Il termine “cristiano” e le sue origini
Re: Il nome "cristiani" da dove ha origine?
χρηματίσαι τε πρώτως ἐν Ἀντιοχείᾳ τοὺς μαθητὰς Χριστιανούς.
e furono chiamati per la prima volta in Antiochia i discepoli cristiani
"ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani." NR
"ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani." CEI
"e i discepoli primieramente in Antiochia furono nominati Cristiani". DID
"e, per la prima volta ad Antiochia, i discepoli furono chiamati Cristiani." ND
"e fu in Antiochia che per la prima volta i discepoli furon chiamati Cristiani." VR
“e fu ad Antiochia che per la prima volta i discepoli furono per divina provvidenza chiamati cristiani” (TNM)
???
O scegli i TdG o scegli la Scrittura. Vedi tu. Non si tocca la Scrittura!!!
e furono chiamati per la prima volta in Antiochia i discepoli cristiani
"ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani." NR
"ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani." CEI
"e i discepoli primieramente in Antiochia furono nominati Cristiani". DID
"e, per la prima volta ad Antiochia, i discepoli furono chiamati Cristiani." ND
"e fu in Antiochia che per la prima volta i discepoli furon chiamati Cristiani." VR
“e fu ad Antiochia che per la prima volta i discepoli furono per divina provvidenza chiamati cristiani” (TNM)
???
O scegli i TdG o scegli la Scrittura. Vedi tu. Non si tocca la Scrittura!!!
Re: Il nome "cristiani" da dove ha origine?
Bgluppi perché mi chiedi di scegliere tra i tdG e la Scrittura??
La scelta è tra scegliere un significato del verbo chrematìzo.
Non i tdG ma la Traduzione del Nuovo Mondo, la Young’s Literal Translation e la Simple English Bible, traducono così.
La versione di Young dice: “I discepoli inoltre furono divinamente chiamati cristiani la prima volta in Antiochia”.
Il verbo chrematìzo è sempre usato nelle Scritture Greche Cristiane in relazione a qualcosa di soprannaturale, oracolistico o divino.
Capisci che questo è il punto? Alcune traduzioni della Bibbia notando questo significato del verbo greco, hanno deciso di rendere questa sua sfumatura nelle lingue d'arrivo, traducendo e manifestando al lettore giustamente la parte divina del significato di questa parola.
Tutto qui. Se tu non lo vuoi accettare, va bene lo stesso. Non vedo la difficoltà, ma non vedo nemmeno il motivo per cui dobbiamo litigare...
Amici?
La scelta è tra scegliere un significato del verbo chrematìzo.
Non i tdG ma la Traduzione del Nuovo Mondo, la Young’s Literal Translation e la Simple English Bible, traducono così.
La versione di Young dice: “I discepoli inoltre furono divinamente chiamati cristiani la prima volta in Antiochia”.
Il verbo chrematìzo è sempre usato nelle Scritture Greche Cristiane in relazione a qualcosa di soprannaturale, oracolistico o divino.
Capisci che questo è il punto? Alcune traduzioni della Bibbia notando questo significato del verbo greco, hanno deciso di rendere questa sua sfumatura nelle lingue d'arrivo, traducendo e manifestando al lettore giustamente la parte divina del significato di questa parola.
Tutto qui. Se tu non lo vuoi accettare, va bene lo stesso. Non vedo la difficoltà, ma non vedo nemmeno il motivo per cui dobbiamo litigare...
Amici?
(1 Pietro 3:15) "Ma santificate il Cristo come Signore nei vostri cuori, sempre pronti a fare una difesa davanti a chiunque vi chieda ragione della vostra speranza, ma con mitezza e profondo rispetto."
Re: Il nome "cristiani" da dove ha origine?
Entrò nel uso comune... Lo usò Pietro nella sua lettera per esempio...
Il fatto che lo abbiano usato i pagani dimostrava che era già abbastanza diffuso dopo Antiochia. Certamente nel mondo greco- romano... Mentre probabilmente non veniva utilizzato dagli ebrei.
Verosimilmente per lo più lo usavano in tono denigratorio...
Ma non è questo il punto.
Noi parliamo di semantica. Linguistica.
Il fatto che lo abbiano usato i pagani dimostrava che era già abbastanza diffuso dopo Antiochia. Certamente nel mondo greco- romano... Mentre probabilmente non veniva utilizzato dagli ebrei.
Verosimilmente per lo più lo usavano in tono denigratorio...
Ma non è questo il punto.
Noi parliamo di semantica. Linguistica.
(1 Pietro 3:15) "Ma santificate il Cristo come Signore nei vostri cuori, sempre pronti a fare una difesa davanti a chiunque vi chieda ragione della vostra speranza, ma con mitezza e profondo rispetto."
Re: Il nome "cristiani" da dove ha origine?
Giuste osservazioni, Jon, e biblicamente corrette.
Re: Il nome "cristiani" da dove ha origine?
