Preesistenza, peccato e libero arbitrio

Liberty
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Re: Preesistenza, peccato e libero arbitrio

Messaggio da Liberty »

Ho scoperto il punto di vista orientale (asiatico/indiano) sulla creazione ed è interessante fare un confronto con alcune scritture.
Accenno alla tradizione orientale: Nella loro grande osservazione della creazione, gli orientali sono giunti alla conclusione che un essere supremo e superiore (a volte chiamato Ohm) abbia creato tutto. la distinzione tra il creatore e la creazione è questa: il creatore è un essere composto da una sola unità. Egli è Uno. Mentre tutta la creazione è formata dalla dualità. Questa dualità è osservabile e quantificabile attraverso il concetto di yin e di yang. Ogni cosa è composta sia da elementi yin che elementi yang.

Veniamo al dunque. Quando Dio dice "creiamo l'uomo a nostra immagine". Potrebbe essere che la somiglianza con Dio stava nell'essere una forma di vita unica (nel senso di unità) e non una forma duale. Così si apre una prospettiva: l'uomo non rientrava nel ciclo tipico della natura nascita-morte-rinascita. Ma ne era al di sopra e questo lo rendeva simile a Dio e la sua vita non avrebbe avuto un termine.
Arriva il divieto di mangiare dell albero della conoscenza del bene e del male.
quest’albero propone a chi lo mangia di ottenere una dualità che evidentemente non esisteva prima.
dopo avere mangiato del frutto proibito, l'uomo perde la sua qualità di Unità e rientra nella dualità come il resto del creato e si assoggetta agli stessi cicli biologici della natura di cui nascita-morte-rinascita

Riacquistare l’Unità perduta

Ma nel giardino dell’Eden, ovvero nel paradiso perduto, vi era anche l’Albero della Vita.
Purtroppo non ci sono tantissime informazioni al riguardo, ma alcuni dettagli interessanti.

Il primo riferimento all’Albero della Vita si trova in Genesi 3:22.
Dopo che l’uomo mangia del frutto proibito, viene scacciato dall’Eden e si legge: “Dio disse allora: <<Ecco l’uomo è divenuto simile a uno di noi conoscendo il bene e il male (altre traduzioni rendono <<Ecco l’uomo si è eretto a giudice del bene e del male>>)) e ora perché non stenda la mano e realmente prenda anche del frutto dell’albero della vita a mangi e viva a tempo indefinito…>> Allora Dio lo mandò fuori del giardino di Eden.”

In altre parole, vi era un albero che concedeva la vita, la vita eterna. Per fare questo, doveva in qualche modo mantenere (opppure riportare) l'uomo nella sua condizione originaria.

Dopo il riferimento di Genesi 3:22, non ci sono più accenni all’albero di vita senonché nell’ultimo capitolo dell’ultimo libro biblico.
Apocalisse 22: 1,2 spiega: “Ed egli [Dio] mi mostrò un fiume d’acqua di vita, chiaro come cristallo, che usciva dal trono di Dio e dell’Agnello in mezzo alla sua ampia via. E al di qua e al di là del fiume c’erano alberi di vita che producevano dodici raccolti di frutta, dando i loro frutti ogni mese. E le foglie degli alberi erano per la guarigione delle nazioni.”

Al di là dell’aspetto simbolico o meno di questa descrizione, l’idea che viene veicolata è che gli “alberi di vita” sono del tutto particolari: hanno dodici stagioni fruttifere.In altri termini, non rientrano nel ciclo di nascita-morte-rinascita!! In effetti non muoiono e producono di continuo. E, guarda caso, le loro foglie servono per la “guarigione” dell’umanità. Chissà...Renderanno all’umanità ciò che aveva posseduto per un breve tempo: un ciclo di vita diverso da quello che conosciamo oggi e la prospettiva di vivere per sempre, tornando ad essere a immagine di Dio.
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bgaluppi
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Re: Preesistenza, peccato e libero arbitrio

Messaggio da bgaluppi »

Interessantissime considerazioni, Liberty.
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Daminagor
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Re: Preesistenza, peccato e libero arbitrio

Messaggio da Daminagor »

Grazie Liberty per la tua interessante esposizione.

L'albero della vita è nominato anche in Ap 22 : 1 Poi mi mostrò il fiume dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che procedeva dal trono di Dio e dell’Agnello. 2 In mezzo alla piazza della città e d’ambo i lati del fiume stava l’albero della vita che dà dodici raccolti, e porta il suo frutto ogni mese; e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni.

