L'ispirazione della Bibbia

Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10155
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: L'ispirazione della Bibbia

Messaggio da Gianni »

Signor Stefanotus, io non suppongo che lei voglia distogliere l’attenzione dal tema di questa discussione. Perché mai dovrebbe farlo? Dico invece che lei ha – perdoni l’espressione – un modo molto contorto di affrontare le discussioni. Invece di affrontare il tema vero e proprio, lei parte per la tangente e solleva continuamente tutt’altre questioni. Ma su ciò ho una soluzione, che le dirò alla fine.

Esulando dal tema, lei mi ripropone questa domanda: “Dio ha deciso di far ottenere la salvezza attraverso questo libro, previo studio di lingua e/o usi e costumi ebraici?”. Di nuovo le rispondo che lei parte da un assunto errato. Da dove mai ricava la strana idea che Dio avrebbe deciso di far ottenere la salvezza attraverso la Bibbia? La salvezza è donata da Dio solo e unicamente attraverso Yeshùa. La Bibbia non salva nessuno. Piuttosto, “tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza” (Rm 15:4). Chiarita la premessa errata da cui lei parte, rispondo ora sua domanda se occorra studiare lingua e/o usi e costumi ebraici.

Vede, Stefanotus, riguardo alla lingua ebraica c’è chi l’ha studiata per lei. Non so quale traduzione biblica lei usi di preferenza, ma in ogni caso si tratta di una traduzione. Potrebbe essere la traduzione di una traduzione ovvero la traduzione in italiano di una traduzione biblica in inglese o in un’altra lingua. Potrebbe essere anche una traduzione fatta sui testi originali. In quest’ultimo caso, che è quello preferibile, lei si trova di fronte all'enorme e prezioso lavoro che qualcuno ha fatto per lei: quel qualcuno (il traduttore), studiando e conoscendo la lingua ebraica, le mette a disposizione il testo biblico nella lingua che lei parla. Diversamente, lei non avrebbe alcun accesso al testo sacro. Ed ecco la risposta alla prima parte della sua domanda (che è: “Previo lo studio della lingua ebraica?”): certo che sì, assolutamente sì; il fatto che qualcuno lo abbia fatto lei, non cambia la risposta; lei se ne deve necessariamente avvalere. Veniamo ora alla risposta alla seconda parte della sua domanda che riguarda la necessità di conoscere gli usi e costumi ebraici. Anche qui la risposta è un deciso sì. Anzi, aggiungo: non solo la conoscenza degli usi e costumi, ma anche e soprattutto del modo di pensare ebraico. E qui la questione si complica, perché se – grazie al traduttore – lei può leggere il testo sacro, non è detto che possa sempre capirlo. Meglio di esempi pratici non c’è nulla per chiarire questo punto. Le cito quindi alcuni brani del testo sacro in italiano (che qualcuno ha tradotto anche per lei, altrimenti non potrebbe neppure leggerli). Ora, leggendo le seguenti citazioni, cerchi di riflettere sul fatto che se non si cerca di entrare nel modo di pensare ebraico, si potrebbe capire fischio per fiasco e prendere vere e proprie cantonate.

In 2Re 23:3 il re Giosia si impegna a osservare la santa Toràh di Dio “con tutto il cuore”. Cosa capisce lei? Che intendeva metterci tutti i sentimenti? Così capisce chi non conosce il modo di pensare ebraico. In verità, per gli ebrei la sede dei sentimenti era negli intestini; il cuore era invece la sede del pensiero e del ragionamento. “Con tutto il cuore” è la traduzione dall’ebraico all’italiano. Ma è poi necessario fare un’altra traduzione: dal pensiero ebraico (che è orientale) a quello occidentale, così l’espressione diventa per noi “con tutta la mente”. Quando Yeshùa domanda agli apostoli: “Avete il cuore indurito?” (Mr 8:17), non sta affatto domandando loro se sono insensibili, ma sta domandando se sono duri di comprendonio, infatti domanda: “Non riflettete e non capite ancora? Avete il cuore indurito?”.

