivola addosso come se nulla fosse. E mi dispiace, davvero.
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bgaluppi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da bgaluppi »

Benchè siamo tanti, siamo un corpo spirituale dove appunto ,vi dimora il Cristo, il Padre e Lo Spirito Santo
Qui dici una cosa giusta. I credenti, pur essendo "tanti", ossia individui diversi, formano un solo corpo spirituale. Questo corpo, che non è un corpo fisico, è la chiesa. Pietro, infatti, parlando ai credenti, dice: “voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale” (1Pt 2:5).

Tuttavia, la Scrittura non dice mai che nella chiesa spirituale dimorano “il Cristo, Dio e lo spirito”, semmai che nel credente dimora Dio per mezzo dello spirito, che è concesso tramite la fede in Cristo. La Scrittura dice che “Cristo è capo della chiesa” (Ef 5:23), e che “Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa” (Col 1:18). Tuttavia, possiamo dire che Dio possa “dimorare” nella chiesa, poiché è la Scrittura stessa a dirlo (Ef 3:19), ma sempre da un punto di vista spirituale ovviamente, altrimenti avremmo l'immagine blasfema del Dio invisibile e trascendente che entra dentro il corpo umano, e noi, miseri esseri carnali mortali, conterremmo Dio dentro al nostro corpo. Infatti, in Ef 3:19, Paolo auspica che i credenti, dopo aver conosciuto l'amore che sorpassa ogni conoscenza, siano “ricolmi di tutta la pienezza di Dio”; è l'esperienza (conoscere, biblicamente, prevede l'esperienza) dell'amore incondizionato che ci rende ricolmi della pienezza di Dio, da cui si capisce benissimo che il discorso di Paolo è figurato, non letterale. Leggendo tutto il passaggio, questa cosa risulta ancora più evidente. Paolo dice: “piego le ginocchia davanti al Padre” (cioè, “prego Dio”, v. 14) “affinché egli [Dio] vi dia ... di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore” (v. 16); Dio fortifica il credente nel suo intimo, attraverso il Suo spirito, “e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori” (v. 17). Allora vedi bene come Dio, tramite il Suo spirito (lo spirito è il mezzo), fortifichi l'animo del credente nell'intimo, affinché il Cristo “abiti” nel suo cuore per mezzo della fede. Anche la fede è il mezzo che consente al credente di avere Cristo nel suo cuore, e ciò avviene grazie allo spirito di Dio. Attraversol'interrelazione di questi fattori, Dio “abita” nel credente, ossia il credente beneficia della grandezza spirituale di Dio.

Tutto ciò è conforme a quanto dice Yeshùa: come Dio è in lui e lui è in Dio, lui desidera che anche i credenti siano in lui e lui in loro, affinché sia raggiunta l'unità spirituale Dio-Cristo-credente. Ecco in che senso Dio abita nella chiesa e in Yeshùa, attraverso questa comunione spirituale. Non si tratta di blasfema letteralità, e ciò è talmente ovvio che non ci dovrebbe essere neppure bisogno di discuterne, perché se Dio abitasse letteralmente nel corpo del credente, il credente sarebbe Dio. Invece, il corpo del credente è immagine simbolica della casa di Dio, come il tempio era immagine simbolica del dimorare di Dio in mezzo al popolo di Israele. Cristo sostituisce il tempio terreno con un tempio spirituale, che è simboleggiato dal suo corpo e, conseguentemente per mezzo della fede, dal corpo di ogni credente. Ma ciò non significa che Dio abiti letteralmente dentro al corpo del credente, come non abitava letteralmente dentro al tabernacolo. Infatti, il messia Salomone — che era messia in quanto re di Israele “unto” — dice: “Ma è proprio vero che Dio abiterà sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere; quanto meno questa casa che io ho costruita!” (1Re 8:27).

