Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

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Gianni
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Gianni »

La genealogia mattaica è artificiale e ha un intento teologico: con il suo raggruppamento artificiale in tre generazioni di 14 egli intende affermare ghematriacamente il nome Davìd.
Si veda:
La genealogia di Yeshùa
http://www.biblistica.it/wordpress/wp-c ... C3%B9a.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
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Daminagor
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Daminagor »

La genealogia mattaica è artificiale e ha un intento teologico: con il suo raggruppamento artificiale in tre generazioni di 14 egli intende affermare ghematriacamente il nome Davìd.
Quindi, per dirla terra terra, è una genealogia falsa...
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Gianni
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Gianni »

Direi costruita ad arte. Leggi il mio studio.
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Va bene, Besasea, allora faccio una domanda tecnica, poi argomento su Ebrei.

In Sl 45:6 (il versetto potrebbe non corrispondere per via della diversa numerazione) è riportato il termine אֱ֭לֹהִים (elohim), che Rashi traduce con "o giudice". Nel versetto successivo compare lo stesso termine, אֱלֹהִ֣ים (elohim), che viene tradotto "Dio" (sempre da Rashi). Dal contesto, si capisce che nel v.7 il termine elohim si riferisca a Dio, poiché solo Dio può "ungere", o consacrare. Ma per quale motivo nel v.6 il termine elohim non può essere tradotto "Dio"? Il salmo è messianico, perché il v. 6 parla del regno eterno del re (ma è Dio che regna in eterno), e ai vv. 2 e 5 è scritto: “Tu sei bello, più bello di tutti i figli degli uomini; le tue parole sono piene di grazia; perciò Dio ti ha benedetto in eterno” e “i popoli cadranno sotto di te”, e al v. 17 “Io renderò celebre il tuo nome per ogni età; perciò i popoli ti loderanno in eterno”. Ora, nonostante la traduzione "o giudice" sia certamente giusta, bisogna chiedersi perché l'agiografo di Ebrei traduca con ho theòs.

Il messia, o il re, non è forse il rappresentante di Dio sulla terra? Il testo lo chiama elohim, che può essere tradotto con "giudice", ma anche la traduzione "Dio" non è affatto equivoca, poiché dopo è chiarito che non si tratti di Hashem ma del re ("perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto"). L'agiografo di Ebrei utilizza questo salmo in riferimento al Messia Re e traduce elohim con "o Dio" per esaltare la forza e la regalità del Messia, che rappresenta Dio, il cui regno è eterno. Anche al v. 10 fa la stessa cosa, utilizzando un versetto dove ovviamente si parla di Dio (Sl 102:25-27). Nel Sl 102:12 e ss. si fa riferimento all'era messianica, poiché è scritto: “15 Allora le nazioni temeranno il nome del Signore, e tutti i re della terra la tua gloria, 16 quando il Signore ricostruirà Sion, e apparirà nella sua gloria. 17 Egli ascolterà la preghiera dei desolati e non disprezzerà la loro supplica.”. Tutto ciò avverrà per mezzo del Messia Re, se non erro.

Dunque, l'agiografo di Ebrei fa un'esaltazione teologica del Messia, paragonandolo a Dio. Ma lo stesso agiografo lo differenzia chiaramente da Dio, quando dice: “Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate Gesú, l'apostolo e il sommo sacerdote della fede che professiamo, il quale è fedele a colui che lo ha costituito, come anche lo fu Mosè, in tutta la casa di Dio.” (3:1-2‬); qui viene definito inviato (apostolo) e sommo sacerdote, costituito da Dio (è Dio che lo ha costituito, ed è naturale che Dio non costituisce Se stesso sommo sacerdote). E in 5:5 dice: “Cosí anche Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto sommo sacerdote, ma la ebbe da colui che gli disse: «Tu sei mio Figlio; oggi ti ho generato»” (riferimento al Sl 2); è chiaro che Dio non dà a se stesso la gloria di essere sommo sacerdote, ed è Dio che dà al Messia questa gloria. E ancor piú in 5:8-10, dice: “Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna, essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec.”; è ovvio che, essendo reso perfetto (ossia "completo", biblicamente parlando), prima non lo era, dunque non poteva essere Dio; e il Messia impara l'ubbidienza dalle cose che soffrì (Dio non avrebbe bisogno di imparare ad obbedire a Se stesso; qui possiamo anche fare riferimento a Shanhedrin 93b); e, di nuovo, è proclamato sommo sacerdote (Dio non elegge se stesso ad un ruolo inferiore alla Sua Maestà). E potrei andare avanti.

