L'ispirazione nelle Scritture

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Michele
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Re: Interventi OT salvati

Messaggio da Michele »

Io sono dell'idea che uno scritto ispirato possa trascendere i normali mezzi di comprensione. Cioè, anche Dante che di ispirato non aveva nulla, parla da solo a più livelli di comprensione. Certamente non tutti conoscono il linguaggio dei Fedeli d'Amore, tuttavia certi passi del suo scritto sono comprensibili anche agli analfabeti.
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Michele
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da Michele »

Evidentemente all'ultlimo intervento di Antonio ha già risposto Antonio LT, il quale dice giustamente che Gesù è la vera Rivelazione del Padre.
Prima di Gesù, l'Antico Testamento (escluso alcuni libri davvero profetici) rappresenta il riassunto rivisto e corretto di una storia ebraica che poi è assurta a storia religiosa monoteista. Cioè, i fatti di Abramo, Isacco, Giacobbe ecc, sono realmente accaduti (anche se la storia dei Re è un altro discorso) e nessuno vuole mettere in discussione questo. Però io non mi degnerei di equiparare la storia di un popolo alla vera rivelazione di Gesù. Gli ebrei sono cresciuti tanto e da popolo credente, dediti alle violenze e barbarie in nome di Dio, sono arrivati al concetto più alto di Dio monoteistico in un'epoca in cui non esisteva una religione del genere. Gli ebrei hanno scoperto il Dio assoluto e non quello legato a quella o a quell'altra tribù. Non sono stati sempre fedeli a Dio, ma sono cresciuti. Gesù però è un altro discorso, e il fatto che non venne riconosciuto la dice lunga anche su quel loro percorso religioso. Cresciuti si, ma non tanto per riconoscere il vero autore della Rivelazione del Padre. Non è mai troppo tardi però
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bgaluppi
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Re: Interventi OT salvati

Messaggio da bgaluppi »

E infatti le parole dei profeti venivano comprese facilmente da quelli che parlavano la stessa lingua e utilizzavano lo stesso linguaggio espressivo. Il profeta ispirato non ripete parole "divine" come un automa privo di coscienza, ma le comunica utilizzando i suoi mezzi espressivi. Cioè, non è semplicemente un altoparlante che riproduce la voce di Dio. Dio ispira il profeta, che si esprime secondo le sue capacità. Dio parla per bocca di uomini, cioè uomini parlano per conto di Dio. Per questo, lo stile dei vari profeti è molto diverso: Isaia era un uomo colto, e si esprime in modo forbito; Amos era un bovaro, e si esprime in modo semplice. Non è Dio stesso che una volta parla come un intellettuale e una volta come un allevatore. La parola di Dio è stata trasmessa dai profeti secondo le capacità espressive di ognuno di loro.

Facciamo un esempio con un versetto che ho imparato di recente:

“il saggio ha il cuore alla sua destra, ma lo stolto l'ha alla sua sinistra” — Ec 10:2

L'ebreo del tempo comprendeva benissimo queste parole, siamo noi che non le comprendiamo perché siamo occidentali che vivono in una cultura diversa a distanza di piú di 2000 anni. Allora, come possiamo fare per capire cosa significa questo versetto?

Con Dante la stessa cosa. Mi ricordo, al liceo, che spesso provavo a leggerlo senza studiare, e spesso capivo, ma altre volte prendevo cantonate.
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bgaluppi
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da bgaluppi »

Non la vera rivelazione, presupponendo che quella degli altri profeti non lo fosse. Il culmine della rivelazione, l'apice. Rivisto e corretto? Da chi, esattamente?

Michele, Antonio, qual'è la differenza tra ispirazione e rivelazione?
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Michele
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da Michele »

non capisco cosa vuoi dire Antonio, ma ti posso dare una spiegazione sulla differenza tra ispirazione e rivelazione. Ma non quella cui sei abituato a leggere nei tuoi studi.
Essere ispirati può significare che si scriva sotto l'influsso non ben specificato, ma relativo a Dio. Senza scendere troppo nei dettagli.
Rivelazione è invece l'esposizione di certi fatti reali, così come sono stati "appresi" e "conosciuti", attraverso un meccanismo molto più diretto di quello dell'ispirazione. Insomma Gesù rivela Dio. Un profeta, parla a nome di Dio, ma con la sua personalità.
Antonio LT
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da Antonio LT »

Bella domanda.....la risposta di Michele mi sembra soddisfacente...
La rivelazione può essere anche concepita come una conoscenza appunto....Yeshua ha fatto conoscere Dio...ciò che realmente desidera!
Non so l ispirazione sembra invece essere più un tentativo....limitato...di conoscenza da parte dell uomo di Dio per gli altri.... :-??
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bgaluppi
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da bgaluppi »

Il termine ispirazione deriva dal latino inspirare, composto dalla particella in (dentro, sopra) e dal verbo spirare (soffiare). Propriamente, il termine ispirare significa quindi “soffiare dentro”. In termini biblici, l'ispirazione è il “soffio di Dio”, che spinge l'uomo a parlare in Sua vece. In greco è θεόπνευστος (theòpneustos), composto da “Dio” (θεός, theòs) e “spirito” (πνεῦμα, pnéuma), ovvero “soffio divino”.

Mentre il termine ispirazione, come già esposto, rappresenta il “soffio divino” attraverso il quale Dio comunica all'uomo e gli consente di parlare e scrivere in Sua vece, il termine rivelazione indica propriamente la manifestazione di ciò che è nascosto, che l'uomo non è in grado di conoscere da solo. Rivelare origina dal latino revelare, composto da re (dietro, indietro) e velare, da velum (velo, cortina), e significa “tirare indietro (togliere) il velo”, “svelare”, “scoprire”. Si tratta del venire a conoscere ciò che prima non era conosciuto.

In base a queste definizioni, bisogna capire la differenza tra i due termini, in termini generali e biblici. Se non si comprende bene questa differenza è difficile parlare della Scrittura.
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Michele
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da Michele »

Trovo una discordanza in ciò che scrivi Antonio.
Se nell'ispirazione (cito le tue parole) “soffio di Dio”, che spinge l'uomo a parlare in Sua vece.
Si capisce che Dio spinge a parlare un uomo.
Poi prosegui e dici che la rivelazione è: Si tratta del venire a conoscere ciò che prima non era conosciuto.
Fin qui nulla da obiettare, abbastanza simile a quanto ho scritto sopra.
Ma mi sorge un dubbio, ma Dio non può spingere a rivelare in sua vece?
E se così fosse, ogni differenza tra ispirazione e rivelazione cadrebbe. Si tratterebbe unicamente di modalità diverse.
Quanto dico io invece è che la rivelazione, o chi parla per rivelazione è colui che è stato così vicino al "rivelatore", che egli stesso è molto più che un uomo.
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Michele
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da Michele »

Esempio: la parola di Dio (se vogliamo) è sempre e comunque rivelazione, se essa è intesa alla maniera dello studio biblico.
Anche quindi, parlare in vece di Dio è sempre un rivelare.
Non avrebbe senso fare distinzioni su termini che si equivalgono.
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Gianni
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Re: Contraddizioni bibliche

Messaggio da Gianni »

I termini non si equivalgono affatto. Faccio due esempi biblici.
Luca era ispirato ovvero scrisse guidato dal santo spirito di Dio; infatti egli fece accurate ricerche e ascoltò i testimoni prima di scrivere il suo Vangelo. Ma non gli fu rivelato nulla.
Dio invece rivelò a volte a Paolo, facendogli conoscere ciò che era nascosto. Di certo Dio rivelò anche a Giovanni la sua Apocalisse.
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