In Ez 16:26 è detto a Gerusalemme: “Ti sei prostituita agli Egiziani, tuoi vicini dalle membra vigorose”. Cosa capisce lei qui? Che gli egiziani vengono descritti come dei marcantoni grandi e grossi? Se è così, prenderebbe una cantonata. Il testo originale ebraico parla di גִּדְלֵי בָשָׂר (ghidlè basàr), “grandi di carne”. Se lei non conosce l’antropologia biblica conforme al pensiero ebraico, non può sapere che il termine basàr (“carne”) è impiegato anche per indicare il pene. Infatti, poco prima (v. 25) è detto: “Ti sei offerta a ogni passante; hai moltiplicato le tue prostituzioni”. Anzi, “ti sei offerta” è un eufemismo; il testo ebraico originale dice: “Allargasti le tue gambe” (תְּפַשְּׂקִי אֶת־רַגְלַיִךְ).
Occorre sapere che basàr inteso non come carne in senso completo ma come pezzo di carne (quindi basàr senza ulteriore specificazione) indica l’organo sessuale maschile, il pene. La traduzione di TNM di Lv 15:2 dice giustamente: “Nel caso che qualche uomo abbia uno scolo dal suo organo genitale”; il testo ebraico ha letteralmente: “dalla sua basàr”. La stessa cosa vale per l’organo sessuale femminile, la vulva: “Nel caso che una donna abbia uno scolo, e risulti che lo scolo dalla sua basàr è sangue”. - Ibidem v. 19.

Potrei farle altre decine e decine di esempi. Per cui, “previo studio di lingua e/o usi e costumi ebraici?”. Assolutamente sì, e non basta neppure, perché deve aggiungere anche lo studio del pensiero semitico ed ebraico in particolare.

Concordando con quanto espresso da Maurizio, Emiliano e Naza, vengo ora alla soluzione che le ho accennato.
Siccome non mi è possibile proseguire nella trattazione dell’argomento ispirazione perché lei contesta il mio approccio, le cedo volentieri la parola. Tratti lei, Stafanotus, questo tema seguendo il suo personale criterio. Conduca lei la discussione. Io mi faccio da parte e la seguirò, partecipando con gli altri.
Ricominci pure daccapo, faccia lei, dia l’impostazione che vuole. A lei la parola.
Avatar utente
francesco.ragazzi
Messaggi: 1220
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 18:17

Re: L'ispirazione della Bibbia

Messaggio da francesco.ragazzi »

http://www.evantv.net/video/?risposte-agli-scettici" onclick="window.open(this.href);return false;
chelaveritàtrionfi
Messaggi: 4130
Iscritto il: venerdì 11 aprile 2014, 23:31
Località: Italia

Re: L'ispirazione della Bibbia

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Ciao Armando. :-) Riguardo l’attendibilità del testo senza entrare nel tema delle varianti di cui parla Maurizio, cioè che gli autori della bibbia abbiano scritto quelle parole è un conto. Se per attendibilità intendiamo che non ci sia traccia del pensiero umano, modi di scrivere derivante da usi e costumi ecc.. ( che in ogni modo non distorce minimamente l’insegnamento divino ) è altro conto. I documenti originali pervenuti sono attendibili ..certo! Altrimenti ogni discussione non avrebbe senso. Certamente il testo non è stato dettato. Ispirato vuol dire altro. Tema della discussione.
Se devo ritenere il testo attendibile per la precisione dell’espressione assoluta delle parole avrei non poche difficoltà a comprendere. Posso fare centinaia di esempi. L’attendibilità sta nei concetti e nel messaggio. Massima attendibilità. La lepre era intesa dall’autore come un ruminante per la rimasticazione di quanto mangiato in precedenza, ma se la parola ebraica tradotta con “ruminante” letteralmente è "facente salire il cibo mangiato" , cioè rigurgita, è ovvio che la lepre non lo fa, quindi in assoluto dovrei ritenerlo un errore. La lepre essendo che rimangia quanto a defecato , non rigurgitato, è messa tra gli animali impuri. Questo interessa.
Ruminante = facente salire il cibo mangiato, rigurgito
L'autore crede, da quanto scritto e sempre se la parola ha quell'esatto significato letterale, che la lepre rigurgiti il cibo e lo rimastica, ma non lo fa .
Riguardo al vino , con le conoscenze attuali non è indicato per il mal di stomaco. Una spiegazione c'è? Si . Una può essere quella riportata qualche post fa riguardo l'acqua sporca e l'importanza del vino. Essendo che il vino non è indicato per il mal di stomaco ciò mi fa pensare alla credenza dell'autore.

