Yeshùa ed il divorzio

Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Ecco un estratto esemplificativo di cosa veniva scritto sul get, ossia il libretto di ripudio:

... Ti libero e ti mando via e ti metto da parte, affinché tu possa avere il permesso e il controllo su te stessa per andare a sposarti con qualsiasi uomo che tu possa desiderare; e nessuno ti ostacolerà da questo giorno per sempre, e tu sei permessa a qualsiasi uomo, e questo sarà per te da me un atto di licenziamento, un documento di rilascio e una lettera di libertà, secondo la legge di Mosè e Israele ...

Non possiamo interpretare a piacimento. La donna era libera di risposarsi se riceveva il libretto di ripudio; non con il primo marito che l'aveva ripudiata, ma con qualsiasi altro uomo. È un avanzamento morale incredibile, in un mondo in cui la donna veniva trattata come una merce. Oltretutto, il matrimonio è il primo comandamento della Torah.

http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6643-get" onclick="window.open(this.href);return false;
Avatar utente
Salvatore Tarantino
Messaggi: 462
Iscritto il: sabato 9 agosto 2014, 8:04

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Massimo, siamo d'accordo che non può risposarsi, ma non siamo d'accordo sulla legittimità del ripudio.
Per me lo è.
Il verso 1 non fa un'ipotesi con un "se" ma concede proprio una facoltà.
Nei 3 versi successivi si ipotizzano dei fatti per impartire un divieto.
Avatar utente
Salvatore Tarantino
Messaggi: 462
Iscritto il: sabato 9 agosto 2014, 8:04

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Bgaluppi, il verso 2 da solo non dice se fa fa bene o se fa male a risposarsi.
I versi successivi fanno chiaramente intuire che fa male.
Geremia 3,1 interpreta in senso negativo il fatto che si risposi.
Così diranno chiaramente anche Yeshùa e Paolo (chi sposa una donna ripudiata commette adulterio e la moglie sarà considerata adultera se va ad altro uomo finché suo marito vive).
Non esiste un solo verso della bibbia che dica che la donna ripudiata possa risposarsi.

La tua interpretazione di Geremia 3,1 (ma anche di Deuteronomio 24,2-4) è errata perché le fornicazioni sono due: la prima è quella che ha determinato il ripudio, la seconda è costituita dalle nuove nozze.
Per mezzo di Geremia Dio dice chiaramente che Israele, già ripudiata, si è ulteriormente prostituita.

Ps: le continue citazioni di fonti extra bibliche sono irrilevanti.
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Salvatore, non può risposarsi se non ha commesso fornicazione, altrimenti può risposarsi. Lo dice Dt 24:2, che regolamenta l'eventualità del nuovo matrimonio in seguito a ripudio per giusta causa (“qualora lui ha trovato qualcosa di sconveniente in lei”), e lo dice il get, che gli ebrei utilizzano da millenni. Vuoi forse sostenere che gli ebrei hanno sbagliato per millenni perché non hanno capito il senso di Dt 24:2? Non sarà che sei tu che — per convinzione personale — non riesci a vedere che Dt 24:2 afferma la possibilità di un nuovo matrimonio per la donna? Le fonti extra-bibliche non sono sempre determinanti, ma di certo non si può andare a dire agli ebrei cosa dice Dt 24:1-4. Qui non c'è proprio bisogno di citare la tradizione, è la Torah a consentire il nuovo matrimonio perché ne contempla la possibilità, ma tu affermi che la possibilità equivale a proibizione (“Nei 3 versi successivi si ipotizzano dei fatti per impartire un divieto.”) :-O

Faccio notare anche che se il marito impediva alla moglie di risposarsi, il get sarebbe stato invalidato.

