Re: Atti 20:7
Inviato: lunedì 21 novembre 2016, 12:12
Grazie Gioab, ma ti garantisco che la mia preparazione non è così notevole come sembra. Spesso arrivo a capire certe cose facendo uso non della tanto della conoscenza (che un minimo è necessaria ), ma piuttosto del ragionamento. Riguardo all'interpretazione che suggerisci tu, non mi convince perché, applicando un po' di conoscenza e un ragionamento logico, non torna. Vediamo.
Leggendo "la sera, al calar del sole" estrapolato dal contesto, noi occidentali comprendiamo subito "al tramonto"; ma l'ebreo biblico no, perché ha una concezione molto più complessa della nostra riguardo a giorno/notte, luce/tenebra, etc..
Il giorno biblico è suddiviso in diverse parti, che hanno caratteristiche di oscurità, oscurità parziale, luce e luce parziale. Possono essere tutte identificate già in Gn 1:5: luce (ebraico or, greco φῶς, fos), tenebre (ebraico khòshech, greco σκότος, skòtos), mattino (ebraico bòqer, greco πρωί, proì), dì (ebraico yòm, greco ἡμέρα, emèra), sera (ebraico èrev, greco ἑσπέρα, espèra), notte (ebraico làyla, greco νύξ, nΰcs). I due crepuscoli, del mattino e della sera, sono chiamati anche "tenebre del mattino" (Sl 119:147) e "tenebre della sera" (2Re 7:5,7). Il termine giorno può significare il periodo di luce solare, il giorno settimanale intero di 24 ore o può essere inteso anche come "il momento in cui"; la differenza la si capisce dal contesto.
Tornando a Dt 16:6, applichiamo adesso la logica. In tuo onore, uso la TNM: “Ma nel luogo che Geova tuo Dio sceglierà per farvi risiedere il suo nome devi sacrificare la pasqua, la sera, appena sarà tramontato il sole, al tempo fissato della tua uscita dall’Egitto”. Ad una prima lettura, sembra che il testo indichi un solo momento temporale:
“la sera, appena sarà tramontato il sole, al tempo fissato della tua uscita dall'Egitto”.
Ma se lo scomponiamo, vediamo subito che c'è qualcosa che non torna:
1. “la sera”
2. “appena sarà tramontato il sole”
3. “al tempo fissato della tua uscita dall'Egitto”
1 e 2 possono aver senso, ad una prima lettura, ma 1 e 3 creano un problema: il tempo fissato per l'uscita non fu la sera, ma la notte fonda. Anche 2 e 3 creano lo stesso problema. Vediamo dunque come andarono le cose.
Al v. 29 di Es 12 è scritto che “A mezzanotte, il Signore colpì tutti i primogeniti nel paese d'Egitto”, quindi a mezzanotte il popolo di Israel non era ancora partito; ai vv. 31 e 32 Dio li invita finalmente a partire: “Levatevi, uscite di mezzo al mio popolo, voi e gli [altri] figli d’Israele, e andate, servite Geova, proprio come avete dichiarato. Prendete sia i vostri greggi che le vostre mandrie, proprio come avete dichiarato, e andate.”. Quindi, quello fu il tempo stabilito per la partenza, dopo la mezzanotte e di notte. L'agnello era già stato immolato, mangiato e bruciato, come da ordine divino. Inutile rimarcare che le indicazioni temporali di Dt 16:6 sul sacrificio non possono essere ricondotte ad un singolo momento, ma devono essere suddivise.
“E si deve custodire presso di voi fino al quattordicesimo giorno di questo mese, e l’intera congregazione dell’assemblea d’Israele la deve scannare fra le due sere.” (Es 12:6, TNM) L'ebraico ha בין הערבים , che ben traduce la TNM con "tra le due sere".