(1 Pietro 3:15) "Ma santificate il Cristo come Signore nei vostri cuori, sempre pronti a fare una difesa davanti a chiunque vi chieda ragione della vostra speranza, ma con mitezza e profondo rispetto."
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Re: Il nome "cristiani" da dove ha origine?
E ad usare quel termine sono invece due pagani. Che strano.
I pagani usano un nome dettato dalla "divina provvidenza" ed invece i credenti se ne astengono?.....
Ancora una volta rimango allibito da come tuttora ad oggi, le religioni si classifichino come Chiese Cristiane..siamo invasi dal Paganesimo.
Comunque una nota che mi sento di fare, che conferma la tesi di Jon è difatti dopo la morte di Cristo, il medico Luca scrisse il libro "Atti degli apostoli", libro dove appunto si trova per la prima volta la parola Cristiani... la logica fa dedurre che se il termine fosse appieno utilizzato e accolto come ortodosso avremmo probabilmente ad oggi il libro "atti dei Cristiani"..ma questa rimane solo una mia idea Gioab.
I pagani usano un nome dettato dalla "divina provvidenza" ed invece i credenti se ne astengono?.....
Ancora una volta rimango allibito da come tuttora ad oggi, le religioni si classifichino come Chiese Cristiane..siamo invasi dal Paganesimo.
Comunque una nota che mi sento di fare, che conferma la tesi di Jon è difatti dopo la morte di Cristo, il medico Luca scrisse il libro "Atti degli apostoli", libro dove appunto si trova per la prima volta la parola Cristiani... la logica fa dedurre che se il termine fosse appieno utilizzato e accolto come ortodosso avremmo probabilmente ad oggi il libro "atti dei Cristiani"..ma questa rimane solo una mia idea Gioab.
- Gianni
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Re: Il nome "cristiani" da dove ha origine?
Questa discussione in corso può fornirci un ottimo esempio del serio lavoro che un biblista deve compiere. Vediamo come.
Il testo da analizzare è At 11:26, così tradotto da TNM: “Fu ad Antiochia che per la prima volta i discepoli furono per divina provvidenza chiamati cristiani”. In particolare si tratta di analizzare il verbo greco usato nel testo per stabilirne il senso vero nella sua esatta traduzione. Detto diversamente: è possibile accettare la traduzione “furono per divina provvidenza chiamati cristiani”, sostenuta dalla religione americana che ha prodotto la TNM?
Il verbo usato da Luca è χρηματίζω (chrematìzo), ed è tale verbo che va analizzato. Procediamo, tenendo presente che i passi corretti da seguire (secondo un serio e basilare metodo ermeneutico) sono tre: 1. Stabilire il significato del verbo tramite il vocabolario greco; 2. Stabilirne il senso tramite una specifica analisi dei contesti in cui il verbo appare nella Scrittura; 3. Verificare il risultato tramite il più ampio contesto dell’intera Scrittura per vedere ciò che la Bibbia stessa dice sulla questione.
Iniziamo con il primo passo: consultare il vocabolario greco per conoscere il significato di χρηματίζω (chrematìzo). Il più qualificato dei vocabolari greci, il Rocci, dà i seguenti significati (nell’ordine): 1 - a) trattare, trattare qualcuno; b) esporre, riferire; c) dare risposta; 2 – dare/ricevere un responso (oracoli, dèi); 3 – avere relazioni con qualcuno; 4 – a) prendere il nome, chiamarsi; b) essere chiamati; c) diventare.
Sintetizzando, possiamo dire che il verbo può avere due significati: quello primario è “trattare, trattare qualcuno” e quello secondario è “dare/ricevere un responso” nei contesti che riguardano gli oracoli degli dèi.
Secondo passo: il senso che il verbo assume nella Scrittura. Qui ci è d’aiuto uno strumento indispensabile per ogni serio biblista: il Handkonkordanz zum griechischen Neuen Testament. Si tratta di una concordanza biblica basata sul testo critico più aggiornato delle Scritture Greche (Nestle-Aland). Questa concordanza riporta tutti i passi biblici in cui compare il verbo in questione; le spiegazioni sono date nella lingua internazionale dei biblisti, che è il latino.
Ora citerò tutti i passi nella traduzione di TNM evidenziando in grassetto la traduzione del verbo (e poi tra parentesi la vera traduzione letterale dal testo greco) e in rosso la nota della concordanza tedesca (in latino) e la sua traduzione.
