Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

LucaincercadiDio
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da LucaincercadiDio »

Per te a cosa serve pregare?
Quando si prega qualcuno sente le nostre preghiere?
Non cito le scritture perché credo siano conosciute ai più, voglio solo sapere come la pensi.
Chiudersi nella stanza segreta serve a qualcosa?
Chi discerne i nostri pensieri non espressi?
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Certamente Yeshùa non intendeva che per pregare bisogna chiudersi in una stanza particolare. Lui pregava in ogni luogo, all'aperto, al chiuso... Però ti rispondo su una cartella dedicata, altrimenti andiamo OT. ;)
LucaincercadiDio
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da LucaincercadiDio »

:YMPEACE:
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matteo97
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da matteo97 »

Se "il Satana" fosse dentro di noi gli avvenimenti narrati nel libro di Giobbe non avrebbero senso. Anzi sembrerebbe paradossalmente che Giobbe tragga piacere nell'ostacolarsi da sè ma soprattutto nell'omonimo libro egli non si ostacola da sè ma c'è una forza, per l'appunto il satana, che procura a lui e ai suoi cari delle sciagure affinchè la sua fede nel Dio Buono si svaluti. Anzitutto Satana non è il male, poichè la Bibbia non ammette l'esistenza di un principio maligno; satana è quell'insieme di avvenimenti e di circostanze che potrebbero tentare l'uomo sulla via del peccato facendolo giungere così al "male" biblicamente inteso (i pensieri all'interno della coscienza che generano la tentazione non sono "il satana" sono lo sviluppo umano delle circostanze potenzialmente dannose che se non controllate sfociano nel peccato). Perchè si attribuisce satana al male? Perchè l'esperienza biblica è colma di suddette circostanze che il più delle volte hanno condotto coloro che le hanno vissute al peccato e quindi al "male" biblicamente inteso. E' interessante notare che all'interno della Bibbia vi sia un climax quasi ascendente delle circostanze che hanno intentato e alla fine generato, per l'incapacità di codeste persone di rimuovere i pensieri nocivi, sviluppo logico di circostanze inveratesi, il peccato. Quando Dio crea l'Adam e l'Eva è già possibile riscontrare un primo evento di figliolanza, sebbene Adamo non sia della stessa natura divina del suo creatore. Dio, il Signore, dona a loro l'Eden ma al contempo prepara e pianifica (diviene il "satan") le circostanze (creazione "dell'albero della conoscenza del bene e del male al centro del Giardino", del "serpente" il quale successivamente si sviluppa interiormente nella coscienza della donna reso attraverso il colloquio tra questa e il "serpente") che avrebbero generato da lì a breve il "peccato originale". Da notare inoltre come "l'albero della conoscenza del bene e del male" sia posto in una zona centrale del giardino assime ad un'altro albero quello della "vita" (Gn 2:9), il che suggerisce al lettore che Dio avesse l'intenzione che tali arbusti risaltassero subito agli occhi della prima coppia umana. Dio li mette alla prova e li intenta al peccato preparandone tutte le circostanze "materiali" e non ("il satan"). Tuttavia Dio avrebbe potuto non intentarli direttamente dal momento che è onnisciente e sicuramente era consapevole del fatto che essi si sarebbero fatti trascinare dalle tentazioni. Perchè lo fece? Non lo sappiamo, possiamo ipotizzare solo che egli desiderasse il bene dall'umanità ma al contempo volesse un uomo che non cedesse alle minime tentazioni ma le superasse e si mantenesse sulla retta Via. In realtà tale sarebbe il nostro pensiero (e in precedenza lo era anche il mio) se non ci soffermassimo attentamente su quanto scritto in Gn 3:21: "«Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male [...]» Gn 3:22 NR. Dio che, essendo chiaroveggente, organizza gli eventi non sulla base delle contingenze spaziali e temporali come noi facciamo ma sulla base dell'influenza che questi hanno su persone e luoghi distanti nel tempo voleva che l'Adam e l'Eva maturassero spiritualmente e al tempo stesso voleva fornire alle future generazioni la consapevolezza di cos'è bene e cos'è male sulla base anche di