Le traduzioni della Bibbia
Inviato: domenica 14 agosto 2016, 11:05
Recentemente si è discusso qui di traduzioni bibliche. Premesso che la Bibbia vera è una sola, quella dei testi originali, a volte capita che qualcuno domandi qual è la versione biblica migliore, ovvero quale presenti la migliore traduzione.
Quando lo domandano a me, non indico mai una particolare traduzione, ma rispondo che tutte le traduzioni sono buone; aggiungo però che è bene averne a disposizione diverse e confrontarle, e che quando sorgono dubbi è bene – se non si conoscono le lingue bibliche – consultare una traduzione interlineare. In una interlineare, infatti, il traduttore deve necessariamente scrivere una parola italiana sotto ciascuna parola (ebraica, aramaica o greca che sia) del testo biblico originale.
Ribadendo che tutte le traduzioni sono buone, apro questa nuova cartella per permettere a chi vuole di proporre passi biblici sulla cui traduzione ha dei dubbi. Se Stefanotus ci legge ancora, invito anche lui a partecipare, ovviamente.
Inizio io con Ef 1:2, così tradotto da NR: “Grazia a voi e pace da Dio, nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo”.
Così anche TNM: “Da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo”. Allo stesso modo CEI: “Da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo”.
Sono corrette queste traduzioni?
Il testo originale greco ha
ἀπὸ θεοῦ πατρὸς ἡμῶν καὶ κυρίου Ἰησοῦ Χριστοῦ
apò theù patròs emòn kài kürìu Iesù christù
da Dio padre di noi e di signore Yeshùa consacrato
La particella ἀπὸ (apò), “da” regge il genitivo (= “di”), perciò in greco abbiamo, letteralmente, “da di Dio” e in italiano traduciamo correttamente “da Dio”. “Padre” è retto sempre da quell’apò, quindi abbiamo letteralmente in greco “da di Dio di padre” (“Dio” e “padre” sono al genitivo, richiesto da apò), e in italiano traduciamo correttamente “da Dio padre”. Segue quindi l’aggettivo “di noi” (ἡμῶν, emòn), riferito a Dio. Fin qui abbiamo: “Da Dio padre di noi”. A questo punto Paolo aggiunge qualcuno, per cui mette la congiunzione “e” (καὶ, kài). Ora viene l’interessante: κυρίου (kürìu), “di signore”, al genitivo. Si potrebbe pensare che il genitivo “di” sia sempre retto da quell’iniziale apò (ἀπὸ). Ma se fosse invece un genitivo dipendente da πατρὸς (patròs)? In tal caso il senso sarebbe: “Da Dio padre di noi e del signore Yeshùa consacrato”. O, se si vuol dirla con le parole consuete: “Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro e del Signore Gesù Cristo”.
Questa traduzione è molto più in armonia con il contesto, tanto è vero che poi (al v. 3) si riprende il concetto spiegando come Dio sia padre di Yeshùa: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo”.
La cartella è a disposizione di tutti per citare i passi biblici su cui fare chiarezza.
Quando lo domandano a me, non indico mai una particolare traduzione, ma rispondo che tutte le traduzioni sono buone; aggiungo però che è bene averne a disposizione diverse e confrontarle, e che quando sorgono dubbi è bene – se non si conoscono le lingue bibliche – consultare una traduzione interlineare. In una interlineare, infatti, il traduttore deve necessariamente scrivere una parola italiana sotto ciascuna parola (ebraica, aramaica o greca che sia) del testo biblico originale.
Ribadendo che tutte le traduzioni sono buone, apro questa nuova cartella per permettere a chi vuole di proporre passi biblici sulla cui traduzione ha dei dubbi. Se Stefanotus ci legge ancora, invito anche lui a partecipare, ovviamente.
Inizio io con Ef 1:2, così tradotto da NR: “Grazia a voi e pace da Dio, nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo”.
Così anche TNM: “Da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo”. Allo stesso modo CEI: “Da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo”.
Sono corrette queste traduzioni?
Il testo originale greco ha
ἀπὸ θεοῦ πατρὸς ἡμῶν καὶ κυρίου Ἰησοῦ Χριστοῦ
apò theù patròs emòn kài kürìu Iesù christù
da Dio padre di noi e di signore Yeshùa consacrato
La particella ἀπὸ (apò), “da” regge il genitivo (= “di”), perciò in greco abbiamo, letteralmente, “da di Dio” e in italiano traduciamo correttamente “da Dio”. “Padre” è retto sempre da quell’apò, quindi abbiamo letteralmente in greco “da di Dio di padre” (“Dio” e “padre” sono al genitivo, richiesto da apò), e in italiano traduciamo correttamente “da Dio padre”. Segue quindi l’aggettivo “di noi” (ἡμῶν, emòn), riferito a Dio. Fin qui abbiamo: “Da Dio padre di noi”. A questo punto Paolo aggiunge qualcuno, per cui mette la congiunzione “e” (καὶ, kài). Ora viene l’interessante: κυρίου (kürìu), “di signore”, al genitivo. Si potrebbe pensare che il genitivo “di” sia sempre retto da quell’iniziale apò (ἀπὸ). Ma se fosse invece un genitivo dipendente da πατρὸς (patròs)? In tal caso il senso sarebbe: “Da Dio padre di noi e del signore Yeshùa consacrato”. O, se si vuol dirla con le parole consuete: “Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro e del Signore Gesù Cristo”.
Questa traduzione è molto più in armonia con il contesto, tanto è vero che poi (al v. 3) si riprende il concetto spiegando come Dio sia padre di Yeshùa: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo”.
La cartella è a disposizione di tutti per citare i passi biblici su cui fare chiarezza.