Confidenziale

Janira
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Re: Confidenziale

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Posso chiederti Luigi in che modo tu servi Dio e Gesù Cristo? Mi farebbe piacere saperlo, se non ritieni la domanda troppo personale.
Janira
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Luigi ha scritto: mercoledì 13 aprile 2022, 12:10 Quando uno ascolta il messaggio evangelico, che è appunto, parola di Dio, "che come ha detto IL Signore Cristo" E' Spirito e Vita, questo sortisce due effetti nell'ascoltatore
Io credo che questo si possa dire anche per ciascun individuo: gli esseri umani attraversano diversi stati durante la loro vita, magari senza porsi minimamente il problema della spiritualità. Poi all'improvviso cambia qualcosa , o forse sarebbe meglio dire che cambia tutto.
La fase del ravvedimento non è così immediato, perché è necessario rendersi prima conto che " siamo prigionieri in Egitto" e che "siamo in esilio", cioè anche volendo, non possiamo scappare da soli.
Ultima modifica di Janira il mercoledì 13 aprile 2022, 14:12, modificato 1 volta in totale.
Janira
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Re: Confidenziale

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Luigi ha scritto: mercoledì 13 aprile 2022, 12:10 Mentre in un cuore incredulo sortisce, irritazione, turbamento, rifiuto di Ravvedersi, cercando pure di confutare quelle scritture.
Questo avviene in ogni essere umano che non abbia ricevuto " la chiamata di Dio"; la Kabbalah parla di "risveglio del punto del cuore", cioè del desiderio per la spiritualità.
Per questo il proselitismo, il voler convincere a credere è inutile ed impossibile. Anzi, le tue prediche potrebbero addirittura avere un effetto contrario su un ipotetico ascoltatore che non abbia ricevuto la chiamata.
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Re: Confidenziale

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Sal 40:1 Al direttore del coro. Di Davide. Salmo.
Ho pazientemente aspettato il SIGNORE,
ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido.
2 Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione,
dal pantano fangoso;
ha fatto posare i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.
3 Egli ha messo nella mia bocca un nuovo cantico
a lode del nostro Dio.
Molti vedranno questo e temeranno,
e confideranno nel SIGNORE.
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Re: Confidenziale

Messaggio da Luigi »

Janira ha scritto: mercoledì 13 aprile 2022, 12:44 Posso chiederti Luigi in che modo tu servi Dio e Gesù Cristo? Mi farebbe piacere saperlo, se non ritieni la domanda troppo personale.
Janira, in rapporto al sociale, la risposta mi farebbe apparire ipocrita come coloro che il Signore descrive in Matteo 6,2 .
Mentre in rapporto al Padre ed al Suo proprio Figlio Yahshùa,
ecco che Lodo, ringrazio, magnifico, glorifico, adoro,
e dove il caso richiede , do testimonianza di come IL Figlio di Dio, mi ha perdonato, e lavato col Suo prezioso sangue, Riconciliandomi al Padre Suo, e di come mi ha dato La Vita da che ero morto nei miei peccati.
Ecco racconto di LUI, di come ha trasformato la mia vita , dandomi pace, affinchè altri che sentendosi peccatori perduti ,essendo tristi, insoddisfatti, e con quel vuoto esistenziale, possano essere salvati, liberati dalle varie schiavitù del peccato, e come me , trovare Vita, pace, gioia in abbondanza , Invocando IL Nome del Figlio di Dio..
Dunque, imito la prima Ekklesia, che erano, servi di Dio e del Signore Gesù Cristo
Spero che la tua domanda sia dettata, da sincera curiosità
Stammi bene :-) :-)
Ultima modifica di Luigi il mercoledì 13 aprile 2022, 16:23, modificato 1 volta in totale.
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Gianni
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Re: Confidenziale

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Le espressioni “inviato”, “venuto nel mondo”, “sceso dal cielo”, “venuto dall’alto”, “venuto dal cielo”.

