Yeshùa ed il divorzio

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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Massimo, l'ebraismo rabbinico non è quello farisiaco né quello classico dei padri. Sono periodi storici diversi. L'ebraismo rabbinico viene dopo i farisei (a partire dal VI sec. della nostra era), e i farisei vengono dopo gli antichi saggi (II sec. - 70 E. V.). Non si tratta di avere o non avere fiducia, si tratta di conoscere per capire; se non conosci, non capisci a fondo. Se uno non conosce il concetto biblico di figliolanza, non può capire che significa “figlio di Dio” e pensa che Dio abbia un figlio dio. Stando al tuo ragionamento, non bisognerebbe fidarsi dei resoconti degli storici; non è una questione di fiducia, ma di conoscenza per acquisire la capacità di discernere bene le cose e comprenderle a fondo. La tradizione orale serviva a chiarire ciò che il testo scritto non esprimeva in dettaglio, ma solo come principio generale. Ti faccio un esempio con la cosiddetta “legge del taglione”.

“Quando uno avrà fatto una lesione al suo prossimo, gli sarà fatto come egli ha fatto: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all'altro.” — Lv 24:19-20

Ora mettiamo che uno metteva un dito in un occhio ad un altro e lo accecava parzialmente. Oppure lo pestava fino a rompergli varie ossa del corpo. Non sarebbe stato possibile punirlo infliggendogli la stessa esatta lesione. Di casi simili ne accadevano molti. Ciò che molti non sanno è che tale legge veniva messa in pratica tramite risarcimento economico. Lo si sa grazie alla tradizione orale, che regolamenta i casi specifici. Se uno non sa queste cose, cosa capisce?

Dunque, ripeto, non è possibile comprendere a fondo un testo antico ed estraneo alla nostra cultura come la Bibbia se non si conosce anche quello che sta intorno, giusto o sbagliato, come non puoi comprendere il pensiero di un artista o di uno scrittore antico se non conosci il periodo storico in cui visse, gli usi e i costumi del suo tempo, la situazione sociale e politica, il suo pensiero di appartenenza etc.. Imparando a conoscere il pensiero ebraico e la comunità di Israele attraverso la letteratura del periodo, si comprende molto meglio perché certe leggi della Torah esistono e come venivano applicate. Non si tratta di sostituire la Torah con la tradizione, si tratta di conoscere la tradizione per capire a fondo la Torah, e anche il pensiero di Yeshùa.

Ho aggiunto considerazioni al mio commento precedente. Lasciamo stare la tradizione, ma quello che dice Dt 24:2 è chiaro in italiano. Perché si vuol negare che questo versetto espone e regolamenta la possibilità che la donna ripudiata ha di risposarsi? L'italiano lo capiamo tutti. O no?
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Questo il tuo primo messaggio di benvenuto e di apprezzamento.
Leggendo gli ultimi, sono un po' confuso.
In ogni caso, è stato un piacere. Studiero'.
Un cordiale saluto e buona continuazione con il Vs. Forum

Re: Yeshùa ed il divorzio
Messaggioda bgaluppi » giovedì 20 settembre 2018, 15:17

Ciao Massimo, benvenuto e complimenti, hai inteso e spiegato benissimo il passo deuteronomico, armonizzandolo con l'insegnamento di Yeshùa. Risulta ancor più evidente che non è il divorzio legale ad essere proibito da Yeshùa, ma il nuovo matrimonio in caso di divorzio per motivo che non sia la fornicazione.
L'unica nota: Yeshùa fa riferimento al divorzio per fornicazione già avvenuta. Nel caso uno dei due non commetta fornicazione e divorzino comunque, non avrebbero potuto risposarsi. Nel caso di fornicazione, il vincolo sarebbe sciolto e i due sarebbero liberi, ma la parte colpevole resta colpevole, con le conseguenze del caso.
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Io dico: “Risulta ancor più evidente che non è il divorzio legale ad essere proibito da Yeshùa, ma il nuovo matrimonio in caso di divorzio per motivo che non sia la fornicazione.”. In caso di divorzio per fornicazione, “per qualcosa di indecente”, le parti sono libere; anche la donna colpevole di fornicazione, motivo per cui è stata ripudiata. Infatti, la donna ripudiata si risposava e lo faceva in base a Dt 24:2 che prevede questa possibilità.

