Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

marco
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da marco »

Besàseà ha scritto:Domanda per Antonio: Gesù fu un peccatore?
Mi permetto di rispondere io alla domanda: no.
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Daminagor
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Daminagor »

Il confronto va fatto con il resto della letteratura ebraica di cui la Bibbia ne è solo una minima parte.
Ed è esattamente quello che ci serve. :-)
Secondo me fare analisi biblica senza consultare il resto della letteratura ebraica è come cercare di orientarsi usando una mappa tagliata a metà...arrivi fino ad un certo punto, conosci solo quella metà ma non vai oltre.
Armageddon
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Armageddon »

Se Gesù non fu un peccatore non c'è ragione di essere chiamato "figlio" perché questo appellativo è dato a chi ha bisogno di correzione.
Qui ho imparato qualcosa di importante!
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Il confronto va fatto con il resto della letteratura ebraica di cui la Bibbia ne è solo una minima parte.
???

La letteratura ebraica non è parola ispirata comunicata per mezzo dei profeti. I saggi non sono "bocca di Dio" al pari dei profeti. Altrimenti la letteratura dovrebbe far parte del canone biblico. E la Bibbia non è "minima" parte, semmai "massima" parte della letteratura ebraica. Cosa resterebbe, eliminando la Torah? Nulla, perché non ci sarebbe nulla su cui discutere. Una cosa è ciò che dice Dio per bocca dei profeti, una cosa ciò che disquisiscono gli uomini, privi di ispirazione, su ciò che hanno detto i profeti. La credenza che Mosè avrebbe imparato a voce da Dio la torah orale è, appunto, solo una credenza, non dimostrabile; un dogma. Esattamente come un dogma è la cosiddetta "infallibilità" della chiesa cattolica. Il testo biblico afferma che solo le dieci parole furono scritte "col dito di Dio", non il resto della Torah e tantomeno la tradizione. Il testo biblico non afferma la validità della torah orale come insegnamento ispirato. La Mishnà (leshanen-ripetere) è l’insieme degli insegnamenti ripetuti oralmente da maestro a discepolo, per generazioni, ma non costituisce parola di Dio ispirata e comunicata per mezzo dei profeti scelti da Dio per svolgere questo ruolo. Scusate la franchezza.

Dunque, sul testo biblico, Dio chiama il re di Israele "figlio". Di conseguenza, il testo biblico afferma che il re è figlio. Il resto della letteratura forse no (e non ho ancora capito cosa afferma), ma il testo biblico si. Non ci vogliono secoli di tradizione per comprendere questo. Poi possiamo disquisire ore e ore, ma il testo resta lo stesso e non cambia. La tradizione non può sostituire la parola di Dio. Può servire a comprenderla meglio, finché non entra in contrasto con essa, annullandola.
Se Gesù non fu un peccatore non c'è ragione di essere chiamato "figlio" perché questo appellativo è dato a chi ha bisogno di correzione
.

Anche il messia ha bisogno di correzione? L'obbedienza perfetta di Yeshùa si realizza nel suo sacrificio perfetto, attraverso il quale egli, per amore incondizionato, paga il prezzo del riscatto di molti. L'obbedienza perfetta non è realizzabile attraverso atti pratici e ordinari, stabiliti da uomini, ma attraverso la messa in pratica reale di due comandamenti: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso”. Parlo per Fede? Si, perché è di Dio che stiamo parlando. E ringrazio Dio di avere questa fede, senza la quale non sarei che polvere; e Lo ringrazio per il Suo insegnamento, che ci ha voluto comunicare; perché, nonostante lo legga in traduzione, agisce comunque in modo profondo nella mia vita e mi insegna ad amare e a vivere. Io amo Dio piú di ogni altra cosa, piú di me stesso e di mia figlia, e mi affido sempre e solo a Lui, e a nessun uomo. La mia vita è nelle Sue mani. Lui risponde sempre alle mie preghiere, Benedetto Egli sia. E Lo ringrazio. Yeshùa è il mio maestro, e grazie a lui io ho potuto farmi conoscere da Dio. Volevate una dichiarazione di fede?

Se il re non è figlio di Dio, attendo ancora di capire cosa dice esattamente la tradizione a riguardo.
Armageddon
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Armageddon »

Parlo per Fede? Si, perché è di Dio che stiamo parlando. E ringrazio Dio di avere questa fede, senza la quale non sarei che polvere; e Lo ringrazio per il Suo insegnamento, che ci ha voluto comunicare; perché, nonostante lo legga in traduzione, agisce comunque in modo profondo nella mia vita e mi insegna ad amare e a vivere.
Bgaluppi ha voluto comunicare a chi??
Rispetto la tua fede come quella di tutti ma usiamo anche le fonti storiche e i fatti per affermare certe cose...la rivelazione del Dio di cui tu hai fede è nata poco meno di 2000 anni fa...e a dire il vero....solo oggi..grazie alla tecnologia...si può capire qualcosa di quello che dice!
Mi dispiace ma non condivido questo generalizzare della divinità cristiana solo perché si è in un paese che ha per la maggior parte dei credenti di questo Dio!
Ciò che dici in altri popoli e nazioni sarebbe fuori luogo!
Ciò che dici è un tuo pensiero...legato a ciò che credi!
C'è chi non prega il tuo stesso Dio ma ha egualmente benefici spirituali!