questo avvenimento. Noi sappiamo che il più fulgido esempio per tutti noi è Yeshùa, il Cristo (altresì definito come della stessa natura del primo Adamo anche se differente da questo poichè seppe mantenersi integro). Comunque dopo la cacciata della coppia (Gn 3:23), il "peccato" (inteso come la possibilità di peccare) entra nel mondo e nelle generazioni future e lo fa con maggiore ferocia rispetto all'avvenimento originale. C'è poi la prima figliolanza vera e propria (dettata dal precedente comando di Dio ai due uomini), cioè la nascita di Caino e di Abele, sotto il segno della violenza omicida di Caino che uccide Abele. Nel diluvio Dio tenta di dare una ripulita, ma egli stesso conclude pessimisticamente che anche i sopravvissuti al diluvio non sono più affidabili dell’umanità precedente. L’unica speranza è ogni volta che i figli riescano ad essere in qualche modo migliori dei genitori. Questa mi sembra una speranza addirittura universale, che coinvolge l’intera natura, se pensiamo ad esempio all’evoluzione degli esseri viventi: speranza di DNA geneticamente trasmessi sempre migliori. Ma l’andamento della storia ebraica è perlopiù deludente (ad eccezioni di qualche uomo che si mantiene integro ma il cui esempio non è necessario a salvare l'umanità intera) dettato dal fatto che i figli, da un punto di vista di fedeltà, di affidabilità, di rettitudine alle norme di Dio, di capacità di amare il prossimo, non lasciano intravedere alcun miglioramento. Da qui le menti riflessive ebraiche si sono predisposte a pensare ad una figliolanza speciale, che crei finalmente la novità (l'dea del Messia negli ebrei). Allo stesso modo, nella storia di Israele si avverte la speranza di nuovi re che siano migliori dei precedenti. Ma i fatti mostrano che i nuovi re hanno pur sempre la loro inaffidabilità. Il re più grande di tutti, re Davide, si dimostrò anche lui soggetto alle proprie bramosie. E così nasce l’idea di attendere un re che sia finalmente diverso, in questo senso “figlio di Davide”, cioè un nuovo Davide (nuovo re), un nuovo Adamo ( nuovo essere figlio), un nuovo sacerdote, un nuovo profeta, un nuovo Messia, un nuovo servo (si pensi ai “canti del servo di YHWH”). L'attesa è un topos ricorrente nella Scrittura. Questo è in definitiva il piano di Dio che crea il redentore per la futura umanità nella persona di Yeshùa, ovvero nel Messia dapprima del popolo ebraico e poi successivamente dell'intera umanità.
Concludendo l'intervento nel libro di Giobbe si afferma che a seguito della prima ondata di sciagure che colpisce il profeta (provocate dal "satan" che è una parte di Dio e quando menzionato nella Scrittura è solo l'oppositore degli uomini) egli in preda alla disperazione, stappandosi le vesti, esclama: «Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo tornerò in grembo alla terra; il SIGNORE ha dato, il SIGNORE ha tolto; sia benedetto il nome del SIGNORE». Gb 1:21 NR. Il SIGNORE ha dato il SIGNORE ha tolto è un chiaro riferimento il primo al "lato" benevolo per gli esseri umani quello che genera fecondità ed abbondanza, il secondo al "satan" che in questo avvenimento causa miseria e può far sorgere sentimenti di disperazione e di impotenza. Entrambi, sia il lato benevolo che il satan, "risiedono" e provengono da Dio, così come allo stesso modo sia i raggi solari che generano l'abbondanza e rendono rigogliosi i campi sia quelli che precedono la carestia "risiedono" e provengono dal Sole.
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Alen.chorbah
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Alen.chorbah »

Matteo semplicemente visualizzate satana come una cosa sola. Ma "il satan" (non Satana) è qualsiasi cosa ci metta alla prova. Puo essere una persona, una circostanza o la nostra mente.
LucaincercadiDio
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da LucaincercadiDio »

Matteo sinceramente faccio fatica a seguirti.... :-?
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matteo97
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da matteo97 »

Matteo semplicemente visualizzate satana come una cosa sola. Ma "il satan" (non Satana) è qualsiasi cosa ci metta alla prova. Puo essere una persona, una circostanza o la nostra mente.


