Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e.......

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bgaluppi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da bgaluppi »

Ciao France, però è dura — se come opzioni si hanno la parola di Dio o l'istituzione religiosa — scegliere consapevolmente la seconda. Molti non sanno neppure che la Bibbia non è stata partorita dal cristianesimo, e quelli sono inconsapevoli; ma chi è consapevole, come può non aver neppure la curiosità di investigare fino in fondo se la dottrina religiosa è realmente conforme alla Scrittura?
Luigi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Luigi »

.............אמן
מין יראשלים
נוימן
...
traduzione:
Artista dei genitali Neumann

Questa me l'avevo persa, mentre ad oltranza oltre offendere, vi facevate beffa di chi non segue la vostra esegesi [-X
Non vi mostrate diversamente dai tdg, internettiani da dove alcuni siete usciti :-(
Lo avevo scritto, non ero quì per contendere con voi..
Buona giornata
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bgaluppi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da bgaluppi »

Mi sa che hai usato il traduttore sbagliato, Luigi. A me risulta "Noiman è un artista"... Ma potrebbe essere sbagliata anche questa. Come tutti i religiosi, sei vittima di preconcetti nei confronti degli altri ("Non vi mostrate diversamente dai tdg, internettiani da dove alcuni siete usciti"). E come tutti i religiosi, pretendi di venire in un forum di discussione biblica (che nulla ha a che fare con la religione) a insegnare, senza aver studiato, e non ascolti nulla di ciò che ti viene detto, come se tu concepissi a prescindere in errore chi non la pensa come te. Poi, se gli utenti si stufano di discutere a vuoto e si offendono del tuo modo di condurre la discussione e te lo manifestano con parole chiare e non mascherate da buonismo, allora ti poni in condizione di vittima e accusi di essere stato offeso, senza renderti conto che l'offesa è il linguaggio ingiurioso verso la persona specifica, non la critica del pensiero e del modo di ragionare di quella persona (dire "Pinco è stupido" è un'offesa; dire a Pinco che non capisce quello che si sta dicendo e che non vuole capire, non è un'offesa alla persona). Vedi, ora mi dirai: "continui ad offendermi dicendomi che faccio la vittima"; ma, di nuovo, criticare il modo di esprimersi e comportarsi di qualcuno dicendo che fa la vittima, non è affatto la stessa cosa che dire a quel qualcuno parole ingiuriose verso la sua persona. Dunque, continui a non dare il giusto valore e significato a parole ed espressioni, anche in italiano. E fai la stessa cosa con la Bibbia, non dài il giusto senso a parole ed espressioni, ma gli dài il senso che vuoi tu, e non ti interroghi neppure sul senso che altri danno a quelle parole ed espressioni attraverso l'analisi e il ragionamento.

PS. “Dare perle ai porci” non significa offendere qualcuno paragonandolo ad un maiale. Significa dare qualcosa di importante e prezioso a chi non è in grado di apprezzarlo. Questo è ciò che Yeshùa insegna a non fare, per cui ho già detto tutto per quanto riguarda i versetti che hai citato; se sei disposto a discutere seriamente ragionando in modo ordinato e obbiettivo sul testo biblico, bene; altrimenti non è possibile continuare, proprio perché Yeshùa insegna a non farlo. Vedi come si fa una discussione biblica seria:

http://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopic.php?f=5&t=1531" onclick="window.open(this.href);return false;

אנטוניו הוא מוזיקאי
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bgaluppi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da bgaluppi »

Aggiungo altri versetti. Leggiamo in Gv 5:19:

“In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da sé stesso far cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente.”

Yeshùa pronuncia queste parole, e altre che seguono, in sua discolpa e in risposta ai giudei che lo accusavano di bestemmia e che “cercavano d'ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.” (Gv 5:18). Yeshùa, infatti, dopo aver guarito un uomo di sabato e aver ricevuto le critiche dai giudei, aveva appena affermato: “Il Padre mio opera fino ad ora, e anch'io opero.” (v. 17).