Saluti
Ultima modifica di Armageddon il martedì 4 luglio 2017, 12:49, modificato 1 volta in totale.
Armageddon
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Armageddon »

Jon hai ragione intendevo dire la rivelazione..ora correggo..grazie!
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Armag, quando parlo di Dio parlo di YHWH, il Dio degli ebrei. Per qualche motivo, Lui ha voluto essere anche il mio Dio, non solo degli ebrei. Ed è ovvio che di Dio ce ne è uno solo, come la verità non può essere che una. Molti cristiani non credono nel Dio degli ebrei, ma in un dio che si sono fabbricati ("uno e trino"), che avrebbe addirittura una "madre". Queste sono credenze pagane, non fede.
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Giusta osservazione, Jon, Adamo è creato direttamente da Dio e sarebbe alquanto illogico pensare che ciò che Dio crea sia imperfetto, poiché dalla perfezione non può originare imperfezione. Anzi, sarebbe una bestemmia. Dunque, essendo perfetto, non aveva bisogno di correzione. Dio, infatti, non lo corregge, ma gli insegna. Dopo il peccato, inizia a correggerlo, mettendolo davanti alle conseguenze della sua scelta. La Torah, che è insegnamento atto a istruire e correggere, è venuta dopo, quando l'uomo, per sua scelta, era ormai imperfetto.

Yeshùa, come nuovo Adamo, è generato direttamente da Dio. Che uno ci creda o no non è rilevante, conta solo ciò che è scritto; visto che qui siamo ad esaminare le Scritture Greche, dobbiamo necessariamente considerare quanto affermano le SG. Quindi fermo subito chi vorrà affermare che stiamo facendo discorsi basati sulla fede. Ciò che diciamo è basato su quanto scritto nelle SG. Essendo generato da Dio, ed essendo un ben Adàm, Yeshùa nasce nella carne ed è soggetto alla condanna (morte), ma non all'imperfezione. Per questo non aveva bisogno di essere corretto. A differenza del primo Adamo, Yeshùa non scelse di seguire il proprio desiderio, ma obbedì a Dio come Adamo avrebbe dovuto obbedire a Dio. Come Adamo fu figlio di Dio, primogenito di ogni essere umano, Yeshùa fu figlio e primogenito allo stesso modo (primogenito di tutti coloro che credono nella sua messianicità, e che, grazie a lui, saranno chiamati "figli di Dio").
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Daminagor
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Daminagor »

dalla perfezione non può originare imperfezione
A mio parere questa è una considerazione puramente speculativa e logicamente fallace.
La perfezione è assenza di bisogni. Ciò che è perfetto è a se stante e non necessita di nulla. Inoltre la perfezione implica il possedere la totalità delle caratteristiche e degli attributi. Qualunque cosa che necessiti di qualunque altra cosa, fosse anche una punta di spillo, non è perfetta. Dunque, dalla perfezione può eccome essere generato qualcosa di imperfetto, perchè ciò che è perfetto racchiude in sè anche il seme dell'imperfezione (altrimenti non avrebbe la totalità delle caratteristiche e non sarebbe perfetto). Qualunque forma di esistenza che non sia esattamente uguale alla perfezione, non è perfezione. Se il perfetto possiede infinite caratteristiche, gli basta generare qualcosa che abbia infinito meno 1 caratteristiche, ed ecco l'imperfetto. Quindi, sulla base del tuo ragionamento, ritengo errato affermare che da qualcosa di perfetto non può nascere qualcosa di imperfetto..perchè questo lascerebbe intendere che esista qualcosa che la perfezione non possa generare, il che è semplicemente paradossale e insostenibile.
marco
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto:Parlo per Fede? Si, perché è di Dio che stiamo parlando. E ringrazio Dio di avere questa fede, senza la quale non sarei che polvere; e Lo ringrazio per il Suo insegnamento,// Volevate una dichiarazione di fede?
Caspita... quando ero io a dirlo tutti contro, ripetendomi questa frase: qui si studia la Bibbia mettendo da parte la fede!!
Adesso che ti sei fratturato la testa contro la "dura cervice" riconosci che non è possibile approcciarsi alla Sacra Scrittura senza la fede in Cristo Gesù.
Diversamente quelle stesse parole (BIBBIA) da strumento di salvezza diventano strumento di morte.
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