Nel quarto vangelo (Gv) diverse volte Yeshùa è presentato quale inviato dal Padre: “Gesù disse loro: «Il mio cibo è far la volontà di colui che mi ha mandato»” (4:34); venuto nel mondo: “Il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo” (11:27). Sceso dal cielo: “Colui che è disceso dal cielo: il Figlio” (3:13); venuto dall’alto: “Colui [Yeshùa] che viene dall'alto è sopra tutti” (3:31); venuto dal cielo: “Colui [Yeshùa] che vien dal cielo è sopra tutti”. - 3:31.

Al lettore occidentale (che legge letteralmente) pare ovvio trarre la semplice conclusione: se Yeshùa è stato “mandato” significa che prima era da qualche altra parte (in cielo) e da lì è stato mandato sulla terra; se è “sceso dal cielo” ed è “venuto dal cielo” cosa altro può significare se non che era in cielo? Nello stesso modo, essendo “venuto dall’alto”, significa che prima era in alto ovvero in cielo. Ma la Bibbia non va semplicemente letta letteralmente: va studiata seriamente. Occorre quindi domandarsi ancora una volta: qual è il senso che la Bibbia dà a queste espressioni? Cosa capiva il lettore ebreo con questo modo di parlare ebraico? Indagheremo quindi la Scrittura per capire la Scrittura con la Scrittura.

Una prima osservazione, intanto, potrebbe essere questa: non c’è forse una bella differenza tra “venire nel mondo” e “venire al mondo”? Ma ciò l'ho spiegato più sopra.

Rimane comunque quell’“uscito dal Padre”. Cosa significa? Questo ci riporta alle altre espressioni simili: “Inviato”, “sceso dal cielo”, “venuto dall’alto”, “venuto dal cielo”. Esaminiamole dunque nel contesto della Bibbia. Nell’esame, per comprendere meglio, si possono separare i vocaboli dai verbi. Alla fine tutto sarà ricomposto e sarà più comprensibile.

Per quanto riguarda i vocaboli abbiamo le espressioni “dal cielo” e “dall’alto”. Ogni studioso competente della Scrittura sa che “cielo” e “alto” sono nella Bibbia anche sinonimi di “Dio”. In Lc 15:18, quando il cosiddetto figliol prodigo pensa a cosa dire al padre da cui desidera tornare, prepara così la sua umile argomentazione: “Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: padre, ho peccato contro il cielo e contro di te”; in effetti sta dicendo “contro Dio”, ma questa espressione era troppo forte per un ebreo: come spesso si usava, “Dio” viene sostituito da “cielo”. Allo stesso modo, in Mt 21:25 leggiamo: “Il battesimo di Giovanni, da dove veniva? dal cielo o dagli uomini?”; qui è Yeshùa che pone una domanda astuta ai capi dei sacerdoti e, anche qui, “cielo” sostituisce “Dio”.

L’espressione “alto”, come è facilmente deducibile, equivale a “cielo”. In una stessa frase pronunciata da Yeshùa troviamo questa equivalenza: “Colui che viene dall'alto è sopra tutti; colui che viene dalla terra è della terra e parla come uno che è della terra; colui che vien dal cielo è sopra tutti” (Gv 3:31). Questa equivalenza è così vera che in Gv 19:11 - dove si legge: “Non avresti contro di me nessuna autorità se non ti fosse stata concessa dall’alto” (TNM) – altri manoscritti hanno “dal cielo”. La “sapienza dall’alto” in Gc 3:15,17 è la stessa che Paolo chiama “sapienza di Dio” (1Cor 2:7). “Dal cielo” e “dall’alto” significa quindi “da Dio”. Il cielo si trova, dal punto di osservazione dell’uomo sulla terra, in alto. E il cielo è idealmente la dimora di Dio. Ma non si tratta del cielo fisico; Dio non abita nel cielo fisico: “I cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere” (1Re 8:27). Quando quindi leggiamo che Yeshùa viene “dall’alto” o viene “dal cielo” non dobbiamo intenderlo alla lettera, in modo occidentale, ma dobbiamo intendere che viene “da Dio”.

