Il gentile convertito: quale giogo?

AKRAGAS
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Iscritto il: domenica 1 febbraio 2015, 9:38

Re: Il gentile convertito: quale giogo?

Messaggio da AKRAGAS »

Rapidamente, perché sto recandomi al lavoro.

Riguardo a Marco cap. 7 non si parla di un rifiuto assoluto della tradizione dei padri! Leggere bene perché quella che proponi tu, Marco, è la dottrina luterana anti farisaica che ha causato grandi mali su questa terra.
Marco 7 discute di alcuni aspetti della tradizione...
Non si continui a generalizzare...
Bisogna studiare e non crogiolarsi sulle dottrine!

Saluto
France
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Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 11:53

Re: Il gentile convertito: quale giogo?

Messaggio da France »

Ho riletto Marco7 mi trovi d'accordo Akragas Yeshua conferma la Torah, certo bisogna stare attenti agli evangelizzatori della domenica con il loro libricino delle istruzioni ed i loro versetti preconfezionati.
noiman
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Re: Il gentile convertito: quale giogo?

Messaggio da noiman »

E invece no! Marco, hanno dovuto moderarla perche scrivendo :

"Per onestà, dovuta a tutti gli ignari utenti che entreranno nel Forum, dovrebbe essere modificato il titolo di Biblistica da "Forum di discussioni bibliche, non aderente ad alcuna religione" a "Forum di discussioni bibliche, aderente alla religione giudaica". Inconsapevolmente avete intrapreso questa strada che ripeto essere molto pericolosa, perché subdolamente sminuisce la figura di Yeshùa"

Perché consideri imbecilli quelli che entreranno nel forum, incapaci di leggere e comprendere con i propri occhi . Poi la religione giudaica non esiste proprio, te la sei inventata tu, qui c’è solo uno come me che spiega le scritture da un punto di vista diverso, (neanche troppo diverso), che porta rispetto ai vangeli e al cristianesimo tutto anche quello strano.
Questo conferma che non ami gli ebrei, anzi che sei loro ostile.
E’ questo pensiero che subdolamente ha permesso che in nome di Cristo milioni di persone furono perseguitate, violate e uccise, questo significa sminuire Cristo.
Se fossi cristiano non sarei come te….
Sono sicuro che Gesù Cristo un giorno te ne chiederà conto.
Marco… affonda pure con la tua nave….
Dimenticavo…! .Iceberg è un nome ebraico…..
Shalom
Noiman
salcontis
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Re: Il gentile convertito: quale giogo?

Messaggio da salcontis »

Scusate,
non ho capito il punto di vista di alcuni amici del forum, ovvero se il cristiano deve rispettare, senza escludere nulla, tutta la torah scritta: riti, prescrizioni, comandamenti, e sanzioni per le trasgressioni, come ad esempio la lapidazione, leggi statali permettendo.
Grazie
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bgaluppi
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Re: Il gentile convertito: quale giogo?

Messaggio da bgaluppi »

Felice di rivedere France, Kalheb e Salcontis!
AKRAGAS
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Iscritto il: domenica 1 febbraio 2015, 9:38

Re: Il gentile convertito: quale giogo?

Messaggio da AKRAGAS »

Ricapitolazione

Ho iniziato questo tema per capire con voi quale fu la conclusione nei confronti dei credenti gentili nel Concilio di Gerusalemme descritta in At 15.
Per arrivare a questo obiettivo sto studiando dall'inizio il capitolo suddetto e, nel fare questo, mi sto al momento avvalendo dell'aiuto della concordanza greca per l'analisi del significato e uso dei termini utilizzati , nonché della indispensabile letteratura ebraica.
Ho iniziato con due termini greci : ἔθος ; νόμος .
Il primo termine, èthos, nelle sue diverse declinazioni, compare 12 volte nelle Scritture Greche (Lc2:42; 22:39; Gv19:40; At6.14; 15:1; 16:21; 21;16; 26:3; 28:17; Eb10:25).
In tutti questi casi l'uso del termine si distingue dall'utilizzo dell'altra parola nòmos .
Comunque, di questo ne ho discusso all'inizio anche se poi si è andati fuori tema.

A questo punto c'è da capire di quale giogo si stesse parlando nel Concilio.
Ricapitolando, sappiamo che il giogo è tutta la Torah con i suoi precetti, leggi e statuti, i quali furono accolti dal popolo ebraico nel Sinay.
Abbiamo poi spiegato i termini giogo leggero e giogo pesante. Di questo abbiamo capito che Gesù definiva il suo giogo leggero distinguendolo da quello dei dottori della legge.
L'uso di questi aggettivi leggero e pesante indicano che esiste una tradizione appesa al giogo della Torah. Si tratta della tradizione ebraica che si è tramandata da Mosè e di cui lo stesso Gesù talvolta ne avvalla, talvolta ne modifica, talvolta ne critica alcuni aspetti come era uso presso le scuole da parte dei vari maestri itineranti.

Ora, tornando al Concilio, gli apostoli discussero con i credenti farisei riguardo a come il credente gentile sarebbe dovuto entrare nella alleanza.
Per i farisei era necessaria la circoncisione ( segno dell'alleanza) e poi far rispettare la legge.
Per il gentile credente gli apostoli decisero, dopo aver constatato che lo spirito scese per aver creduto nel Korban di Gesù quale prova attestante l'avvenuta alleanza, che non sarebbe stato di conseguenza necessario sottoporre lo straniero al rito della circoncisione.

Detto questo, ossia che il credente gentile entra nell'alleanza avendo creduto nel messia Yeshùa, quale giogo deve prendere?
Sono arrivato fin qui.


