L'anima
Re: L'anima
Ma che discorso è questo. Allora secondo te tutti i credenti che sono stati uccisi a causa della propria fede in Dio, hanno perso anche la vita eterna? Se è così, allora che senso hanno le parole di Yeshùa in Matteo 10:39 che “chi avrà perduto la sua vita per causa mia la troverà”? Cosa troverò se morire significa perdere la vita eterna? È stato già chiaramente spiegato che, un conto è essere uccisi (non temete coloro che possono uccidere il corpo) e un altro è che sarà Dio a decidere di riportare in vita (ma temete colui che oltre a uccidere il corpo uccide anche l’anima). L’anima in questo contesto sta per vita. Quindi, Dio buttando l’anima nella Geenna equivale a privarti della vita per sempre.
Riguardo a identificare ogni singolo essere uomo, ti ricordo che Dio è Onnipotente, quindi può ogni cosa. Quando una persona termina la sua vita, quella persona rimane nella memoria di Dio. “l'ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori”. - Gv 5:28.
È interessante nota che il sostantivo “tomba” in greco è μνημεῖον che deriva da μιμνῄσκομαι che significa: “memoria, ricordo”. Questo significa che dopo morti, Dio si ricorda ogni minimo particolara di ogniuno di noi (Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Mt 10:30 ) da riportarci in vita dandoci la stessa personalità che aveva prima di morire.
Ci sarebbe tanto da dire, ma si è fatto tardi e domani devo alzarmi alle 4 per il lavoro. Buonanotte Michele.
Riguardo a identificare ogni singolo essere uomo, ti ricordo che Dio è Onnipotente, quindi può ogni cosa. Quando una persona termina la sua vita, quella persona rimane nella memoria di Dio. “l'ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori”. - Gv 5:28.
È interessante nota che il sostantivo “tomba” in greco è μνημεῖον che deriva da μιμνῄσκομαι che significa: “memoria, ricordo”. Questo significa che dopo morti, Dio si ricorda ogni minimo particolara di ogniuno di noi (Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Mt 10:30 ) da riportarci in vita dandoci la stessa personalità che aveva prima di morire.
Ci sarebbe tanto da dire, ma si è fatto tardi e domani devo alzarmi alle 4 per il lavoro. Buonanotte Michele.
Re: L'anima
Buona notte anche a te Enigma.
Non mi convince neppure per un attimo questo discorso. Solo una cosa, è chiaro che l'uomo non sia soltanto il corpo. La caratteristica che lo differenzia dagli animali, fa anche in modo che tale uomo possa rapportarsi a qualcuno a lui superiore, a Dio. Ora, anche lasciando da parte i termini che dicono e non dicono, sembra che l'uomo sia composto anche di elementi immateriali. Ecco, l'anima potrebbero essere questi elementi di cui non si sa ancora bene quanti siano. Se questi elementi fossero tutti mortali, Dio per ridare la vita a coloro che ritiene degni, dovrebbe ricreare l'uomo da zero. Si tratterebbe di una nuova nascita. Ma come sappiamo, quando si nasce non si ricorda nulla del prima. E allora chi rinascesse, cosa sarebbe? Tu sostieni invece che Dio facendo risuscitare i corpi (ma quali se sono spariti?) restaurerebbe anche i loro valori immateriali, attraverso una specie di miracolo. A me sembra una cosa davvero inverosimile, ma contenti voi che ci credete.
Non mi convince neppure per un attimo questo discorso. Solo una cosa, è chiaro che l'uomo non sia soltanto il corpo. La caratteristica che lo differenzia dagli animali, fa anche in modo che tale uomo possa rapportarsi a qualcuno a lui superiore, a Dio. Ora, anche lasciando da parte i termini che dicono e non dicono, sembra che l'uomo sia composto anche di elementi immateriali. Ecco, l'anima potrebbero essere questi elementi di cui non si sa ancora bene quanti siano. Se questi elementi fossero tutti mortali, Dio per ridare la vita a coloro che ritiene degni, dovrebbe ricreare l'uomo da zero. Si tratterebbe di una nuova nascita. Ma come sappiamo, quando si nasce non si ricorda nulla del prima. E allora chi rinascesse, cosa sarebbe? Tu sostieni invece che Dio facendo risuscitare i corpi (ma quali se sono spariti?) restaurerebbe anche i loro valori immateriali, attraverso una specie di miracolo. A me sembra una cosa davvero inverosimile, ma contenti voi che ci credete.
