Cercare di correggersi non basta

[francesco.ragazzi]

Mi sento stimolato a fare un piccolo sunto dei commenti riportati su questo argomento :
1) Giorgia esterna la sua sensazione di possedere un talento da mettere al servizio di Dio e di non saperlo riconoscere ed inoltre chiede se nella Scrittura vi sono delle indicazioni tali da aiutarci a riconoscere il talento o i talenti che possediamo : (Ogni tanto ho la sensazione di sentirmi come quel personaggio a cui è stato dato un solo talento e lo ha nascosto nella terra per non perderlo. E non mi piace questa sensazione. Allo stesso tempo, per quanto ci ho provato, non ho ancora individuato in me un talento particolare da mettere al servizio di Dio) e nel fare ciò fa riferimento alla parabola dei talenti riportata del Vangelo di Matteo Cap.25 Versi 14-30.-
2) Gianni le consiglia di fare una ricerca personale ed una volta individuato il proprio talento di svilupparlo tenendo conto che : (Pr 21:30: “Senza il favore del Signore nessuno è esperto, intelligente o saggio” (TILC). “Il Signore infatti dà la saggezza; dalla sua bocca provengono la scienza e l'intelligenza. Egli tiene in serbo per gli uomini retti un aiuto potente, uno scudo per quelli che camminano nell'integrità, allo scopo di proteggere i sentieri della giustizia e di custodire la via dei suoi fedeli” (Pr 2:6-8). Non dimenticare mai che “il principio della saggezza è il timore del Signore, e conoscere il Santo è l'intelligenza”. - Pr 9:10.) .-
3) Antonio asserisce che : (Ogni uomo viene fornito dal Padre di un talento particolare).-
4) Armando fa una precisazione importante asserendo che : ( Nella parabola biblica i talenti vengono consegnati, e non sono i servi a prenderseli) .-
...io aggiungo che giustamente vengono consegnati (ai discepoli) da colui che sta per fare un lungo viaggio (Yeshua) in misura differente a ciascun servitore in relazione alla loro capacità (di farli fruttare) …
… inoltre detti talenti che potremmo in questo caso chiamare doni ( perchè vengono consegnati) hanno lo scopo di portare avanti il ministero cominciato da Yeshua ossia di testimoniare al mondo che Dio si è preso cura dell'uomo, che non è stato lasciato solo a se stesso e che arriverà un giorno in cui sarà fatta anche in terra la volontà di Dio come è già fatta nei cieli...
5) Gianni precisa ulteriormante che : (ciascuno di noi ha una particolare attitudine, un talento suo. Ciascuno deve scoprirlo da sè e coltivarlo. La Bibbia ci insegna a ubbidire a Dio, che poi uno si scopra ebanista o musicista o pescatore e così via, dipende dalla sua natura. C’è chi sceglie un’attività per opportunità, ma di certo è più felice e realizzato chi può scegliere seguendo il proprio personale talento. Che poi diventi medico, ingegnere, contadino, direttore d’orchestra o muratore, sarà ciascuna di queste cose o di altre, ma di talento) .-
… ed in questa precisazione già si svia dal contesto in quanto si fa riferimento a doni di natura che tutti hanno per motivi ereditari o genetici e non ai doni che Yeshua elargisce alla chiesa per l'avanzamento del Regno...
6) Io preciso che i talenti cui si riferisce Yeshua nella parabola non sono i talenti comunemente intesi come doni di natura ma specifici doni spirituali elargiti da Yeshua ai veri credenti e che praticamente si manifestano nel servizio verso il prossimo e nell'evangelizzazione attraverso esso, per cui soltanto mettendo in azione “l'etica” possiamo capire in quale attività umana siamo più efficienti e che quindi potremmo avere nelle scritture un'indicazione a cercare i nostri talenti in : ( Mt 7:12 «Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti. ) .-
...nasce quindi uno scambio di opinioni fra me e Gianni su come intendere i talenti …
7) Giorgia poi chiarisce che : (Ad essere sincera, la parabola dei talenti l'ho sempre interpretata così: Dio ha donato ad ognuno di noi qualcosa di particolare, a chi più a chi meno, ma tutti dobbiamo coltivare questo particolare dono (o più) che ci è stato fatto, e se si è credenti, dobbiamo metterlo anche al servizio di Dio, perché possa dare frutto) .-.
...e già si intravede che Giorgia si riferisce ai doni di natura che ognuno possiede per nascita e non ai doni che Yeshua assegna ai veri credenti per l'avanzamento del Regno di Dio solo che invece di indirizzare Giorgia nella corretta interpretazione della parabola Gianni concorda con quanto riportato da Giorgia : ( Concordo anche con quello che hai scritto ) .-
8) A questo punto Gisella precisa che anche secondo lei : ( i talenti citati nella suddetta parabola sono quelli che hanno lo scopo di portare la buona novella, di evangelizzare ), non solo ma amplia il discorso e precisa ulteriormente che i credenti non debbono per forza cercare di ricevere da Yeshua doni particolari, ma basta utilizzare i propri doni di natura e metterli al servizio di Dio .-
A questo punto credo si possa ulteriormente approfondire l'argomento....

[Gianni]

Posso dire la verità? A me viene il dubbio che si sia confusa la parola "talento" della parabola, che indica una grossa somma di denaro quale metafora, con la parola italiana che nulla c'entra con la parabola.