Poi ti facevo notare come Yeshùa facesse riferimento alla fornicazione già avvenuta, e quando sono andato a consultare Rashi su Dt 24:4 ho scoperto che spiega quel versetto allo stesso modo, per cui la donna non si contamina sposandosi di nuovo, ma è già contaminata nel momento in cui commette “qualcosa di indecente”, ragion per cui il marito la ripudia, liberandola dal vincolo con lui. Lei resta colpevole di aver fornicato, ma con il ripudio era libera di risposarsi.
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Alen.chorbah
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Alen.chorbah »

Salvatore Tarantino ha scritto:Secondo me la discussione sta diventando poco seria.
Bisognerebbe lasciar parlare solo la bibbia invece di inventare tanti nuovi motivi per divorziare e risposarsi.
Non sono un moderatore ma vorrei ricordare ai signori che partecipano che questo forum è biblistica, ovvero si studia. C'è chi nello studio abbina la fede e chi è invece è ateo è studia come se fosse un qualsiasi testo letterario, e nello studiare si usano tutti i mezzi possibili compreso tutti i testi che Antonio usa nelle sue analisi. Noto che tutti quelli che usano uno studio solo scrittura lo usano a proprio piacimento. Ci sono persone che usando lo studio letterale cosi solo scrittura tirano fuori delle boiate. Vi faccio un esempio (poi se un moderatore vuole spostare il commento in quanto OT faccia pure) : ce un signore che utilizzando il levitico 1:9,13 e 8:21 è riuscito a tirare fuori che a Dio piace annusare il fumo degli olocausti, per poi dimostrare successivamente che il Dio delle SE era tutt'altro tranne che un essere spirituale, dato che gli piaceva annusare la carje che brucia..... Ora a chi utilizza solo la scrittura chiedo di contraddirlo usando solo la scrittura. Grazie.
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

;)

Caro Alen, il fatto è che io sono sempre pronto a cambiare la mia idea se capisco che è sbagliata. L'ho fatto più di una volta. Per verificarlo, basta leggere i miei vecchi commenti. Il fine è quello di capire bene la Scrittura, non di imporre le proprie idee, ma molti non lo capiscono e innescano una sorta di duello su chi ha capito come stanno le cose. Ogni testo attinente alla Scrittura è utile da esaminare, purché il fine resti sempre la comprensione della Scrittura.
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Salvatore Tarantino
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Comincio la mia risposta replicando ad alen chorbah.
Insisto su quel che ho scritto, e cioè di rimanere nelle Scritture senza inventare nuove ipotesi di ripudio e di nuove nozze.
Ci mancava solo l'ipotesi che si possa ripudiare una moglie perchè io cambio religione, o che si possa prendere in moglie una donna solo perchè si è sposata secondo un'altra religione o secondo nessuna religione.
Praticamente io, personalmente, potrei fare tutto quello che voglio, perchè su questa terra non esiste una donna con la mia stessa fede, e quindi chiunque prendo in moglie la posso ripudiare.
Per lo stesso motivo tutti i matrimoni dal mio punto di vista sono nulli poichè non corrispondenti al mio credo, del tutto unico.
Così è uno spasso. Posso prendermele tutte e lasciarle tutte!
Ribadisco che così ragionando la discussione non è più una discussione seria.
Praticamente state abolendo il vincolo matrimoniale e state universalizzando il ripudio: un ribaltamento totale dei valori biblici.
Ora, il punto è molto semplice: dove è scritto che si può ripudiare la moglie di un'altra religione?
E dove è scritto che i matrimoni celebrati secondo un credo differente non sono validi?
Nessuna delle due cose è scritta. Si tratta di pure invenzioni, tentativi malcelati di adattare la religione all'etica contemporanea.
Così come è una pura invenzione la moglie che ripudia il marito.
Che poi la donna ripudiata non possa risposarsi lo dicono chiaramente Yeshùa e Paolo.
E loro non lo dicono mai, nemmeno una volta, che se però la moglie viene legittimamente ripudiata, allora può risposarsi. Chissà come mai!
Che poi di fatto le donne ripudiano i mariti o vengono ripudiate, e che nell'uno e nell'altro caso si risposano allegramente, lo so per esperienza professionale.
Le cose accadono, belle o brutte che siano, ma accadono, e quindi ci si chiede: cosa fare?
Se una donna ripudiata va ad un altro marito cosa fare? Il primo marito non può riprendersela.
La bibbia insegna questo. Non insegna che quella donna fa bene a risposarsi. Non è scritto mai da nessuna parte.
Quindi lo dico io che bisognerebbe quantomeno conoscere l'italiano!
E no, non ho nessun problema con le donne signor Bgaluppi.
Forse è Lei che ha problemi con la verità biblica.
E io ho sprecato il mio tempo. E anche un poco di serenità.
Mi unisco ai saluti di Massimo.
Ultima modifica di Salvatore Tarantino il domenica 23 settembre 2018, 11:29, modificato 2 volte in totale.
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bgaluppi
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da bgaluppi »

