Amore e perdono

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bgaluppi
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Re: Il vero SABATO

Messaggio da bgaluppi »

“sono convinto che viverlo profondamente possa rafforzare la nostra fede”. Caro Antonio, mi sembra che tu sia sulla giusta strada!

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Giorgia, proprio questo intendevo dire. Ultimamente, sto imparando sulla mia pelle quanto sia importante l'amore incondizionato e quanto sia potente l'insegnamento "ama il tuo prossimo come te stesso". Spesso citiamo l'importanza dell'amore, ma quanto davvero riusciamo ad amare in modo incondizionato? Quando lo si fa, il corpo è pervaso dallo spirito, che porta pace, gioia e saggezza. E nel momento in cui siamo pervasi da questa pace, che solo Dio può dare, sappiamo di avere la Sua approvazione! Io credo che se non si impara ad amare veramente, diventa difficile obbedire in modo profondo e veritiero ai comandamenti del Signore. Infatti, sta scritto:

“Le vostre offerte sono inutili. L'incenso che bruciate mi dà nausea. Non posso sopportare le feste della nuova luna, le assemblee e il giorno di sabato, perché sono accompagnati dai vostri peccati. Mi ripugnano le vostre celebrazioni: per me sono un peso e non riesco più a sopportarle” - Is 1:13,14

Il Messia purifica e rende gli uomini in grado di amare veramente e di obbedire in modo profondo.
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Giorgia
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Re: Il vero SABATO

Messaggio da Giorgia »

Antonio, prima di proseguire ho bisogno di una informazione: cosa intendi per "amore incondizionato"?

Io lo so che sono l'avvocato delle cause perse :d e che qualche volta posso sembrare pignola. Ma credo che sia fondamentale capire bene di cosa parliamo prima di capire come dobbiamo farlo.
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Gianni
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Re: Il vero SABATO

Messaggio da Gianni »

Domanda interessantissima, Giorgia. Lasciamo che Antonio risponda, poi dirò anche il mio pensiero. :-)
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bgaluppi
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Re: Il vero SABATO

Messaggio da bgaluppi »

Cara Giorgia, mi avevi chiesto cosa intendessi per "amore incondizionato". Intendo ciò che il termine incondizionato esprime: senza condizioni. Per me significa riuscire a provare amore anche nei confronti di chi, secondo logica umana, non dovremmo amare. Yeshúa insegna il concetto di "amore di Dio", che non fa distinzioni: 

“amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.” - Mt 5:44-48

Quindi, non amare "se", ma amare "a prescindere", e quindi non giudicare e non condannare. È necessario amare anche chi non accetta Dio, ossia chi non agisce secondo la Sua giustizia, poiché ci sarà un tempo favorevole anche per lui. Si tratta di avere in noi un amore davvero perfetto ed essere quindi “perfetti, come perfetto è il Padre”. Ma tutto ciò è possibile solo attraverso il Messia, il primo a raggiungere questa perfezione e che, grazie ad essa, ci libera dalla nostra infima condizione. Il Cristo ci rende in grado di amare in modo perfetto, senza condizioni o distinzioni, e non solo a parole ma nella realtà dei fatti, poiché ci libera del fardello del peccato; egli ci lava col suo sangue di tutto ciò da cui non potevamo mondarci da soli prima di lui. Yeshúa segna il "prima" e il "dopo". Prima, nessun uomo era in grado di amare veramente e ubbidire perché eravamo schiavi del peccato; dopo, ogni uomo che resta nel suo amore è in grado di amare e ubbidire veramente come lui ha amato, perché è purificato. Il peccato è il "mancare il bersaglio"; adesso, quel bersaglio lo possiamo colpire. Mi sembra che i termini amore e obbedienza siano in relazione: l'obbedienza è amore e l'amore consente la piena obbedienza.

“Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui” - Gv 14:23

“Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla.” - Gv 15:4,5

“Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo. In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.” - 1Gv 4:7-11

“Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito.” - Rm 8:3,4

Se il Messia e il Padre dimorano in noi, noi saremo in grado di ubbidire in modo completo, attraverso l'amore di Dio, che non fa distinzioni. Ma senza il Messia noi non possiamo fare nulla, quindi neppure obbedire in modo pieno, perché restiamo schiavi del peccato e l'amore di Dio non è in noi. Il Messia ci libera e ci mette in condizione di provare questo amore, e questo amore ci consente di obbedire pienamente alla legge di Dio, cioè di amarlo, come Lui ha amato noi.

Adesso mi piacerebbe conscere i tuoi pensieri e quelli di Gianni, perché questo tema mi sta particolarmente interessando in questo periodo. :-)
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Gianni
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Re: Il vero SABATO

Messaggio da Gianni »

Condivido le definizioni di amore incondizionato che ha dato Antonio.
Non sono tuttavia così convito che l’amore non faccia distinzioni. La nostra stessa esperienza ci mostra che esistono vari tipi di amore. L’amore per il coniuge è diverso dall’amore per i figli ed è molto diverso dall’amore per gli amici. Il greco ha per l’amore nientemeno che quattro vocaboli e ciascuno esprime sfumature diverse. In italiano abbiamo una sola parola ed è facile fare confusione e perfino intendere male certi passi evangelici. L’amore per i nemici non è certo lo stesso amore che si prova per i familiari e gli amici. L’amore per il prossimo non è un amore generalizzato, vero solo in teoria; non tutti sono prossimo, ed è al prossimo in senso biblico che va mostrato amore.

Per quanto riguarda, in modo specifico, l’amore incondizionato, dice bene Antonio. Chi ama in modo incondizionato non pone condizioni. Non dice “ti amo se”, ma “ti amo a prescindere, perché sei tu”. Chi possiede questo tipo di amore? In modo assoluto, solo Dio.

L’amore incondizionato di Dio lo sperimentò Paolo nel massimo momento di crisi: egli sperimentò in modo liberatorio il mistero della grazia di Dio. Ricevette gratuitamente, godendo l’amore incondizionato di Dio. Appena reso cieco dalla sfolgorante apparizione di Yeshùa, tutt’a un tratto vede chiaro. E riconosce il mistero della grazia e della liberazione che si fa libertà, il mistero dell’amore incondizionato di Dio. Questa esperienza la fa chiunque sa aprirsi a nuova visione quando il proprio mondo interiore si fa buio.
In ebraico questo amore si chiama khèsed (חֶסֶד), che è l’amore incondizionato, quello che non dice “ti amo se”, ma quello che dice “ti amo comunque, sempre”. Questo amore Dio lo prova per Israele.
Questo tipo di amore trova tutta la sua forza, tra gli esseri umani, in una madre. Solo una donna sa amare in questo modo. Tutta la forza del khèsed (חֶסֶד) si trova in una madre che ama incondizionatamente il figlio.
Nella società ebraica maschilista dei tempi antichi, Dio deve fare una perifrasi per dare ad Israele un’idea del suo amore per loro: “Come un uomo che la sua propria madre continua a confortare, così io stesso continuerò a confortare voi” (Is 66:13, TNM). Il che significa: come una madre sa continuare a confortare il figlio, così voi continuerete ad essere confortati da me.
“Nessun Dio è come te, Signore: tu cancelli le nostre colpe, perdoni i nostri peccati. Per amore dei sopravvissuti del tuo popolo, non resti in collera per sempre ma gioisci nel manifestare la tua bontà [חֶסֶד (khèsed)]”. –Mic 7:18, TILC.
“Celebrate il Signore, perché egli è buono, perché la sua bontà [חֶסֶד (khèsed)] dura in eterno”, canta Sl 136:1.
Nella parabola del figliol prodigo il padre raffigura Dio. Eppure, Yeshùa lo fa agire in modo sorprendente: alla richiesta del figlio di avere la sua parte d’eredità per andarsene a realizzarsi a modo suo, non pone obiezioni e la concede. Dopo aver sperperato tutto, il giovane torna a casa ed è accolto a braccia aperte dal padre. Per certi versi, è sconcertante. A differenza degli eminenti esempi biblici in cui i figli disubbidienti e ingrati non la passano liscia, qui parrebbe che questo figlio scapestrato alla fine avesse la meglio. Ovviamente, non è questo l’insegnamento di Yeshùa ma è piuttosto quello dell’amore incondizionato di Dio. Nella vita reale le cose, generalmente, non vanno a finire così: un giovane che agisse in quel modo non sarebbe trattato con trionfo come accade nella parabola. Ma Dio agisce così con il peccatore pentito.
Antonio LT
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Re: Il vero SABATO

