La Scrittura dei Comandamenti

Ana D.
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La Scrittura dei Comandamenti

Messaggio da Ana D. »

Buona sera,
Un caro saluto a tutti voi.
Mi sono appena iscritta e
mi scuso per non essermi ancora presentata,
penso di farlo con calma questi giorni.
Abbiate pazienza,cerco di abituarmi un poco a questo modo di scrivere.
Stasera mi affretto perché vorrei fare una domanda al professor Montefameglio e a tutti coloro che possono portare il loro contributo a dar una risposta alla mia domanda.È un pensiero che mi sto facendo da un bel po' di anni,ma non sono mai riuscita a trovare una risposta seria e che potesse chiarirmi almeno un po'.Non ho mai avuto modo di approfondire le mie conoscenze sulla storia della scrittura,intendo che è una cosa molto seria e difficoltosa che suppone un impegno serio e tempo,che ahimè,manca per chi come me,ha tutto un altro lavoro da fare.Perciò, chiederei cortesemente a voi,visti il vostro interesse e impegno considerabili,e del tutto lodevoli nello studio delle Sacre Scritture.
La mia domanda è,se si possono conoscere,e in che modo,i caratteri
con i quali sono stati scritti i Comandamenti sulle Due Tavole scritte con il ditto di Dio,che Mosè ha ricevuto sul monte Sinai,per dare gli statuti e l Istruzione al popolo d Israele appena liberato dalla schiavitù d Egitto.Quello che ho inteso è che non esisteva ancora nessuna scrittura di cui si è oggi a conoscenza,e che la lingua degli israeliti non era l'ebraico di cui sentiamo dire oggi che è la lingua in cui sono stati scritti i rotoli delle Scritture Ebraiche.
Ringrazio tutti coloro che porteranno attraverso il loro pensiero,il loro contributo in questo non solito discorso,ma fondamentale, a mio avviso.Penso che sarebbe molto interessante sapere in che modo Dio ha scritto la Sua Meravigliosa Legge sulla pietra.
Aspetto i vostri gentilissimi interventi.
Grazie.
Saluti.
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Gianni
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Re: La Scrittura dei Comandamenti

Messaggio da Gianni »

Ciao, Ana. Non chiamarmi professore, per cortesia, e diamoci del tu. Vuoi?
Non so se ho compreso bene la tua domanda. Prova, cortesemente, a dare un'occhiata a questo mio studio:
http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=243" onclick="window.open(this.href);return false;
Se è quello che cerchi posso mandarti il mio studio aggiornato con le illustrazioni dei caratteri grafici.
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Gianni
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Re: La Scrittura dei Comandamenti

Messaggio da Gianni »

Ana, provo ad allegare lo studio che ti dicevo ...
Allegati
La storia della scrittura.pdf
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Giorgia
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Re: La Scrittura dei Comandamenti

Messaggio da Giorgia »

Benvenuta Ana! :-)
Ana D.
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Re: La Scrittura dei Comandamenti

Messaggio da Ana D. »

Grazie tante,e grazie anche a Giorgia,un abbraccio :-)
Scrivo di corsa,spero di riuscire a farmi un pensiero su quanto scritto sui suoi studi.
Mi permetta una domanda personale,
Pensa che Dio abbia usato una scrittura di invenzione umana scrivendo personalmente sulle tavole i Suoi Comandamenti?
Grazie ancora.Anche per la pazienza e per la comprensione.
A presto.
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Gianni
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Re: La Scrittura dei Comandamenti

Messaggio da Gianni »

Certo che sì. L'ispirazione riguarda l'agiografo, che poi usa la sua propria lingua e i suoi mezzi espressivi.
Ana D.
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Re: La Scrittura dei Comandamenti

Messaggio da Ana D. »

Comprendo bene,al tempo di Mosè esisteva un alfabeto di invenzione umana messo a posto,in grado di esprimere la Legge Perfetta di Dio?
Presumo che I Dieci Comandamenti scritti dalla Mano di Dio sulle Tavole,e di conseguenza tutti i preziosi Insegnamenti della Sua Istruzione nella Sua Perfezione, non sono rimasti allo sbando dell'approssimazione dell intelletto umano.
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Gianni
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Re: La Scrittura dei Comandamenti

Messaggio da Gianni »

Ho esposto tutto nel mio studio che avevo allegato.
giango
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Re: La Scrittura dei Comandamenti

Messaggio da giango »