- Gianni
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Re: L'anima
Sì, Francesco, ma con una piccola correzione: Non temete chi può uccidervi in questa vita ma piuttosto chi può privarvi della vita eterna (non concedendoti la risurrezione).
- francesco.ragazzi
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Re: L'anima
At 24:15 avendo in Dio la speranza, condivisa anche da costoro, che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti.
Caro Gianni,
Come intendere questo passo ? Che vi saranno due risurrezioni o una per tutti Giusti ed ingiusti, a parte quella dei santi ?
Caro Gianni,
Come intendere questo passo ? Che vi saranno due risurrezioni o una per tutti Giusti ed ingiusti, a parte quella dei santi ?
- Gianni
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Re: L'anima
Caro Francesco, perché due risurrezioni? È scritto: “Ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti”. Alla risurrezione partecipano sia i giusti che gli ingiusti. In Lc 14:14 si fa riferimento ai giusti; in Lc 23:43 si ha l’esempio di un ingiusto che sarà risuscitato.
- francesco.ragazzi
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Re: L'anima
Caro Gianni,
Tu scrivi : "...Sì, Francesco, ma con una piccola correzione: Non temete chi può uccidervi in questa vita ma piuttosto chi può privarvi della vita eterna (non concedendoti la risurrezione)..." .-
Cosa vuoi indicare, che potrebbero esserci persone che dopo la morte prima non saranno risuscitati e quindi privati anche del giudizio ?
Io ho sempre creduto che vi saranno due Risurrezioni : La prima per i santi, la seconda per tutto il resto nella quale vi saranno dei salvati e dei condannati; ma che alcuni non saranno neppure risuscitati mi sembra nuovo .- Illuminami !
Tu scrivi : "...Sì, Francesco, ma con una piccola correzione: Non temete chi può uccidervi in questa vita ma piuttosto chi può privarvi della vita eterna (non concedendoti la risurrezione)..." .-
Cosa vuoi indicare, che potrebbero esserci persone che dopo la morte prima non saranno risuscitati e quindi privati anche del giudizio ?
Io ho sempre creduto che vi saranno due Risurrezioni : La prima per i santi, la seconda per tutto il resto nella quale vi saranno dei salvati e dei condannati; ma che alcuni non saranno neppure risuscitati mi sembra nuovo .- Illuminami !
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Re: L'anima
Caro Francesco, la prima risurrezione (quella al cielo dei santi) non l’avevo nominata perché tu stesso avevi specificato “a parte quella dei santi”.
È del tutto corretto quanto dici scrivendo: “La prima per i santi, la seconda per tutto il resto nella quale vi saranno dei salvati e dei condannati”.
Che alcuni pochi non saranno risuscitati sembra doversi dedurre dalle parole di Yeshùa stesso che parlò di “quelli che saranno ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla risurrezione dai morti” (Lc 20:35), il che sembra mostrare che ci sono anche coloro che non meriteranno la risurrezione perché non “ritenuti degni”.
Di chi potrebbe trattarsi? Potrebbero essere coloro che hanno peccato contro lo spirito santo, a ben leggere Mt 12:31,32; considerato che i peccati di costoro non saranno mai perdonati, la loro risurrezione sarebbe inutile. Giuda Iscariota fu definito da Yeshùa “figlio di perdizione” (Gv 17:12, NR), ma si tratta di “distruzione assoluta”, perché è questo il significato della parola greca usata, che è ἀπώλεια (apòleia). Di coloro che sono stati partecipi dello spirito santo e poi si sono corrotti è detto in Eb 6:4-8 che è impossibile condurli di nuovo a pentimento, perché ciò richiederebbe di crocifiggere di nuovo Yeshùa, il che sarebbe una vergogna; senza un nuovo riscatto non possono essere risuscitati. Lo stesso vale per coloro che praticano il peccato volontariamente dopo essere divenuti discepoli di Yeshùa. - Eb 10:26-31.
Queste esclusioni sono in armonia col fatto che il riscatto di Yeshùa è per “molti”, non per tutti. - Mt 20:28.
È del tutto corretto quanto dici scrivendo: “La prima per i santi, la seconda per tutto il resto nella quale vi saranno dei salvati e dei condannati”.