Esaminiamo ora i verbi. Non dice la Scrittura che Yeshùa è disceso dal cielo (Gv 3:13)? Intanto abbiamo compreso che “disceso dal cielo” significa ‘disceso da Dio’. In quanto al verbo “scendere” o “discendere” è solo ovvio che parlando di cielo (che, osservandolo, è in alto) si usi l’espressione “scendere”. Ma si tratta di una discesa letterale? Esaminiamo. In Gv 6:38 Yeshùa afferma: “Sono disceso dal cielo”. Questa frase egli la dice nel contesto del suo discorso sul “pane della vita”. Yeshùa aveva infatti affermato: “Il pane di Dio è quello che scende dal cielo” (v. 33), poi aveva dichiarato: “Io sono il pane della vita” (v. 35) e, infine: “Sono disceso dal cielo” (v. 38). Il discorso di Yeshùa è in risposta alla incredulità della folla che, richiamandosi alla manna o “pane venuto dal cielo”, gli chiedeva un miracolo: “Quale segno miracoloso fai, dunque, perché lo vediamo e ti crediamo? Che operi? I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto: Egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo” (vv. 30,31). È a questo punto che Yeshùa dice loro che il vero pane sceso dal cielo è lui. Che il scendere dal cielo non sia letterale è provato dal paragone con la manna. Sebbene la manna venga definita “pane venuto dal cielo”, essa in effetti non cadde dal cielo come cade la pioggia o la neve: “Quando lo strato di rugiada fu sparito, ecco sulla superficie del deserto una cosa minuta, tonda, minuta come brina sulla terra. I figli d'Israele, quando l'ebbero vista, si dissero l'un l'altro: «Che cos'è?» perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «Questo è il pane che il Signore vi dà da mangiare»”. - Es 16:14,15.

La manna dunque non cadeva dal cielo, ma compariva sul terreno dopo l’evaporazione di uno strato di rugiada formatosi la mattina. Ancora una volta, se comprendiamo che “cielo” è sinonimo di “Dio”, tutto è chiaro: il “pane venuto dal cielo” era ‘pane venuto da Dio’. Trattandosi di cielo il verbo usato è ovviamente “scendere”, anche se altrove si usa “venire da” (e proprio ciò dimostra ulteriormente che non si tratta di discesa letterale). Così è per “la saggezza che scende dall'alto” (Gc 3:15; cfr. col “viene” del v. 17). Come la manna non scese letteralmente dal cielo ma fu prodotta sulla terra per volontà di Dio e come la saggezza divina non scende fisicamente dal cielo, così Yeshùa non scese letteralmente dal cielo ma fu fatto nascere sulla terra per volere di Dio. Detto con linguaggio biblico: scendeva dal cielo ovvero veniva da Dio.

Che dire del verbo “venire” riferito a Yeshùa? Giovanni il battezzatore manda a domandare a Yeshùa: “Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?” (Mt 11:3). “Venire” implica forse che egli venne fisicamente da cielo? Per comprendere il senso di quel “venire” non occorre argomentare teologicamente per forzare un pensiero religioso dettato da un dogma religioso: è sufficiente esaminare nella Scrittura l’uso del verbo “venire”. In Gn 49:10 si parla della venuta del messia: “Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né sarà allontanato il bastone del comando dai suoi piedi, finché venga colui al quale esso appartiene e a cui ubbidiranno i popoli”. E, sempre parlando del messia, Mal 3:1 afferma. “Ecco, verrà certamente” (TNM). “Venire” non va inteso come ‘venire da’ nel senso di venire chissà da dove: significa arrivare, apparire, presentarsi. Yeshùa è venuto nello stesso modo in cui Giovanni il battezzatore era venuto: “È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: «Ha un demonio!». È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono […]” (Mt 11:18,19). “Venire” significa giungere, arrivare, presentarsi (esattamente come nella lingua italiana): “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento” (Mt 5:17). Non pensate che mi sia presentato per, è questo il senso. Proprio come è questo il senso che i demòni danno a quel verbo quando protestano con Yeshùa: “Sei venuto qua prima del tempo a tormentarci?” (Mt 8:29), ovvero: Ti sei presentato qua per?