Ne sono a conoscenza qui menzionavo "il satan" (הַשָּׂטָן, haś·śā·ṭān) soprattutto in riferimento all'episodio narrato nel libro di Giobbe e volendo dimostrare che in quella circostanza è Dio stesso (reso attraverso il "satan") che lo intenta e lo mette alla prova al fine di renderlo tenace e assieme ad egli la sua fede. Ovviamente esistono altri significati di satana che nel precedente messaggio non ho preso in esame perchè non mi interessava farlo piuttosto ho cercato di delineare soprattutto nella S.E. altri episodi (partendo dalla Genesi) nei quali l'umanità (a parte rari esempi di persone che si mantengono nella rettitudine), tentata dalle avversità, soccombe al peccato nelle più svariate circostanze e per le più svariate tentazioni (disobbedienza verso Dio, gelosia, invidia, concupiscenza ecc..). Ciò genera negli ebrei quel sentimento di attesa per la venuta del Messia e la speranza che costui si renda degno agli occhi del Padre e possa essere l'esempio più fulgido per l'intera umanità. Che per alcuni è Yeshùa, per altri, soprattutto per gli ebrei, deve ancora fare la sua comparsa.
Ultima modifica di matteo97 il giovedì 21 febbraio 2019, 21:17, modificato 4 volte in totale.
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matteo97
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da matteo97 »

Matteo sinceramente faccio fatica a seguirti.... :-?
Mi spiace, ero convinto di aver esposto in maniera comprensibile, se così non fosse dimmi ciò che non hai compreso del precedente messaggio. Ovviamente se aveste commenti costruttivi su quanto sopra esposto sarei ben lieto di leggerli.
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Matteo, in Giobbe è certamente Dio che invia satana. Infatti, satana chiede il permesso. A tratti Dio assume anche aspetti malvagi, ma si tratta di una categoria espressiva tipicamente biblica che usa i sentimenti umani per comunicare sentimenti:

"Avverrà che come il Signore prendeva piacere a farvi del bene e moltiplicarvi, così il Signore prenderà piacere a farvi perire e a distruggervi; sarete strappati dal paese del quale vai a prendere possesso." - DT 28:63

In Es 12:29 è Dio stesso a sterminare i primogeniti: "A mezzanotte, il Signore colpì tutti i primogeniti nel paese d'Egitto".

Is 45:7 dice che è Dio a formare la luce e creare la tenebra, a fare la pace e creare la calamità. Dunque, tutto origina da Dio, anche la tentazione che è in noi. Dio non tenta, ma ci ha creati con l'istinto al peccato (ecco perché pecchiamo, altrimenti non lo faremmo): "[Dio] con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare" (1Cor 10:13).

È Dio che mette alla prova l'uomo, tramite il serpente che è dentro di noi (chiamato yetzer hara, istinto cattivo). La prova è necessaria per scegliere. Siamo noi gli artefici del nostro male, attraverso le nostre scelte. Non siamo povere vittime di un mostro demoniaco a cui Dio infinitamente buono e giusto consente di scorrazzare in giro.
LucaincercadiDio
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da LucaincercadiDio »

Mi sorge un dubbio....

Non siamo povere vittime di un mostro demoniaco a cui Dio infinitamente buono e giusto consente di scorrazzare in giro.

Perché viene vietata la divinazione e la predizione se tanto non ci sono pericoli reali?
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