Messaggio da Antonio LT »

Antonio se mi permetti vorrei dire anche la mia e partecipare...
Condivido il tuo studio e sopratutto il punto,per me importante,in cui scrivi:
Quindi, non amare "se", ma amare "a prescindere", e quindi non giudicare e non condannare
Questo perchè in risposta all amore incondizionato che dovremmo avere molti si rifanno su esempi dove Yeshua non mostrò amore ai suoi nemici come leggiamo ad esempio in Matteo 23:23,39 il giudizio e la condanna che il Messia rivolge contro gli scribi e I farisei ce lo fa vedere chiaramente!
Il punto é che noi abbiamo si un senso di giustizia....ma non sappiamo leggere nei cuori delle persone...il giusto giudizio lo può dare solo Dio in quanto il nostro può essere molto diverso(Is 55:8,9)
Il senso di giustizia che abbiamo serve per guardare noi stessi e in base a ciò che facciamo capire come liberarci dal peccato!

Nel bellissimo episodio di Giovanni 8:1,11:

1Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. 2 Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. 3 Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, 4 gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6 Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. 7 E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». 8 E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9 Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. 10 Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
Vediamo che Yeshua non condannna il peccatore...ma il peccato e il giudizio degli altri sul peccatore!
Questo è un esempio dove si capisce la differenza tra noi e Dio...noi possiamo esseregiudici di noi stessi ma non degli altri!

L amore incondizionato è inoltre utile a edificarci l uno con l altro...:


39Gesù disse loro anche questa parabola:
'Un cieco può forse pretendere di fare da guida a un altro cieco? Se lo facesse, cadrebbero tutti e due in una buca! 40Nessun discepolo è più grande del suo maestro; tutt'al più, se si lascia istruire bene, sarà come il suo maestro.
41'E tu perché stai a guardare la pagliuzza che è nell'occhio di un tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come osi dirgli: 'Fratello, lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio', mentre tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio, allora vedrai chiaramente e potrai togliere la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello. (Luca 6:39,42)

L ipocrisia è un modo di fare che va contro l amore!

Ps:per Lella......è vero che siamo andati fuori tema ma io aspetto una tua risposta da qualche giorno su cosa pensi ma se non rispondi non prosegue la discussione su ciò che è inerente all argomento ;)
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bgaluppi
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Re: Il vero SABATO

Messaggio da bgaluppi »

Ringrazio Gianni per le precisazioni, con cui concordo. Credo che nel caso di amore per il nemico si possa parlare di perdono e comprensione. In questo caso, amare significherà non giudicare e non condannare, anzi essere pronti ad accogliere a braccia aperte nel caso in cui si presenti l'opportunità (pur senza giustificare ciò che è sbagliato): “Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato.” (Lc 6:37). Chi è nostro nemico? Qualcuno che, volontariamente o involontariamente, agisce contro di noi. A volte, il nemico lo si può trovare anche all'interno del nucleo familiare, per fare un esempio; quanti genitori sono spesso discordi nell'educare i figli e diventano nemici fino a separarsi ed odiarsi, con pesanti conseguenze sui bimbi innocenti! Nel matrimonio tra un credente e un non credente, uno dei due potrebbe trovarsi in situazioni in cui il proprio partner diventa "nemico", poiché desidera impartire ai figli un'educazione non accettata dall'altro, o perché non condivide lo stile di vita opposto del partner. Qui entra in gioco la capacità di amare del credente, che deve mettersi "nei panni" dell'altra persona; a volte succede il contrario, cioè che il non credente mostra piú capacità di amare del credente :)) . Quando l'amore entra in gioco, nonostante tutto, i risultati possono essere sbalorditivi!
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bgaluppi
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Re: Il vero SABATO