Il versetto 18 è un vero cavallo di battaglia per i detrattori del sabato e per i trinitari, che spesso lo citano nelle discussioni in cui vogliono dimostrare la divinità di Yeshùa e giustificare la loro negligenza riguardo al shabat. Ma Giovanni sta dichiarando che Yeshùa violava il sabato e che diceva di essere Dio? Occorre essere obbiettivi e non cercare di estrapolare dal testo ciò che il testo non dice al fine di dimostrare valida a tutti i costi una dottrina. Esaminiamo bene tutte queste parole del Vangelo di Giovanni.

Al v. 16, Giovanni ci informa che Yeshùa era preso di mira soprattutto per il fatto che operava guarigioni in giorno di shabat. Il termine shabbat deriva dal verbo שָׁבַת (shabat, “cessare”, “desistere”), usato eloquentemente in Gn 2:2,3: “Nel settimo giorno Dio portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro”. In base a questi versetti, il shabbat è giorno di assoluto riposo dal lavoro. La Torah scritta non indica in modo specifico il tipo di lavoro da cui astenersi nel settimo giorno, però fa intendere che si tratta di lavoro che comporta sforzo fisico o servizio reso a persona: “Sei giorni faticherai [abad] e farai ogni tuo lavoro [melakah]; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro ... ” (Es 20:9,10, CEI). Il termine עָבַד (abad) è usato nella Scrittura soprattutto in riferimento al lavoro manuale e al servizio reso da uno schiavo o da una persona che si adopera nei confronti di un’altra in vari modi, e significa “lavorare, servire, essere schiavo/servo, essere vassallo” (Shökel); in presenza di termine che ne definisca il significato in senso cultuale, significa “venerare, servire, adorare” (cfr. Es 3:12; 4:23; Sl 21:31; Gb 21:15), ma non è il caso di Es 20:9, in cui la CEI rende abad con “faticherai” per mettere in evidenza il significato proprio in un contesto in cui non compare un termine che indichi un significato diverso. Il termine מְלָאכָה (melakah), poi, rafforza il senso di abad, indicando precisamente l’occupazione lavorativa e il lavoro manuale e fisico (“compito, opera, lavoro, impiego, ufficio”, Shökel). Già da ciò si capisce che una guarigione non poteva costituire una violazione, in base al significato di questi due termini usati in Es 20:9,10. La tradizione orale, poi, ha codificato in modo molto zelante ogni possibile tipo di lavoro che doveva essere evitato in giorno di shabbat. La tradizione specifica anche che, nel caso di pericolo di vita, il shabbat poteva essere violato; il nostro caso dello storpio non presenta alcun pericolo di vita della persona guarita, dunque la guarigione poteva essere considerata una violazione. Ma da chi, da Dio o dai farisei, che con le loro riforme (takanot) eccessivamente maniacali arrivavano ad annullare la parola di Dio, pur non intenzionalmente?

Yeshùa risponde ai giudei:

ὁ πατήρ μου ἕως ἄρτι ἐργάζεται, κἀγὼ ἐργάζομαι
il Padre mio fino ad ora opera, e così io opero

Cosa sta dicendo esattamente Yeshùa? Che vuol dire che Dio opera fino ad ora? Il tema è il sabato, e il contesto è quello di una guarigione, dunque Yeshùa sta evidenziando il fatto che Dio approvi guarigioni in giorno di shabbat, poiché risultava ovvio anche ai giudei che certe guarigioni non venissero dall’uomo, ma da Dio. E nessun peccatore sarebbe stato ascoltato da Dio, come spiega Gv 9:31-33. In altre occasioni, la Scrittura chiarisce che le guarigioni non possono certo avvenire se non per volontà di Dio, e dunque è Dio che opera (Lc 11:20; At 3:12,13). Yeshùa, dunque, afferma che lui opera la guarigione in giorno di shabbat in virtù del fatto che è Dio che la opera; come Dio opera, lui opera. Ma attenzione: non sta dicendo affatto che di shabbat sia lecito lavorare, né che lui sia Dio.

