Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiviso

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bgaluppi
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da bgaluppi »

Giusto Vittorio, ma vedi che siamo giunti a questo punto grazie all'approfondimento, e ora i aprono altre strade. Ora, tieni conto del fatto che parliamo del libro forse piu' diffiile di tutta la Scrittura.
Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Certo, Antonio, è utilissimo studiare e cercare i possibili significati, analizzandoli uno per uno, è una cosa molto buona per capire. Però poi bisogna arrivare ad una conclusione, bisogna avere una certezza, altrimenti tutte le spiegazioni sono plausibili, anche quella di chi in Genesi vede gli alieni.
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Gianni
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Gianni »

Ho risposto questa notte a una domanda che mi è pervenuta tramite la posta elettronica. Siccome implica alcune regole ermeneutiche, condivido con voi la domanda e la mia risposta quale esempio di semplice ermeneutica.

La domanda
Nella Lezione 93, Yeshùa Figlio di Dio, a pagina 4 è riportato "che la “generazione” relazionale di Yeshùa come figlio di Dio avvenne alla resurrezione".
Come mai Gesù a dodici anni già ha coscienza di essere Figlio di Dio, così come riporta Luca 2: 49-50 "Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro!" Questa non è una prolessi o anticipazione di quello che sarebbe divenuto figlio di Dio.

La mia risposta
Rispondo alla sua domanda su Lc 2:49,50, che lei sembra citare dalla versione della Nuova CEI: “Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole”.
Occorre innanzitutto ristabilire il testo biblico originale. Il traduttore, infatti, inserisce nella traduzione un’espressione del tutto mancante nel testo greco originale: “occuparmi”. Il testo biblico dice, letteralmente: “Non sapevate che nelle del padre mio è necessario essere io?”. Il significato di “nelle del padre mio” (in greco: en tòis tù patròs mu) è chiarito dall’Analysis philologica Novi Testamenti graeci dello studioso e sacerdote cattolico Max Zerwick, che spiega: “Tà tù patròs domus patris” (pag. 137). Ciò è confermato anche dallo studioso e sacerdote cattolico Augustinus Merk, che nel suo Novum Testamentum Graece et Latine annota: “En – mu in domo patris” (pag. 199). Per questa ragione una traduzione più corretta è data dalla Nuova Riveduta: “Ed egli disse loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?»”.
Analizzando in contesto si nota che il dodicenne Yeshùa (Gesù) si trova nel tempio di Gerusalemme ad ascoltare e a interrogare i maestri ebrei, cosa che mostra il suo vivo interesse per la fede ebraica. La traduzione della Nuova CEI “io devo occuparmi delle cose del Padre mio” appare quindi inappropriata: oltre a modificare il testo biblico originale, senza neppure mettere tra quadre la parola aggiunta, fa una modifica in contrasto con il contesto. Yeshùa si stava casomai interessando (e non occupando) delle cose di Dio.
Per capire bene tutta la situazione, si noti la domanda stupita di Yeshùa ai suoi genitori: “Perché mi cercavate?”. Questa risposta di Yeshùa a sua madre non fu di strafottenza. Aveva solo dodici anni ed era stimato da tutti come un ragazzino molto per bene, tanto che Luca aveva annotato: “Il bambino cresceva e si fortificava; era pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di lui” (Lc 2:40). La risposta di Yeshùa fu rispettosa e piena di candore. Prima di tornare a Gerusalemme per cercarvi il figlio smarrito, Miryàm e Giuseppe lo cercano tra i parenti: “Pensando che egli fosse nella comitiva, camminarono una giornata, poi si misero a cercarlo tra i parenti” (Lc 2:44). Se si traduce opportunamente Lc 2:50, l’equivoco tra Yeshùa e i suoi genitori è chiarito: “Essi non avevano capito la parola che egli aveva loro detto”. Si erano accordati di ritrovarsi nel tempio, ma loro evidentemente non avevano capito bene e lo cercarono altrove. Yeshùa li aveva aspettati lì, pazientemente.
La sua deduzione che “Gesù a dodici anni già ha coscienza di essere Figlio di Dio” è perciò quantomeno prematura, se non azzardata. Il testo biblico di Lc 2 mostra semplicemente l’equivoco sorto tra Yeshùa e i suoi genitori.
roberto
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da roberto »

Gianni scrive; Si erano accordati di ritrovarsi nel tempio, ma loro evidentemente non avevano capito bene e lo cercarono altrove. Yeshùa li aveva aspettati lì, pazientemente. Scusa gianni ma a mio parere questa mi sembra una forzatura. Mi sto chiedendo come abbiano fatto i genitori di Yeshua a scordare o non capire dove il loro figlio li avrebbe aspettati.
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Gianni
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Gianni »

A me invece, Roberto, pare una grossa forzatura tradurre come fa la Nuova CEI: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”, aggiungendo al testo biblico parole che il testo non ha.
Io mi domando in base a cosa i genitori di Yeshùa avrebbero dovuto sapere che il figlio dodicenne doveva occuparsi nientemeno che delle cose e Dio e nientemeno che nel Tempio!

Se possibile, Roberto, impara a soffermarti sul testo biblico e a riflettere su di esso non andando oltre. Luca dice che i genitori cercarono il loro figlio dodicenne tra la parentela. Infine lo trovano nel Tempio. A far che? Tranquillamente seduto ad ascoltare i maestri della Toràh e far domande per conoscere meglio.
“Essi non capirono le parole che egli aveva dette loro” (Lc 2:50). Di certo un equivoco c’era stato. Il piccolo Yeshùa non fece di testa tua; Luca specifica infatti (al v. 51) che Yeshùa “stava loro sottomesso”.
ארמאנדו אלבנו
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da ארמאנדו אלבנו »

Una domanda: Gesù dodicenne stava sottomesso a Maria e Giuseppe, ma era inferiore a loro?

Inferiorità e sottomossione sono sempre la stessa cosa? Oppure può esserci anche sottomissione senza inferiorità?
roberto
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da roberto »

Abbi pazienza gianni, ma credo di essermi spiegato male. In pratica se si erano accordati di trovarsi nel tempio, come mai lo cercarono altrove? Da cosa deduci che si erano accordati?
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Gianni
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Gianni »

Dalla risposta del dodicenne Yeshùa: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?" e dal commento di Luca: "Essi non capirono le parole che egli aveva dette loro".
roberto
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da roberto »

Grazie gianni ma non ne sono ancora convinto. Se sapevano che Yeshua doveva trovarsi nel tempio, non lo avrebbero cercato altrove, almeno dal mio punto di vista. E se non compresero quello che egli aveva detto loro, sempre secondo me è proprio perché non avevano capito cosa stesse facendo al tempio. Ma ci riflettero ancora meglio.
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Gianni
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Gianni »

Comprendo la tua interpretazione, Roberto; è quella tradizionale.
In tal caso rimane però da spiegare come un ragazzino dodicenne parli come un adulto consapevole di essere il Messia. Ciò è in contrasto non solo con il buon senso ma anche con ciò che dice Luca ovvero che quel ragazzino "cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini". L'acquisizione della sapienza e della consapevolezza la ebbe guadualmente. Temo che l'interpretazione tradizionale sia influenzata dall'idea religiosa di un "Gesù incarnato" che già sa tutto in quanto divino.
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