Io sono la via e la verità e la vita. Valgono ancora?

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bgaluppi
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Re: Io sono la via e la verità e la vita. Valgono ancora?

Messaggio da bgaluppi »

No, certamente. Anche i credenti battezzano ed "evangelizzano". Ma non con l'autorità che avevano gli apostoli.
Antonio LT
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Re: Io sono la via e la verità e la vita. Valgono ancora?

Messaggio da Antonio LT »

Vorrei condividere con Antonio e Marco dei versi della seconda lettera di Timoteo dove Paolo sembra dire due cose che si oppongono...I versi sono:

14Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti al Signore a non fare vane dispute di parole che non giovano a nulla, ma sono deleterie per coloro che ascoltano. 15 Studiati di presentare te stesso approvato davanti a Dio, operaio che non ha da vergognarsi, che esponga rettamente la parola della verità. 16 Ma evita i discorsi vani e profani, perché fanno progredire nell'empietà; 17 e la parola di questi andrà rodendo come la cancrena; fra costoro sono Imeneo e Fileto, 18 i quali si sono sviati dalla verità, dicendo che la risurrezione è già avvenuta, e sovvertono la fede di alcuni. 19 Tuttavia il saldo fondamento di Dio rimane fermo, avendo questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e: «Si ritragga dall'iniquità chiunque nomina il nome di Cristo». 20 Or in una grande casa non vi sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche di legno e di terra; gli uni sono ad onore, gli altri a disonore. 21 Se dunque uno si purifica da queste cose, sarà un vaso ad onore, santificato e utile al servizio del padrone, preparato per ogni buona opera. 22 Or fuggi le passioni giovanili, ma persegui la giustizia, la fede, l'amore e la pace con quelli che con cuore puro invocano il Signore. 23 Evita inoltre le discussioni stolte e insensate, sapendo che generano contese. 24 Ora un servo del Signore non deve contendere, ma deve essere mite verso tutti, atto ad insegnare e paziente, 25 ammaestrando con mansuetudine gli oppositori, nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi perché giungano a riconoscere la verità, 26 e ritornino in sé, sottraendosi dal laccio del diavolo, che li aveva fatti prigionieri, perché facessero la sua volontà.

Come leggiamo prima Paolo afferma che Dio conosce chi sono I suoi....(sarebbe il caso di capire chi sono questi suoi)...però poi da delle istruzioni dove un servo del Signore...in questo caso non stiamo parlando quindi degli apostoli...dovrebbe insegnare e ammaestrare....

Che ne pensate??? :-)
marco
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Re: Io sono la via e la verità e la vita. Valgono ancora?

Messaggio da marco »

Caro Antonio LT, quando in Chiesa si battezza un bambino, se non ricordo male, il sacerdote chiamando per nome il battezzato pronuncia questa frase: con il battesimo sei diventato re, sacerdote e profeta.
Questa frase all'epoca mi sembrava semplicemente una banalità. Invece, adesso, credo che sia tremendamente vera. Ogni uomo che accetta Cristo e ne porta la croce, partecipa con lui al Regno di Dio. Siamo re perché egli è il RE dei re. Siamo sacerdoti, perché solo noi siamo in grado di pregare e offrire sacrifici graditi a Dio tramite Cristo. E soprattutto siamo profeti, perché siamo autorizzati a diffondere il Vangelo, con tutto ciò che ne consegue.
Il dramma è che non ci crediamo, quindi tutto quello di grandioso che Yeshùa ci ha promesso in questa vita resta congelato nella carta.
Caro Antonio LT impariamo a leggere i Vangeli come se Yeshùa parlasse direttamente a noi.
marco
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Re: Io sono la via e la verità e la vita. Valgono ancora?

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto:No, certamente. Anche i credenti battezzano ed "evangelizzano". Ma non con l'autorità che avevano gli apostoli.
E quindi BISOGNA evangelizzare e non credere che se compio tale azione sto tediando qualcuno.
E' un dovere del discepolo e non un opzional.
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bgaluppi
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Re: Io sono la via e la verità e la vita. Valgono ancora?

Messaggio da bgaluppi »

Gli apostoli dovevano evangelizzare, poiché la fede in Cristo non esisteva e la chiesa doveva nascere; noi dobbiamo certamente testimoniare (attraverso le nostre opere) quella fede, che è già sbocciata; ma non possiamo inculcare il vangelo forzatamente nella testa della gente, poiché è Dio che chiama i Suoi tramite il dono della fede. Te lo dimostrerò biblicamente.

