La Bibbia utilizzata nel primo secolo E.V.

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Gianni
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Re: La Bibbia utilizzata nel primo secolo E.V.

Messaggio da Gianni »

Ciao, Mattia. Che i giudei del primo secolo utilizzassero la Septuaginta greca non significa affatto che la anteponessero alla versione originale in ebraico. Perché mai avrebbero dovuto farlo? La dichiarazione è generica. Di certo la utilizzavano, loro sì in esclusiva, i giudei della diaspora che non parlavano più aramaico. La traduzione greca era stata infatti realizzata proprio per loro. Il che spiega anche perché i pagani convertiti la usassero e perché gli agiografi delle Scritture Greche citavano da essa scrivendo, appunto, in greco.
amos74
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Re: La Bibbia utilizzata nel primo secolo E.V.

Messaggio da amos74 »

Re: La Bibbia utilizzata nel primo secolo E.V.
Messaggioda mimymattio » venerdì 9 marzo 2018, 13:06

Non mi risolve però un dubbio: perché un evangelista che scriveva per gli ebrei avrebbe dovuto citare dalla LXX e non dal testo originale? È come se oggi citassi la Bibbia King James per parlare ad altri italiani.

Il punto infatti è: per quale pubblico i redattori dei Vangeli hanno scritto questi testi? A me pare che, con la possibile eccezione di un'originaria versione ebraica o aramaica del Vangelo secondo Matteo, gli altre tre Vangeli siano stati destinati sin dalla loro origine ai pagani convertiti ed agli Ebrei della diaspora, cioè ad un uditorio di lingua greca , il che spiega l'uso costante della LXX, che godeva di grande autorità presso il mondo ebraico grecofono,anche se poi la tradizione ebraica successiva ha sviluppato una certa avversione per questa traduzione,probabilmente perché è stata la Bibbia costantemente usata dai cristiani dei primi secoli.Diverse fonti molto antiche, a cominciare da Papia di Gerapoli (II sec.),affermano che Matteo compose il suo vangelo in lingua ebraica, il che potrebbe anche significare in aramaico palestinese: l'attuale versione greca di questo testo è una traduzione di questo Matteo ebraico/aramaico? Difficile dirlo; certo è che alcuni padri della chiesa, soprattutto Girolamo, ci parlano del c.d. "Vangelo secondo i Nazareni" utilizzato dalla omonima comunità,composta da Ebrei credenti in Gesù Messia ed osservanti della Torà.Girolamo afferma che era scritto in aramaico palestinese, più precisamente "in lingua caldea e siriaca ma non caratteri ebraici", laddove invece il siro-aramaico utilizzava l'alfabeto siriaco, e ci dice anche che presentava nella narrazione le profezie quali "Dall'Egitto ho chiamato mio figlio" e "Sarà chiamato nazareno",e che inoltre aveva in sé il testo del "Padre Nostro" , tutti elementi che richiamano in modo specifico il vangelo matteano. Si trattava dell'originaria versione aramaica di questo vangelo o di una traduzione in aramaico del testo greco in nostro possesso ? Non lo sapremo mai, perché purtroppo il testo è andato perduto,ma io dubito che fosse la traduzione del Matteo greco, anche perché nel testo del Padre Nostro,sempre secondo Girolamo,stava scritto "dacci oggi il nostro pane di domani" (aramaico "mahar"), e certamente l'aggettivo greco "epiusios" presente nella versione greca in nostro possesso non può tradursi con "di domani".Un elemento è interessante ai fini della presente discussione: Girolamo afferma che in questo vangelo le citazioni del Tanakh si basavano sul testo ebraico e non su quello della LXX: Girolamo sembra stupito di ciò, che a me sembra un fatto normalissimo, atteso che era un vangelo usato da Ebrei di lingua aramaica palestinese...
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