Che alcuni pochi non saranno risuscitati sembra doversi dedurre dalle parole di Yeshùa stesso che parlò di “quelli che saranno ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla risurrezione dai morti” (Lc 20:35), il che sembra mostrare che ci sono anche coloro che non meriteranno la risurrezione perché non “ritenuti degni”.
Di chi potrebbe trattarsi? Potrebbero essere coloro che hanno peccato contro lo spirito santo, a ben leggere Mt 12:31,32; considerato che i peccati di costoro non saranno mai perdonati, la loro risurrezione sarebbe inutile. Giuda Iscariota fu definito da Yeshùa “figlio di perdizione” (Gv 17:12, NR), ma si tratta di “distruzione assoluta”, perché è questo il significato della parola greca usata, che è ἀπώλεια (apòleia). Di coloro che sono stati partecipi dello spirito santo e poi si sono corrotti è detto in Eb 6:4-8 che è impossibile condurli di nuovo a pentimento, perché ciò richiederebbe di crocifiggere di nuovo Yeshùa, il che sarebbe una vergogna; senza un nuovo riscatto non possono essere risuscitati. Lo stesso vale per coloro che praticano il peccato volontariamente dopo essere divenuti discepoli di Yeshùa. - Eb 10:26-31.
Queste esclusioni sono in armonia col fatto che il riscatto di Yeshùa è per “molti”, non per tutti. - Mt 20:28.
Re: L'anima
[size=150]Alcuni interessanti paragrafi tratti dal libro di S. Bacchiocchi: “Immortalità o Resurrezione?”, Edizione ADV, Impruneta (Firenze) pagine 228-231. La trattazione verte sui versetti da Ap. 6:9-11 spesso citati come prova a favore del dualismo( corpo e anima come entità separate).
Le anime sotto l’altare
«Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa. Essi gridarono a gran voce: “Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?” E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro» (Ap 6:9-11).
Questo testo è spesso citato per sostenere che le «anime» dei santi vivono nel cielo, dopo la morte, come spiriti coscienti.
Per esempio, Robert Morey con convinzione afferma: «Le anime sono gli spiriti disincarnati dei martiri che gridano a Dio per ottenere la vendetta sui loro nemici… Questo passo ha da sempre creato grande difficoltà a coloro che negano che i credenti ascendano al cielo dopo la morte. Nel linguaggio di Giovanni, è chiaro che queste anime sono consapevoli e attive nel cielo».
Quest’interpretazione, però, ignora che i ritratti apocalittici non sono stati intesi come fotografie di realtà concrete, ma rappresentazioni simboliche di realtà spirituali quasi inimmaginabili. A Giovanni non è stata data una visione di come in effetti realmente sia il cielo. È evidente che non possano esservi nel cielo cavalli bianchi, rossi, neri o pallidi con cavalieri marziali. Non è pensabile che Cristo possa apparire in cielo nella forma di un agnello con una ferita sanguinante (Ap 5:6).
Allo stesso modo, nel cielo non esistono «anime» di martiri pigiate alla base dell’altare. L’intera scena è semplicemente una rappresentazione simbolica volta a rassicurare coloro che affrontano il martirio e la morte perché alla fine sarà fatta loro giustizia. Una tale rassicurazione è particolarmente incoraggiante per coloro che, come Giovanni, dovevano affrontare terribili persecuzioni visto che si rifiutavano di partecipare al culto imperiale. L’uso della parola «anima» (psychas), in questo passo, è unica per
il Nuovo Testamento e non viene mai usata in riferimento agli esseri umani nello stato intermedio. La ragione di questo uso è suggerita
dalla morte innaturale dei martiri il cui sangue è stato versato per la causa di Cristo. Nel sistema espiatorio dell’Antico Testamento, il sangue dei sacrifici veniva versato alla base dell’altare degli olocausti (Lev 4:7,18,25,30). Il sangue conteneva l’anima (17:11) della vittima innocente che veniva offerta da parte dei peccatori penitenti come sacrificio espiatorio a Dio.
Il linguaggio della morte espiatoria è usato altrove nel Nuovo Testamento per designare il martirio. Nel suo testamento spirituale e
sentendo prossima la morte, Paolo scrive: «Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto» (2 Tm 4:6).