Ti faccio prima un esempio dalla vita reale che mi coinvolge direttamente, Marco. Una persona a me vicina è vagamente cosciente di Dio ma non crede in Cristo e non è affatto interessata ad ascoltare quando cerco di parlarle della Scrittura e della fede. Se soltanto ci provo, inizia a ridere nel migliore dei casi. Piú ci provo, piú lei rifiuta. Io, però, riconosco il buon seme che è in lei, ma non posso martellarla con prediche giornaliere; allora lascerò che sia Dio stesso, se Lui vuole, a "lavorare" su di lei. Recentemente, è rimasta molto colpita da certi miei comportamenti e decisioni, e mi ha chiesto con curiosità come fossi stato capace di attuarli. Io non ho iniziato ad "evangelizzarla", ma le ho risposto semplicemente: "ho pregato Dio che mi aiutasse e Lui mi ha ascoltato". Questa risposta ha sortito un grande effetto in lei. Non si è convertita, ma è rimasta profondamente colpita e questo è ciò che conta ed è piú efficace di mille belle predicazioni. Infatti, Yeshúa insegna: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5:16). Con certe persone, credo sia importante comportarsi come un “servo fedele e prudente che il padrone ha costituito sui domestici per dare loro il vitto a suo tempo” (Mt 24:45). Bisogna saper scegliere i momenti giusti. Non solo i momenti, ma anche le persone con giusta disposizione.

“Il Signore conosce quelli che sono suoi” (2Tm 2:19). “Se qualcuno ama Dio, è conosciuto da lui” (1Cor 8:3). “Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre” (Gv 6:44). “Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati” (At 2:47). Da questi versetti capisci come la fede non nasce per opera di uomo, da belle parole, ma per volontà di Dio. Non sono gli uomini ad attirare altri uomini a Cristo, ma è Dio stesso a farlo. Gli apostoli sono un caso a parte, poiché dovevano rendere manifesta la gloria del Messia attraverso opere potenti, affinché la fede e la chiesa nascessero da zero. Adesso, ogni uomo può lasciarsi evangelizzare direttamente dagli apostoli, se lo vuole, attraverso la Scrittura. È la loro parola, e quella di Cristo prima di loro, che evangelizza, non le parole di uomini.

E comunque, Paolo spiega bene ai credenti la giusta via da seguire: “Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni” (1Pt 3:15). Non a tutti incondizionatamente. Inoltre, il vangelo non è per tutti e bisogna saper distinguere chi è ben disposto a riceverlo da chi non lo è: “Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le pestino con le zampe” (Mt 7:6).

Spero di aver risposto biblicamente alla tua domanda.
marco
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Re: Io sono la via e la verità e la vita. Valgono ancora?

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto:Gli apostoli dovevano evangelizzare, poiché la fede in Cristo non esisteva e la chiesa doveva nascere; noi dobbiamo certamente testimoniare (attraverso le nostre opere) quella fede, che è già sbocciata; ma non possiamo inculcare il vangelo forzatamente nella testa della gente, poiché è Dio che chiama i Suoi tramite il dono della fede. Te lo dimostrerò biblicamente.
Vedi caro Antonio, utilizzi due termini diversi e contrastanti per indicare la stessa cosa: Gli apostoli dovevano evangelizzare/ma non possiamo inculcare il vangelo forzatamente nella testa della gente.
Quindi se fatto dagli apostoli non risultava un martellamento del cervello, fatto dai discepoli si.
Ma che logica c'è in questo modo di ragionare?
La Chiesa e la fede sono cresciute sia grazie agli apostoli, che ai discepoli e seguaci di Cristo: Clemente, Ignazio di Antiochia, Policarpo, Papia e Ireneo di Lione.
Dio, tramite queste persone, ha CONTINUATO l'opera incominciata con gli apostoli. Cosa che dovrebbe continuare con noi. L'azione di evangelizzazione si estende da uomo a uomo, fino alla fine.
L'esempio che hai riportato, del tuo amico, non è prettamente biblico. Di queste persone ne è pieno il mondo. Posso restare fermo ad ammirare un monaco buddista che compie azioni meritevoli. Ma questo non c'entra nulla con la fede. La fede è il rapporto speciale che intercorre tra l'uomo e Dio. Quale uomo? Quello che compie azioni buone? No! Di quest'uomo sicuramente Dio ne terrà conto durante il Giorno del Giudizio. Chi è colui che al momento può accedere alla fede, quindi al rapporto diretto con Dio? Il seguace di Cristo. Solo lui al mondo ha in dono la fede. Il problema è che non ci crede.
bgaluppi ha scritto:Con certe persone, credo sia importante comportarsi come un “servo fedele e prudente che il padrone ha costituito sui domestici per dare loro il vitto a suo tempo” (Mt 24:45). Bisogna saper scegliere i momenti giusti. Non solo i momenti, ma anche le persone con giusta disposizione.
Ma la Bibbia afferma diversamente. Sarà perché vogliamo essere più buoni di Dio?
Ma in qualunque città entriate, se non vi ricevono, uscite nelle strade di quella e dite: 11 "Noi scuotiamo contro di voi la polvere stessa della vostra città che si è attaccata a noi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio si è avvicinato a voi". Io vi dico che in quel giorno Sodoma sarà trattata con più tolleranza di quella città.Lc 10,10/12
Il nostro compito, caro Antonio, non è ASSOLUTAMENTE il convertire per forza, ma evangelizzare. In mezzo alla folla ci sono le "piantine di grano" che non sanno di esserlo. Queste piantine sono conosciute e protette da Dio, ma occorre che vengano istruite da chi, prima di loro non sapeva di esserlo, ma grazie a quel processo di evangelizzazione che dura da 2.000 anni produce discepoli. Essere chiamati da Dio non è certezza di salvezza. Molti non hanno la forza in se per salvarsi. I piaceri della vita, le preoccupazioni, il potere di Satana, impediscono la salvezza. Se non c'è più nessuno che evangelizza le nuove generazioni non vedranno la luce della salvezza. Sarà questa l'apostasia finale?
E se si, la colpa di chi sarà? Dei discepoli che credevano nella magia del "Dio conosce i suoi" e quindi ci pensa Lui.
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Re: Io sono la via e la verità e la vita. Valgono ancora?

