Gesù: discendenza davidica e ruolo messianico

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bgaluppi
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Re: Gesù: discendenza davidica e ruolo messianico

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È una bella immagine.
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bgaluppi
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Re: Gesù: discendenza davidica e ruolo messianico

Messaggio da bgaluppi »

Ecco una prima trattazione sulla venuta del messia. È lunga e complessa, e ricca di riferimenti che dovrebbero essere letti per avere una comprensione completa. Per cui, vi invito a leggerla con attenzione.

Vediamo Dn 7:13 nella traduzione della NR (Nuova Riveduta):

“Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui”

La traduzione di Rabbi Rosenberg, disponibile su Chabad.org, ha:

“Io vidi nelle visioni della notte, ed ecco con le nuvole del cielo uno simile ad un uomo stava arrivando, e venne fino all'Antico di giorni e fu portato davanti a Lui.”

Rashì commenta (in rosso): “uno simile ad un uomo stava arrivando: "Quello è il Re Messia."”

“e… fino all'Antico di giorni: "Che sedeva in giudizio e giudicava le nazioni."”

“venne: "arrivò, raggiunse"”

Poi il versetto 14 aggiunge:

“gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto.” (NR)

Il termine "simile ad un uomo" nel testo è l'aramaico כבר אנש (kebar enash), ma letteralmente è "simile ad un figlio d'uomo", perché bar significa figlio e in ebraico "figlio d'uomo" significa "essere umano", e il prefisso ke- significa "come". Tuttavia, "essere umano", ossia "figlio d'uomo", si dice anche ben adam. La differenza è che l'essere umano (figlio d'uomo) è ben adam, mentre kebar enash è "simile ad un essere umano" (simile ad un figlio d'uomo). L'uno è un uomo, l'altro è simile ad un uomo, ma le due espressioni hanno in comune ben e bar, che significano ambedue figlio.

La LXX, la traduzione in greco dei settanta eruditi ebrei che utilizzavano anche gli apostoli, traduce kebar enash con ὡς υἱὸς ἀνθρώπου (hos huiòs anthròpu), "come un figlio d'uomo", mantenendo il termine bar, "figlio", tradotto in greco con huiòs. Yeshùa, per esaltare la sua messianicità, utilizza la stessa espressione "figlio d'uomo" in Mt 26:63:

“il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». 64 Gesù gli rispose: «Tu l'hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il figlio dell'uomo [cioè lui stesso, "mi vedrete"] seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo»”

Qui, Yeshùa cita Sl 110:1 e si identifica in quello "simile ad un figlio d'uomo" di Dn 7:13, che è il Re Messia, come spiega Rashi. Alcuni criticano il fatto che Yeshùa cambi "simile ad un figlio d'uomo" con "figlio d'uomo", che dovrebbe essere ben adam; il testo di Daniele non ha ben adam, ma kebar enash. Nonostante ciò, il kebar enash è il Re Messia, e Yeshùa, senza fare un trattato dottrinale, si identifica con esso e dice a chi lo interroga che lo vedranno venire nelle nuvole del cielo. Sempre di figlio d'uomo si tratta, anche se Daniele, nella sua visione, lo descrive come "simile ad un figlio d'uomo". Inutile specificare che uno che arriva dal cielo in gloria e potenza non è un uomo, ma può essere simile ad un uomo. Per questo Daniele lo descrive come simile ad un uomo, perché così lo ha visto. E Yeshùa, che soleva chiamare se stesso "figlio d'uomo", si identifica con la figura "simile ad un uomo" che vede Daniele nella sua visione.

Alcuni affermano che il kebar enash non è il messia ma simboleggierebbe i santi dell'Altissimo, che al v. 18 ricevono il regno menzionato al v. 14. Ciò non solo non è conforme con Rashi, Rasag e Metzudat David (altri commentatori ebrei di rilievo), ma neppure con la Scrittura Ebraica, che in Sl 2:8,9 e Sl 72:8, in riferimento al messia e al suo regno, dice:

“Chiedimi, io ti darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della terra. Tu le spezzerai con una verga di ferro; tu le frantumerai come un vaso d'argilla”

“E avrà sudditi da mare a mare E dal Fiume alle estremità della terra.”