Si possono fare centinaia di esempi partendo da genesi riguardo la precisione delle parole.
La spiegazione del passo da me riportato nel post precedente per quanto possa avere altra spiegazione i conti non tornano.
In NUMERI capitolo 26 leggiamo del censimento: quarantamilacinquecento,settantaseimilacinquecento, settantaquattromilatrecento, cinquantaduemilasettecento ecc. ecc.. Se devo considerare la precisione letterale di questi numeri mi viene da chiedere come è possibile che non ci sia un numero che finisce ad esempio con 2, con 3 , con 21 mentre noto che tutti finiscono con centinaio?
Giosuè disse al Signore sotto gli occhi di Israele: «Sole, fèrmati in Gàbaon e tu, luna, sulla valle di Aialon». (Gs10,12)
Se dovessi prendere alla precisione quanto scritto dovrei affermare che il sole si sia fermato ed anche la luna.

Fece la vasca di metallo fuso del diametro di dieci cubiti, rotonda, alta cinque cubiti; ci voleva una corda di trenta cubiti per cingerla (2Cr4:2)
Se faccio un calcolo geometrico, essendo la vasca tonda (un cerchio) per sapere quanto deve essere la corda per cingerla devo calcolare la circonferenza del cerchio : diametro x pigreco = 10 x 3,14 = 31,4
Se devo prendere il risultato preciso scritto , 30 cubiti, non è esatto.
Concludo con un’ osservazione che riguarda più il tema : composizione della bibbia, quindi apro e chiudo parentesi altrimenti Gianni mi prende per le orecchie per i fuori tema :d :d :d :d :d :d :d :d
Supponiamo che un insegnante di scuola porti i suoi alunni a vedere una partita di calcio ( a parte che non manderei mai mio figlio in quella classe …è per fare un esempio  ). Poi l’insegnante dà un tema da svolgere ai suoi alunni . Raccontare la partita , le azioni da goal ecc.. Ogni alunno scrive il suo tema. Ognuno racconta un avvenimento veramente accaduto , i commenti del cronista ascoltati e li mette per iscritto. L’insegnante non può non notare le differenze tra i vari temi nel modo di scrivere e di esprimersi (non parlo di calligrafia) ecc.. Scrivo questo per spostare per un attimo l’attenzione sul fatto che solo chi può consultare il testo originale potrebbe accorgersi delle differenze nei modi di scrivere quindi individuare anche i diversi autori biblici.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10155
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: L'ispirazione della Bibbia

Messaggio da Gianni »

Caro Francesco. Ho visto il video che hai segnalato. Ho riscontrato che il Valla fa lo stesso errore che fai tu quando afferma che “Dio non sbaglia”, confondendo l’Autore sacro del messaggio biblico con l’autore umano che lo scrisse. Questo errore nasconde un errore più grave: quello di confondere l’ispirazione della Bibbia con una specie di dettato parola per parola. Io non so più come dirlo: l’ispirazione riguarda il messaggio biblico mentre la stesura del testo è lasciata all’agiografo, che non è robot né una segretaria che scrive dietro dettatura.
Il tentativo che fa il Valla, da te avallato (bel gioco di parole ;) ) di conciliare a tutti i costi Bibbia e scienza, si chiama concordismo. È una strada del tutto sbagliata, perché Bibbia e scienza viaggiano su binari diversi. L’agiografo non era uno scienziato e scriveva in base alla sua mentalità o alla sua diretta osservazione. Quando dice che in cielo ci sono i depositi della pioggia e che piove quando Dio ne apre le cateratte, non sta facendo scienza ma parla secondo il pensiero dell’epoca. Quando afferma che la terra poggia su dei pilastri, non sta facendo affermazioni astrofisiche, ma esprime l’idea della sua epoca.
Venendo allo specifico, in Lv 11:6 si legge: “La lepre ... rumina”. Probabilmente tu non lo sai, ma il testo biblico dice maalàt gheràh (מַעֲלַת גֵּרָה), letteralmente “facente salire bolo”, che è l’impasto del cibo masticato. Devi sapere che i leporidi (lepri e conigli) hanno un solo stomaco, mentre i ruminanti ne hanno quattro. I ruminanti rigurgitano il cibo ingerito, i leporidi no. Questi rimasticano invece il cibo che defecato o vomitano; la lepre, quando mangia vegetali verdi e freschi invece di foraggio secco, li mangia in fretta e poi li espelle vicino alla sua tana in forma semi-digerita, per poi riprenderli e masticarli di nuovo. Non è quindi vero che la lepre è “facente salire bolo”, che è l’impasto del cibo masticato, come detto in Lv 11:6.
Non si deve però fare l’errore – il grande errore – di dire che la Bibbia sbaglia o addirittura il doppio e più grave errore di dire che sia Dio ha sbagliare. Lo scrittore sacro, basandosi sulla osservazione, vedeva che la lepre muove le labbra come un ruminante e quindi lo mette tra quelli. Tieni poi conto che al suo tempo non c’era la classificazione scientifica di oggi. Occorse attendere il 1882 perché Morot scoprisse che i leporidi non rigurgitano affatto il cibo ma lo ingeriscono di nuovo.