Salvatore, Ger 3:1 ribadisce quanto espresso in Dt 24:2-4, e cioè che il primo marito non può risposare la donna che ha ripudiato per fornicazione:

“Se un uomo manda via sua moglie, e lei si allontana da lui, e sposa un altro uomo, può lui tornare di nuovo da lei?”. La reggente, o apodosi, è la seconda parte, che esprime la conseguenza della condizione espressa nella protasi: una donna ripudiata non può tornare dal primo marito (reggente); in che caso? Se lei, dopo esser ripudiata per aver commesso fornicazione (questa è la causa di peccato), si risposa (protasi). Dove mai sta scritto che non può risposarsi? Sta scritto che non può tornare dal primo marito, è questo il divieto.

Ma non voglio convincerti, vorrà dire che gli ebrei — come al solito — non hanno capito nulla. Riporto il testo del get, per chiarezza, usato sin da tempi premosaici:

... Ti libero e ti mando via e ti metto da parte, affinché tu possa avere il permesso e il controllo su te stessa per andare a sposarti con qualsiasi uomo che tu possa desiderare; e nessuno ti ostacolerà da questo giorno per sempre, e tu sei permessa a qualsiasi uomo, e questo sarà per te da me un atto di licenziamento, un documento di rilascio e una lettera di libertà, secondo la legge di Mosè e Israele ...
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Siamo proprio sicuri che le varie regolamentazioni rabbiniche a seguito delle interpretazioni della Torah siano tutte conformi ai dettami originali di Dio ed ai successivi chiarimenti interpretativi di Gesu'?

Dimentichiamo per un momento la parola ripudio.

Questo e' quanto succedeva in Giuda ai tempi di Gesu' in merito al divorzio.

A)
Mariti che mandavano via le loro mogli per pressoché qualunque motivo, dal momento che "qualcosa di indecente" aveva una accezione più o meno grave a secondo delle interpretazioni delle varie correnti rabbiniche (I° secolo, vedasi posizione rigorista del rabbino Shammai, e molto più permissiva dei rabbini Hillel, e successivamente Aqiba nel I°/II° secolo, ecc.).
Nella gran parte dei casi i mariti mandavano via le loro mogli senza colpa grave (fornicazione). L'allontanamento era illegittimo, la donna si risposava e commetteva adulterio con il secondo marito. Il libello? Carta straccia se la donna si risposava e se il primo marito no, la donna infatti si sarebbe contaminata e sarebbe stata un'adultera con il secondo matrimonio (Dt 24:2-4). Se la donna andava a vivere dal padre, il libello aveva un minimo di senso per giustificare il ritorno dal padre ma non per annullare il matrimonio. Ed il primo marito? Il marito, avendo allontanato la moglie senza giustificazione grave di infedeltà, se si risposava commetteva adulterio (aspetto chiarito da Gesù in Marco 10:11, la cosa è reciproca come in Marco 10:12).

B)
Il marito allontanava la moglie a causa di una infedeltà, un adulterio durante il matrimonio. Il libello? Importante. Il marito poteva risposarsi con un'altra donna in un matrimonio benedetto da Dio. La prima moglie allontanata dal marito si era contaminata carnalmente e spiritualmente, poteva aver alcun senso agli occhi di Dio un suo secondo matrimonio? Avrebbe per caso ricevuto la benedizione di Dio questo suo secondo eventuale matrimonio? Domande retoriche, visto che Giuda ed Israele sono considerate alla stregua di prostitute dopo aver commesso adulterio durante il loro matrimonio con Dio.
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Siamo proprio sicuri che le varie regolamentazioni rabbiniche a seguito delle interpretazioni della Torah siano tutte conformi ai dettami originali di Dio ed ai successivi chiarimenti interpretativi di Gesu'?
Ogni cosa va esaminata bene, e non si può fare di tutta l'erba un fascio. Yeshùa non criticava la tradizione dei padri, ma le takanot dei farisei, che aggiungevano norme su norme. Tutti gli insegnamenti di Yeshùa trovano conferma sia nella Torah che nella torah orale. Massimo, spesso si usa mettere in dubbio la tradizione (senza mai specificare...) per sostenere qualcosa da non addetti ai lavori. Sarebbe come voler dimostrare una teoria scientifica mettendo in dubbio il lavoro di migliaia di scienziati che sostengono qualcosa di diverso; si può controbattere e argomentare, come faceva Yeshùa, a determinate tesi, ma non per questo screditare un'intera tradizione millenaria perché non fa comodo per sostenere ciò che vogliamo noi.

