Bibbia parola di Dio: che significa?

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Eleazar
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Re: Bibbia parola di Dio: che significa?

Messaggio da Eleazar »

Armando, non voglio andare a parare da qualche parte, io voglio solo raccogliere elementi su cui riflettere.
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Re: Bibbia parola di Dio: che significa?

Messaggio da Eleazar »

Ho letto le informazoini contenute nel link inviatomi da Gianni. Riporto di seguito le citazioni con domade correlate al testo citato.

-"Gli scritti sacri non biblici si presentano quale frutto d’intuizione mistica e sono quindi tra loro convergenti, mentre la Bibbia li sorpassa tutti. Si pensi alla regola d’oro che in tutte le religioni appare in forma negativa: “Non fare ad altri ciò che non desideri sia fatto a te”, mentre nella Bibbia si presenta in forma positiva: “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro” (Mt 7:12)."

In questa fase si studio che ha l'obiettivo di dimostrare l'ispirazione divina della Bibbia, non pensi che la frase "la Bibbia li sorpassa tutti" sia una deduzione personale e non analitica? Affermare che la Bibbia sorpassa tutti i testi sacri in una fase di studio ove ancora si deve dimostrare tale affermazione potrebbe indurre il lettore ad un atteggiamento preconcetto,o sbaglio?
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Re: Bibbia parola di Dio: che significa?

Messaggio da Eleazar »

-"Paolo può perciò scrivere: “Le sue [di Dio] qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue” (Rm 1:20). L’autore biblico ispirato vede questa rivelazione non in forma di ragionamento sillogistico, ma d’intuizioni simboliche. La natura è in un certo senso il rivestimento della potenza divina: “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani” (Sl 19:1)."

Questa scrittura della Bibbia dice che il creato, quindi ciò che oggi chiamiamo natura, induce molti a credere a Dio.Il creato, quindi, è già una forma di comunicazione tra Dio e l'uomo. Io su questo sono compoletamente daccordo ed aggiungo il mio punto di vista:credo sia la più pura ed incontaminata comunicazione tra Dio e l'uomo e mi porta a credere che DIO esista.
Nel proseguo dello studio viene mezionato il fatto che molti uomini hanno comunicato con Dio direttamente e questi sono i profeti, altri con sogni,altri ancora con gli urim.Lo studio menziona anche l'intervento di DIO nella storia dell'uomo, attraverso il popolo ebraico.

Come si può sapere oggi con sicurezza che le rivelazioni date ai profeti siano autentiche? Perchè si può dare per certo che DIO abbia parlato con Mosè e gli abbia dato la Torà? Come si è sicuri di ciò? Non esistono norme etico morali contemporanee o precedenti alla Torà?

Inoltre, della storia del popolo ebraico contenuta nella Bibbia, esistono prove extrabibliche che ne certifichino l'andamento oppure ci sono solo le scritture della Bibbia? Dire che il popolo ebraico considera parte della Bibbia come storia non è sufficiente a dimostrare che i fatti narrati corrispondono alla realtà storica.
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Gianni
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Re: Bibbia parola di Dio: che significa?

Messaggio da Gianni »

Caro Andrea, non ho capito se stai esprimendo dubbi di fede oppure se ti stai documentando per rispondere a un'obiezione che ti è stata fatta da un incredulo. Sarebbe interessante saperlo, per risponderti.
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Eleazar
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Re: Bibbia parola di Dio: che significa?

Messaggio da Eleazar »

Grazie Gianni per la domanda,forse l'incredulo sono io.
Grazie Armando del tempo che mi dedichi e delle ricerche che condividi.
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Gianni
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Re: Bibbia parola di Dio: che significa?

Messaggio da Gianni »