Ho divago per risponderti, ma ora lascio di nuovo la conduzione della discussione al signor Stefanotus.
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10155
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: L'ispirazione della Bibbia

Messaggio da Gianni »

Leggo solo ora l'intervento di Naza e solo lieto di leggervi la mia stessa considerazione, che è biblica. :-)
Avatar utente
Giorgia
Messaggi: 1186
Iscritto il: martedì 9 dicembre 2014, 9:15

Re: L'ispirazione della Bibbia

Messaggio da Giorgia »

Leggendo quanto scritto fino ad ora, vorrei riportarvi il mio pensiero.
Qualche volta, parlando con qualcuno di Dio, magari in un momento difficile della vita di costui, mi sono sentita dire che secondo lui che ero ispirata da Dio. Perché quello che ho detto lo ha aiutato. (Attenzione, non sto dicendo che io ho un qualche dono particolare. Ho solo riportato quanto mi è stato detto, quindi vi prego, non interpretatelo male)

Altre volte, ho pregato intensamente per chiedere a Dio come comportarmi in determinate situazioni. Più di una volta dopo aver pregato mi è balzata in mente un modo, una idea su cosa e come comportarmi. E subito mi sono sentita felice e rilassata. Sicura che fosse la cosa giusta da fare. Con la sensazione che fosse una soluzione gradita a Dio.

Ecco in entrambe queste situazioni, penso che Dio abbia influito nella mia vita, in una sorta di "ispirazione". Però sia il parlare che la decisione erano mie. Non di Dio.

Da quello che posso comprendere, quello che dicono Gianni e Naza è questo. Dio ha ispirato gli autori della Bibbia. Ma si è servito di uomini, perché lo scrivessero. E quindi questi, ispirati da Dio, hanno scritto. Utilizzando tutto il loro bagaglio culturale.
Capisco bene?

Quindi non vedo alcuna incongruenza nel dire che la Bibbia è assolutamente attendibile, anche se può contenere qualche errore.

Noto inoltre che, quando Dio aveva necessità che tutto fosse perfetto per l'eternità, non ha avuto problemi a scrivere di propria mano.

Shalom
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10155
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: L'ispirazione della Bibbia

Messaggio da Gianni »

Proprio così Giorgia, dolce Pollyanna del forum. :-)
Avatar utente
maurizio
Messaggi: 194
Iscritto il: mercoledì 12 novembre 2014, 13:09

Re: L'ispirazione della Bibbia

Messaggio da maurizio »


Circa il ruminare, gli studiosi affrontano il problema in questo modo:

In Lev 11:3-6 sono riportati tre animali (il cammello, l'Irace e la lepre) che in realtà secondo l'attuale classificazione non sono considerati dalla scienza dei ruminanti.

Gli studiosi risolvono questa apparente discrepanza puntando sul fatto che c'è l'apparenza esteriore di un processo di ruminazione in questi tre animali, tant'è che Carolus Linnaeus (1707-1778), cui dobbiamo il moderno sistema di classificazione biologica, in principio li classificò tra i ruminanti.

Gli studiosi credono che la regola in Levitico dovrebbe essere compresa non secondo i dettami scientifici moderni ma basandosi sulla semplice osservazione del tempo.

In pratica, il fatto che questi tre animali sembrano ruminare come i veri ruminanti doveva avere la precedenza sulla regola postuma scientifica che i veri ruminanti hanno 4 stomaci.