Il significato di presentarsi è insisto anche nell’espressione attribuita a Yeshùa da Eb 10:9: “Ecco, vengo per fare la tua volontà”. Non dimentichiamo infatti che quella espressione è presa da Sl 40:7 in cui è Davide che si offre a Dio e dichiara: “Ho detto: «Ecco, io vengo!»” ovvero ‘ecco, mi presento a te!’. Nessuno certo pensa che Davide venisse fisicamente dal cielo.

“Venire” non significa venire da un mondo spirituale. Perfino quando i discepoli di Yeshùa, riferendosi al profeta Elia morto più di 900 anni prima, gli domandano: “Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?” (Mt 17:10), perfino in questo caso “venire” non significa arrivare da un mondo spirituale. Yeshùa infatti risponde: “Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto” (vv. 11,12). “Allora i discepoli capirono che egli aveva parlato loro di Giovanni il battista” (v. 13). La “venuta” di Elia era stata profetizzata: “Ecco, io vi mando il profeta Elia” (Mal 4:5). Non si tratta di una “venuta” da un altro mondo, ma solo di un presentarsi alla società da parte di una persona normalmente nata; del battezzatore infatti Yeshùa dice: “Se lo volete accettare, egli è l'Elia che doveva venire”. - Mt 11:14.

“Venire” non significa ovviamente solo presentarsi; può significare – proprio come in italiano – venire da un certo posto. Ma tale posto è stabilito dalla logica del contesto.
Ad esempio, “venire” può significare ‘venire dal posto in cui si è nati’. Ad Erode che si informa su dove doveva nascere il messia, gli scribi dicono: “In Betlemme di Giudea”. Ma poi Yeshùa “venne ad abitare in una città detta Nazaret, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato Nazareno” (Mt 2:23). Molti giudei, non sapendo che Yeshùa era davvero nato a Betlemme e credendo che egli fosse di Nazaret in Galilea, commentano: “Ma è forse dalla Galilea che viene il Cristo?” (Gv 7:41). E Natanaele, uno zelante israelita, domanda ironicamente: “Può forse venir qualcosa di buono da Nazaret?” (Gv 1:46). Qui vediamo che ‘venire da’ significa ‘nascere a’.
“Venire” può significare essere presente, attuarsi: “Venga il tuo regno” (Lc 11:2) significa: ‘il tuo regno sia presente, si attui’.

Paolo non dà un significato particolare al venire del messia: “Giovanni battezzò con il battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo di credere in colui che veniva dopo di lui, cioè, in Gesù” (At 19:4). Come era venuto Giovanni, così era venuto Yeshùa dopo di lui: la differenza notevole stava nella loro persona, non nel loro venire.

