Buongiorno Luigi, voglio risponderti con questo commento che ho condiviso:
Si può credere alle favole, è lecito, nessuno te lo vieta....comunque il termine greco usato non è adorare, come migliaia di volte di è stato spiegato, ma rendere omaggio...
“Peshitta”, la traduzione originale aramaica dei vangeli
È convinzione generale dei cristiani d’occidente che il testo originale degli Evangeli sia stato scritto in greco koiné, invece sussistono evidenze che questo è una traduzione. Infatti, i credenti Assiri, di cui pochi hanno conoscenza, conservano il testo aramaico, il quale loro sostengono aver ricevuto direttamente dagli Apostoli, asserzione assolutamente credibile, dal momento che sono stati gli Assiri i primi gentili a convertirsi in massa alla fede in Yahusha Messiah. La conversione degli Assiri è molto significativa, in quanto fondamentale per il riscatto della Casa di Israele, esule appunto in Assiria.
Il testo biblico aramaico che conservano gli Assiri si chiama “Peshitta”, che significa “diritto”, “schietto”, ovvero, l’originale, autentico Nuovo Testamento. L’aramaico era la lingua di Yeshua e degli Apostoli (insieme all’ebraico, obbligatorio dentro la Sinagoga), i quali, ad eccezione di Shaul di Tarso, non erano stati mandati dai gentili, quindi, è naturale che avessero scritto in questa lingua piuttosto che in greco. Gli Assiri sostengono di essere stati evangelizzati dagli Apostoli personalmente, e ciò ha riscontro sia storico che biblico – sappiamo che Shimon Kefa (Pietro) scrisse da Babilonia (1Shimon 5:13), che non era Roma, ma Babilonia; Assiria era d’altronde il primo posto dove andare a riscattare le “pecore perdute della Casa di Israele”...
Molti brani dimostrano che il testo originale degli Evangeli non poteva essere il greco, perché il testo greco presenta degli errori clamorosi, frutto della mancanza di conoscenza del traduttore. Un esempio lo troviamo in Matteo 27:9-10, il quale attribuisce a Geremia una parola scritta in realtà da Zaccaria: (cfr. Zekharyah 11:12-13), oppure il discorso di Stefano in Atti 7:15-16, in cui dice che Yakov fu sepolto nel terreno che “Avraham aveva comprato dai figli di Hamor di Sichêm”, quando in realtà chi comprò lì un terreno fu Yakov e non Avraham (Genesi 33:18-19) e lì fu sepolto Yosef e non Yakov (Yahusha/Giosuè 24:32), perché il terreno che comprò Avraham è vicino a Hevron e non a Shechem, e lo comprò da Efron l’Hittita (Genesi 23:16-17) e non da Hamor l’Heveo, e lì fu sepolto Yakov (Genesi 49:29-32; 50:12-13). ——



Lo stesso racconto della nascita virginale, — che non compare sui testi in aramaico assiri della Peshitta — profuma molto di paganesimo, oltretutto, non rafforza affatto la messianicità di Yahusha. Il fatto che nessun altro vangelo né gli apostoli facciano riferimento alla nascita virginale di Yahusha, o ai maghi, o alla stella, è alquanto strano. Se questi episodi fossero stati aggiunti di sana pianta da redattori successivi, è lecito pensare che anche molti termini siano stati "aggiustati".