Messaggio da bgaluppi »

Antonio LT, mi piace molto la tua risposta. Mi sento solo di precisare una cosa. Nel caso della donna adultera, Yeshua secondo me non condanna il giudizio che esprimono quegli uomini, poiché giudicare l'adulterio come peccato non è sbagliato; sarebbe sbagliato giudicare la persona, ma non è la stessa cosa. Mi pare che qui Yeshua stia piuttosto impartendo un profondo insegnamento d'amore a quegli uomini con le pietre in mano (e anche alla donna, comunque rea di adulterio). Egli non afferma che ciò che volevano fare è sbagliato, poiché è scritto nella legge che l'adulterio è un peccato punibile con la morte (Lv 20:10); ma la Scrittura insegna anche che ogni uomo ha peccato, nessuno escluso (Sl 14:3). Infatti, Yeshúa non afferma neppure che la donna sia innocente. Nessun colpevole, dunque, può condannare un colpevole: “Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile; perché nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose” (Rm 2:1). Yeshua insegna che, in realtà, Dio non vuole che si risponda al peccato con la violenza, ma con l'amore.

Nel caso dei farisei e degli scribi, anche qui non sono sicuro che li stia condannando; ma certamente sta condannando il loro comportamento. Se un mio amico mi confessa che sta tradendo la moglie, io non lo condannerò, ma certamente condannerò ciò che sta facendo e lo inviterò a riflettere. È il comportamento che deve essere giudicato, non la persona, e sempre "secondo giustizia", ossia in base a ciò che è giusto agli occhi di Dio: “Non giudicate secondo l'apparenza, ma giudicate secondo giustizia” (Gv 7:24).
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Giorgia
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Re: Il vero SABATO

Messaggio da Giorgia »

Caro Antonio, grazie della tua risposta, che condivido in parte.
Sono d'accordo quando dici che dobbiamo amare senza se. Però aggiungerei ti amo, ma...

Per molto tempo mi sono sentita inadatta a Dio per questo sentimento di amore idealizzato che viene da tutti citato quando si parla di Dio. Qualcosa che nella mia testa è molto simile ad un buonismo dannoso e irraggiungibile.
Poi ragionando mi sono chiesta: ma io posso fare meglio di Dio? Perché Dio ama, ma...

Ecco che allora torna quel "ma" che è fondamentale per togliere quel sapore di dolce stomachevole alla parola amare, e lascia solo il sapore buono. Quello di cui tutti beneficiamo.

Quel "ma" lo vediamo sempre nella Bibbia. Per esempio nell'accettare Dio. Dio ci ama, MA se lo rinneghiamo non verremo salvati.
Dio ci ama, MA se ci chiama e noi gli permettiamo di agire, Lui agirà nella nostra vita.
Cristo è venuto a salvare molti, MA solo se lo riconosciamo come messia la sua morte "funzionerà". E lo capiamo da "perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati." E chi non fa parte dei molti? Semplice, è amato, MA non sarà salvato.

E io? Io non sono minimamente vicina all'amore completo di Dio e nemmeno a quello di Cristo. Ne sono cosciente. Però credo di aver compreso cosa intende la Bibbia diversi anni fa quando mi fu chiesto di dare una mano ad una persona veramente cattiva, davvero molto cattiva.
Era ormai un vecchio. Era in ospedale. Capiva poco o niente ormai. Credo non mi abbia nemmeno riconosciuta. Ma gli diedi da mangiare e gli feci compagnia per qualche ora.
Mi ricordo che mi fece un sorriso. Era il sorriso di una persona che non capiva nulla.