Ora osserva. Qui l'ebraico parla dello scannamento: וְשָׁחֲט֣וּ . Se andiamo a Dt 16:6, invece, si parla di sacrificio (תִּזְבַּ֥ח), che prevede lo scannamento ma non solo. Come puoi ben vedere, i termini sono diversi. Io credo che in Dt 16:6 il sacrificio è da intendersi non solo come scannamento, ma come l'intero rituale, che prevede scannamento, pasto e consumazione tramite fuoco. Questo è il sacrificio, ed è per questo che Dt indica i tre momenti diversi. Allora, tutto torna perfettamente. Quindi, abbiamo:
1. בֵּ֥ין הָעַרְבָּֽיִם tra le due sere, scannamento
2. כְּבֹ֣וא הַשֶּׁ֔מֶשׁ al tramonto, ossia dopo il tramonto del sole con l'arrivo dell'oscurità (בָ֣א הַשֶּׁ֔מֶשׁ Gen 28:11, consumazione del pasto, che va avanti nella notte, cena pasquale)
3. מֹועֵ֖ד צֵֽאתְךָ֥ מִמִּצְרָֽיִם al tempo in cui uscisti dall'Egitto, consumazione con fuoco dei resti prima della partenza
“E devono mangiare la carne quella notte [...] E non ne dovete lasciare nulla fino al mattino, ma ciò che ne resta fino al mattino dovete bruciarlo col fuoco. E lo dovete mangiare in questo modo, con i fianchi cinti, i sandali ai piedi e il vostro bastone in mano” (Es 12:8,10,11). L'ebraico ha בַּלַּ֣יְלָה , ballailah, "in notte", ossia quando è buio.
Inoltre, oltre ai dettagli testuali, dobbiamo considerare le tempistiche necessarie al rito. L'agnello doveva essere scannato e preparato, ed era un agnello intero, con le interiora e senza ossa spezzate, il che prevedeva un certo tempo di cottura. Non potevano fare tutto dopo il tamonto, per ovvi motivi pratici. Dopo il tramonto, col sopraggiungere dell'oscurità, dovevano iniziare a mangiarlo e quindi doveva essere cotto prima. Quindi, "tra le due sere" non può riferirsi allo spazio temporale tra il tramonto e il sopraggiungere dell'oscurità.
Per questo, analizzando in profondità, la logica mi spinge ad accettare l'interpretazione di Rashi.
Leggendo "la sera, al calar del sole" estrapolato dal contesto, noi occidentali comprendiamo subito "al tramonto"; ma l'ebreo biblico no, perché ha una concezione molto più complessa della nostra riguardo a giorno/notte, luce/tenebra, etc..
Il giorno biblico è suddiviso in diverse parti, che hanno caratteristiche di oscurità, oscurità parziale, luce e luce parziale. Possono essere tutte identificate già in Gn 1:5: luce (ebraico or, greco φῶς, fos), tenebre (ebraico khòshech, greco σκότος, skòtos), mattino (ebraico bòqer, greco πρωί, proì), dì (ebraico yòm, greco ἡμέρα, emèra), sera (ebraico èrev, greco ἑσπέρα, espèra), notte (ebraico làyla, greco νύξ, nΰcs). I due crepuscoli, del mattino e della sera, sono chiamati anche "tenebre del mattino" (Sl 119:147) e "tenebre della sera" (2Re 7:5,7). Il termine giorno può significare il periodo di luce solare, il giorno settimanale intero di 24 ore o può essere inteso anche come "il momento in cui"; la differenza la si capisce dal contesto.
Tornando a Dt 16:6, applichiamo adesso la logica. In tuo onore, uso la TNM: “Ma nel luogo che Geova tuo Dio sceglierà per farvi risiedere il suo nome devi sacrificare la pasqua, la sera, appena sarà tramontato il sole, al tempo fissato della tua uscita dall’Egitto”. Ad una prima lettura, sembra che il testo indichi un solo momento temporale:
“la sera, appena sarà tramontato il sole, al tempo fissato della tua uscita dall'Egitto”.
