Re: Preesistenza, peccato e libero arbitrio
Inviato: lunedì 30 gennaio 2017, 9:56
Mi permetto un esempio, che uso quando qualcuno mi chiede di parlare del peccato e del progetto di Dio per la salvezza.
Quando ho deciso di prendere un gatto, ho dovuto fare delle scelte.
Mettere una gattaiola, per permetterle di entrare e uscire a suo piacimento, o non metterla, e tenere il gatto in casa.
Se la tenevo in casa, la mia gatta sarebbe sempre stata al sicuro, nessun rischio di essere investita, nessun rischio di litigare con altri animali, nessun salto da qualche albero. Una vita agiata e sicura.
Ma in prigione. Avrei avuto un gatto sano, ma che avrebbe guardato fuori dalla finestra per tutta la vita, con un unico desiderio... andare là fuori.
Se decidevo di farla uscire rischiavo. Poteva farsi male, poteva non tornare, poteva essere aggredita. Rischiava di vivere meno. Ma avrebbe avuto la vita che desiderava. Una vera vita da gatto. Poteva cacciare, annusare, fare nuove conoscenze. E alla finestra non ci sarebbe stata.
Io sono terribilmente ansiosa riguardo ai miei animali, sono la mia famiglia, e l'istinto è quello di proteggerli da tutto e tutti. Però prima della mia ansia, viene l'amore. E l'amore mi ha fatto decidere per la seconda strada. La libertà.
Io ho rischiato, sapendo bene quali fossero i rischi. E infatti ho pianto per tutto il tempo, la prima volta che la gatta non è tornata a casa la sera. Mi metto a piangere anche quando alle 10 di sera non è ancora arrivata. Però poi quando la vedo tornare e mi guarda come a dire: Hey umana, sei ancora sveglia a quest'ora? In quel momento, vorrei strangolarla, e invece l'abbraccio!
Però ho sempre pronta la pomata antibiotica, ho sempre pronto del cotone e del disinfettante. Controllo sempre che la batteria della sua gattaiola sia ancora carica. E prima ancora di prendere il gatto, avevo già trovato una clinica veterinaria che fosse aperta 24H su 24, 7 giorni a settimana.
Dio non si è mosso diversamente. Lui ci ha lasciato la libertà. Anche di sbagliare. La libertà di tornare.
E prima ancora di crearci, aveva pensato alla "clinica" ossia Cristo.
Sapeva che prima o poi ci saremmo fatti male, e allora prima ancora di crearci, aveva già pensato a creare una "clinica" per salvarci la vita. Ed ha sempre pronto antibiotico e disinfettante per curare le ferite che ci procuriamo.
Bisogna quindi non confondere il "sapere prima" dal causare. Io posso predirvi con matematica certezza che se chiunque di voi si dovesse avvicinare al mio gatto, lei scapperebbe così velocemente che fareste persino fatica a vederla. E credetemi, non mi sbaglio a riguardo. Ma non sarei io a farla scappare da voi. E' che io la conosco, che so già come reagisce a determinate cose. E quindi posso predirle. Non gliele faccio fare io. Sono sue scelte libere. Ma io le "conosco prima".
Quando ho deciso di prendere un gatto, ho dovuto fare delle scelte.
Mettere una gattaiola, per permetterle di entrare e uscire a suo piacimento, o non metterla, e tenere il gatto in casa.
Se la tenevo in casa, la mia gatta sarebbe sempre stata al sicuro, nessun rischio di essere investita, nessun rischio di litigare con altri animali, nessun salto da qualche albero. Una vita agiata e sicura.
Ma in prigione. Avrei avuto un gatto sano, ma che avrebbe guardato fuori dalla finestra per tutta la vita, con un unico desiderio... andare là fuori.
Se decidevo di farla uscire rischiavo. Poteva farsi male, poteva non tornare, poteva essere aggredita. Rischiava di vivere meno. Ma avrebbe avuto la vita che desiderava. Una vera vita da gatto. Poteva cacciare, annusare, fare nuove conoscenze. E alla finestra non ci sarebbe stata.
Io sono terribilmente ansiosa riguardo ai miei animali, sono la mia famiglia, e l'istinto è quello di proteggerli da tutto e tutti. Però prima della mia ansia, viene l'amore. E l'amore mi ha fatto decidere per la seconda strada. La libertà.
Io ho rischiato, sapendo bene quali fossero i rischi. E infatti ho pianto per tutto il tempo, la prima volta che la gatta non è tornata a casa la sera. Mi metto a piangere anche quando alle 10 di sera non è ancora arrivata. Però poi quando la vedo tornare e mi guarda come a dire: Hey umana, sei ancora sveglia a quest'ora? In quel momento, vorrei strangolarla, e invece l'abbraccio!
Però ho sempre pronta la pomata antibiotica, ho sempre pronto del cotone e del disinfettante. Controllo sempre che la batteria della sua gattaiola sia ancora carica. E prima ancora di prendere il gatto, avevo già trovato una clinica veterinaria che fosse aperta 24H su 24, 7 giorni a settimana.
Dio non si è mosso diversamente. Lui ci ha lasciato la libertà. Anche di sbagliare. La libertà di tornare.
E prima ancora di crearci, aveva pensato alla "clinica" ossia Cristo.
Sapeva che prima o poi ci saremmo fatti male, e allora prima ancora di crearci, aveva già pensato a creare una "clinica" per salvarci la vita. Ed ha sempre pronto antibiotico e disinfettante per curare le ferite che ci procuriamo.
Bisogna quindi non confondere il "sapere prima" dal causare. Io posso predirvi con matematica certezza che se chiunque di voi si dovesse avvicinare al mio gatto, lei scapperebbe così velocemente che fareste persino fatica a vederla. E credetemi, non mi sbaglio a riguardo. Ma non sarei io a farla scappare da voi. E' che io la conosco, che so già come reagisce a determinate cose. E quindi posso predirle. Non gliele faccio fare io. Sono sue scelte libere. Ma io le "conosco prima".