Il get è usato da tempi antichissimi, non fu un'invenzione dei “farisei ipocriti”. Da millenni, la donna ripudiata per giusta causa è libera di risposarsi, e questo non sulla base dei farisei o dei rabbini medioevali, ma sulla base della Torah. E adesso arriviamo noi e sosteniamo che per millenni gli ebrei hanno sbagliato a far risposare la donna ripudiata? Rileggiamo bene Dt 24:1-4, cercando di eliminare ogni blocco preconcettuale che ci fa vedere divieti che non esistono.
Nella gran parte dei casi i mariti mandavano via le loro mogli senza colpa grave (fornicazione). L'allontanamento era illegittimo, la donna si risposava e commetteva adulterio con il secondo marito.
Dici benissimo. Infatti, Dt 24:1 ordina il ripudio legittimo e proibisce quello illegittimo: “Quando uno prende una donna e la sposa, se poi avviene che essa non gli è più gradita perché ha trovato in lei qualcosa di vergognoso [unico motivo per mandarla via], scriva [ordine] per lei un libello di ripudio, glielo dia in mano [ordine] e la mandi via da casa sua [ordine]”.

Se il marito non trova niente di sconveniente in lei, non può mandarla via. Se lo fa comunque e le dà il libello, che le consente di risposarsi, la espone all'adulterio; ma se trova in lei fornicazione — qualcosa di indecente — deve ripudiarla, nel qual caso non la espone ad adulterio.

E non è esattamente questo che dice Yeshùa?
La prima moglie allontanata dal marito si era contaminata carnalmente e spiritualmente, poteva aver alcun senso agli occhi di Dio un suo secondo matrimonio?
Ma scusa, avrebbe forse dovuto essere trattata alla stregua di una lebbrosa e resa impossibilitata di mettere in atto due importantissime mitzvot?, che sono: “l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una sola carne” (Gen 2:24) e “Siate fruttiferi e moltiplicatevi” (Gn 1:28, questo è il primo comandamento della Torah). Yeshùa perdona l'adultera e le dice: “va' e non peccare più”, ossia non commettere più adulterio. Verso chi? Il suo nuovo marito, ovviamente. Allora Yeshùa ha sbagliato.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Ma siamo realisti...era già tanto se la donna che si era macchiata di adulterio restava in vita.

Per cui secondo te una presunta vergine non trovata vergine dal marito era lapidata (Dt. 22:13-21) ed un'adultera invece grazie ad un libello che sanciva lo scioglimento del suo precedente matrimonio per sua fornicazione si poteva risposare in un nuovo matrimonio benedetto da Dio?
Credo che le cose non tornino.

Per cui secondo te una donna poteva risposarsi 100 volte sempre in matrimoni benedetti da Dio ed alla centesima aver avuto sciolto i suoi precedenti 99 matrimoni per sue 99 fornicazione?

Non stiamo parlando qui di Gesù, che evidentemente ha apportato dei cambiamenti, fra tutti il concetto di perdono dopo riconoscimento della Sua autorità e profondo pentimento e ravvedimento. Gesù è Gesù, come Dio è Dio ed ha ripetutamente perdonato Giuda ed Israele per le loro innumerevoli infedeltà.
Ultima modifica di Massimo-W-la-Bibbia il sabato 22 settembre 2018, 16:12, modificato 1 volta in totale.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Ti invito a leggere Numeri 5:27, per comprendere come venivano considerate le donne adultere: "e quando le avrà fatto bere l'acqua......e se ella si è contaminata ed ha commesso una infedeltà contro il marito....quella donna diventerà un oggetto di maledizione in mezzo al suo popolo".
Questo dicono le Scritture, io solo a quelle mi rifaccio.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