Nel v. 18 leggiamo:

διὰ τοῦτο οὖν μᾶλλον ἐζήτουν αὐτὸν οἱ Ἰουδαῖοι ἀποκτεῖναι, ὅτι οὐ μόνον ἔλυεν τὸ σάββατον, ἀλλὰ καὶ Πατέρα ἴδιον ἔλεγεν τὸν Θεόν, ἴσον ἑαυτὸν ποιῶν τῷ Θεῷ.
per via di questo dunque ancor più desideravano di ucciderlo perché non solo annullava il sabato ma anche chiamava Dio suo proprio Padre, facendo se stesso uguale a Dio

Qui è necessario ragionare in modo obbiettivo. Innanzitutto, Giovanni sta riportando il pensiero dei giudei, non quello di Yeshùa: erano i giudei a pensare che Yeshùa, con quella guarigione ed altre, annullasse il sabato, non era Yeshùa a dichiarare nullo il sabato. Ed erano i giudei a pensare che fosse una bestemmia riferirsi a Dio come al proprio personale Padre e a mettersi al Suo livello, dichiarando di operare come Lui operava. I giudei non erano scandalizzati perché Yeshùa affermava di essere Dio, infatti lui non dice questo; erano scandalizzati perché un uomo aveva l’ardire di affermare di operare come Dio operava, di innalzarsi al livello del Santo, e per di più in giorno di shabbat! In ogni caso, i due enti operanti sono distinti: come Dio opera, anche Yeshùa opera. E Yeshùa chiarisce al v. 19 che non è lui ad operare, innalzandosi al livello di Dio, ma Dio ad operare tramite lui. Altra cosa sarebbe stata se avesse detto: “io opero perché sono Dio”. La frase dunque è da intendersi così:

“per via di questo, dunque, ancor più desideravano ucciderlo, perché non solo (secondo loro) annullava il sabato ma anche chiamava Dio suo proprio Padre, facendosi (secondo loro) uguale a Dio”

Il tutto è chiarito nei versetti successivi (19-23):

“Gesù quindi rispose e disse loro: «In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da se stesso fare cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente. Perché il Padre ama il Figlio, e gli mostra tutto quello che egli fa; e gli mostrerà opere maggiori di queste, affinché ne restiate meravigliati. Infatti, come il Padre risuscita i morti e li vivifica, così anche il Figlio vivifica chi vuole. Inoltre, il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.”

Di nuovo, i due sono separati, e per di più Yeshùa afferma che non sarebbe capace di fare proprio nulla, se Dio non glielo consentisse. Ma siccome lui è il messia preconosciuto e scelto da Dio, Dio opera tramite lui come desidera. Gli apostoli, allo stesso modo di Yeshùa, operano guarigioni grazie alla potenza dello spirito di Dio che opera in loro. Ma, come chiarisce Pietro in At 3:12,13, non sono gli apostoli ad operare, ma è Dio che opera tramite loro per mezzo del Suo spirito (ruach). Se Yeshùa fosse Dio in virtù delle sue opere miracolose, allora anche gli apostoli sarebbero Dio.
Luigi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Luigi »

Aggiungo altri versetti. Leggiamo in Gv 5:19:

“In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da sé stesso far cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente.”
Scusami Antonio, ma ancora è una cocezione semplicistica la tua, nel voler spiegare la Deità con la tua razionalità, come se fosse simile all'uomo.
Ecco riporti solo e sempre quei passi che ad un primo approccio ,sembrano dare ragione alla tua esegesi, mentre dribbli , altri come questi, che seguono, ai quali dai una spiegazione confacente "consentimelo", per far quadrare quanto sostieni.
Ma veramente vorresti spiegare con una concezione semplicistica ciò ?

