Yeshùa ed il divorzio

Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

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Salvatore, siamo d'accordo, il ripudio era sicuramente una prassi per queste indecenze che tu hai riportato, aggiungo io, dal mio punto di vista assolutamente non giustificata dalla Scrittura Biblica. Il punto è che queste indecenze non sono comparabili alla contaminazione spirituale in cui incorre la donna ripudiata (pertanto esposta) se sposa un secondo uomo. Tanto è vero che questa contaminazione non cessa neppure alla morte del secondo marito.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

La parola che viene utilizzata per indecenza ha numero strong H6172, ed è utilizzata poche volte in AT, una di queste è quando Dio comanda di coprire gli escrementi fuori dall'accampamento, in quanto Dio non vuole vedere 'brutture' (Dr.23:14).
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Salvatore Tarantino
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Massimo, secondo me la contaminazione carnale / spirituale è unica.
Chi si unisce a una prostituta diventa una sola carne con essa, penso che sia ben sottolineata la carnalità, ma la spiritualità è pure implicata.
Deuteronomio 24 non mi sembra che possa consentire delle distinzioni tra carnale e spirituale.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Nel caso della parola 'contaminazione' di Dt.24:4, numero strong H2930, il termine è utilizzato sia per indicare contaminazione temporanea che ha termine alla sera (Lev.11:31), ma anche contaminazione spirituale definitiva è pertanto molto grave (Num.5:13). Il fatto che non cessi neppure con la morte del secondo marito, indica lo stesso tipo di contaminazione della donna che si svia dal marito ed giace con un altro (appunto al pari di Num.5:13).
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Certo nel caso di adulterio è una carnale/spirituale.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Detto questo, si aprono tanti scenari, per i quali NON abbiamo una risposta diretta in Dt.24:1-4, e per cui apparentemente ci possiamo fare aiutare da altri passi biblici forse di AT (??) o forse da NT (??) o da entrambi o da nessuno dei due.

A) Come si può considerare il marito che ripudia la moglie per il solo fatto di aver scoperto qualcosa di indecente, nel momento in cui egli decide di sposare un'altra donna?

B) Può altrettanto la donna ripudiare il marito ed in quali circostanze il ripudio è giustificato?

C) E' effettivamente lecito risposarsi da parte del marito dopo il ripudio della moglie cagionato da fornicazione della moglie?

D) E' lecito risposarsi da parte della moglie dopo il ripudio del marito cagionato da fornicazione del marito?

E) È lecito per il marito, dopo il ripudio della moglie per fornicazione, riprenderla con se risposandola?

F) Nel caso in cui il marito sia violento, ubriacone, e maltratti la moglie, oppure sia non credente ed ostacoli la moglie, è lecito per la moglie abbandonare/ripudiare il marito e risposarsi?

Mi limito a queste, direi che sono già tanti casi, scusatemi sono un ingegnere per cui preferisco scomporre un problema complesso in tanti più piccoli da affrontare.
Domani però, per quanto mi riguarda, per stasera sono un po' stanco.

A presto
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Massimo, ti riporto il commento di Rashi in proposito alle parole del v. 4:

da quando è stata profanata [a lui]: [Questa espressione insolita viene] per includere una sotah [una donna sospettata di adulterio] perché si è isolata [con un altro uomo]. [Fino a quando la sua cerimonia di prova ha luogo (vedi Numeri 5: 11-31) e non si sa ancora se abbia effettivamente commesso adulterio, potrebbe non avere rapporti con lei.] - [Sifrei 24: 136]

La sotah era la donna sposata sospettata di adulterio che doveva sottoporsi ad un rituale che avrebbe rivelato se effettivamente lo aveva commesso oppure no. Per cui, il versetto farebbe riferimento alla profanazione eventuale avvenuta durante il matrimonio; il marito non poteva riprenderla come moglie in virtù dell'adulterio da lei commesso, non in virtù del fatto che si era sposata con un altro uomo. Ciò è conforme con le parole di Yeshùa, che dice “l'uomo non separi ciò che Dio ha unito”. Come potrebbe mai l'uomo separare ciò che Dio ha unito? Attraverso l'adulterio, che è fornicazione, un atto che scioglie il vincolo sacro tra due persone.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Se fosse così e la profanazione e contaminazione della donna fosse avvenuta durante il primo matrimonio, a mio avviso i versi 2 e 3 non avrebbero molto senso, invece pare siano la premessa del verso 4.
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

In sostanza, quello che voglio dire io, è che parliamo dello stesso tipo di profanazione e contaminazione della donna. In Numeri 5:13 la contaminazione è avvenuta di nascosto, va pertanto accertata con il rituale descritto. In Dt.24:4 è alla luce del sole, con un secondo marito, a seguito di un ripudio non giustificato (=primo matrimonio ancora valido): in questo secondo caso Dio ha voluto fornire un monito, che comunque sempre di adulterio si tratta.
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Se fosse così e la profanazione e contaminazione della donna fosse avvenuta durante il primo matrimonio, a mio avviso i versi 2 e 3 non avrebbero molto senso, invece pare siano la premessa del verso 4.
Ha senso, perché la donna avrebbe commesso adulterio contro di lui (il primo marito), ed è questo il motivo per cui il primo marito non poteva risposarla.

Provo ora a rispondere alle tue domande:

A. La persona che sposa un'altro dopo aver divorziato dal coniuge perché ha scoperto che lui o lei ha commesso fornicazione è libero e non commette adulterio: “chiunque manda via la propria moglie, eccetto in caso di fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio” (Mt 19:9), dunque, in caso di fornicazione, chi manda via la moglie e ne sposa un'altra non commette adulterio. Io ritengo — e qui Salvatore potrebbe non essere d'accordo — che questo valga anche nel caso della donna che si scioglie dal marito, poiché il buon senso vuole che se la fornicazione rompe quel vincolo di cui parla Yeshùa (che non è il matrimonio legale ma è sancito tramite il matrimonio), entrambe le persone non sono più vincolate. Il libretto di ripudio stabiliva che la donna potesse sposare qualsiasi altro uomo (vedi http://www.jewishencyclopedia.com/articles/6643-get). In effetti, Dt 24:2 regolamenta la libertà della donna di risposarsi e non la proibisce.

B. Ovviamente la fornicazione, che include l'adulterio. Altri motivi che consentivano alla donna di divorziare dal marito erano la negazione dei diritti coniugali (tra cui l'intimità, Ketuboth V, 6), l’impotenza (Nedarim XI, 12), certe malattie o il cattivo odore (Ketuboth VII, 9), il rifiuto del marito di mantenerla (Ketuboth 77a), il trattamento crudele e la privazione del suo diritto legale di persona libera (Ketuboth VII, 2-5; V, 5), le percosse (Eben ha-'Ezer, 154, 3, glossa), la licenziosità o l’apostasia (pornèia) del marito (Eben ha-'Ezer, 154, 1, glossa; Maimonide, Mishneh Torah, Ishut, iv,15).

La fornicazione include un ampio spettro di comportamenti illeciti, inclusa l'apostasia.

C. Ho risposto in A

D. Ho risposto in A

E. No, in base a Dt 24:4, di cui ti ho riportato il commento di Rashi. In seguito a ripudio per adulterio e nuovo matrimonio della donna, il marito non poteva riprendersela.

F. Si, vedi B. È anche logico, perché se il matrimonio è un'unione sacra fisica e spirituale davanti a Dio, che tipo di unione c'è tra una donna ed un uomo che la picchia e non crede in Dio?
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