Intanto io continuo a scrivere. La discussione mi ha fatto riflettere molto, contrariamente a quanto possa pensare Salvatore, e vorrei condividere le mie riflessioni, nella speranza che Noiman possa scrivere qualcosa, perché mi piacerebbe avere il suo punto di vista “dall'interno”.

“1 Quando un uomo prende una moglie ed è intimo con lei, e succede che non trova favore nei suoi occhi perché scopre in lei una cosa [moralmente] sconveniente, e scrive per lei una dichiarazione di divorzio e la mette nella sua mano, e la manda via da casa sua, 2 e lei lascia la sua casa e va a sposare un altro uomo, 3 se quest'ultimo marito la odia e le scrive una dichiarazione di divorzio, e gliela mette in mano e la manda via da casa sua, o se quest'ultimo marito che l'ha presa in moglie, muore 4 il suo primo marito, che l'aveva mandata via, non può portarla di nuovo a essere sua moglie, poiché era stata contaminata [a lui], perché è un'abominazione davanti al Signore, e tu non porterai il peccato nella terra che il Signore, il tuo Dio, ti dà per eredità.” — Deuteronomio 24:1-4 (trad. Rabbi A.J.Rosenberg)

Mi pare che questi versetti contengano diversi insegnamenti incrociati. Il principale è che un uomo non può riprendere con sé la moglie che aveva ripudiato per giusta causa, ossia perché aveva trovato in lei comportamenti moralmente sconvenienti. Il problema è capire se la ragione per questo comandamento negativo sia il fatto che lei ha contratto matrimonio con un altro uomo oppure il fatto che ha commesso atti sconvenienti durante il primo matrimonio, o entrambi.

Rashi spiega che il motivo di contaminazione non è il nuovo matrimonio (non può esserlo, se con il get la donna era libera di risposarsi e dato che al v. 2 è presentata questa possibilità), ma l’atto sconveniente commesso mentre era sposata col primo marito. Spiega anche che il marito, nel caso trovi la moglie colpevole di atti moralmente indecenti, è obbligato a ripudiarla: “[In questo caso] ha l'obbligo di divorziare da lei, per timore di trovare favore nei suoi occhi [e di conseguenza potrebbe desiderare di mantenerla, cosa che non deve fare, dal momento che ha commesso un atto di scorrettezza]. - [Gittin 90b]”. Dunque, essendo il marito obbligato a ripudiare la moglie colpevole che si è contaminata con le sue azioni, non può poi riprenderla, e questo sarebbe l’atto abominevole davanti a Dio, poiché l’uomo terrebbe con sè una donna che Dio comanda di ripudiare. Dunque, l’insegnamento sarebbe questo: un marito deve ripudiare la moglie moralmente indecente e non può riprenderla, a motivo dell’indecenza commessa. Ma l’insegnamento non si limita a questo e contiene sfumature ulteriori, poiché nel caso trattato si inserisce l’eventualità che la donna ripudiata sposi un altro uomo, che poi la prende in odio e la manda via, oppure muore.