Ai filippesi scrive: «Ma se anche vengo offerto in libazione sul sacrificio e sul servizio della vostra fede, ne gioisco e me ne rallegro con tutti voi» (Fil 2:17). Così i martiri cristiani sono considerati sacrifici offerti a Dio. Il loro sangue, versato sulla terra, viene simbolicamente sparso sull’altare celeste. Per questo le anime sono viste sotto l’altare perché è lì che simbolicamente scorre il sangue dei martiri.
Nessuna rappresentazione dello stato intermedio
La rappresentazione simbolica dei martiri come sacrifici offerti sull’altare del cielo può difficilmente essere utilizzata per discutere della loro esistenza cosciente e disincarnata nel cielo. George Eldon Ladd, uno studioso evangelico di rispetto, giustamente afferma: «Il fatto che Giovanni abbia visto le anime dei martiri sotto l’altare non ha nulla a che vedere con lo stato dei morti o la loro situazione nello stato intermedio; si tratta semplicemente di un modo brillante per raffigurare il fatto che sono stati martirizzati nel nome di Dio».
Alcuni studiosi pensano che la «veste bianca» data ai martiri sia il corpo intermedio dato loro alla morte. In Apocalisse, la «veste bianca
» rappresenta non il corpo intermedio, ma la purezza e la vittoria dei salvati mediante il sacrificio di Cristo. I santi vengono dalla grande tribolazione e «hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello» (Ap 7:14). «Alla chiesa di Laodicea viene consigliato di comprare oro, vesti bianche, e collirio (Ap 3:18), un suggerimento davvero strano se le vesti bianche fossero i corpi glorificati».
Le vesti bianche che rivestono le «anime», molto probabilmente, rappresentano il riconoscimento di Dio della purezza e della vittoria
che i santi hanno ottenuto mediante «il sangue dell’Agnello» nonostante la loro morte ignominiosa.
Le anime dei martiri sono viste come se si riposassero sotto l’altare, non perché siano in uno stato di beatitudine senza corpo, ma perché aspettano il compimento della redenzione e della loro risurrezione alla venuta di Cristo «finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro» (Ap 6:11). Giovanni descrive questo evento più tardi, dicendo: «Vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Ges e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni… Questa è la prima risurrezione» (Ap 20:4). Questa descrizione dei martiri «decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio» è molto simile a quella di Apocalisse 6:9.
L’unica differenza è che nel sesto capitolo ai martiri deceduti viene ordinato di riposare, mentre nel ventesimo capitolo sono risuscitati. È evidente che, se i martiri sono risuscitati all’inizio del millennio, alla venuta di Cristo, difficilmente possono abitare in cielo e in uno stato disincarnato mentre riposano nella tomba. Per riassumere, la funzione della visione dei martiri sotto l’altare celeste non è quella di informare sullo stato intermedio dei morti, ma di rassicurare i credenti che Dio, alla fine, renderà giustizia ai martiri che al tempo di Giovanni e nei secoli successivi, avrebbero dato la loro vita per la causa di Cristo. ( FINE CITAZIONE).
Altri commenti di studiosi su Apocalisse 6:9-11
1) Cooper minimizza l’importanza di questi versetti: “Si tratta di un testo che non può avere molto peso ai fini della controversia monismo-dualismo. Forse, se siamo riluttanti a considerare Armaghedon in senso letterale come un conflitto in Medio Oriente, dovremmo essere altrettanto cauti in merito alle anime sotto l’altare”. J. W. Cooper, Body, Soul and Life Everlasting, 1989, Grand Rapids, Eerdmans, p. 128.
2) Swete traccia anche la connessione con il sangue di Abele: “Come il sangue di Abele gridava vendetta su Caino (Gen. 4:10, cfr. Ebr. 12:24), cosi le orecchie di Colui che vede, le anime dei martiri (cioè le loro vite sacrificali) gridavano ad alta voce per chiedere il giudizio”. H. B. Swete, The Apocalypse of St. John, 1908, Erdmans, p. 90.
3)Hanhart corrobora questa tesi: “L’uso della parola anima in questo modo è unico nel NT. Essa non comunica il significato di un’anima immortale e divina che, per sua stessa natura, ritorna alle sfere celesti. Questo termine riflette piuttosto la morte estremamente inumana del martire”. K. Hankart, The Intermediate State in the NT, 1966, Groningen, Wever, p.229.
