
Non mi hai risposto anora nell'altra cartella. Relativamente al versetto "nessun uomo può vedermi e restare vivo" di Es 33:20, mi chiedevi di spiegare la relazione che intercorre tra il vedere e il restare vivo. E io ti ho risposto:
Besasea, io lo interpreto nel senso che nessun uomo puo' "vedere il volto di Dio", ossia conoscerlo, e vivere. Dio e' inconoscibile all'uomo finche' l'uomo vive nel mondo, finche' e' mortale. Come dice Paolo in 1Cor 13:12:
Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto.
Quindi, per me il versetto significa che nessun uomo, finche' vive, puo' conoscere Dio. Ora ti rinnovo la domanda: Mose' sul Sinay parlava direttamente con Dio, con un angelo o con una manifestazione simbolica di Dio? E Dio, nel libro di Giobbe, sta parlando con una manifestazione dell'istinto cattivo (satana), ma di chi e' questo istinto cattivo? Nel versetto di Isaia 45:6-7 si dice che Dio crea il male: infatti tutto esiste in funzione di Dio; ma si puo' dire che Dio possa avere un "satan", ossia un istinto cattivo?
Come ti poni nei confronti di Atti 23:8? "I sadducei infatti dicono che i morti non risorgono e che non esistono né angeli né spiriti. I farisei invece credono a tutte queste cose". Qui non si parla di manifestazioni divine simboliche ma di angeli e spiriti e Paolo era fariseo.