Ma se lo scomponiamo, vediamo subito che c'è qualcosa che non torna:
1. “la sera”
2. “appena sarà tramontato il sole”
3. “al tempo fissato della tua uscita dall'Egitto”
1 e 2 possono aver senso, ad una prima lettura, ma 1 e 3 creano un problema: il tempo fissato per l'uscita non fu la sera, ma la notte fonda. Anche 2 e 3 creano lo stesso problema. Vediamo dunque come andarono le cose.
Al v. 29 di Es 12 è scritto che “A mezzanotte, il Signore colpì tutti i primogeniti nel paese d'Egitto”, quindi a mezzanotte il popolo di Israel non era ancora partito; ai vv. 31 e 32 Dio li invita finalmente a partire: “Levatevi, uscite di mezzo al mio popolo, voi e gli [altri] figli d’Israele, e andate, servite Geova, proprio come avete dichiarato. Prendete sia i vostri greggi che le vostre mandrie, proprio come avete dichiarato, e andate.”. Quindi, quello fu il tempo stabilito per la partenza, dopo la mezzanotte e di notte. L'agnello era già stato immolato, mangiato e bruciato, come da ordine divino. Inutile rimarcare che le indicazioni temporali di Dt 16:6 sul sacrificio non possono essere ricondotte ad un singolo momento, ma devono essere suddivise.
“E si deve custodire presso di voi fino al quattordicesimo giorno di questo mese, e l’intera congregazione dell’assemblea d’Israele la deve scannare fra le due sere.” (Es 12:6, TNM) L'ebraico ha בין הערבים , che ben traduce la TNM con "tra le due sere".
Ora osserva. Qui l'ebraico parla dello scannamento: וְשָׁחֲט֣וּ . Se andiamo a Dt 16:6, invece, si parla di sacrificio (תִּזְבַּ֥ח), che prevede lo scannamento ma non solo. Come puoi ben vedere, i termini sono diversi. Io credo che in Dt 16:6 il sacrificio è da intendersi non solo come scannamento, ma come l'intero rituale, che prevede scannamento, pasto e consumazione tramite fuoco. Questo è il sacrificio, ed è per questo che Dt indica i tre momenti diversi. Allora, tutto torna perfettamente. Quindi, abbiamo:
1. בֵּ֥ין הָעַרְבָּֽיִם tra le due sere, scannamento
2. כְּבֹ֣וא הַשֶּׁ֔מֶשׁ al tramonto, ossia dopo il tramonto del sole con l'arrivo dell'oscurità (בָ֣א הַשֶּׁ֔מֶשׁ Gen 28:11, consumazione del pasto, che va avanti nella notte, cena pasquale)
3. מֹועֵ֖ד צֵֽאתְךָ֥ מִמִּצְרָֽיִם al tempo in cui uscisti dall'Egitto, consumazione con fuoco dei resti prima della partenza
“E devono mangiare la carne quella notte [...] E non ne dovete lasciare nulla fino al mattino, ma ciò che ne resta fino al mattino dovete bruciarlo col fuoco. E lo dovete mangiare in questo modo, con i fianchi cinti, i sandali ai piedi e il vostro bastone in mano” (Es 12:8,10,11). L'ebraico ha בַּלַּ֣יְלָה , ballailah, "in notte", ossia quando è buio.
Inoltre, oltre ai dettagli testuali, dobbiamo considerare le tempistiche necessarie al rito. L'agnello doveva essere scannato e preparato, ed era un agnello intero, con le interiora e senza ossa spezzate, il che prevedeva un certo tempo di cottura. Non potevano fare tutto dopo il tamonto, per ovvi motivi pratici. Dopo il tramonto, col sopraggiungere dell'oscurità, dovevano iniziare a mangiarlo e quindi doveva essere cotto prima. Quindi, "tra le due sere" non può riferirsi allo spazio temporale tra il tramonto e il sopraggiungere dell'oscurità.
Per questo, analizzando in profondità, la logica mi spinge ad accettare l'interpretazione di Rashi.