Dunque, bisogna inquadrare tutto il primo capitolo della lettera agli Ebrei (che non fu scritta da Paolo, perché lo stile e il livello grammaticale e sintattico del greco è molto diverso da quello di Paolo) come una introduzione in cui si esalta teologicamente il Messia, non come una descrizione idolatrica di Yeshùa. Gianni mi corregga se dico cose sbagliate.
Armageddon
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Armageddon »

Forse si fa fatica, a comprendere che Yeshua è parte integrante del piano di Dio e che è stato annunciato anche nelle Scritture Ebraiche, una parte di ebrei conosciuti con il nome di " messianici" che frequento hanno accettato le Scritture Greche e identificano le stesse nelle Scritture Ebraiche,
Alessia mi permetto di ribattere che questa non è una prova che Gesù sia il Messia....allora dovremmo parlare anche di quegli ebrei che hanno accettato non solo il Messia ma anche la trinità..quindi anche la trinità diventa biblica?

E poi da dove salta fuori il discorso che sono gli altri a far fatica a comprendere che Gesù sia il Messia e non possa essere il contrario ovvero che chi crede che Gesù sia Il Messia fa fatica a comprendere che non lo sia?

Chi sceglie la propria fede?Noi stessi e siamo,fino a prova contraria,tutti uomini fallibili!
Comunque mi complimento con Besasea per le sue analisi molto dettagliate e,per me,anche molto comprensibili!

Saluti
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Credo che cercare di dimostrare che Yeshùa è il messia non sia la posizione giusta. Piuttosto, dovremmo argomentare su come le Scritture Greche presentino Yeshùa come messia.
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Giorgia
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Giorgia »

Alessia, è quello che leggo pure io!
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Daminagor
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Daminagor »

Proviamo a ragionare sulle scritture prendendo quello che c'è scritto e facendo finta di leggere una qualunque opera storico/letteraria. Poi chi vuole, privatamente, può professare la propria fede o non fede. Tanto non si va da nessuna parte con "io credo in Gesù", "io non credo in Gesù", "ti sbagli", "no ti sbagli tu"... Prendiamo atto che ad un certo punto del primo secolo un rabbi ebreo ha insegnato alla gente senza però lasciare niente di scritto. Quello che sappiamo a riguardo è contenuto in testi, la cui storicità è tutt'ora oggetto di discussione accademica, redatti successivamente da diverse persone che lo dipingono come il messia redentore che però non sarà re in terra ma in cielo. Grazie al contributo degli amici ebrei abbiamo capito che questo concetto non appartiene all'ebraismo. Andiamo avanti con i dati di fatto...e basta con fede o non-fede.
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Sono d'accordo, Daminagor. L'unica cosa su cui dissento è la presunta discussione sulla storicità dei testi. La paleografia, la filologia e la critica testuale, dopo aver esaminato migliaia di manoscritti risalenti fino al secondo secolo, hanno stabilito senza ombra di dubbio non solo l'autenticità dei suddetti manoscritti (ritrovati nelle grotte di Qumran, sigillate prima del 70 E.V. dai romani), ma anche la conformità del testo a quello usato al tempo della prima congregazione dei discepoli di Yeshùa (I sec.).

Dunque, chi sostiene la non autenticità dei testi, lo fa esponendo teorie contro l'evidenza stabilita dalla scienza e dai più insigni studiosi della storia.

Sulla valenza storica di Yeshùa, poi, l'argomento è già stato trattato sul forum in modo esaustivo, citando tutte le fonti storiche che testimoniano di lui (se pur poche, a parte quelle dei Vangeli, in quanto il personaggio era totalmente sconosciuto; un "malfattore" morto su una croce).
Armageddon
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Armageddon »

Andiamo avanti con i dati di fatto...e basta con fede o non-fede.
Daminagor non hai capito che è impossibile?
Le scritture greche possono essere state scritte anche il giorno dopo la morte di Gesù...o da Gesù stesso...
Ma raccontano di un uomo dai super poteri...e qui il discorso si fa no conplesso...di più!
Personalmente io non ho motivo di dare ne ragione ne torto a chi crede o meno al Messia Gesù...piuttosto leggo e baso le mie conclusioni su quello che viene detto da chi ne sa più di me..e finora ho constatato che la visione ebraica è coerente!
Ma se parliamo di scritture greche è impossibile mettere da parte la fede in Gesù visto che è il punto cardine di tutti i libri in esse contenute!

Allora mi e vi domando..i miracoli e i racconti di quest'uomo,oltre che attraverso i vangeli e lettere...sono dimostrabili in altri modi?

No...allora non sapremo mai chi ha ragione!

Saluti
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