In quel momento mi è venuta in mente la frase di Cristo "ama i tuoi nemici".
Perché in quel momento sono riuscita a vedere oltre il nemico, e ho visto un povero vecchio, senza denti, in tutta la sua miseria. E ho provato pietà per quel vecchio, rimasto solo, che aveva ucciso ogni affetto durante la sua vita. Ed era rimasto solo il vuoto della sua esistenza.

Ecco, io nella frase "ama i tuoi nemici" ci vedo questo. Il vedere oltre. Il non meditare vendetta, perché chi è cattivo, già sta pagando un prezzo altissimo, senza nemmeno saperlo.

Non sono mai d'accordo quando mi si dice che non si deve giudicare. Il giudizio è l'unica cosa che ci differenzia dagli animali. Quindi posso e devo giudicare. Perché se non giudico, non vedo il male. La condanna o l'assoluzione invece appartengono solo a Dio.

Il discorso amore poi è legato a doppio filo con un'altra parola. Che è Perdono.
Anche qui ho sempre l'impressione che si faccia tanta confusione e si arrivi a livelli di glicemia esagerati, che sono quasi da coma diabetico.
Ora vi spiego perché sono così "categorica" e così "allergica" a questi sentimenti buonisti e illusori.

Come molti sapete, conosco la Bibbia e ho frequentato persone credenti. E da sempre mi è stato insegnato che qualsiasi cosa ti fanno, tu DEVI perdonare ed essere sempre gentile.
Già, peccato che questo insegnamento, senza spiegazioni ulteriori, abbia fatto molti danni. Perché assolutamente assurdo messo così. Nemmeno Dio perdona se non c'è pentimento.

E le scritture ebraiche ci rendono molto ben chiara questa cosa. Se dovessimo perdonare tutti a prescindere, senza se e senza ma, non vedo come mai Dio non lo faccia ad esempio con Sodoma e Gomorra. Ecco allora che capiamo il senso del perdono. Io non conosco l'origine della parola, e quindi quello che sto per scrivere è puramente un mio pensiero (magari poi è davvero così, non lo so!)

Ragionavo sulla parola, che secondo me contiene in sé la giusta definizione di quello che vuole dire. Perdono: PER DONO Io posso donare qualcosa gratuitamente, se l'altro l'accetta. Vale anche per me. Mi posso perdonare per aver fatto qualcosa di sbagliato a me stessa, ma dall'altra parte devo essere in grado di mettere da parte i sensi di colpa e accettare questo dono.

Quindi perdonare non è sinonimo di "torna tutto come se non fosse successo niente".

Per perdonare devo prendere atto che mi è stato fatto un torto. Quindi devo giudicare sbagliato l'atto che ho ricevuto. Posso porgere il mio "per-dono", e se l'altro lo accetta, bene. Altrimenti ne beneficerò solo io di questo dono.
Ma da perdonare a far finta che non sia successo nulla ci passa un mare. Perché io posso perdonare, ma decidere che non voglio più vederti. Ossia, non provo rancore, né desideri di vendetta. Ma ho perso la fiducia. E non è che se perdono la recupero!

Tornando all'esempio che facevo prima del vecchio. Quando l'ho visto così, non ho provato nessun sentimento negativo nei suoi confronti, ma solo una gran tristezza per lui.

Pare strano, ma è come se avessi visto l'essenza di tutti gli uomini. Lì ho visto la vanità di cui si parla in ecclesiaste. E per quanto mi sia meravigliata di me, non sono riuscita a provare nessun sentimento negativo per lui. Nemmeno uno.

