Preesistenza, peccato e libero arbitrio
Inviato: domenica 29 gennaio 2017, 18:56
Sto approfondendo il concetto biblico di preesistenza e ho potuto capire come, nella mentalità ebraica, si intenda qualcosa che preesiste come ciò che è nella "mente" infinita di Dio ma che esisterà quando Egli vorrà porlo in esistenza. Ad esempio la preesistenza dalla Torah presso Dio, prima che fosse "consegnata" all'uomo. Lo stesso per la preesistenza di Gesù, non come essere fisico ma come "progetto" nel pensiero di Dio e che si è concretizzato con la nascita del Cristo, in vista di cui tutto è stato creato. Spero, fin qui, di non aver mal interpretato gli insegnamenti.
Da quanto ho potuto apprendere, la scrittura delinea il nostro mondo come un'immagine, un ombra di ciò che esiste in cielo (o presso Dio?). Come a dire che ogni cosa che esiste, è esistita ed esisterà, sia in qualche modo già presente, esattamente come 'è, nella mente di Dio fin da prima dalla creazione dell'universo e che non ci fosse e non ci sarà altro modo in cui ogni cosa possa verificarsi se non come Dio ha pianificato sin dal principio di tutto. Ebbene, sorgono due interrogativi:
1) Se tutto ciò che è successo dal primo secondo di esistenza del mondo (e dell'uomo) è esattamente l'immagine immutabile di ciò che era già nel pensiero di Dio, possiamo davvero parlare di libero arbitrio umano? Se noi siamo parte della creazione e rispondiamo alle leggi dell'universo esattamente come ogni altro corpo, siamo anche noi una rappresentazione, una concretizzazione dell'immenso pensiero divino che presso Lui esisteva già esattamente così come poi si manifesta nella nostra realtà, noi decidiamo davvero qualcosa? O le nostre scelte non sono davvero nostre, come fossimo attori che recitano una parte senza saperlo ma non fanno altro che seguire inconsapevolmente un copione che dona loro l'illusione di poter scegliere cosa dire o fare?
2) Tenendo presenti le riflessioni precedenti, passo al discorso sul male e mi collego alla venuta di Cristo. Se Yeshua era già presente nella mente di Dio sin dal principio e se Egli ha creato ogni cosa "in vista" della venuta del Suo Figlio, significa che sin dal principio era previsto che ci fosse bisogno di un Salvatore. Cioè, ancora prima che qualunque cosa venisse ad esistere nell'universo, ancora prima che l'uomo esistesse e avesse la possibilità di scegliere se peccare oppure no, Dio non solo aveva già pianificato il mondo, ma aveva già pianificato che il peccato umano (che non esisteva nemmeno ancora nella realtà) avrebbe portato gli uomini ad avere bisogno di Yeshua, che avrà un ruolo fondamentale nella fine dei tempi e nella salvezza degli uomini. Ora mi viene spontaneo dedurre che il male, il peccato, la debolezza umana e tutte le loro conseguenze, siano state "progettate" da Dio esattamente come sono e che sono la concretizzazione del Suo pensiero, senza lasciare a noi grande scelta. Quindi Dio ha posto in essere il peccato e il male, così come ha posto in essere migliaia di anni di atroci sofferenze umane, perchè così erano già nella Sua mente? Se così non fosse, dovremmo allora negare che ogni cosa accade per Suo volere (o per sua permissione), il che sarebbe in contrasto con quanto la Scrittura (nella manifestazione della mentalità ebraica) afferma chiaramente. Abbiamo davvero mai avuto la possibilità di essere perfetti?
Perchè "avere in mente" un Salvatore per qualcuno che ancora non è stato nemmeno creato e non ha ancora nemmeno avuto l'opportunità di scegliere cosa fare della propria esistenza?
Da quanto ho potuto apprendere, la scrittura delinea il nostro mondo come un'immagine, un ombra di ciò che esiste in cielo (o presso Dio?). Come a dire che ogni cosa che esiste, è esistita ed esisterà, sia in qualche modo già presente, esattamente come 'è, nella mente di Dio fin da prima dalla creazione dell'universo e che non ci fosse e non ci sarà altro modo in cui ogni cosa possa verificarsi se non come Dio ha pianificato sin dal principio di tutto. Ebbene, sorgono due interrogativi:
1) Se tutto ciò che è successo dal primo secondo di esistenza del mondo (e dell'uomo) è esattamente l'immagine immutabile di ciò che era già nel pensiero di Dio, possiamo davvero parlare di libero arbitrio umano? Se noi siamo parte della creazione e rispondiamo alle leggi dell'universo esattamente come ogni altro corpo, siamo anche noi una rappresentazione, una concretizzazione dell'immenso pensiero divino che presso Lui esisteva già esattamente così come poi si manifesta nella nostra realtà, noi decidiamo davvero qualcosa? O le nostre scelte non sono davvero nostre, come fossimo attori che recitano una parte senza saperlo ma non fanno altro che seguire inconsapevolmente un copione che dona loro l'illusione di poter scegliere cosa dire o fare?
2) Tenendo presenti le riflessioni precedenti, passo al discorso sul male e mi collego alla venuta di Cristo. Se Yeshua era già presente nella mente di Dio sin dal principio e se Egli ha creato ogni cosa "in vista" della venuta del Suo Figlio, significa che sin dal principio era previsto che ci fosse bisogno di un Salvatore. Cioè, ancora prima che qualunque cosa venisse ad esistere nell'universo, ancora prima che l'uomo esistesse e avesse la possibilità di scegliere se peccare oppure no, Dio non solo aveva già pianificato il mondo, ma aveva già pianificato che il peccato umano (che non esisteva nemmeno ancora nella realtà) avrebbe portato gli uomini ad avere bisogno di Yeshua, che avrà un ruolo fondamentale nella fine dei tempi e nella salvezza degli uomini. Ora mi viene spontaneo dedurre che il male, il peccato, la debolezza umana e tutte le loro conseguenze, siano state "progettate" da Dio esattamente come sono e che sono la concretizzazione del Suo pensiero, senza lasciare a noi grande scelta. Quindi Dio ha posto in essere il peccato e il male, così come ha posto in essere migliaia di anni di atroci sofferenze umane, perchè così erano già nella Sua mente? Se così non fosse, dovremmo allora negare che ogni cosa accade per Suo volere (o per sua permissione), il che sarebbe in contrasto con quanto la Scrittura (nella manifestazione della mentalità ebraica) afferma chiaramente. Abbiamo davvero mai avuto la possibilità di essere perfetti?
Perchè "avere in mente" un Salvatore per qualcuno che ancora non è stato nemmeno creato e non ha ancora nemmeno avuto l'opportunità di scegliere cosa fare della propria esistenza?