Caro Andrea, grazie a te per la sincerità.
Attraversare momenti di vuoto fa parte della vita. Se non erro, mi sembra che tu sia un Testimone in crisi. Azzardo quindi una mia ipotesi psicologica, e mi perdonerai se non è la tua situazione; in questo caso, cestinala.
Quell’organizzazione ha la pretesa di avere, unica al mondo, la verità assoluta. Come ha già detto bene qui un Testimone in crisi, il continuo invito alla studio che in quella religione viene fatto ai propri adepti non è un vero invito a studiare, ma a leggere ed interiorizzare quanto pubblicato da loro. Questo si chiama plagio mentale, non studio. Comunque, gli adepti vengono formati con l’idea che solo il loro corpo dirigente ha le giuste spiegazioni; dissentire non è assolutamente concesso, pena l’espulsione. Ora, quando una persona intelligente, loro associata, inizia a pensare in proprio, facendosi domande, è in una situazione molto delicata. Non può fare domande agli anziani, perché si allarmerebbero e inizierebbero a considerarlo un immaturo, magari bisognoso di ... studio! (il loro), il che è di per sé il colmo, perché chi pone domande e vuol capire mostra maturità; sono gli immaturi che vengono ammaestrati in modo da imparare e basta. Non può neppure porre i suoi dubbi alla sede centrale, perché informerebbe gli anziani a stretto giro di posta. A volte trova qualcuno disorientato come lui con cui parlare, il che è rischioso per tutti e due, perché da “immaturi” passerebbero nella categoria dei settari. Insomma, non c’è scampo. Può accadere allora che, per non andare incontro a messe al bando, la persona inizi a diradare la sua partecipazione. Ciò ovviamente lo fa ricollocare tra gli immaturi bisognosi di aiuto. Siccome la persona sa che così non è, ne soffre maggiormente e diventa ancora più indifferente. E qui scatta un meccanismo psicologico che è diabolico. Tutti i Testimoni sono stati abituati a leggere Gv 6:67 in un certo modo. Qui, alla domanda di Yeshùa agli apostoli se se ne vogliono andare anche loro, “Simon Pietro gli rispose: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (vv. 68,69, TNM). Il Testimone legge, ma legge con la spiegazione che gli è stata inculcata, come se fosse: ‘Da chi ce ne andremo? Solo lo schiavo fedele e discreto ha la verità’. Il che, messo in termini più reali, già di per sè farebbe pena o farebbe ridere: ‘Da chi ce ne andremo? Solo il corpo direttivo di Brooklyn ha la verità’. Fatto sta che il poveretto si pone seriamente la domanda: Se questi hanno una verità per molti versi fasulla, chi mai ha la verità? Siccome ha “studiato” e ha sempre fatto i compiti a casa, oltre che rispondere da perfetto alunno alle domandine (con risposte preconfezionate) alle adunanze, la risposta che si dà è: Nessuna religione. In tutte le religioni, infatti, troverà delle menzogne: quella è trinitaria, quell’altra battezza i bambini, quell’altra crede all’anima separata al corpo, e così via. Che fare? Là non può andare e indietro non può tornare perché ritroverebbe le sue domande senza risposte, anche se le risposte le avrebbe, ma non sono consentite. È il vuoto, e qui sta il meccanismo diabolico del condizionamento di cui, suo malgrado, è ancora vittima. Abituato come è stato a pensare in termini di religioni, non lo sfiora neppure l’idea che tutte le religioni siano false. Eppure, se davvero riflettesse bene sulla risposta di Pietro, avrebbe la verità sotto gli occhi: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. Il Santo di Dio è uno solo: Yeshùa. Non è uno vestito di bianco che sta a Roma e neppure un gruppetto di incravattati che stanno a Brooklyn. Pietro, a nome degli apostoli, afferma che loro hanno creduto e conosciuto. Chi, che cosa? Il Santo di Dio.
Come si fa credere? Tommaso per credere voleva toccare con mano. Yeshùa gli dice: “Perché mi hai visto hai creduto? Felici quelli che non vedono e credono” (Gv 20:29, TNM). Si chiama fede. E qui occorre sbaragliare un altro equivoco. La fede non si ottiene con lo studio. Men che meno con lo studio delle pubblicazioni di Brooklyn: con quelle si impara un credo, non la fede, che non si può imparare perchè è dono di Dio. Che fare allora? Si può pregare perché Dio ci doni la fede.
Ripulirsi dai condizionamenti mentali delle religioni è arduo. Ripulirsi da quello di Brooklyn lo è di più, tanto che diversi ex Testimoni devono ricorrere alla consulenza psicologica per essere decondizionati.
Abbiamo però un mezzo efficacissimo per trovare la via giusta, l’unica vera. Anche quel mezzo è l’unico, ed è l’unico sicuro, perché è messo a disposizione da Dio stesso. “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
Piero
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Re: Bibbia parola di Dio: che significa?

Messaggio da Piero »

Condivido il senso delle parole di Armando. E' approfondendola che tocchi con mano la sua ispirazione (Proverbi 2:1-9) E applicandola riscontrerai la saggezza ineguagliabile in essa contenuta. Per quel che riguarda il pensiero ebraico moderno....ci sarebbe molto da discutere.
Piero
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Re: Bibbia parola di Dio: che significa?

Messaggio da Piero »

...non comprendo bene quelle di Gianni: non so se hanno il sapore di ex testimone.....o di amarezza/rancore per esperienza passata.....
Sollevo queste perplessità a motivo di termini molto specifici utilizzati.
E se così fosse mi chiedo quanta obiettività ci possa essere nel voler incoraggiare Andrea ammesso che sia un testimone di Geova forse confuso. Scusa la schiettezza Gianni
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Israel75
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Re: Bibbia parola di Dio: che significa?

Messaggio da Israel75 »

PAce a voi.
Quello che sottolinea Gianni è la presunzione di certe religioni di avere la verità assoluta.
Quando sono i singoli ad incappare in quesa sorta di fanatismo è un conto (l'amico nei papa boys etc... per esempio), quando è una istituzione a farlo è molto peggio perchè si rischia di rimanere intrappolati per sempre. Sopratutto si verifica una violenza psicologica ai danni del malcapitato che ha solo la colpa di avere dei dubbi.
Gianni è stato Tdg si capisce , io no non ho mai frequentato assiduamente una religione specifica ,sono un ramingo. Ma trasuda delle sue parole quella sottile violenza, e dietro viene da pensare ci sia stato di peggio. :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Gianni
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Re: Bibbia parola di Dio: che significa?

Messaggio da Gianni »

Caro Piero, hai fatto bene a essere schietto, così mi dai modo di chiarire un eventuale equivovo, che del resto avevo cercato di allontanare nella mia premessa dicendo ad Andrea che se questo non era il suo caso doveva cestinare le mie considerazioni e scusarmi.
La mia intenzione era unicamente di far notare che quando si mette tutta la propria vita nelle mani di una religione che poi delude si crea un vuoto tale che potrebbe vacillare anche la fede. Se non si sa distinguere il credo dalla fede, questo è il rischio. Quanto ai Testimoni, ci sono religioni anche peggiori, in cui certe persone arrivano al suicidio, e senza neppure essere andate in crisi. Colui che è rinenuto essere stato il fondatore dei Testimoni (in verità lo fu degli Studenti Biblici), C. T. Russell, aveva avuto una grande intuizione affermando che le piaghe dell'umanità sono tre: politica, finanza e religione. Peccato poi i suoi deviati successori abbiano tolto la religione da quelle tre piaghe.
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