Giovanni 10, 27 Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28 Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. 29 Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio.
fine citazione
Ora da una prima analisi, è proprio facile spiegare com'è che i discepoli sono nelle mani del Padre e del Figlio "che molti dicono anche essere una creatura "?

30 Io e il Padre siamo una cosa sola».
Inoltre è proprio semplice che come per molti "forse anche voi" è solo una unità di azioni ?
Se fosse, come si spiegano inoltre le parole del Cristo l'Amato:
Giovanni 14, 8 Filippo gli disse: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9 Gesù gli disse: «Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici: "Mostraci il Padre"? 10 Non credi che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso. Il Padre che dimora in me è colui che fa le opere.
Ecco io sono nel Padre ed il Padre è in me; il Padre dimora in me ed opera....
Veramente vogliamo dare una concezione semplicistica a quelle parole :Io e il Padre siamo una cosa sola».

Poi circa il sabato e l'osservanza della legge, dovresti leggerti la lettera ai Galati ,specie il cap.3...
24 Così la legge è per noi come un pedagogo che ci ha condotto a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. 25 Ma appena è giunta la fede, noi non siamo più sotto un pedagogo.
Inoltre se ancora ti rifai alla legge ed al sabato, di conseguenza dovresti circoncidere ed osservare tutta la Legge, che nessuno osserva
per via di questo dunque ancor più desideravano di ucciderlo perché non solo annullava il sabato ma anche chiamava Dio suo proprio Padre, facendo se stesso uguale a Dio
Qui è necessario ragionare in modo obbiettivo. Innanzitutto, Giovanni sta riportando il pensiero dei giudei, non quello di Yeshùa
Non capisco perchè vuoi far trasparire che non è frutto dello Spirito ,ma semplicemente dei giudei, dimenticando che la scrittura è ispirata.
Scusa Antonio, poi hai dimenticato che è Lo Spirito che sta ispirando Giovanni ,e che sono parole dello Spirito di Dio e non dell'apostolo ?
Che centra Giovanni, e i giudei se sappiamo che è sempre ,appunto Lo Spirito che ispira a scrivere quelle verità ?
ossia che Gesù violava il sabato e ma anche chiamava Dio suo proprio Padre, facendo se stesso uguale a Dio ?
Allora secondo la tua visione, se fossero parole dei giudei, lo sarebbero anche quelle circa che, chiamava Dio suo padre; non sarebbe vero che è figlio di Dio; non ti pare ?
POi cerchi di scandagliare di tutto, e ignori totalmente, quanto tu stesso riporti dalle scritture:
ha affidato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.
Hai letto come dev'essere onorato il Figlio tra l'altro nelle scritture ?
11 Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia 12 e dicevano a gran voce:
«L'Agnello che fu immolato
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza,
onore, gloria e benedizione».
13 Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano:
«A Colui che siede sul trono e all'Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli».


9 Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
10 perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi

nei cieli, sulla terra e sotto terra;
11 e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore
, a gloria di Dio Padre.


14 Egli " Lo Spirito Santo" mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. 15 Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che
Lo Spirito Glorica Il Figlio e del Figlio testimonia; ti sei mai chiesto, perchè non del Padre ?
Caro Antonio purtroppo ,cercando a tutti i costi di far quadrare la tua esegesi :-) ,devi per forza di cose evitare, ignorare scritture fondamenrali come quelle di sopra, che non hanno bisogno di spiegazioni, ma vanno solo Accettare :-)
Antonio ,se fosse solo quanto riporti secondo le tue spiegazioni, come è possibile che :
Regge con la parola della sua potenza l'universo intero; ma ci pensi solo per un attimo, all'immensità...,e il Figlio riempie per forza di cose l'universo che sostiene.
Divide la gloria col Padre
Tutte le creature si inginocchiano a Lui ed il Padre
Lo Spirito Il Figlio glorifica e di lui testimonia
La nostra comunione è col Padre e col Figlio...
Tutti devono onorare il Figlio come onorano il Padre......
Ciao
Ultima modifica di Luigi il sabato 18 agosto 2018, 15:45, modificato 3 volte in totale.
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Luigi »