Verbo “mandare”. Questo verbo sottolinea che la persona che viene da parte di Dio non viene o non si presenta per propria decisione, ma è appunto mandata da Dio. Riceve insomma un incarico da Dio. La mente che legge la Bibbia con la propria credenza religiosa già in testa può essere a volte confusa. Può accadere che leggendo Gv 1 avvenga qualcosa di simile: “Vi fu un uomo mandato da Dio” (v. 6), e la mente pensa: Si parla di “Gesù” che è mandato nel mondo, ma subito dopo si ha una smentita: “il cui nome era Giovanni” (v.6), e subito la mente corregge il pensiero errato; poi legge ancora che quel Giovanni “venne come testimone per rendere testimonianza alla luce” (v. 7) e la mente non interpreta più quel “venne” come se si trattasse di un venire dal cielo sulla terra: si parla di Giovanni, infatti; la mente religiosa però non registra che quel “mandato” e quel “venne” non hanno nulla a che fare con l’essere mandato dal cielo alla terra, e così non impara nulla sul senso comune di quei verbi; quando poi, poco dopo, legge che “la vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo” (v. 9), la mente riprende a inquadrare quel ‘venire’ nelle proprie categorie religiose di ‘venire da un mondo invisibile’; forse tende anche a ignorare che quel “egli era nel mondo” (v. 10) riferito a Yeshùa indica chiaramente che egli era già nel mondo ovvero era già nato e che quindi il suo “venire” significa in effetti il suo presentarsi pubblicamente; e infine leggerà ancora quel “è venuto in casa sua” (v. 11) come una conferma che Yeshùa è venuto letteralmente dal cielo sulla terra.

“Venire da Dio” significa essere mandati da Dio, ricevere un incarico da Dio, presentarsi a suo nome, avere la sua approvazione. È con questo senso che Nicodemo riconosce a Yeshùa: “Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio” (Gv 3:2). Qui Nicodemo definisce Yeshùa “un dottore” ovvero uno dei dottori e lo include nella categoria dei ‘dottori venuti da Dio’; con questa espressione non si voleva certo intendere che essi esistessero prima in cielo e poi fossero venuti sulla terra: l’espressione ebraica “venuto da Dio” indicava l’avere l’approvazione e il mandato divini.

Yeshùa non venne da un mondo spirituale in cui già esisteva. Di lui la Bibbia aveva profetizzato: “Dal tuo proprio mezzo, dai tuoi fratelli, Geova [yhvh nel testo] tuo Dio susciterà per te un profeta come me — lui dovrete ascoltare” (Dt 18:15); qui è Mosè che parla, e profetizza due aspetti circa il messia futuro, Yeshùa il consacrato: 1. Egli sarebbe nato come israelita tra israeliti, 2. Sarebbe stato un profeta, un profeta come Mosè. Ma c’è di più. Dio stesso conferma le parole ispirate di Mosè e garantisce: “Susciterò per loro di mezzo ai loro fratelli un profeta come te; e in realtà metterò le mie parole nella sua bocca, ed egli certamente pronuncerà loro tutto ciò che io gli comanderò” (Dt 18:18). È chiaro: Dio avrebbe fatto in modo di far nascere tra gli israeliti un uomo particolare che avrebbe dovuto essere profeta come Mosè e che avrebbe proferito tutto quello che gli avrebbe comandato.
Janira
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Re: Confidenziale

Messaggio da Janira »

Grazie Luigi per aver risposto. Ti ho chiesto perché spesso ho l'impressione che rimanga tutto molto teorico, quasi astratto.
Cosa dovrebbe accadere una volta che siamo nati di nuovo? Cosa dovrebbe cambiare nella vita di un credente?
A queste domande io ho trovato una risposta solo grazie alla Kabbalah. La Scrittura insegna che dobbiamo mettere in pratica i comandamenti, ma il profondo significato di questa affermazione va molto oltre alla semplice azione materiale.
stella
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Re: Confidenziale

Messaggio da stella »

.Cara Stella, non so perchè dovrebbe turbarti quanto ho scritto.
Avevo detto di ritirarmi ,ma sono chiamata in causa''
LUIGI non sono turbata ,semplicemente ''noto a mio avviso'' ..un certo rinprovero perche si mette DIO al primo posto e non CRISTO tutto qui .''sembra ,''a mio avviso '' ''di capire che secondo te i discepoli PAOLO in primis che ADORAVANO CRISTO E NON IL PADRE ..