Ho letto che qualcuno identifica l'albero della vita come simbolo di Gesù venuto per darci la vita eterna. Qui mi domando, è possibile che sia così? Eppure nel passo sopra citato, si parla del trono di Dio e dell'Agnello, quindi faccio fatica a pensare che si parli di Gesù in maniera ridondante nello stesso verso. Voi cosa ne pensate?
Inoltre, mi chiedevo: se adamo ed eva non ricevettero il divieto di mangiare i frutti dell'albero della vita, possiamo pensare che non ne avessero bisogno in quanto esseri immortali? Ma se non ne avevano bisogno perchè già puri ed immortali, che senso o funzione ha quell'albero in eden? Perchè Dio si prodiga subito per impedire che dopo il peccato possano mangiare anche dell'albero della vita? Se impedisce loro di farlo forse non era stato messo lì per redimere il peccato e restituire l'ormai perduta immortalità di adamo ed eva, quindi oso escludere che avesse una funzione salvifica (altrimenti perchè impedirgli di mangiarne?). Quindi torno a chiedermi...questo albero della vita a cosa serve (o è servito) all'interno della narrazione di Genesi?
Liberty
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Re: Preesistenza, peccato e libero arbitrio

Messaggio da Liberty »

Provo un ipotesi: la prima coppia non era immortale. Aveva il dono della vita eterna. L'immortalità non ha condizioni mentre la vita eterna sí.
L'albero della vita forse offre l'immortalità. (Vedi Ap 2:7,11).
Era già presente nell Eden ma quale fosse il suo scopo non si è potuto scoprire perché il peccato subentró prima che ne fosse mostrato l'uso.

Cambio argomento: rispetto all essere creati a immagine di Dio.
C'è una altra somiglianza che ci avvicina assolutamente a Dio. E sono stata sorpresa di leggere la traduzione più accurata : "creatori di mondi". Noi (anzi il nostro cervello unito al nostro spirito o energia vitale) abbiamo la facoltà di creare. Ovvio non la materia. (Ci vuole tanta energia per creare materia). Se volete leggete qualcosina sulla Legge di attrazione. Proiettiamo nella vita i nostri pensieri più profondi. E abbiamo la facoltà di attrare le circostanze giuste e tante altre cose. ma il più delle volte le cose sbagliate. Un esempio e poi chiudo:
Ognuno di noi una volta nella vita avrà pensato:
"Spero di non essere interrogato sulla A perché ho studiato a fondo dalla B alla Z."
Si, siamo stati tutti interrogati sulla A.
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bgaluppi
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Re: Preesistenza, peccato e libero arbitrio

Messaggio da bgaluppi »

Giustissimo, Liberty. E la fisica quantistica sta ora iniziando ad esplorare e scoprire cosa significa che l'albero della conoscenza del bene e del male ci abbia resi "creatori di mondi". :-)
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Daminagor
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Re: Preesistenza, peccato e libero arbitrio

Messaggio da Daminagor »

Mi sono perso... cosa centra la quantistica?
Liberty
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Re: Preesistenza, peccato e libero arbitrio

Messaggio da Liberty »

Perché la quantistica sta svelando ciò che altre culture conoscono da sempre: ovvero (detta in parole moooolto povere) :

L'intenzione crea l'opportunità.
(E' un concetto diverso dal quale noi occidentali siamo abituati: noi diciamo è l'occasione che fa l'uomo ladro ma sarebbe più corretto dire è l'uomo ladro che crea l'occasione)

Peró Bgaluppi, rileggendo meglio il tuo commento questa capacità l'avremmo ereditata dopo il peccato...mumble mumble..interessante.
Difatti è una vera seccatura
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bgaluppi
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Re: Preesistenza, peccato e libero arbitrio

Messaggio da bgaluppi »

Si, ma siamo divenuti i creatori dei "nostri" mondi, perdendo l'oggettività.
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Harlock
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Re: Preesistenza, peccato e libero arbitrio

Messaggio da Harlock »

Veramente prima di parlare di fisica quantistica (oramai ridotta ad una forma di spiritualità nell'immaginario collettivo) sarebbe bene cominciare a studiare quella tradizionale per poi rendersi contro delle immani castronate che si leggono in giro :D

Per una piccola infarinatura : http://www.scienzaeconoscenza.it/blog/m ... o-semplice" onclick="window.open(this.href);return false;
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bgaluppi
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Re: Preesistenza, peccato e libero arbitrio

Messaggio da bgaluppi »

Liberty, non è tanto una capacità acquisita, ma la perdita di uno stato superiore. Il divenire creatori di mondi, "come gli angeli", è una frase che proviene dal serpente, lo yetzer ra, l'istinto cattivo:

“Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».” (3:4,5)

"Dio sa", perché Lui ha mangiato del frutto dell'albero e ha creato il mondo (Gen. Rabbah 19:4). Mangiandone, diventerete creatori di mondi, cioè come Dio. Ma questa, ovviamente, non è affatto la verità.

“La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò.” (3:6)

"La donna osservò", perché fu convinta dalle parole del serpente, e gli credette; "l'albero era buono", era "bello da vedere", era "desiderabile". Qui entra in gioco il desiderio, che porta alla perdita dello stato oggettivo; bene e male diventano "ciò che è bene o male per me, che può non essere lo stesso per te.".
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