Rashi, citando la tradizione, spiega che, pur essendo lecito per la donna risposarsi in quanto il get glielo consente, il nuovo marito è diverso dal precedente, in senso peggiorativo, poiché prende in casa sua una donna colpevole che il primo marito aveva giustamente ripudiato. Il nuovo marito verrebbe a detestarla, oppure, se ciò non accade, lei lo seppellisce. Questo suggerisce che prendere in moglie una donna ripudiata per scorrettezza morale non è consigliabile. In generale, non è consigliabile prendere in moglie una ripudiata, visto che il ripudio prevede valida motivazione. Ma questa interpretazione cade dal momento che il get consentiva alla donna di risposarsi, e da nessuna parte la Torah proibisce espressamente ad una donna ripudiata di risposarsi. Inoltre, non è detto che col nuovo marito la donna si comporti come con il primo; tale idea costituirebbe un pregiudizio ingiusto nei suoi confronti e non offrirebbe alla donna l’opportunità di cambiare. È utile ricordare l'episodio dell'adultera (ovviamente ripudiata poiché in procinto di essere lapidata) a cui Yeshùa comanda di non peccare più (di adulterio, poiché è di quello che si era resa colpevole, e col nuovo marito che eventualmente avrebbe sposato).

La terza interpretazione è più sottile: un uomo sposa una donna che poi ripudia per atti sconvenienti da lei commessi; la donna si risposa e il secondo marito la ripudia a sua volta (perché lei continua a comportarsi come col primo marito) oppure muore, dunque la donna è libera di nuovo; il primo marito a quel punto potrebbe pensare di riprendersela, oppure lei — rimasta sola di nuovo — potrebbe cercare di farsi riprendere da lui, poiché dopo due ripudi difficilmente qualcun altro se la sarebbe presa; il primo marito non deve riprenderla, perché non può legarsi di nuovo con colei che aveva profanato il vincolo con i suoi atti illeciti ed era stata giustamente ripudiata. Ciò costituirebbe un atto abominevole che contaminerebbe la terra promessa.
stella
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da stella »

interessa anche a me questo dibattito ,ma ..diciamo che non ci capisco piu' niente .... :-T

dopo aver letto annullate ,oppure trasferite ,non voglio intromettermi ... cio' che incollo ,e' solo come dire una parentisi su come interpretano altri studiosi ...

.https://www.gotquestions.org/Italiano/d ... monio.html" onclick="window.open(this.href);return false;

http://www.laparola.net/brani/brani.php?b=848" onclick="window.open(this.href);return false;

http://scritticristiani.altervista.org/matrimonio.html" onclick="window.open(this.href);return false;

da tre fonti con pensiero diverso ... ;;)

GESU' VIETA IL DIVORZIO io credo che neanche NOIMAN puo' dare una risposta certa

Sappiamo che con la legge di Mosè era permesso divorziare, ma Gesù è venuto a completare la legge.
Matteo 5: 17-20;
5:17 "Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento.
5:18 Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto.
5:19 Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli;
ma chi li avrà messi in pratica e insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli.
5:20 Poiché io vi dico che se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete affatto nel regno dei cieli.
Gesù completa la legge sul divorzio con la proibizione.
Matteo 5: 31-32;
5:31 Fu detto: "Chiunque ripudia sua moglie le dia l'atto di ripudio".
5:32 Ma io vi dico: chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione, la fa diventare adultera
e chiunque sposa colei che è mandata via commette adulterio.
Ora la nuova legge di Gesù non piace ai farisei che lo affrontano su questo argomento, e vediamo come Gesù spiega perché proibisce il divorzio.
Matteo 19: 1-12;
19:1 Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, partì dalla Galilea e se ne andò nei territori della Giudea che sono oltre il Giordano.
19:2 Una grande folla lo seguì, e là Gesù guarì i loro malati.
19:3 Dei farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova, dicendo: "È lecito mandar via la propria moglie per un motivo qualsiasi?"
19:4 Ed egli rispose loro: "Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse:
19:5 "Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne?"
19:6 Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non lo separi".
19:7 Essi gli dissero: "Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di mandarla via?"
19:8 Gesù disse loro: "Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandar via le vostre mogli; ma da principio non era così.
19:9 Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio".
19:10 I discepoli gli dissero: "Se tale è la situazione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene prender moglie".
19:11 Ma egli rispose loro: "Non tutti sono capaci di mettere in pratica questa parola, ma soltanto quelli ai quali è dato.
19:12 Poiché vi sono degli eunuchi che sono tali dalla nascita; vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti tali dagli uomini, e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi da sé a motivo del regno dei cieli. Chi può capire, capisca".
Ecco Gesù vieta il divorzio, ma lo permette in caso di fornicazione, ma non permette ai divorziati di risposarsi, sarebbe adulterio.

