Re: Satana e il riscatto
Inviato: giovedì 22 giugno 2017, 4:23
Grazie, Besàseà.
Le stelle cantano nella poesia di quei versi. Ovviamente. Ed è bellissimo. Noi italiani, abituati alla nostra pur bella poesia con i suoi versi e la sua metrica, troviamo – all’inizio, ma solo all’inizio – la poesia biblica alquanto dura. Pensandola in ebraico, come tu dici, è tutta un’altra cosa: si svela non solo tutta la sua bellezza che emerge dai suoi stichi e dai suoi parallelismi, ma anche la sua musicalità. La poesia biblica non è affatto facile. Basti pensare che i pur competentissimi masoreti considerarono poetici solo tre libri della Scrittura: Giobbe, Salmi e Proverbi, che corredarono di uno speciale sistema di accentuazione. In verità, ci sono altri tre libri biblici che sono scritti in poesia: Cantico, Ecclesiaste e Lamentazioni. Molti brani profetici sono pure scritti in poesia.
Riguardo alla סמיכות, ho evidentemente frainteso io. Credevo tu parlassi dell’imposizione delle mani con cui si trasmette l’ordinazione sacerdotale fatta risalire a Moshè. Pensando a chissà quali nascoste implicazioni (!), non ho pensato alla cosa più ovvia: la catena costrutta.
Grazie ancora, Besàseà.
Le stelle cantano nella poesia di quei versi. Ovviamente. Ed è bellissimo. Noi italiani, abituati alla nostra pur bella poesia con i suoi versi e la sua metrica, troviamo – all’inizio, ma solo all’inizio – la poesia biblica alquanto dura. Pensandola in ebraico, come tu dici, è tutta un’altra cosa: si svela non solo tutta la sua bellezza che emerge dai suoi stichi e dai suoi parallelismi, ma anche la sua musicalità. La poesia biblica non è affatto facile. Basti pensare che i pur competentissimi masoreti considerarono poetici solo tre libri della Scrittura: Giobbe, Salmi e Proverbi, che corredarono di uno speciale sistema di accentuazione. In verità, ci sono altri tre libri biblici che sono scritti in poesia: Cantico, Ecclesiaste e Lamentazioni. Molti brani profetici sono pure scritti in poesia.
Riguardo alla סמיכות, ho evidentemente frainteso io. Credevo tu parlassi dell’imposizione delle mani con cui si trasmette l’ordinazione sacerdotale fatta risalire a Moshè. Pensando a chissà quali nascoste implicazioni (!), non ho pensato alla cosa più ovvia: la catena costrutta.
Grazie ancora, Besàseà.