4) Reichenbach giustamente dice: “Le anime qui menzionate non sono affatto disincarnate. Esse occupano una posizione (benchè in senso metafisico) sotto l’altare’ esse gridano vendetta e indossano vesti bianche, e viene detto loro di continuare a riposare. Tutte queste sono attività fisiche, per nulla caratteristiche delle anime disincarnate”. B. Reichenbach, Is Man the Phoenix? 1983, Grand Rapids, Eerdmans, p. 186.
Le anime sotto l’altare
«Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa. Essi gridarono a gran voce: “Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?” E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro» (Ap 6:9-11).
Questo testo è spesso citato per sostenere che le «anime» dei santi vivono nel cielo, dopo la morte, come spiriti coscienti.
Per esempio, Robert Morey con convinzione afferma: «Le anime sono gli spiriti disincarnati dei martiri che gridano a Dio per ottenere la vendetta sui loro nemici… Questo passo ha da sempre creato grande difficoltà a coloro che negano che i credenti ascendano al cielo dopo la morte. Nel linguaggio di Giovanni, è chiaro che queste anime sono consapevoli e attive nel cielo».
Quest’interpretazione, però, ignora che i ritratti apocalittici non sono stati intesi come fotografie di realtà concrete, ma rappresentazioni simboliche di realtà spirituali quasi inimmaginabili. A Giovanni non è stata data una visione di come in effetti realmente sia il cielo. È evidente che non possano esservi nel cielo cavalli bianchi, rossi, neri o pallidi con cavalieri marziali. Non è pensabile che Cristo possa apparire in cielo nella forma di un agnello con una ferita sanguinante (Ap 5:6).
Allo stesso modo, nel cielo non esistono «anime» di martiri pigiate alla base dell’altare. L’intera scena è semplicemente una rappresentazione simbolica volta a rassicurare coloro che affrontano il martirio e la morte perché alla fine sarà fatta loro giustizia. Una tale rassicurazione è particolarmente incoraggiante per coloro che, come Giovanni, dovevano affrontare terribili persecuzioni visto che si rifiutavano di partecipare al culto imperiale. L’uso della parola «anima» (psychas), in questo passo, è unica per
il Nuovo Testamento e non viene mai usata in riferimento agli esseri umani nello stato intermedio. La ragione di questo uso è suggerita
dalla morte innaturale dei martiri il cui sangue è stato versato per la causa di Cristo. Nel sistema espiatorio dell’Antico Testamento, il sangue dei sacrifici veniva versato alla base dell’altare degli olocausti (Lev 4:7,18,25,30). Il sangue conteneva l’anima (17:11) della vittima innocente che veniva offerta da parte dei peccatori penitenti come sacrificio espiatorio a Dio.
Il linguaggio della morte espiatoria è usato altrove nel Nuovo Testamento per designare il martirio. Nel suo testamento spirituale e
sentendo prossima la morte, Paolo scrive: «Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto» (2 Tm 4:6).
Ai filippesi scrive: «Ma se anche vengo offerto in libazione sul sacrificio e sul servizio della vostra fede, ne gioisco e me ne rallegro con tutti voi» (Fil 2:17). Così i martiri cristiani sono considerati sacrifici offerti a Dio. Il loro sangue, versato sulla terra, viene simbolicamente sparso sull’altare celeste. Per questo le anime sono viste sotto l’altare perché è lì che simbolicamente scorre il sangue dei martiri.
Nessuna rappresentazione dello stato intermedio
La rappresentazione simbolica dei martiri come sacrifici offerti sull’altare del cielo può difficilmente essere utilizzata per discutere della loro esistenza cosciente e disincarnata nel cielo. George Eldon Ladd, uno studioso evangelico di rispetto, giustamente afferma: «Il fatto che Giovanni abbia visto le anime dei martiri sotto l’altare non ha nulla a che vedere con lo stato dei morti o la loro situazione nello stato intermedio; si tratta semplicemente di un modo brillante per raffigurare il fatto che sono stati martirizzati nel nome di Dio».