Messaggio da bgaluppi »

Marco, vedo che tutte le mie citazioni non sono servite a nulla. L'opera degli apostoli è conclusa, è questo che ci si ostina a non capire; infatti, la C. Cattolica parla di "successione apostolica" per giustificare un'autorità di evangelizzazione che non ha.

Quale fu il compito affidato agli apostoli? Lo hanno portato a termine o hanno fallito? I testimoni diretti hanno testimoniato? E noi, che non siamo testimoni, possiamo forse testimoniare?
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Re: Io sono la via e la verità e la vita. Valgono ancora?

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C'è anche da dire che gli apostoli, come Cristo, ricevettero lo spirito dall'alto; lo spirito operava in loro e li istruiva. Loro potevano essere sicuri di parlare ed agire per conto di Dio: “lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.” (Gv 14:26) Non a caso, i loro scritti sono parte del Canone della Sacra Scrittura, ossia la parola di Dio. Nessuno, oggi, può permettersi di sostenere che la sua parola è parola di Dio, altrimenti anche gli scritti dei cosiddetti Padri della Chiesa e di tutti coloro che li hanno seguiti dovrebbero entrare a far parte del Canone Biblico. Dove troviamo, dunque, certezza della giusta dottrina? Sulla Scrittura. Quindi, quale sarebbe la funzione degli evangelizzatori moderni? Ripetere ciò che è già rivelato. Purtroppo, spesso tali evangelizzatori fanno piú male che bene, poiché, non parlando per conto dello spirito e non comprendendo a fondo la stessa Scrittura, trasmettono insegnamenti sbagliati. Meglio lasciare che ogni uomo che è attratto da Dio sia lui stesso a lasciarsi evangelizzare direttamente da Cristo e dagli apostoli, i cui insegnamenti sono contenuti nella Scrittura e sono disponibili per tutti.
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Re: Io sono la via e la verità e la vita. Valgono ancora?

Messaggio da bgaluppi »

Vero, Jon. Ecco un ottimo esempio per spiegare quello che dicevo prima. Se si legge quel versetto di Mt 18:20 con mente libera, si capirà subito che l'essere "in mezzo" non è in senso letterale. Molti evangelizzatori, invece, insegnano che è in senso letterale, e i poveri credenti si aspetteranno di vedere o "sentire" il Cristo.
marco
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Re: Io sono la via e la verità e la vita. Valgono ancora?

Messaggio da marco »

Caro Antonio le tue citazioni non è "che non sono servite a nulla" ma estrapolate dal contesto non dicono nulla.
2Tm 2: Tu dunque, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che è in Cristo Gesù e le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri.
Ecco che Paolo raccomanda a Timoteo quella "successione apostolica" che tu non riconosci in nessuno. Dio si serve degli uomini per arrivare ad altri. Se si interrompesse questa catena inevitabilmente terminerebbe il compito degli apostoli.
Devo dire che anche da questo si capisce che siamo negli ultimi tempi, perché manca la voglia di proclamare il Regno di Dio. Come Yeshùa ci aveva insegnato.
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