Per concludere quindi, posso dire che per quel che mi riguarda, l'amore e il perdono sono due sentimenti che vanno espressi in modo adeguato, soprattutto quando ne parliamo ad altri, perché se vengono idealizzati oltremodo, rischiano di fare l'opposto di quello che dovrebbero fare. Perché quello che ci viene chiesto da Dio è alla nostra portata. Se noi la rendiamo fuori dalla nostra portata, continueremo a sentirci delle mezze calzette che non saranno mai "buone abbastanza" con il rischio di sentirsi inadeguati anche solo a chiedere aiuto a Dio per migliorarci. E credetemi, con me ci sono riusciti per molti anni.

Avrei potuto risparmiarmi anni di dolore e lacrime, disturbi alimentari e senso di inadeguatezza se qualcuno mi avesse spiegato le cose in modo meno romantico, ma più reale!
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Re: Il vero SABATO

Messaggio da bgaluppi »

Cao Giorgia, grazie della risposta. Non credo che Dio dica "ma", perché altrimenti il Suo amore non sarebbe perfetto, poché porrebbe condizioni. In questo caso, dire "ti amo, ma mi devi obbedire" equivale a "ti amo se mi obbedisci". Credo, piuttosto, che Dio ci ami tutti indistintamente ma ci lasci scegliere. Un padre che ha figli obbedienti e altri disobbedienti, amerà solo quelli obbedienti? O li amerà "di piú" degli altri che gli disobbediscono? Quindi, il non essere salvati non è indice di meno amore, ma è il risultato delle nostre scelte.

Allo stesso modo, noi non possiamo "amare meno", o "se", o "ma", ma dobbiamo amare come un padre ama tutti i suoi figli indistintamente. Io credo che la parabola del figliol prodigo che cita Gianni sia davvero esemplificativa in questo senso. Il padre lascia scegliere al figlio di andarsene, ma lo accoglie con gioia e festeggiamenti quando ritorna; ciò dimostra che la dipartita del figlio non ha causato una perdita d'amore da parte del padre. Ma il figlio poteva anche scegliere di non tornare, e il padre lo avrebbe lasciato andare, ma ciò avrebbe provocato solo dolore nel padre, non indifferenza.

Il discorso del perdono, poi, è molto sottile. Perdonare un nemico non significa accettare ciò che lui fa e giustificarlo, o gioire nel vederlo commettere atti ostili contro di noi, o far finta che non sia successo nulla. Significa "non giudicarlo", poiché solo Dio è Giudice. Noi dobbiamo essere in tutto simili a Dio, ma non possiamo ergerci alla Sua posizione di giudice. Questa è forse l'unica cosa in cui non possiamo essere conformi a Dio. Nel vedere una persona che agisce contro di noi, dunque, non dovremo giustificare le sue azioni, ma non dovremo neppure giudicarlo e condannarlo. Potremo giudicare ciò che fa e condannare quelle azioni, ma non potremo emettere giudizio nei confronti di quella persona; e il nostro amore non dovrà sfumare, anzi dovremo essere pronti ad accoglierlo a braccia aperte nel caso di ravvedimento; altrimenti, quella persona andrà per la sua strada, ma ciò non implica una perdita di amore da parte nostra. Se la persona si ravvede, poi, e chiede perdono, noi dovremo già averlo perdonato in cuor nostro; non si può perdonare solo se uno chiede scusa, il perdono è a prescindere. Se la persona si pente, allora sarà come se non fosse successo nulla: “Poiché, ecco, io creo nuovi cieli e una nuova terra; non ci si ricorderà più delle cose di prima; esse non torneranno più in memoria.” (Is 65:17) In questo, a mio avviso, si manifesta l'amore di Dio. Nonostante la disobbedienza, Dio accoglierà Israele a braccia aperte. Quindi, la condanna da parte di Dio, non implica una Sua perdita d'amore, ma costituisce semplicemente il risultato delle scelte di chi è giudicato. La condanna è la conseguenza matematica della scelta di non essere salvato, non di una perdita d'amore da parte di Dio.

Secondo me Gianni ha ragione. Bisogna comprendere i modi diversi in cui l'amore si manifesta e va manifestato.
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