OGNUNO HA DETTO LA SUA ;)
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

BGaluppi, scrivo per l'ultima volta. Ti vengo incontro e uso la tua traduzione, da Rabbi A.J. Rosenberg, tolgo le parentesi, sono commenti di Rabbi, non inclusi nel testo originale.

"Quando un uomo prende una moglie ed è intimo con lei, e succede che non trova favore nei suoi occhi perché scopre in lei una cosa sconveniente, e scrive per lei una dichiarazione di divorzio e la mette nella sua mano, e la manda via da casa sua, 2 e lei lascia la sua casa e va a sposare un altro uomo, 3 se quest'ultimo marito la odia e le scrive una dichiarazione di divorzio, e gliela mette in mano e la manda via da casa sua, o se quest'ultimo marito che l'ha presa in moglie, muore 4 il suo primo marito, che l'aveva mandata via, non può portarla di nuovo a essere sua moglie, poiché era stata contaminata, perché è un'abominazione davanti al Signore, e tu non porterai il peccato nella terra che il Signore, il tuo Dio, ti dà per eredità.” — Deuteronomio 24:1-4 (trad. Rabbi A.J.Rosenberg)

Supponiamo che un uomo al tempo di Gesù voglia divorziare dalla moglie, che ha trovato in atteggiamenti secondo lui equivoci o per aver bruciato un pasto, chiede istruzioni alla Casa di Hillel, che risponde: certo, è sufficiente che tu metta in mano alla donna un libello di ripudio. La donna si è contaminata? No, non ancora! Ottima decisione, la donna va e sposa un altro = Adultera!
Questo è il caso di Dt.24:1-4.
Dove è l'ordine impartito in Dt.24:1? "....e scrive per lei", è un'azione volontaria che il marito fa, NON ORDINATA da Dio. Questo passo di Dt.24:1-4 è fatto per preservare la donna, ma anche il primo marito ed il possibile secondo marito, altrimenti vi sarebbe stato un popolo di adulteri.

Gesù in Matteo 5:31-32: "Fu detto: chiunque ripudia sua moglie le dia l'atto di ripudio. Ma io vi dico: chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione, la fa diventare adultera e chiunque sposa colei che è mandata via commette adulterio".
Gesù dice in sostanza: scrivete pure i vostri libelli di ripudio... pensate che solo per il fatto di avere scritto e consegnato un libello in mano a vostra moglie siete a posto e la potete mandare via? No di certo, solo se è motivato dalla fornicazione del tuo ex-coniuge, altrimenti sei adultero tu ex-marito (se ti risposi, Marco 10:11), tu ex-moglie, e per finire anche il secondo marito.
Che rispondono i discepoli? (Matteo 19:10): Meraviglia delle meraviglie, e chi si sposa più a queste condizioni?

Esaurite le parole, ciao, buono studio e buon Forum.
Saluti
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Alen.chorbah
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Re: Yeshùa ed il divorzio

Messaggio da Alen.chorbah »

Io non ho scritto nessuna conclusione sull argomento ho semplicemente detto che quo in biblistica per studiare si usano i mezzi che tutti in qualsiasi ambito accademico usano. Poi ognuno in base al proprio studio trae le sue conclusione senza denigrare nessun altro.
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