Eh, già
Approfitto per commentare anche Gualtiero sul tema 'angeli': dici che ti sembra strano che l'ebraismo non creda negli angeli (in verità ho incontrato una preghiera quotidiana che ne nomina 4 per nome: uno per ogni punto cardinale, sarebbe stato interessante approfondire ma ...).
Ebbene strano ma vero e d'altronde argomentano molto soddisfacentemente da un lato, dall'altro vi è testimonianza di ciò in tutto l'arco dell'esegesi ebraica.
Il termine malach ogni santa volta che compare va contestualizzato.
Il mondo cristiano invece ha quello che io chiamo "l'angelo tappabuchi" che più o meno è una versione ridotta del dio tappabuchi:
quando uno non è in grado di comprendere un brano o quando non vuole che lo si comprenda la parola malach diventa "angelo", e spuntano figurine con le alucce che fanno cose strane.
Ma anche qui siamo fuori tema, era solo un 'apro parentesi' e la chiudo.
Non so ma mi parrebbe indispensabile capire, prima di leggere un testo, cosa sia un mitologema, un topos letterario, un espediente narrativo, come nascano, come vengono utilizzati letterariamente, come si evolvano, perchè un testo vuole suscitare interpretazioni, che differenza c'è fra una metafora ed una allegoria, e tante altre cose.
A proposito qualcuno mi dovrebbe spiegare come si possa considerare la mitica scorpacciata di mele un evento riguardante l'umanità intera quando nello stesso brano è chiaramente testimoniato che esistessero altre persone fuori da Eden non coinvolte in tali eventi allegorici, o perchè Dio ascolti la lamentazione di Caino che prevede di essere ucciso (da chi?) ponendo su di lui un segno affinchè ciò non avvenga, cioè l'esatto contrario di quello che si aspetterebbero i giustizialisti. Ce ne sono infinite di cose da dover spiegare in modo sensato.
Però qui sono arrivate affermazioni che prevedono la "spiritualità" come una forma di rinuncia all'esercizio di qualunque facoltà intelligente che sia dato all'uomo (da dio o dall'evoluzione) di esercitare.