Tuttavia, questa interpretazione di cui ci ha informati il nostro utente ebreo Besasea, grande conoscitore della Scrittura e fonte di preziose informazioni, trova spiegazione in diversi versetti delle Scritture Greche, in cui si afferma che i santi dell'Altissimo sono gli eletti, i discepoli che hanno vissuto nel suo nome, e che resusciteranno in gloria all'arrivo in gloria del messia e regneranno con lui (Mt 24:31; Mr 13:27; Gv 5:24-29; Rm 8:33; 1Cor 1:2; 15:23; Ef 1:4; Col 3:12; 2Tes 2:13; 2Tim 2:10; Ap 5:10; 17:14; 20:4,6; 22:5).

“Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni.” — Ap 20:6

La Scrittura è meravigliosa, perché è perfetta e non contiene contraddizioni. Le due interpretazioni di kebar enash, messia e santi dell'Altissimo, sono ambedue confermate nelle Scritture Greche!

Detto questo, esiste un altro versetto biblico che descrive il modo in cui il messia verrà, ed è Zac 9:9. Il raffronto tra Dn 7:13 e Zac 9:9 sembra aver causato non pochi problemi ai saggi ebrei, come si capisce anche dalla discussione riportata dal trattato Shanhedrin 98a dal Talmud babilonese, che cito più avanti. Ma ora leggiamo cosa dice Zac 9:9:

“Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme; ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile, in groppa a un asino, sopra un puledro, il piccolo dell'asina.” (NR)

Rashi commenta: “È impossibile interpretare questo versetto come in riferimento ad altro re che non sia il Messia, poiché è affermato: "e il suo regno sarà da mare a mare" [Sl 72:8]. Non troviamo che Israel abbia avuto un tale re durante il periodo del Secondo Tempio.”. Quindi, secondo l'interpretazione ebraica, tale re è il messia. Ma ora vediamo Shanhedrin 98a e poi formuliamo dei ragionamenti:

“R. Alexandri disse: R. Joshua b. Levi ha evidenziato una contraddizione. è scritto, nel suo tempo [verrà il Messia], mentre è scritto anche, Io [il Signore] lo solleciterò! - se ne sono degni, Io lo solleciterò: se non lo sono, [lui verrà] nel tempo dovuto. R. Alexandri disse: R. Joshua ha messo in opposizione due versi: è scritto, Ecco, uno come il figlio d'uomo venne con le nuvole del cielo mentre [altrove] è scritto, [ecco, il re viene a voi . . . ] umilmente, e sulla schiena di un asino! - se sono meritevoli, [lui verrà] con le nuvole del cielo; se no, umilmente sulla schiena di un asino.”

Come possiamo vedere, Rabbi Levi mette in evidenza quella che sembra essere una contraddizione: come può la Scrittura affermare contemporaneamente che il messia viene in gloria (Dn 7:13) e in umiltà ("in groppa d'asino", Zac 9:9)? I saggi, nella discussione, tentano di superare questa contraddizione affermando che se Israel ne è meritevole il messia verrà in gloria, in caso contrario verrà in umiltà. Ma ciò non sembra avere senso, e non supera affatto l'apparente contraddizione. Infatti, se Israel non ne è meritevole, perché mai avrebbe dovuto ricevere il messia, e pure in umiltà col rischio di non riconoscerlo? Se non si è meritevoli di qualcosa, non la si riceve. Inoltre, se una delle due profezie si adempie, ciò escluderebbe l'adempimento dell'altra. Ma, come vedremo in seguito, i saggi forse ci hanno visto giusto, almeno in parte. I saggi, però, sembrano aver tralasciato una terza possibilità: se la Scrittura afferma che il messia sarebbe venuto sia in gloria che in umiltà (e la Scrittura non presenta la venuta del messia come condizionata dal fatto che Israel fosse meritevole o meno), perché non crederle? Perché non sembra possibile che il messia possa venire sia in umiltà che in gloria; eppure la Scrittura dice che entrambe le cose si verificheranno. Qui entrano in gioco i limiti di comprensione umani. Invece, lo stesso messia che è già venuto in umiltà, adempiendo Zac 9:9, verrà anche in gloria, adempiendo Dn 7:13, come lui stesso ha affermato. Se i profeti lo hanno detto, ciò accadrà, altrimenti sarebbero stati falsi profeti (e non lo sono). E se ambedue queste profezie non si realizzano, allora la Scrittura non è veritiera. Il ragionamento dei saggi, dunque, è fallace, non la Scrittura.