La classificazione operata da Mosè aveva una solida base di osservazione che era accessibile a tutti. Era una guida pratica per l'israelita ordinario che si trovava a dover fare delle scelte per provvedersi del cibo.

Hard Sayings of the Old Testament by Walter C Kaiser
Encyclopedia of bible Difficutlies by Gleason L Archer

Anche se queste sono possibili spiegazioni, non vi concordo pienamente, perché credo che Dio, avendo ispirato il messaggio, abbia scelto lui quali animali porre nella lista e che non sia stato Mosè a sceglierli secondo la sua osservazione empirica. Se poi Dio abbia voluto dare al suo popolo una legge generale basata sull'osservazione pratica-empirica per non complicargli troppo le cose, ci potrei pure stare.

Non dimentichiamo mai che i veri credenti amano e sono uniti! Ti abbraccio in Cristo!
Stefanotus
Messaggi: 559
Iscritto il: mercoledì 11 febbraio 2015, 9:30

Re: L'ispirazione della Bibbia

Messaggio da Stefanotus »

Dr. Gianni, sono davvero felice che finalmente abbia risposto in maniera gentile ed esaustiva alle mie domande, cercando di chiarire la propria posizione.

RIguardo il primo accenno che lei fa sulla mia "errata supposizione", mi perdoni ma come interpreterebbe lei frasi tipo queste?
E con questo sono già due deviazioni che lei fa dalla discussione in atto: la questione della fede e la questione della critica testuale.
Mi perdoni quindi se insisto che è un dato di fatto il fatto che sia lei a suggerire che io devii la discussione. Io le sto solo gentilmente (nel massimo delle mie capacità) facendo delle domande chiare e semplici.

Sono altresì felice che lei mi abbia chiesto perché io "prendo queste tangenti". Nel rispondere devo condividerle due aspetti.
Il primo è legato alla mia esperienza personale nel trattare argomenti biblici alla maniera paolina. Avrà notato certamente che spesso Paolo nelle sue lettere si "auto-pone" domande retoriche che però lo facilitano nell'esposizione e gli permettono di approfondire ogni punto trattato fin dalla radice. Ebbene quello che io cerco di fare, soprattutto con gente preparata come lei, è di non dare nulla per scontato. Affrontare argomenti seri e complessi con la profondità che vuole usare lei richiede la condivisione delle premesse in modo chiaro.
Spesso in queste premesse vi è anche la scelta terminologica. Dare per scontate le premesse e dibattere su qualsiasi argomento porterà solo diatribe infinite è mai ad un vero dialogo.

Secondo motivo è invece il mio sincero interesse a Dio e l'amore che nutro per questo libro che ha cambiato la mia vita. Sulla base di questo affetto che le potrà sembrare fuori luogo in una discussione del genere in cui le emotività personali andrebbero un po' arginate, mi sento sinceramente in dovere di condividere anche con lei, oltre che con tutto il forum, certi paradossi che sminuiscono la Bibbia della Sua peculiare potenzialità, a favore di un autorità posta in un clero virtuale che di certo involontariamente alcuni di voi rappresentano. Lei mi chiede da dove io prenda la convinzione "che Dio avrebbe deciso di far ottenere la salvezza attraverso la Bibbia?"-
E io le rispondo: se non fosse la Bibbia il perno della fede cristiana, perché questo sito?

Ma andiamo con ordine.

Innanzitutto ringrazio gli utenti che molto onestamente hanno compreso la mia posizione, per punti che lei ha citato come "prove" di inattendibilità del testo scritto.

Rispondo invece all'utente "chelaveritàtrionfi" suggerendo che non sono io un insegnante di zoologia e non sono nemmeno un nutrizionista. Ma io ho citato un libro enciclopedico di INDUBBIA attendibilità riguardo le lepri e la possibilità di considerarli anche ruminanti, dimostrando come la vostra tesi sull'attendibilità sui testi sia parzialmente errata. Lei invece mi contraddice giochicchiando con l'ebraico, ma va bene, se lei è convinto così, va bene. Ma mi perdoni se preferisco dare ascolto ad un testo enciclopedico piuttosto che alle sue parole.
Riguardo invece il vino, guardi, le condivido questo semplice link. Oppure a interi siti dedicati a questo argomento.