Pensa che Dio abbia usato una scrittura di invenzione umana scrivendo personalmente sulle tavole i Suoi Comandamenti?
Per dare il mio piccolo contributo, desidero mettere in evidenza che le lingue non sono una invenzione umana, visto che fu l'intervento divino a Babele a produrne la grande diversità.
E' dunque ragionevole pensare che le tavole della legge riportassero i comandamenti in lingua ebraica, al fine di essere comprensibile all'intero popolo di Israele.
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Gianni
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Re: La Scrittura dei Comandamenti

Messaggio da Gianni »

Il fatto che Dio scrisse la Legge con il proprio dito non sembrava corrispondere al concetto della divinità come si era andato sviluppando nel corso dei secoli presso gli ebrei, per cui i libri ebraici non ispirati scritti tra le Scritture Ebraiche e le Scritture Greche, conosciuti dai primi discepoli di Yeshùa, sostituiscono il dito di Dio (che sapeva di antropomorfismo) con gli angeli. Così anche in Gal 3:19; At 7:38.

Quanto a Babele, la presunta confusione delle lingue ad opera di Dio è frutto di un’interpretazione sbagliata basata su un errore di traduzione.
La "confusione delle lingue" per cui essi non comprendevano più la lingua l'uno dell'altro, significa la discordia dei vari popoli assoggettati. “Il popolo che abita in Shuanna [Babilonia] rispose l'un l'altro: No! [non si capirono più, caddero in fazioni] e complottarono ribellioni per lungo tempo, per cui stesero le mani sull'Esagila, sul tempio degli dèi, e dissiparono oro, argento, pietre preziose per pagare l'Elam”. - Pietra nera in Asarhaddon in D.D. Luckenhill, Ancient Records of Assyria and Babylonia II, pag. 242 n. 642.
La cessazione dell'opera costruttiva fu certamente dovuta a invasioni nemiche, simili a quelle di cui parla, ad esempio, l'assiro Sennacherib nel 689: “Le città e le case, dalle fondamenta al tetto, devastai, distrussi, consumai con il fuoco. Le mura, i baluardi, i templi degli dei, le ziggurat di mattoni e di terra, quante ne aveva, io le demolii e le gettai nel canale Arechta. In questa città scavai canali, feci sparire la loro terra nelle acque, annientai le loro grosse fondamenta, io le trattai peggio di un diluvio. Affinché nell'avvenire non si trovasse più il posto; città e i templi degli dèi, io li distrussi con l'acqua, io li trasformai in palude”. Con l'indebolimento del potere centrale i sudditi, prima sottomessi, si ribellarono e non furono più di una "sola lingua” come prima. Secondo il linguaggio biblico che elimina ogni causa seconda, tutto ciò è attribuito a diretto intervento divino che deve "scendere" per visitare la "alta" torre che si eleva verso il "cielo". La visione di questa ziggurat incompleta, che poi altri sovrani dovettero cercare di completare, fu vista da Israele come il tentativo babilonese di procurarsi fama, di stabilire un grosso impero indipendentemente da Dio, che però scendendo (egli è molto più eccelso di tutte le costruzioni umane) per attuare il suo giudizio di condanna, produsse discordie, fazioni e opposizioni con la conseguente cessazione di ogni attività costruttiva. Così la torre che doveva essere segno di potenza e di unione, divenne simbolo di discordia e di disunione.
Che non si tratti di confusione linguistica risulta chiaro dal capitolo 10 in cui già si presentano i vari popoli con le loro differenti lingue, come se si fossero evolute in modo normale: “Questi furono i figli di Sem secondo le loro famiglie, secondo le loro lingue, nei loro paesi, secondo le loro nazioni”. - Gn 10:31, TNM.
Poi in Gn 11:1 si legge nella traduzione italiana: “Ora tutta la terra continuava ad avere una sola lingua e un solo insieme di parole”. Ma l’ebraico non ha per nulla “una sola lingua”. Il testo biblico ha “un solo labbro” (M, LXX, Vg). In 10:31, “secondo le loro lingue” è infatti לִלְשֹׁנֹתָם (lilshonotàm); mentre in 11:1 si שָׂפָה אֶחָת (sapà echàt), “un labbro solo”. Questa espressione ("un labbro") è tipica per indicare "un solo sentimento". Inoltre, quello che TNM rende “un solo insieme di parole” e che, nella nota in calce, spiega come “un solo vocabolario”, è nel testo ebraico דְבָרִים אֲחָדִים (dvarìm echadìm) ovvero “parole uniche”, che esprime l’idea di un intento condiviso cui attenersi (un po’ come il nostro “avere una sola parola”).
Infine, si ha il fatto che babel [= “porta di Dio”] fu fatto derivare dalla radice balbul che significa "mistura" (vale a dire "confusione" di mente, di regione, di popoli).
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