Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Daminagor, forse non ti rendi conto di ciò che stai dicendo. Tra qualche miliardo di anni la vita sulla terra cesserà di esistere... Quindi, la nostra bella vita, il nostro meraviglioso pensiero, le nostre immense capacità, i nostri talenti inspiegabili, non saranno neppure un ricordo. Perché se di un "figlio di Dio", un essere umano, non resta nulla, è come se non fosse mai esistito. E allora cosa ci importa di Dio? Della Sua legge? Di Yeshùa? Di tutto? Cosa stiamo qui a fare, a perder tempo che potremmo dedicare a qualcosa di più concreto e piacevole? Fanno benissimo i non credenti, che se ne fregano di Dio e vivono perseguendo i loro desideri, non quelli di un Dio che ti crea, ti insegna a vivere e poi ti lascia morire. Sono molto più intelligenti di chi, parlando di Dio, finisce allo stesso modo degli altri. Di un Dio così, non saprei che farmene, e lo stesso vale per la Torah e tutto il resto.

Genesi stabilisce la profonda diversità che intercorre tra noi e gli animali: gli animali sono creature prive di morale e di capacità di percepire il divino; noi siamo a immagine e somiglianza di Colui che È e che è Immortale ed Eterno. Vedi la sottile differenza? Però finiremo come gli animali. Allora, meglio essere animale.

Credere nella mortalità dell'uomo non è solo illogico, ma è anche un atto di assenza di fede e di negazione di Dio. Non lo dico con astio, semplicemente è ciò che penso.
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Giorgia
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Giorgia »

Siamo decisamente su un binario lontano dallo scopo di questa cartella e ancora di più dallo scopo del forum.

Qui cosa crede uno o l'altro è assolutamente superfluo. Leggo affermazioni che non hanno riscontro nella Bibbia e questo non mi sta bene.

L'idea di questa cartella era di mostrare, dal punto di vista ebraico, quello che afferma la scrittura greca. Quello che continuo a leggere invece sono chiacchiere e supposizioni.

Che uno cosideri vera o falsa la scrittura è un problema che riguarda solo ed esclusivamente lui. A me sinceramente importa da pochissimo al nulla assoluto. Non mi interessa nemmeno sentire supposizioni su animali e umani chi va su e chi va giù.

Non so, ma mi state veramente facendo passare la voglia di leggere.

Cercate di tornare in tema, perché poi quando parto a moderare incominciate a sbattere i piedini.
Antonio LT
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Antonio LT »

Giorgia scusa ma i messaggi privati li ricevi?
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Dn 12:2: “E molti che dormono nella polvere della terra si sveglieranno - questi per la vita eterna [עוֹלָ֔ם], e quelli per il disonore, per l'eterna repulsione [עוֹלָֽם]”.

Olam può esprimere il senso di lunga durata, ma qui stiamo parlando di uomini che risorgono dalla polvere. Dunque: si risorge, si vive un migliaio di anni secondo la legge di Dio e poi si muore di nuovo? :-??

Quelli che, invece, non risorgono per la lunga vita, ma per l'infamia e l'eterna repulsione, cosa risorgono a fare? Per essere condannati ad una vita di disonore e poi morire di nuovo?

Dunque: risorti "buoni" o risorti "cattivi" condividono il medesimo destino, la morte. :-??

“l'ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita [in vista della vita]; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio [in vista del giudizio]” — Gv 5:28,29

Apocalisse spiega che tra i risorti, i santi risorgono subito alla vita per regnare col messia (cfr. Gv 5:24), mentre gli altri risorgono alla vita terrena e vivono durante il millennio per poi esser giudicati e, eventualmente, risorgere alla vita alla fine del millennio. Questa ricostruzione è molto complessa da spiegare in due parole, ma ne abbiamo già parlato a lungo sul forum.

Ma attenzione. Le Scritture Greche non parlano di una "divinizzazione" dell'uomo, ma del passaggio ad una condizione superiore (corpo glorificato). Questo è importante capirlo, onde non confondere la risurrezione alla vita come una sorta di trasformazione degli uomini in esseri divini. Creature siamo e creature restiamo. Il Cristo risorto scompare ed appare improvvisamente, ma mangia anche il pesce!