BGaluppi, ci tenevo infine a scusarmi nel caso sia stato troppo duro, ripeto, non è mia intenzione fare opera di convincimento. Rispetto la tua posizione ed il tuo intendimento, ci sono alcuni punti che ovviamente non mi sento di condividere, come dai miei precedenti post. È peraltro un tema complesso e che ha sempre suscitato dibattiti.
Un cordiale saluto
Massimo
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

BGaluppi, ci tenevo infine a scusarmi nel caso sia stato troppo duro, ripeto, non è mia intenzione fare opera di convincimento.
È questo il bello della discussione. Una discussione poco accesa non porta a nulla. ;) Questa è una bella discussione.
Ma siamo realisti...era già tanto se la donna che si era macchiata di adulterio restava in vita.
La morte poteva essere inflitta solo sulla base di due o tre testimoni e non era affatto una pratica frequente. L'adultera fu trascinata davanti a Yeshùa principalmente per vedere come lui si sarebbe comportato (Gv 8:6); alla fine, la donna non viene lapidata. Inoltre, Dt 24:1 non parla di adulterio, ma di “qualcosa di sconveniente”, che è riconducibile alla fornicazione, che poteva riguardare cose diverse.
Per cui secondo te una presunta vergine non trovata vergine dal marito era lapidata (Dt. 22:13-21) ed un'adultera invece grazie ad un libello che sanciva lo scioglimento del suo precedente matrimonio per sua fornicazione si poteva risposare in un nuovo matrimonio benedetto da Dio?
Dt 22:20 chiarisce che era necessaria evidenza della colpa, sempre su testimonianza di due o tre persone, per infliggere la morte; inoltre, qui si parla di adulterio (ciò è chiarito al v. 21), non di “qualcosa di sconveniente”. La pena per l'adulterio, se corroborato da due o tre testimoni, era la morte. Di nuovo, Dt 24:1 non parla specificamente di adulterio. Il matrimonio è “benedetto da Dio” perché è Dio che lo comanda ai figli di Israele; chi non si sposa e non fa figli — i quali erano possibili solo nel matrimonio — non adempie alle mitzvot della Torah. Sarebbe stato un peccato impedire ad una donna di risposarsi e avere figli, se lei fosse stata libera di farlo perché ripudiata per giusta causa.
Per cui secondo te una donna poteva risposarsi 100 volte sempre in matrimoni benedetti da Dio ed alla centesima aver avuto sciolto i suoi precedenti 99 matrimoni per sue 99 fornicazione?
Questa è un'ipotesi assurda, mai avvenuta. Nessuna donna poteva sposarsi cento volte, anche perché se superava una certa età non se la prendeva nessuno e restava senza marito. Lo scopo primario del matrimonio era la procreazione in funzione della discendenza, sposare una donna troppo vecchia presentava il rischio che non potesse avere figli. Una donna che restava senza marito oltre i diciotto anni era considerata “maledetta” da Dio (Kid. 29b), ed è per questo che Elisabetta, avanti nell'età, dice: “«Ecco quanto ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui mi ha rivolto il suo sguardo per cancellare la mia vergogna in mezzo agli uomini».” (Lc 1:25). L'uomo che a venti anni di età non si fosse ancora sposato veniva costretto a sposarsi dal tribunale.

Num 5:27 parla della sotah. Prima di chiamare una donna adultera, con tutte le conseguenze del caso, era necessario provare la sua colpa con assoluta certezza. Inoltre, al v. 27 è detto che “quella donna diventerà un oggetto di maledizione in mezzo al suo popolo” e ciò costituiva “la pena della sua iniquità” (v. 31), dunque non veniva messa a morte, ma avrebbe costituito un esempio da non seguire in mezzo al suo popolo, ossia per quelli che la conoscevano (questa è la spiegazione del v. 27).

Il tema del matrimonio è davvero complesso e va esaminato a fondo. È un peccato che Noiman non sia in giro per dare un suo contributo.
Rispondi