Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Armageddon
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Armageddon »

Non bisogna buttare tutto sulla guerra di religione, come fanno i pecoroni che vediamo in tv ogni giorno.
Bgaluppi la storia ci insegna che chi ha sempre inneggiato a Dio poi si è dimostrato il più guerrafondaio...ma a parte questo..
Il mio era un paragone...da una parte leggo che il cattolicesimo ha derubato,modificato,nascosto il messaggio di Gesù...come dall altra leggo più o meno le stesse accuse da parte della maggior parte degli ebrei nei confronti di Gesù alias N.T...

Ma chi ha ragione?Stiamo sempre là...
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Besasea, se leggi bene, Yeshùa ribadisce più di una volta che il suo insegnamento era rivolto innanzitutto alle pecore perdute della casa d'Israele, i figli; ma davanti alla fede della donna, messa alla prova, alla fine egli acconsente alle sue richieste. In Mr 7:27 abbiamo: “Lascia che prima siano saziati i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini”; non vuol dire che Yeshùa pensasse che i cananei fossero dei cani, significa che non è bene dare prima ai cani ciò che sulla tavola è preparato per i figli, ossia non si fa mangiare prima il cane e poi gli avanzi si danno ai figli, ma il contrario. Il discorso mette in evidenza un messaggio. Ciò è perfettamente conforme al pensiero ebraico, mi pare.
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Israel75
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Israel75 »

Ciao sì, ma è un simbolo del sionismo ebraico nato a fine del 1800 circa ed ha collegamenti con la cabala e l'occultismo in generale. Non è biblico come lo è invece il vero simbolo di Israele cioè il candelabro a 7 punte (La Menorah ebraico: מנורה) del quale ci sono indicazioni fin dall'Esodo ...... o magari la colomba e l'ulivo :-) :-) :-) .

In pratica è un simbolo nazionalista come lo erano la svastica o i fasci littori (che furono presi dai romani)ai tempi dei regimi fascisti.

Il fatto che girandolo o facendo dei giochini si possa collegare alla stella di David è pura speculazione , non c'è alcun riferimento scritto nella Legge. Non a caso anche nel N.T. gli apostoli del Rabbì di Nazareth confermano e prendono le distanze da qualsiasi simbolo, in particolar modo da quelli legati agli esagrammi di derivazione indiana e ai culti pagani in generale.L’esagramma è un antico simbolo Mandala trovato su antichi templi Indiani costruiti migliaia di anni fa e non è citato nemmeno nello Zohar.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

L'esagramma è un simbolo molto antico, legato al culto di Saturno (Chiun, כִּיּוּן). Salomone lo adottò come talismano quando fu corrotto dalle mogli e concubine pagane.

Am 5:26: “And you shall carry Siccuth your king and Chiun your images, Kochav your god, which you have made for yourselves.”

È utilizzato in tempi antichi anche in asia. È un simbolo dello zoroastrismo, connesso alle Tavole di Smeraldo. Comunque certamente non è un simbolo legato a Yhvh. Lui non ha alcun simbolo che Lo possa rappresentare. Che poi l'esagramma sia il simbolo dello Stato di Israele, questo è un altro discorso.
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Israel75
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Israel75 »

43 Anzi {καὶ}, vi portaste appresso {ἀνελάβετε} la {τὴν} tenda {σκηνὴν} di {τοῦ} Moloc {μολὸχ} e {καὶ} la {τὸ} stella {ἄστρον} del {τοῦ} dio {θεοῦ} Refàn {ῥαιφάν}; immagini {τοὺς τύπους} che {οὓς} voi faceste {ἐποιήσατε} per adorarle {προσκυνεῖν αὐτοῖς}. Perciò {καὶ} io vi {ὑμᾶς} deporterò {μετοικιῶ} di là da {ἐπέκεινα} Babilonia {βαβυλῶνος}". | {ὑμῶν}
- ATTI 7,43 -

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Il vero giudeo nega l'esagramma saturnico e occulto.

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Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
chelaveritàtrionfi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Il popolo del deserto da chi era composto?
Leggo che Dio si formó un popolo e lo istruì non che lo scelse. Non è vero che i cristiani hanno sostituito gli ebrei come affermano alcuji. I non ebrei semmai sono un popolo innestato ed il popolo di Dio è tutto La bibbia parla degli ebrei. È stata scritta dagli ebrei? Tutta? Non convordo. Molto probabilmente c erano altri scritti precedenti per esempio quelli da cui si è arrivati a genesi di sicuro non scritti in ebraico. L ebraico è poi una lingua nata nel tempo come lo furoso l assiro e babilonese . La lingua più antica attestata è l accadico. A bologna hanno ritrovato il documento più antico (dicojo della bibbia) scritto in accadico. Besasea conosce molto meglio di me queste cose. Concordo quando dice che il popolo di Israel insegnerà ai goym. Vogkio chiedergli che cosa e quando visto che da tanti ebrei sento interpretazioni diverse. Forse insegneranno quando qualcuno mostrerà loro la corretta interpretazione delle scritture. Forse un messia?
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
AKRAGAS
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da AKRAGAS »