“allora si adempirà la parola che è scritta: "La morte è inghiottita per sempre"."Morte, dov’è la tua vittoria? Morte, dov’è il tuo pungiglione?" — 1Cor 15:54,55 (TNM)
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Daminagor
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Daminagor »

Antonio, se come dici tu è illogico che il destino dell'uomo sia la morte (e quindi l'oblio), mi spieghi che differenza c'è se quando saremo resuscitati con un corpo spirituale (qualunque strana cosa significhi) non avremo più memoria della vita passata, degli affetti, ecc?
La scrittura non suggerisce forse che i resuscitati non conservano memoria della loro vita mortale?
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Giorgia
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Giorgia »

Dami, dove lo dice che l'uomo non ricorderà nulla?
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Dami, i resucitati conservano perfettamente la memoria (vedi Yeshùa). Da dove trai questa idea?
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Ti chiedi cosa sia il corpo spirituale. Questo argomento è difficile da trattare, perché la Scrittura non dà abbastanza informazioni (poi si entra nella Kabbalah e nel misticismo). Posso provare a scrivere due righe in base a ciò che riesco ad estrapolare dalla Scrittura.

Il corpo spirituale (σῶμα πνευματικόν, sòma pneumatikòn) è contrapposto al corpo animale (σῶμα ψυχικόν, sòma psychikòn), 1Cor 15:44. Il sòma indica il corpo vivente, completo di tutte le sue parti, ed è diverso da σάρξ (sàrx), che indica la materia di cui il corpo è composto (carne). Dunque, un sòma psychikòn è ciò che in ebraico è chiamato nefèsh: “Dio il Signore formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne nèfesh vivente” (Gn 2:7). La LXX traduce nefèsh con ψυχή (psychè). Il sòma pneumatikòn, dunque, è contrapposto a quello animale o naturale ed è governato dal pnèuma, il vento, o ruach. Potremmo dire che non sia piú לנפש חיה (nefesh vivente) ma ruach vivente. Ma sempre di corpo si tratta, per cui non c'è divinizzazione, perché Dio non ha corpo; ogni parte della creazione è "corpo": σώματα ἐπουράνια (sòmata epurània) sono i corpi celesti (astri, pianeti), σώματα ἐπίγεια (sòmata epìgheia) sono i corpi terrestri (uomini, animali e piante). Il corpo spirituale è sempre parte della creazione, da non confondersi con la natura di Dio, che non è contenuta in un corpo.

La Kabbalah insegna che la nefèsh evolve a livelli piú alti, fino a raggiungere quello di Yechida, che è il livello di Adam Kadmon, l'uomo primigenio, e oltre:

“Rabbi Shimon bar Yochai declared, "Throughout the days of my connection to this world, I was bound to the Holy One Blessed Be He with a single knot…at one with Him"; this is the level of soul revealed at the moment of self-sacrifice or martyrdom for the sake of G‑d, His Torah, or His people.” (da Chabad.org)

http://www.chabad.org/kabbalah/article_ ... usness.htm" onclick="window.open(this.href);return false;

Questo sarebbe ciò che ha fatto Yeshùa, per cui Dio lo ha elevato ad uno stato più alto. Egli è il primo a raggiungere questo stato, ma lo stesso destino è riservato a chi segue i suoi passi. Scusate l'OT, ma mi sembravano considerazioni interessanti. Solo considerazioni.
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Daminagor
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da Daminagor »

Sebbene non si sappia di preciso come sia fatto un corpo spirituale, è sensato ritenere che non sia come quello che abbiamo ora. Perciò, se diamo per assunto il fatto che la struttura fisica del nostro "corpo" risorto non sarà uguale, occorre ritenere che la struttura elettrochimica del nostro cervello non sarà affatto uguale a prima. Sappiamo bene che basta una stimolazione elettrica, una malattia degenerativa o un forte trauma per danneggiare o eliminare i ricordi. Guardiamo ad esempio alla triste condizione dei malati di Alzheimer che non riconoscono nemmeno i loro stessi figli e parenti. Dal momento che i nostri ricordi sono così fragilmente legati ad una precisa condizione bioelettrica, è insensato ritenere che, data qualsiasi altra forma che possiamo assumere, tale condizione permanga conservando le informazioni nel cervello.
La cosa avrebbe più coerenza se applicata ai morti risorti in terra con corpo fisico sano e forte...in quel caso è plausibile che, mantenendo inalterata la delicata configurazione della struttura cerebrale, i ricordi permangano.
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bgaluppi
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Re: Scritture greche alla luce dell'interpretazione ebraica

Messaggio da bgaluppi »

Dami, non sappiamo nulla sulla memoria nella resurrezione e ogni ipotesi personale è pura speculazione. Se ci basiamo sulla Scrittura, le SG mostrano che nella resurrezione la memoria permane (e anche il corpo, se pur in una condizione superiore), altrimenti Yeshùa si sarebbe dimenticato di tutto. Dalle SE non sono sicuro che possiamo trarre informazioni in merito, ma devo approfondire.

Comunque, se la vita attuale costituisce una sorta di apprendimento e preparazione per il raggiungimento di uno stato più elevato, sarebbe assurdo che la memoria non permanesse, poiché in tal caso il valore del processo di apprendimento per esperienza (il conoscere) sarebbe vanificato.
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