Alcuni studiosi pensano che la «veste bianca» data ai martiri sia il corpo intermedio dato loro alla morte. In Apocalisse, la «veste bianca
» rappresenta non il corpo intermedio, ma la purezza e la vittoria dei salvati mediante il sacrificio di Cristo. I santi vengono dalla grande tribolazione e «hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello» (Ap 7:14). «Alla chiesa di Laodicea viene consigliato di comprare oro, vesti bianche, e collirio (Ap 3:18), un suggerimento davvero strano se le vesti bianche fossero i corpi glorificati».
Le vesti bianche che rivestono le «anime», molto probabilmente, rappresentano il riconoscimento di Dio della purezza e della vittoria
che i santi hanno ottenuto mediante «il sangue dell’Agnello» nonostante la loro morte ignominiosa.
Le anime dei martiri sono viste come se si riposassero sotto l’altare, non perché siano in uno stato di beatitudine senza corpo, ma perché aspettano il compimento della redenzione e della loro risurrezione alla venuta di Cristo «finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro» (Ap 6:11). Giovanni descrive questo evento più tardi, dicendo: «Vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Ges e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni… Questa è la prima risurrezione» (Ap 20:4). Questa descrizione dei martiri «decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio» è molto simile a quella di Apocalisse 6:9.
L’unica differenza è che nel sesto capitolo ai martiri deceduti viene ordinato di riposare, mentre nel ventesimo capitolo sono risuscitati. È evidente che, se i martiri sono risuscitati all’inizio del millennio, alla venuta di Cristo, difficilmente possono abitare in cielo e in uno stato disincarnato mentre riposano nella tomba. Per riassumere, la funzione della visione dei martiri sotto l’altare celeste non è quella di informare sullo stato intermedio dei morti, ma di rassicurare i credenti che Dio, alla fine, renderà giustizia ai martiri che al tempo di Giovanni e nei secoli successivi, avrebbero dato la loro vita per la causa di Cristo. ( FINE CITAZIONE).
Altri commenti di studiosi su Apocalisse 6:9-11
1) Cooper minimizza l’importanza di questi versetti: “Si tratta di un testo che non può avere molto peso ai fini della controversia monismo-dualismo. Forse, se siamo riluttanti a considerare Armaghedon in senso letterale come un conflitto in Medio Oriente, dovremmo essere altrettanto cauti in merito alle anime sotto l’altare”. J. W. Cooper, Body, Soul and Life Everlasting, 1989, Grand Rapids, Eerdmans, p. 128.
2) Swete traccia anche la connessione con il sangue di Abele: “Come il sangue di Abele gridava vendetta su Caino (Gen. 4:10, cfr. Ebr. 12:24), cosi le orecchie di Colui che vede, le anime dei martiri (cioè le loro vite sacrificali) gridavano ad alta voce per chiedere il giudizio”. H. B. Swete, The Apocalypse of St. John, 1908, Erdmans, p. 90.
3)Hanhart corrobora questa tesi: “L’uso della parola anima in questo modo è unico nel NT. Essa non comunica il significato di un’anima immortale e divina che, per sua stessa natura, ritorna alle sfere celesti. Questo termine riflette piuttosto la morte estremamente inumana del martire”. K. Hankart, The Intermediate State in the NT, 1966, Groningen, Wever, p.229.
4) Reichenbach giustamente dice: “Le anime qui menzionate non sono affatto disincarnate. Esse occupano una posizione (benchè in senso metafisico) sotto l’altare’ esse gridano vendetta e indossano vesti bianche, e viene detto loro di continuare a riposare. Tutte queste sono attività fisiche, per nulla caratteristiche delle anime disincarnate”. B. Reichenbach, Is Man the Phoenix? 1983, Grand Rapids, Eerdmans, p. 186.
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Re: L'anima
Ottima trattazione, Gemello76! Davvero ottima, squisitamente biblica. Grazie.
Ciò dovrebbe anche farci riflettere sul fatto che quando si prendono alla lettera certi versetti, soprattutto in un testo che è di genere apocalittico, si prendono solo cantonate.
Ciò dovrebbe anche farci riflettere sul fatto che quando si prendono alla lettera certi versetti, soprattutto in un testo che è di genere apocalittico, si prendono solo cantonate.
Re: L'anima
I complimenti vanno al prof. Bacchiocchi che ha scritto questo interessantissimo libro. Hai mai letto qualche suo libro? Se sì, lo hai trovato interessante?