Saluto
AKRAGAS
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Re: Il gentile convertito: quale giogo?

Messaggio da AKRAGAS »

Seguito.
Come il credente ebreo entra nell'alleanza tramite la milà ed in seguito prende con gioia su di sé il giogo dei comandamenti allo stesso modo il credente gentile entra nell'alleanza senza necessità del segno della milà e prende volontariamente con sé lo stesso giogo.
Al giogo dei comandamenti c'è appesa tutta la tradizione "leggera" che il maestro Yeshùa ha insegnato ai suoi discepoli secondo la sua interpretazione. Questa è la condizione per l'ebreo che seguiva l'insegnamento degli apostoli di Gesù.
Per lo straniero gli apostoli decisero di appendere al giogo dei comandamenti inizialmente solo quattro precetti della tradizione, ritenuti importantissimi; si tratta delle recinzioni (siepi) per proteggersi dalla contaminazione dell'idolatria.
Perché importanti queste siepi?
Perché lo straniero vive in un Paese pagano e quindi deve proteggersi maggiormente da questo. Infatti la trasgressione per idolatria è causa di annullamento dell'Alleanza!

Ora, se sono riuscito ad esprimermi , ho definito quale Alleanza e quale giogo per il gentile.
Queste due, Alleanza e giogo , sono elementi necessari per essere popolo eletto, quindi sono in funzione della elezione e non in funzione della salvezza.
Infatti, forse a molti potrà sembrare strano, ma nella letteratura ebraica si è sempre sottolineato che la salvezza è per grazia e non per opere. Non è quindi una esclusiva del messianismo.
E con questo concludo per ora il mio logorroico soliloquio.
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bgaluppi
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Re: Il gentile convertito: quale giogo?

Messaggio da bgaluppi »

Ti seguo, Akra. :-) Solo che non ho tempo per risponderti in questi giorni.. Ma ti seguo.
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bgaluppi
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Re: Il gentile convertito: quale giogo?

Messaggio da bgaluppi »

Caro Akragas, vorrei anche riflettere sul senso di "giogo" e darti qualche elemento in piú da analizzare. ζυγός (zugòs) è proprio il giogo che si mette al collo di due animali per farli tirare insieme. Rappresenta, dunque, un "pesante fardello", qualcosa di non propriamente piacevole da trasportare, che costringe. Inoltre, esprime il senso di "non libertà", di "schiavitú". In Gal 5:1 e 1Tim 6:1 troviamo ambedue i termini insieme.

In che senso, dunque, la legge è "giogo" e "schiavitú"? Perché mai deve essere paragonata a qualcosa "difficile da trasportare"? E in che senso il giogo, grazie a Yeshúa, diventa "leggero"? :-)
AKRAGAS
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Iscritto il: domenica 1 febbraio 2015, 9:38

Re: Il gentile convertito: quale giogo?

Messaggio da AKRAGAS »

Grazie, Antonio, belle domande.
Oggi ho fatto tardi, ho poco tempo.
Ti scrivo due righe poi ci vediamo nel forum, a D-o piacendo, Sabato.
Se trovi qualche errore correggi e dai la tua opinione( scritturale).


Come hai spiegato il termine di giogo è una metafora usata per indicare una sottomissione ad una autorità, ad una forza che ti obbliga a fare; avere un giogo significa anche essere schiavi di un padrone.

Il senso del termine va ogni volta compreso analizzando il contesto.

Leggo Gal 5
Il tema è la giustizia per fede o per opere.
I Galati, credenti gentili convertiti dal paganesimo, vengono avvertiti che non devono effettuare il rito della milà in quanto l'alleanza è già avvenuta grazie alla liberazione da parte del Cristo.
Si comprende dalla lettera che Cristo ci ha riscattati liberandoci dalla schiavitù del peccato ovvero dalla condanna per aver trasgredito la legge, affinchè si diventi liberi di osservare con gioia la legge.
Sottoporsi al rito della milà avrebbe significato credere nella propria giustizia piuttosto che in quella di Cristo; in tal caso i Galati sarebbero stati obbligati ad osservare tutta la legge senza trasgredire per poter giungere alla salvezza.
In altre parole, senza fede in Cristo i Galati si sarebbero messi un fardello pesante che non avrebbero potuto trasportare da soli ricadendo sotto la condanna della legge. Questo è il senso di giogo in questa lettera.
Pertanto, essere di nuovo sotto il giogo della schiavitù significa ricadere sotto la condanna che il codice della legge mi impone.
Gesù libera dalla condanna della legge.

In 1 Tm 6 si parla del giogo degli schiavi nel senso di un servo sottoposto al proprio padrone.
Quindi anche qui si conferma che il termine giogo indica lo stato di sottomissione alla autorità di un padrone.

Per rispondere alla tua domanda : legge è "giogo" e "schiavitú"? Perché mai deve essere paragonata a qualcosa "difficile da trasportare"? E in che senso il giogo, grazie a Yeshúa, diventa "leggero"?

La legge è sì un giogo che può divenire “pesante” se si pensa che la salvezza si ottenga per propria giustizia ( per opere) mentre può divenire “leggero” se si guarda alla salvezza per la giustizia del Cristo.
Quindi, la Toràh di per sé non è nè leggera nè pesante, ma resta un giogo da trasportare !
Cosa vuol dire questo? Vuol dire che la legge va sempre osservata ma guardando rivolti al messia.
Essere schiavi di Cristo = Portare il giogo della Torah con fede


Shalom
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