Secondo me no e qui sorge la divergenza ADORAVANO DIO PADRE TRAMITE CRISTO '''si perche avevano conosciuto in GESU' l'unto di DIO il Salvatore ...

Gesù è chiamato Cristo (termine greco) o Messia (termine aramaico). ...cioe' “l’unto”.
unto dal Padre per essere il Suo rappresentante personale ''chi ha visto me ha visto il padre'''in ogni cosa che riguarda la salvezza dell’umanità.

L’Eterno m’ha unto, Is. 61:1–3.

Egli mi ha unto per predicare il Vangelo, Luca 4:16–22.

Gesù fu unto da Dio Padre, Atti 4:27.

Dio unse Gesù di Nazaret, Atti 10:38.

ora vi saluto ci sentiremo ,vedremo a DIO piacendo

buona Pasqua ''quest'anno poi ci incontriamo tutti ,Ebrei cristiani e subito dopo ortodossi ...buona rinascita ,nuova vita in CRISTO ,a tutti

shalom .
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
Luigi
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Re: Confidenziale

Messaggio da Luigi »

stella ha scritto: giovedì 14 aprile 2022, 4:31 .Cara Stella, non so perchè dovrebbe turbarti quanto ho scritto.
Avevo detto di ritirarmi ,ma sono chiamata in causa''
LUIGI non sono turbata ,semplicemente ''noto a mio avviso'' ..un certo rinprovero perche si mette DIO al primo posto e non CRISTO tutto qui .''sembra ,''a mio avviso '' ''di capire che secondo te i discepoli PAOLO in primis che ADORAVANO CRISTO E NON IL PADRE ..

Stella, senza polemica da parte mia;
tu mi hai chiesto:
questo dove l'hai preso ,...a chi siamo stati chiamati a servire ? a CRISTO oppure a DIO PADRE?
Ora io ti ho risposto con le scritture, dimostrandoti che Paolo, Pietro, Giuda..., erano servi del Signore Gesù, come lo erano del Padre Suo.
Perchè dunque, riporti quelle scritture, come se volessi annullare ,quelle che ti ho portato in risposta...?

Poi nessun rimprovero; è solo un tuo pensiero, poichè io ho riportato un passo biblico, evidenziando che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori:

1 Tm. 1, 15 Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.

Poi ho sottolineato, come Saulo, da persecutore dell'Ekklesia, diventa pure lui servo del Signore Cristo;
tutto come recitano le scritture, alchè ,è ben evidente che siete apparsi infastiditi;
viceversa "essendo parola di Dio", avreste come minimo dato assenso, invece di volerlo confutare.

Poi vedi Gianni; con vani ragionamenti e convinzioni umane, porta un sermone, sulle parole "venuto nel mondo",
guardandosi bene dal meditare Colossesi 1, 13-17, che recita del Figlio di Dio che quando non esisteva ancora il creato, era col Padre Suo, così come pure LUI dice in:

Giovanni 17, 5 Ora dunque, o Padre, glorificami presso di te della gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.

Il vostro, è simile al turbamento, che ebbero Erode e Tutta Gerusalemme , a motivo del Salvatore Cristo IL Signore... "Matteo 2, 1-3".
Eppure ho portato in evidenza solo un passo.

Per il restante, parli di adorazione solo al Figlio , cosa che io non ho scritto, e ciò dimostra che sei poco attenta a cosa si scrive....
Stiate bene :-)
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Re: Confidenziale

Messaggio da Gianni »

Luigi, è da non crederci: continui a insistere su “venuto nel mondo” nonostante ti abbia mostrato che la Bibbia dice "venuto al mondo". E tu chiami vani ragionamenti e convinzioni umane ciò che afferma la Scrittura? Beh, sai, è tipico delle persone religiose indottrinate fare vani sragionamenti e applicare convinzioni dottrinali umane, non andando mai a fondo e deviando sempre su altro citando altri versetti. Qualcuno disse di non gettare le perle ai porci.
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