Ho osservato dall'alto un giglio bianco e si può notare perfettamente come il perimetro del fiore disegni una stella come quella di David; inoltre, visto di lato, si nota altrettanto bene la sagoma dello shekel.
È molto probabile, se non certo, che le varie popolazioni abbiano usato rappresentare un disegno geometrico così semplice e visibile in natura attribuendogli un significato che non ha relazione con il maghen david.
Altri simboli sono similmente rappresentati in varie popolazioni: triangoli, cerchi, ecc. , e non per questo si può pensare che ci sia una relazione in comune in termini religiosi se non quella di una rappresentazione geometrica di forme esistenti e visibili dall'occhio umano.
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Israel75
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Israel75 »

Nessun giudeo si è mai dissociato da questo simbolo.
Stai attento è falsa tenstimonianza. :-) :-) :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Tornando in tema, ci sono degli aspetti interessanti da considerare.

Besasea ci ha spiegato che il mondo a venire sarà una continuazione di quello attuale, con la differenza che il messia porterà un regno di pace e armonia senza limiti prestabiliti in cui Gerusalemme sarà il centro del mondo, e in cui il popolo di Israel insegnerà la Torah a tutti i popoli, che accorreranno ad HaShem.

Tuttavia, ho evidenziato come Maimonide, nel già citato Trattato sulla Penitenza (VIII, 2), scrive che “nel mondo a venire non vi è corpo né corporeità, ma solo le anime dei giusti senza corpo come gli angeli del Servizio”. E, riferendosi ad un celebre passo talmudico (Berachoth 17a), sottolinea che “nel mondo a venire non vi è cibo, né bevanda, né procreazione..., ma i giusti siedono con le loro corone sul capo, godendo dello splendore della presenza divina”. L'espressione “con le loro corone sul capo” ha, secondo Maimonide, un significato metafisico, indicando “l'immortalità dell'anima nell'eternità dell'Intelletto Agente, che è Dio”.

Maimonide, dunque, distingue l'era messianica - in cui i morti rivivranno in un corpo - dal mondo a venire - in cui non vi sarà corporeità:

“Non pensare che nell'era messianica qualcosa dell'assetto naturale del mondo possa cambiare o che intervenga un radicale mutamento nelle condizioni dell'esistenza. No! Il mondo continuerà a seguire il suo corso normale” (M.T., Trattato sui Re XII, 1). Ciò è tratto dall'insegnamento dei maestri: “L'unica differenza fra questo mondo e l'era messianica è la cessazione del dominio delle nazioni"” (T.B. Berachot 34b; Shabbath 63a, 151b; Pesachim 68a).”.

Maimonide continua in Pèrek Chèlek: “In quei tempi [l'era messianica] il premio più grande sarà la liberazione dall'asservimento ai domini stranieri, che ci impediscono di dare esecuzione alla generalità dei precetti, e l'aumento della conoscenza [di Dio], come è detto: "La terra sarà piena della conoscenza di Dio, come il mare è colmo d'acqua" (Is 11:9). Le guerre cesseranno, come è detto: "Una nazione non alzerà più la spada contro l'altra e non si imparerà più l'arte della guerra" (Mc 4:3)”.

Poi, però, sempre in Pèrek Chèlek, afferma: “In quei giorni [l'era messianica] si potrà acquisire la massima perfezione, meritandosi così la vita nel mondo a venire”. Ecco che qui assistiamo ad una netta distinzione tra l'era messianica e il mondo a venire, che rappresenta “la mèta ultima, [...] verso cui vanno indirizzati tutti i nostri sforzi” e in cui “non vi è cibo, né bevanda, né procreazione..., ma i giusti siedono con le loro corone sul capo, godendo dello splendore della presenza divina” (Berachoth 17a). Nell'era messianica, l'uomo “sarà uomo nella pienezza del termine e diverso dall'animale. E, in quanto uomo perfetto, non troverà più alcun impedimento, data la natura stessa di tale perfezione, a che la sua anima sopravviva e continui ad esistere nella sfera ad essa conveniente, cioè nel mondo a venire”.

Riguardo al messia, Maimonide riprende l'interpretazione di R. Yehudà ha-Nasì, e spiega che “Il Messia morirà, suo figlio regnerà dopo di lui e, infine, il figlio di suo figlio.”. Tale idea è tratta da Is 42:4, in cui è detto: “Non si indebolirà, né si scoraggerà, prima di aver stabilito [עד־ישים, ad-yasìm] la giustizia sulla terra”. La preposizione ad (עד) è traducibile con finché, prima di, il che prevede un termine al regno del messia. Secondo tale interpretazione, il regno del messia comprenderà dunque tre generazioni (T.B. Shanhedrin 99a), ma saranno molto più lunghe di quelle attuali, poiché la vita umana si allungherà di molto. Dunque, l'era messianica potrebbe durare migliaia di anni (secondo alcuni maestri 7000 anni).

In base a quanto ho voluto riportare sopra, proverò ora a formulare un confronto con le Scritture Greche.
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Israel75
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Israel75 »

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Ultima modifica di Israel75 il domenica 3 settembre 2017, 23:53, modificato 1 volta in totale.
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