Ma se ti metti a cancellare tutto, mi spieghi cosa leggerà Gaetano di te?Michele ha scritto:Ciao Gaetano, anche noi siamo felici di conoscerti, e avremo modi di leggerci più avanti.
Un benvenuto.
Salve
Re: Salve
Ricambio con affetto l'abbraccioGiovanni Z. ha scritto:Grazie Gaetano della tua attitudine e ragionevolezza.
Decisamente mi piace di più il tuo nome originale.
Un abbraccio di benvenuto.
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Re: Salve
Infatti, Noiman. La parola נֵרֹתֶיהָ (nerotèya) viene tradotta “lumi (lampade) di esso”, come dici. Al passo di Shmot sono arrivato cercando ניתיה nel voluminoso Analytical Hebrew and Chaldee Lexicon: qui la parola simile mi ha insospettito e l’ho cercata nel Biblia Hebraica manualia ad praestantiores editiones accurata, il cui titolo mi ha fatto poi sorridere per l’aggettivo “accurata”. Allego la foto della sezione.
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- Gianni
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Re: Salve
Carissimo Noiman, l’Analytical Hebrew and Chaldee Lexicon non ha commesso errori! Sono io che vi ho cercato la parola ניתיה e, trovandovi נֵרֹתֶיהָ, mi sono incuriosito arrivando poi al Biblia Hebraica manualia ad praestantiores editiones accurata. Nel Lessico è però scritta in modo assolutamente corretto: נֵרֹתֶיהָ.
È interessantissimo ciò che tu hai rimarcato sul controllo delle trascrizioni della Toràh. Ci fa apprezzare ed essere certi che il testo biblico è giunto fino a noi genuino e inalterato. Nella antiche sinagoghe c’erano in genere dei ripostigli, chiamati ghenizàh, come tu riporti. Lì venivano posti i manoscritti ormai logorati dell’uso oppure danneggiati, che erano sostituiti da altri nuovi da usare in sinagoga. Periodicamente la ghenizàh veniva svuotata, ma i rotoli non venivano bruciati (il che sarebbe stato oltraggioso), venivano invece sepolti con gran solennità, per non profanare il santo tetragramma che vi era contenuto. Purtroppo per noi, in tal modo sono scomparsi nel corso dei secoli migliaia di antichi e preziosi manoscritti del Tanàch. Però, per nostra fortuna, la ghenizàh dell’antica sinagoga del Cairo non fu svuotata ma murata, e poi dimenticata. Quando nel diciannovesimo secolo vennero fatti dei lavori di restauro della sinagoga, la ghenizàh venne alla luce con tutto il suo tesoro! Alcuni manoscritti sono databili addirittura al 6° secolo!
La massima cura e il sommo rispetto che gli ebrei hanno sempre avuto per il Tanàch non fa che confermare quanto scritto dall’ebreo Shaùl di Tarso: “A loro [agli ebrei] furono affidate le rivelazioni di Dio”. - Rm 3:2.
È interessantissimo ciò che tu hai rimarcato sul controllo delle trascrizioni della Toràh. Ci fa apprezzare ed essere certi che il testo biblico è giunto fino a noi genuino e inalterato. Nella antiche sinagoghe c’erano in genere dei ripostigli, chiamati ghenizàh, come tu riporti. Lì venivano posti i manoscritti ormai logorati dell’uso oppure danneggiati, che erano sostituiti da altri nuovi da usare in sinagoga. Periodicamente la ghenizàh veniva svuotata, ma i rotoli non venivano bruciati (il che sarebbe stato oltraggioso), venivano invece sepolti con gran solennità, per non profanare il santo tetragramma che vi era contenuto. Purtroppo per noi, in tal modo sono scomparsi nel corso dei secoli migliaia di antichi e preziosi manoscritti del Tanàch. Però, per nostra fortuna, la ghenizàh dell’antica sinagoga del Cairo non fu svuotata ma murata, e poi dimenticata. Quando nel diciannovesimo secolo vennero fatti dei lavori di restauro della sinagoga, la ghenizàh venne alla luce con tutto il suo tesoro! Alcuni manoscritti sono databili addirittura al 6° secolo!
La massima cura e il sommo rispetto che gli ebrei hanno sempre avuto per il Tanàch non fa che confermare quanto scritto dall’ebreo Shaùl di Tarso: “A loro [agli ebrei] furono affidate le rivelazioni di Dio”. - Rm 3:2.