[francesco.ragazzi]

Credo proprio di si, quelle somme di denaro (secondo me) rappresentano dei doni che da Yeshua vengono (affidati) ai discepoli (a seconda della loro capacità) di farli fruttare per portare avanti l'opera da Lui iniziata .... visto che è una delle ultime parabole prima della Sua dipartita con l'intento di confortare i discepoli che si sentiranno soli (ma soli non saranno ) .-

[Gianni]

Bene, Francesco. Allora occorre parlare di cose diverse, che non vanno confuse tra loro: di doni spirituali e di talenti naturali. Che non sono affatto in contrasto ma sono complementari.

[francesco.ragazzi]

...in questo caso ..."cercare di correggersi non basta" perchè l'uomo non riuscirà mai a conformarsi alla volontà divina se non riceve da Yeshua il dono dello Spirito...

[francesco.ragazzi]

...complementari...perchè un dono naturale può essere da Yeshua potenziato ed indirizzato all'opera di Dio...

[Giorgia]

Intanto vorrei cominciare dando un bacino a Stella . Ha sempre delle parole che fanno bene al cuore.

Se dovessi rispondere così, su due piedi, direi anche io che si sta facendo un pelo di confusione.

Probabilmente ho un modo di pensare particolare, ma non credo che né i talenti né i doni spirituali siano qualcosa di "genetico". Entrambi sono un dono di Dio, insieme con il bagaglio culturale.

Per il resto, ora mi fermo qui... sto meditando su quanto detto, e mi rendo conto che il mio pensiero ancora non ha una forma definita, quindi preferisco tacere e ragionare.

Grazie sempre per il vostro contributo.

[francesco.ragazzi]

Cara Giorgia,
Da un certo punto di vista anche la vita è un dono di Dio, Egli regge le meccaniche dell'Universo e lo fanno essere per come lo vediamo ed oltre...
Ma mentre i doni di natura sono legati alle infinite combinazioni genetiche ed ereditarie che conducono alla vita di ogni creatura, i doni dello spirito sono riservati ai soli credenti per uno scopo ben preciso : quello dell'avanzamento del Regno di Dio; tali doni sono proporzionali alle nostre capacità (doni di natura) e ci vengono affidati per portare frutto (sempre relativo all'opera di Dio) .-
Possono essere complementari (come dice Gianni) da questo punto di vista in quanto ciò che già ci appartiene per nascita (dono di natura) può essere rafforzato (dono spirituale) ed indirizzato da Yeshua ai fini evangelici per la proclamazione del Regno di Dio.-
Il talento comunemente inteso come dono di natura (come dice Gianni) non c'entra niente con i talenti della parabola relativa, ma non vuol dire che siano in contrasto anzi possono essere complementari; "possono" nel caso in cui tali doni di natura siano amplificati da Yeshua per mezzo dello Spirito di Dio.-

[Gianni]

Bene, Giorgia, è giusto ragionare e meditare. Giustamente dici che i doni spirituali non sono qualcosa di "genetico". Quanto ai talenti naturali, la scienza sta studiando se e fino a che punto siano genetici. Direi che alla fine, poco ci interessa. Ciascuno ha i suoi, e come e perché li abbia, non conta molto. Tu giustamente dici che entrambi sono un dono di Dio; mi piace che tu aggiunga: “insieme con il bagaglio culturale”.
Ragionando su tutto ciò, è bene tenere distinti i doni spirituali dai talenti naturali, anche se una relazione credo che ci sia, come tra poco dirò.
Si tenga intanto presente 1Cor 12:28: “Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue”. È Dio che dà questi doni spirituali. Non è insensato pensare che Dio, scegliendo, si avvalga anche delle doti o talenti naturali delle persone; diversamente, dovremmo pensare che siano distribuiti a casaccio, il che di certo non è.
Noi non possiamo far molto, anzi nulla, per ricevere questi doni, se no non sarebbero più doni. Al massimo possiamo accettarli, gioirne e coltivarli.
Ciò che possiamo fare riguarda invece i nostri talenti naturali. Prima di tutto vanno individuati, poi coltivati per la nostra piena realizzazione.
Ci sono talenti naturali che possono essere messi al servizio della comunità dei credenti? A volte sì, a volte no. Difficilmente si potrà impiegare il talento matematico a beneficio della chiesa, di certo non sarà di alcuna utilità un talento in astrofisica o in chimica. Chi ha il talento di saper scrivere ed esporre con ordine e semplicità gli argomenti, può invece avvalersene per spiegare la Scrittura. Sono solo esempi, ovviamente.
Come correttamente dice Francesco, ciò che già ci appartiene per nascita (dono di natura) può essere rafforzato. Non sempre da un dono spirituale, perché quelli li dà Dio come crede, ma certamente coltivandolo e mettendolo al servizio di Dio.
In conclusione, ciò che personalmente possiamo fare riguarda soprattutto i talenti naturali.

[scapin michele]

A volte nel mio cammino ci sono momenti che le domande a Dio si sommano e non trovano risposta , presempio una domanda è questa, ma se la fede è un dono, è un regalo di Dio, quanto contano le mie fatiche , i miei sforzi per crescere nella fede ? e se i nostri sforzi non contano alla fine cos'è che può far decidere a Dio a chi regalare i suoi doni ? comprendo che forse sono domande da difficile o impossibile risposta , oppure è meglio pensare che Dio non fa nessuna differenza per i suoi figli e li Ama tutti alla stessa maniera e elargisce a tutti doni e grazia in abbondanza , siamo noi che siamo distratti e abbiamo altri interessi, e non ci accorgiamo di ciò che continuamente con immenso Amore ci dona ?