Ecco, spero di essere stato chiaro, come auspicavi.
chi ha resuscitato il figlio di Maria ,hai detto bene ,è Dio, ma appunto Colui che vi dimorava ,La Parola , che disse :distruggete questo tempio ed Io Lo riedifichero " e parlava del tempio del suo corpo che risorse ".
Con questo ragionamento, tu sostieni che sarebbe stata la parola che dimorava in Yeshùa a resuscitare il suo corpo, utilizzando un versetto a sproposito. Infatti, se leggi bene il paragrafo, scoprirai che Yeshùa stava rispondendo a dei giudei che gli chiedevano un segno a dimostrazione della sua autorità; per capire questo passaggio, però, è necessaria una certa conoscenza biblica e un'esegesi piuttosto complessa. Innanzitutto, non si deve mai estrapolare un versetto dal suo contesto per dargli un senso diverso da quello in cui è formulato; questo è un grave errore, perché così facendo si mostra davvero poco rispetto per la Scrittura, che non può essere utilizzata a piacimento per dimostrare delle dottrine estranee al contesto. Questo tienilo a mente, perché è un comportamento davvero intollerabile su questo forum. Almeno, se fai un'affermazione, dimostrala citando i versetti esatti.

Nessuno poteva presentarsi come profeta o addirittura messia senza che ciò potesse essere comprovato. Per quanto riguarda il profeta, il segno che testimoniava in suo favore è spiegato in Dt 18:22: “Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non succede e non si avvera, quella sarà una parola che il Signore non ha detta”. Ecco come poteva essere distinto un vero profeta da uno falso. Per quanto riguarda il messia figlio di Davide, il segno fondamentale è la ricostruzione del tempio, ancora oggi; siccome ai tempi di Yeshùa il tempio era ancora in piedi e non aveva bisogno di essere ricostruito, è ovvio che il messaggio di Ezechiele era inteso già allora in senso simbolico (qui devi studiare Ezechiele). Tuttavia, Yeshùa utilizza proprio questo segno per far capire ai giudei in base a quale autorità egli faceva quello che faceva: se avessero distrutto il tempio, egli lo avrebbe ricostruito! Inutile dire che i giudei non compresero di cosa stesse effettivamente parlando, poiché il tempio era in piedi e il discorso di distruggerlo perché lui lo ricostruisse sembrava assurdo. Ma questo è il motivo per cui egli dice IO ricostruirò il tempio, volendo far intendere che lui era il messia di cui si parla in Ezechiele! Lo stesso segno lo volle utilizzare Bar Kochba poco tempo più tardi, dopo aver dichiarato di voler ricostruire il tempio già distrutto per dimostrare di essere il messia. Un altro segno era la liberazione di Israele, che infatti i discepoli si immaginavano fosse realizzata da Yeshùa. Comunque, questo discorso è davvero troppo difficile per essere affrontato in due parole, soprattutto se non conosci Ezechiele.

A parte il fatto che “la parola” non è un ente spirituale, ma il mezzo che Dio utilizza per rivelare se stesso attraverso la bocca dei profeti e il mezzo attraverso il quale Egli creò il mondo (ossia la volontà e la potenza di Dio), in un certo senso, dici una cosa giusta, poiché “la parola” di Dio, che abita nel profeta e parla attraverso la sua bocca, è la stessa che ha anche creato il mondo ed è la stessa che lo sostiene e che sostiene la vita di tutte le cose: “nel passato, per effetto della parola di Dio, esistettero dei cieli e una terra tratta dall'acqua e sussistente in mezzo all'acqua; e che, per queste stesse cause, il mondo di allora, sommerso dall'acqua, perì; mentre i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola” (2Pt 3:5-7). Nel momento in cui Yeshùa era morto, però, quella parola che dà vita e ispirazione non dimorava più in lui, poiché i morti non parlano, e la presenza di Dio non può stare certo dentro ad un cadavere. Tu conosci le leggi sulla purità? Sai che un uomo che entra a contatto con un cadavere deve purificarsi prima di potersi presentare di nuovo davanti a Dio? E vorresti sostenere che la parola - che altro non è che la volontà di Dio - era Dio fisicamente presente all'interno di un cadavere?
Ossia è l'ultimo ed ha una fine per il Figlio e non per il Padre ?
Dio non può certo avere un inizio ed una fine, altrimenti non sarebbe Eterno. Ma il messia ha un inizio ed una fine. L'inizio è il momento in cui Dio lo concepisce nel suo pensiero, secondo il concetto ebraico (non cristiano) di preesistenza nella Sua volontà, e soprattutto il momento in cui diviene ufficialmente tale, la risurrezione e la glorificazione: “dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti” (Rm 1:4). La fine del messia è il momento in cui lui consegna a Dio il regno e si sottomette a Lui, diventando uno tra molti fratelli:

“Poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. Poiché bisogna ch'egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte. Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato. Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti.” - 1Cor 15:24-28

Nota bene le parole in grassetto: regna finché abbia assoggettato ogni nemico, dopodiché non regna più (altrimenti non direbbe “finché”); è chiaro, ossia è ovvio che Dio non abbia sottoposto Se stesso al messia, ma evidentemente non per tutti è ovvio; sarà sottoposto, e pensare che Dio sia sottoposto a Dio non ha alcun senso; affinché Dio sia tutto in tutti, ossia affinché tutti i figli di Dio nel regno beneficino della presenza permanente e totale di Dio, ovviamente presenza spirituale, come abbiamo discusso prima. Il messia, infatti, non è Dio (la Scrittura non lo dice mai), ma “il primo tra molti fratelli” (Rm 8:29), cioè il primo dei tanti figli di Dio. Infatti, i credenti saranno figli di Dio: “a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome”; ma è lui è il primo: “è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato” (Col 1:18). Vedi? Anche qui Yeshùa è il primo, ossia il primo a resuscitare a vita eterna; poi verranno gli altri: “ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta” (1Cor 15:23). Ora, siccome lui è nostro fratello, significa forse che noi siamo fratelli di Dio?

Luigi, se vuoi capire il mistero rivelato, devi studiare, e soprattutto liberarti da idee preconcette che nulla hanno a che spartire con la Scrittura. Se non fai questo, non capirai mai nulla e sarai sempre schiavo delle dottrine degli uomini, che sono la tradizione cristiana che si è sviluppata in seguito alla morte degli apostoli e si è consolidata in una religione estranea al pensiero di Yeshùa, che era ebreo.
trizzi74
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Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 17:36

Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da trizzi74 »

Luigi ha scritto:
Vediamo cosa riesce ad inventarsi Luigi pur di leggere questi passi in chiave trinitaria!
Riv.1,8 Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!
Riv.22, 12 Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. 13 Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine.
14 Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. 15 Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna!
16 Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino».

Amen. Vieni, Signore Gesù.
Caro Luigi, il versetto 16 non è da collegare ai versetti 12-15 così da identificare "l'Alfa e l'Omega" con Gesù. Infatti al versetto 16 troviamo la prima persona singolare "Io" seguita da un'esplicita identificazione di colui che parla " Gesù" che fa pensare a un cambio di soggetto rispetto ai versetti precedenti. Un esempio simile lo troviamo al versetto 8 di questo capitolo e al versetto 9 del primo capitolo dell'Apocalisse. In entrambi i casi avviene un cambio di soggetto rispetto al versetto precedente, però in questo caso è Giovanni che si riferisce a se stesso alla prima persona singolare: " Io, Giovanni,......."
Allora chi è il soggetto che viene chiamato " l'Alfa e l'Omega" nei versetti 12-15? Non ci sono dubbi che esso sia YHWH!
Questo è confermato ulteriormente dal contesto dei versetti 1:8 e 21:6 di Ap. dove " l'Alfa e l'Omega" è riferito sempre a YHWH.

Luigi, ma se Gesù fosse realmente " l'Alfa e l'Omega", avrebbe avuto bisogno ci ricevere questa rivelazione( Ap.1:1) da parte di YHWH? Non ci si aspetterebbe da Gesù Dio quella conoscenza assoluta che possiede pure YHWH?

Ps: se Gianni e bgaluppi pensano di aggiungere dell'altro si facciano avanti.
Ultima modifica di trizzi74 il lunedì 3 settembre 2018, 16:10, modificato 1 volta in totale.
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
Carl Gustav Jung
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