Quanta confusione. :-O Luigi
Per esempio ??
Ho riportato scritture bibliche a sostegno; è forse confusione che:

Il Figlio,regge con la parola della sua potenza l'universo intero; ma ci pensi solo per un attimo, all'immensità...,e il Figlio riempie per forza di cose l'universo che sostiene.
Divide la gloria col Padre
Tutte le creature si inginocchiano a Lui ed il Padre
Lo Spirito, Il Figlio glorifica e di lui testimonia
La nostra comunione è col Padre e col Figlio...
Tutti devono onorare il Figlio come onorano il Padre......
Inoltre ,tutti il Figlio devono seguire..
Ciao
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Gianni »

Luigi, confermo: troppa confusione. Poni una sola questione per volta, per favore. Scegli tu da quale vuoi iniziare, ma una sola per volta. Grazie.
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bgaluppi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da bgaluppi »

Scusami Antonio, ma ancora è una cocezione semplicistica la tua, nel voler spiegare la Deità con la tua razionalità, come se fosse simile all'uomo. Ecco riporti solo e sempre quei passi che ad un primo approccio ,sembrano dare ragione alla tua esegesi, mentre dribbli , altri come questi, che seguono, ai quali dai una spiegazione confacente "consentimelo", per far quadrare quanto sostieni.
Luigi, non mi pare molto semplicistico ciò che ho fatto. Si tratta di un'analisi biblica di alcuni versetti, fatta esaminando il testo in modo obbiettivo e dimostrando ciò che dico attraverso logica e verifiche bibliche.
Non capisco perchè vuoi far trasparire che non è frutto dello Spirito ,ma semplicemente dei giudei, dimenticando che la scrittura è ispirata.
Non lo voglio far trasparire io, è esattamente ciò che traspare dal testo. Se il testo è ispirato, non significa che non si possano distinguere i pensieri o le intenzioni dei vari soggetti, secondo come li riporta l'agiografo. Leggi bene le parole di Giovanni.

Per il resto, mi associo a Mattia e Gianni. Un versetto alla volta, un problema alla volta, altrimenti si solleva solo un gran polverone. Ci vuole un certo metodo per analizzare la Scrittura.
Luigi
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Luigi »

Antonio caro, dimentichi ,oppure non vuoi accettare :-) , che le scritture sono ispirate dallo Spirito di Dio, e quindi nulla che viene dalla farina del sacco dei giudei oppure degli apostoli o scrittori del testo sacro.
Non lo voglio far trasparire io, è esattamente ciò che traspare dal testo. Se il testo è ispirato, non significa che non si possano distinguere i pensieri o le intenzioni dei vari soggetti, secondo come li riporta l'agiografo. Leggi bene le parole di Giovanni.
Scusami ,ma ancora forse non volutamente contraddici le scritture.
Esse sono ispirate; E' Parola di DIO "non degli uomini", e visto che lo sono non contengono pensieri, decisioni, convinzioni, aspettative umane,
ma solo il pensiero e la volontà della Deità, altrimenti non sarebbero ispirate, e cancelliamo pure 2 Tim. 3, 16
Poi le scritture che ho riportato e che esaltano, e dabbo gloria, onore... alla persona del Figlio come al Padre, non necessitano assolutamente di alcuna spiegazione, ma vanno accettate con cuore grato e riconoscente al Padre e a Colui "Il Figlio l'Amato"che si è dato alla croce..
ciao
Ultima modifica di Luigi il sabato 18 agosto 2018, 18:01, modificato 1 volta in totale.
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Re: Confutazione dei versetti trinitari: 1 Tim. 3:16 e......

Messaggio da Gianni »

Infatti, Luigi: la Bibbia è parola di Dio, non degli uomini, e quindi non della teologia postuma alla Bibbia.
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