La mia posizione riguardo ai due testi invece credo sia stata sufficientemente chiara.
Ritengo la Bibbia affidabile?
Certo!
Ritengo la Bibbia ispirata?
Certo!
Ma ciò non basta per permettermi una discussione con voi. Perché ritengo che voi invece non abbiate lo stesso atteggiamento verso la Scrittura. Dite di ritenerla ispirata, ma ne negate i concetti sulla base di alcune premesse che ritenete indispensabili.
Banalmente citate 2 Timoteo 3:16 per parlare di ispirazione, sostenendo allo stesso tempo che i testi biblici a nostra disposizione sono in parte inattendibili perché contengono errori.
E' questo che vi sto chiedendo di chiarire.
Non potete affermare un principio sulla base di 2 Timoteo 3:16 se sotto sotto, potreste anche pensare che la copia in nostro possesso potrebbe essere un falso storico... o non un diretto scritto paolino o ancora peggio solo l'opinione di Paolo. Capite?
Se il vino a tavola lo ritenete VOI un opinione paolina e sempre VOI stabilite che si tratti di un informazione errata... allora chi impedisce a qualcun altro di dire che sia il concetto di ispirazione ad essere un opinione paolina e stabilire pure che sia un concetto errato?

Cosa credo io?
Io credo in un ispirazione dinamica del testo. Non una dettatura meccanica come voi avete suggerito io credessi, ma piuttosto in un ispirazione miracolosa che, pur rispettando il carattere, lo stile, la cultura e l'educazione dello scrittore sacro, il risultato sia un testo PIENAMENTE attendibile e perfetto. Infallibile.
E mi creda, so quello che dico, e ho anche l'ardire di poterlo dimostrare. Ho studiato molto bene l'ermeneutica critica che lei e altri utenti in questo forum utilizzate ed ho deciso di scartarla in favore di un approccio più semplice e letterale che innalza l'autorità biblica in materia di norma di condotta etica e spirituale. Parlo del metodo storico filologico, che voi invece, secondo me non avete valutato attentamente. Nell'affermare questo immagino che lei probabilmente Dr. Gianni, mi sta ritenendo nuovamente una persona poco preparata che non sa cosa dice. Ma mi permetta un appunto.
Perché nel mio "suggerire" il principio di un ispirazione verbale e un'infallibilità biblica vi ha spinto a parlare degli agiografi e della possibilità che loro avessero introdotto errori?

Eppure è lei che ha proposto la citazione di 2 Timoteo 3:15,16. Mi pare di leggere che 2 Timoteo 3:15,16 affermi che sia la Parola ad essere ispirata, non l'agiografo.
Questo significa che sia stata la Parola di Dio ad essere "soffiata" da Dio, non gli scrittori sacri.
Quindi tutte quelle parole spese sugli agiografi... per me non hanno valore se si valuta che la Bibbia afferma di essere in sé stessa (cioè nella sua essenza,in ciò che essa è di per sé) un'opera ispirata da Dio. Mi spiego?

Questo non è che un primo punto da cui potremmo partire per parlare di un atteggiamento di rispetto verso il testo biblico e una sana ricerca di prove di "attendibilità" COMPLETA della Parola di Dio.

Dr. Gianni, io non sono tra quelli che trattano il testo biblico come un qualsiasi altro testo antico, quindi utilizzano la critica letteraria per sminuirne in parte l'attendibilità.
Non credo che parti della Bibbia sia più ispirate e altre lo siano meno come invece mi sembra di capire molti di voi qui facciano.
Io credo invece in quanto dice la Bibbia, ossia che noi uomini siamo vanagloriosi e orgogliosi e tendiamo naturalmente a porci sempre su dei piedistalli per paventare un'autorità che alla fine... non ci compete perché il primato spetta alla Bibbia.
Siamo noi uomini che dall'eden in poi abbiamo dato ascolto al serpente e abbiamo desiderato "essere come Dio".
In realtà la Bibbia ci tira per la giacchetta e ci dice: "FLY DOWN" sono io la Parola di Dio non tu.

Detto questo, capirà che se sono arrivato al punto di credere all'ispirazione verbale (parola per parola) del testo biblico e quindi all'ispirazione plenaria (ossia di tutto il contenuto della Bibbia) sono dovuto prima passare dall'esame dell'attendibilità biblica. Se non si ritiene il testo "attendibile", si faranno gli errori che molti critici letterari moderni fanno approcciando al testo biblico come se fosse un testo normale.