Vediamo come si è adempiuta la profezia di Zac 9:9. “Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero a Betfage, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nella borgata che è di fronte a voi; troverete un'asina legata, e un puledro con essa; scioglieteli e conduceteli da me. Se qualcuno vi dice qualcosa, direte che il Signore ne ha bisogno, e subito li manderà». Questo avvenne affinché si adempisse la parola del profeta: «Dite alla figlia di Sion [Gerusalemme]: "Ecco il tuo re viene a te, mansueto e montato sopra un'asina, e un asinello, puledro d'asina"» [Zac 9:9]. I discepoli andarono e fecero come Gesù aveva loro ordinato; condussero l'asina e il puledro, vi misero sopra i loro mantelli e Gesù vi si pose a sedere. La maggior parte della folla stese i mantelli sulla via; altri tagliavano dei rami dagli alberi e li stendevano sulla via. Le folle che precedevano e quelle che seguivano, gridavano: «Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nei luoghi altissimi!»” — Mt 21:4-9

Inutile puntualizzare che quando il messia venne in umiltà Israel non era meritevole, infatti Yeshùa criticò profondamente i farisei, che con le loro tradizioni annullavano la parola di Dio e impedivano ai giudei di conoscere la verità ed entrare nel regno di Dio (Mt 23:13; Mr 7:9; 13; Mt 12:39; Mt 15:3; 6). Israel non era meritevole, era guidato da “guide cieche” (Mt 23:16,24), da “sepolcri imbiancati” (Mt 23:27), e il messia non fu riconosciuto; perché i giudei aspettavano un re potente, mentre lui venne in groppa d'asino. E ciò che era destinato al popolo di Israele, fu dato ai pagani:

“Perciò vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne faccia i frutti.” — Mt 21:43

(Qui c'è un versetto del Tanach che dice la stessa cosa ma non lo trovo. Appena lo trovo lo inserisco). Dunque i saggi avevano ragione ad interpretare i due versetti in quel modo, solo non potevano sapere o non hanno compreso che il messia sarebbe venuto due volte, come afferma la Scrittura: la prima in umiltà, come uomo, la seconda in gloria, simile ad un uomo (ma non più uomo), adempiendo sia Zac 9:9 che Dn 7:13.

Adesso, non ci resta che aspettare che si avveri anche la profezia di Dn 7:13; allora, gli ebrei capiranno che ambedue le profezie erano certe: “Infatti vi dico che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"” (Mt 23:39); e Lc 13:35 aggiunge: “Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta.” (cfr. Gr 6:6-15; 27-30). Il Tempio fu distrutto, quindi simbolicamente Dio si allontanò da Israele; ma solo temporaneamente, perché la promessa che fece al Suo popolo sarà mantenuta.
GEMELLO76
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Re: Gesù: discendenza davidica e ruolo messianico

Messaggio da GEMELLO76 »

Ciao bgaluppi, potresti dirmi dove è possibile consultare i commenti di Rashì che citi spesso?
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Daminagor
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Re: Gesù: discendenza davidica e ruolo messianico

Messaggio da Daminagor »

Grazie Antonio, ci hai dato parecchio su cui riflettere.
Domanda stupida: chi è il vegliardo?
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bgaluppi
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Re: Gesù: discendenza davidica e ruolo messianico

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Jon, giusta osservazione. Anzi, mi aiuti a trovare quel versetto che cerco? È nel Tanach, e dice chiaramente che a chi doveva ricevere sarebbe stato tolto per darlo agli altri.