Se invece si ritiene il testo biblico un testo DIVINAMENTE ISPIRATO, allora bisogna iniziare a mettere in conto che Dio avrà certamente PROVVIDENZIALMENTE garantito protezione verso quel testo considerato la SUA STESSA PAROLA. Dio deve averlo protetto, Dio deve averlo preservato. Altrimenti ... di cosa stiamo parlando? Bibbia o divina commedia sarebbe la stessa cosa.
Vede perché io le ho gentilmente consigliato prima di chiarire i principi di attendibilità della Scrittura?
Vi è un mondo dietro, che non va sottovalutato.

Quindi ritorno sul punto: attendibilità. La Bibbia è attendibile o no?
Vorrei anche rispondere ad affermazioni che lei ha fatto, tipo "la Bibbia non salva nessuno, ma è Gesu a salvare", perché le ritengo parzialmente corrette, ma se ne facessimo un analisi seria, sarebbero affermazioni considerabili contrarie all'insegnamento biblico.
Io sono il primo che afferma che è Gesù a salvare.
Ma allo stesso tempo credo alla necessità e alla sufficienza della rivelazione scritta, ossia la Bibbia. Come posso affermarlo?
E' la Bibbia che lo afferma.

Quindi che ne pensa, le ho dato sufficienti ragioni per ri-valutare i suoi approcci sull'attendibilità della Bibbia oppure no?
Stefanotus
Messaggi: 559
Iscritto il: mercoledì 11 febbraio 2015, 9:30

Re: L'ispirazione della Bibbia

Messaggio da Stefanotus »

chelaveritàtrionfi ha scritto:La lepre era intesa dall’autore come un ruminante per la rimasticazione di quanto mangiato in precedenza, ma se la parola ebraica tradotta con “ruminante” letteralmente è "facente salire il cibo mangiato" , cioè rigurgita, è ovvio che la lepre non lo fa, quindi in assoluto dovrei ritenerlo un errore. La lepre essendo che rimangia quanto a defecato , non rigurgitato, è messa tra gli animali impuri. Questo interessa. L'autore crede, da quanto scritto e sempre se la parola ha quell'esatto significato letterale, che la lepre rigurgiti il cibo e lo rimastica, ma non lo fa .
Visto che conosce bene l'ebraico, potrebbe dirmi se esiste un termine che l'ebreo di allora avrebbe potuto usare per un animale che mangia ciò che ha defecato al posto di ruminante?
Perché un conto è dire che l'agiografo ha scelto quella parola perché la riteneva corretta, un altro è fare un processo alle intenzioni e SUPPORRE che quell'uomo che ha scritto fosse ignorante e abbia sbagliato termine. Mi spiego?
Riguardo al vino , con le conoscenze attuali non è indicato per il mal di stomaco. Una spiegazione c'è? Si . Una può essere quella riportata qualche post fa riguardo l'acqua sporca e l'importanza del vino. Essendo che il vino non è indicato per il mal di stomaco ciò mi fa pensare alla credenza dell'autore.
Anche qui, non si rende conto che lei fa un processo alle intenzioni?
Lei presuppone che Paolo suggerisca a Timoteo una "soluzione" sulla base di una sua credenza "medica" di allora. Ma non potrebbe invece piuttosto essere più semplice supporre che "con mal di stomaco" vi possano essere diverse patologie e che il suggerimento di Paolo fosse corretto IN QUEL CASO?
Potrebbe mai Paolo suggerire qualcosa che non abbia effetti "positivi" a quello che considera un figlio? E' la premessa che lei fa, ossia che il vino non fa bene al mal di stomaco, che le fa poi concludere che Paolo dia un suggerimento sbagliato.

Detto questo in ogni caso questa discussione è fuorviante e l'ho detto dall'inizio al Dr. Gianni.
Stiamo dubitando che Paolo abbia suggerito il bicchiere di vino?
No, perché voi credete che il testo in sé sia attendibile.
Stiamo dubitando sull'attendibilità dell'insegnamento?
Si. Quindi state definendo ciò che nella Parola di Dio e attendibile e cosa no. E questo il punto pericoloso.
In NUMERI capitolo 26 leggiamo del censimento...
Questi controlli sull'attendibilità dei testi biblici li facevo a 20 anni con i miei amici.
Esistono decine di spiegazioni attendibili. Basta studiare un pò.
Rispondi