Daminagor, l'Antico di giorni, o Vegliardo, è Dio. Daniele vide che a quello simile ad un figlio d'uomo fu consentito di arrivare davanti (vicino, esprime il testo) a Dio. E certamente non si arriva a Dio in forma umana. In questa visione è anticipata la risurrezione.
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bgaluppi
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Re: Gesù: discendenza davidica e ruolo messianico

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Gemello, il commento di Rashi (in inglese) lo trovi qui:

http://www.chabad.org/library/bible_cdo ... -Rashi.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
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Daminagor
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Re: Gesù: discendenza davidica e ruolo messianico

Messaggio da Daminagor »

Daminagor, l'Antico di giorni, o Vegliardo, è Dio.
Immaginavo. Però mi sono chiesto come mai viene chiamato in questo modo e non viene chiaramente chiamato con il tetragramma o con uno degli altri appellativi più consueti?
Inoltre, perchè utilizzare un appellativo che da il senso di tempo (vecchiaia, antichità di giorni) per riferirsi a Dio? Lo scrittore doveva sapere che Dio è al di là del tempo e dello spazio.
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bgaluppi
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Re: Gesù: discendenza davidica e ruolo messianico

Messaggio da bgaluppi »

Daminagor, si tratta di linguaggio tipico dello stile apocalittico, in cui tutto è simbolico. Anche in Apocalisse Dio è spesso indicato con raffigurazioni simboliche: “Subito fui rapito dallo Spirito. Ed ecco, un trono era posto nel cielo e sul trono c'era uno seduto. Colui che stava seduto era simile nell'aspetto alla pietra di diaspro e di sardonico; e intorno al trono c'era un arcobaleno che, a vederlo, era simile allo smeraldo.” (4:2,3). Dio “vive nei secoli dei secoli” (Ap 4:9), quindi è "vecchio", "antico di giorni", simbolicamente parlando. Quel linguaggio è per noi, perché capiamo; nella Scrittura si parla spesso di Dio che si pente, si adira... ma Dio né si pente (altrimenti non sarebbe onnipotente ed onnisciente), né si adira; è un linguaggio che esprime sentimenti umani perché noi, tramite i sentimenti, lo possiamo comprendere chiaramente.

Jon, no, neppure quello, ma salterà fuori.
mariarosadel49
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Re: Gesù: discendenza davidica e ruolo messianico

Messaggio da mariarosadel49 »

Buonasera a tutti----- :-)
Vediamo come si è adempiuta la profezia di Zac 9:9. “Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero a Betfage, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nella borgata che è di fronte a voi; troverete un'asina legata, e un puledro con essa; scioglieteli e conduceteli da me. Se qualcuno vi dice qualcosa, direte che il Signore ne ha bisogno, e subito li manderà». Questo avvenne affinché si adempisse la parola del profeta: «Dite alla figlia di Sion [Gerusalemme]: "Ecco il tuo re viene a te, mansueto e montato sopra un'asina, e un asinello, puledro d'asina"» [Zac 9:9]


Bgaluppi per affermare che il Messia venga prima in umiltà e poi in gloria hai riportato uno studio citando Zaccaria 9:9---- :-)

Ora vorrei riportare tutti i versi:

[9]Esulta grandemente figlia di Sion,
giubila, figlia di Gerusalemme!
Ecco, a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso,
umile, cavalca un asino,
un puledro figlio d'asina.
[10]Farà sparire i carri da Efraim
e i cavalli da Gerusalemme,
l'arco di guerra sarà spezzato,
annunzierà la pace alle genti,
il suo dominio sarà da mare a mare
e dal fiume ai confini della terra.


Ammettendo che il passo di Zaccaria profetizzi la prima venuta del Messia....mi sembra chiaro che la profezia stessa non si limita a descrivere in modo umile il suo arrivo----
C'è anche una seconda parte(profetica) che fa parte della stesso contesto---- b-)
Ora forse mi sfugge ma non mi sembra che Gesù abbia adempiuto tale profezia in maniera completa! :-\

Grazie---ogni tanto appaio ;;) :d
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Daminagor
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Re: Gesù: discendenza davidica e ruolo messianico

Messaggio da Daminagor »

Ammettendo che il passo di Zaccaria profetizzi la prima venuta del Messia....mi sembra chiaro che la profezia stessa non si limita a descrivere in modo umile il suo arrivo----
Era esattamente il medesimo dubbio che ho sollevato io, che tutt'ora mi resta. Forse questa "discrepanza" tra l'umile in groppa d'asino e il dominatore da mare a mare, si potrebbe risolvere considerando che il linguaggio è simbolico del passo in questione?
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