Mt 2:12: “Avendo ricevuto in sogno divino avvertimento di non tornare da Erode, si ritirarono nel loro paese per un’altra via” (“Essendo stati avvertiti”) - responsum accipere (ricevere un oracolo)
Mt 2:22 “Avendo ricevuto in sogno divino avvertimento, si ritirò nel territorio della Galilea” (“Essendo stato avvertito”) – admoneri (ammonire)
Lc 2:26 “Gli era stato divinamente rivelato dallo spirito santo che non avrebbe visto la morte prima di aver veduto il Cristo” (“Avente ricevuto responso”) - responsum accipere (ricevere un oracolo)
At 10:22: “Cornelio, ufficiale dell’esercito, uomo giusto che teme Dio e del quale l’intera nazione dei giudei rende buona testimonianza, ha ricevuto divine istruzioni da un santo angelo di farti venire alla sua casa e di udire le cose che tu hai da dire” (“[A lui] è stato rivelato da un angelo”) - responsum accipere (ricevere un oracolo)
At 11:26 “Fu ad Antiochia che per la prima volta i discepoli furono per divina provvidenza chiamati [χρηματίσαι (chrematìsai), infinito aoristo] cristiani” (“Iniziare ad essere chiamati”) - cognominari (soprannominare)
Rm 7:3 “Mentre il marito vive, essa sarebbe dunque chiamata adultera se divenisse di un altro uomo” (“Viene chiamata”) - vocari (essere chiamati)
Eb 8:5 “Mosè, quando stava per completare la tenda, ricevette il comando divino” (“Ebbe responso”) - responsum est alicui (rispondere/dire a qualcuno)
Eb 11:7 “Noè, dopo aver ricevuto divino avvertimento di cose non ancora viste, mostrò santo timore” (“Avente ricevuto un oracolo” - responsum accipere (ricevere un oracolo)
Eb 12:25 “Non sfuggirono quelli che rifiutarono colui che dava sulla terra divino avvertimento” (Il dicente oracoli”) - loqui (dire)
Ora, prima di proseguire nell’analisi, occorre contestare la seguente non corretta dichiarazione fatta dalla Watchtower nella sua biblioteca online: “Il verbo chrematìzo è sempre usato nelle Scritture Greche Cristiane in relazione a qualcosa di soprannaturale, oracolistico o divino” (http://wol.jw.org/it/wol/pc/r6/lp-i/1200270044/245/0" onclick="window.open(this.href);return false;). Così non è in Rm 7:3, in cui una donna viene chiamata adultera se si mette con un altro; essa è chiamata adultera per la sua condotta e non per chissà cosa “di soprannaturale, oracolistico o divino”. Non è perciò vero che nelle Scritture Greche “il verbo chrematìzo è sempre usato” in senso oracolistico. Di conseguenza, è più che doveroso domandarsi se in At 11:26 lo sia.
Ed eccoci al terzo passo della nostra analisi: Verificare il risultato tramite il più ampio contesto dell’intera Scrittura per vedere ciò che la Bibbia stessa dice sulla questione.
La domanda ora è questa: In At 11:26 la forma verbale χρηματίσαι (chrematìsai) ha il senso di “essere chiamati per divina provvidenza” (TNM) oppure di “essere soprannominati” (Handkonkordanz zum griechischen Neuen Testament)? Ha ragione la religione con sede a Brooklyn (che non vanta alcun biblista) oppure la magistrale opera del biblista Alfred Schmoller, rivista dalla biblista Beate Köster?
In At 11:26 è detto che il fatto avvenne ad Antiochia (di Siria). Lì, dopo la morte di Stefano (At 11:19,20), si erano rifugiati - respinti da Gerusalemme - diversi discepoli di Yeshùa ellenisti (di lingua greca); Barnaba, inviato ad Antiochia dalla chiesa madre gerosolimitana, vi svolse un’importante attività coadiuvato da Paolo. Ora, sarebbe quantomeno strano che “per divina provvidenza” (TNM) ci sia stato un cambio di nome ad Antiochia anziché a Gerusalemme dove c’erano gli apostoli.
In più, mentre negli altri passi biblici è chiaramente indicato chi ricevette il comunicato “soprannaturale, oracolistico o divino”, in At 11:26 non è affatto indicato a chi sarebbe stato rivolto l’oracolo divino. Anzi, la forma verbale usata (infinito aoristo), non solo è generica (infinito) ma indica l’inizio dell’azione (aoristo), venendo a significare “iniziare ad essere chiamati”, “d’un tratto essere chiamati”, reso da TNM “per la prima volta”.
Chi diede ai discepoli di Yeshùa il nome di “cristiani”? Sappiamo che ciò accadde ad Antiochia di Siria, ma Luca non dice esplicitamente chi diede loro tale nome né tantomeno chi avrebbe ricevuto il supposto comunicato “soprannaturale, oracolistico o divino”. Il suo generico “iniziare ad essere chiamati” fa pensare ad un moto spontaneo popolare antiocheno. È escluso che l’iniziativa partisse dai discepoli stessi, perché la forma verbale non è alla terza persona plurale dell’indicativo aoristo. È anche escluso che Barnaba o Paolo o qualche preminente discepolo avesse una rivelazione divina, perché Luca non menziona alcunché di simile. Luca annota soltanto che ad Antiochia avvenne che i discepoli “iniziare ad essere chiamati cristiani”. Per esclusione rimane quindi che si trattò di un moto spontaneo popolare antiocheno.
Ma che cosa ci dice la Bibbia stessa sull’uso del nome “cristiani”? Nulla di buono. Il termine è infatti usato dalla Scrittura solo altre due volte.
La seconda volta che il nome “cristiano” appare nella Scrittura è in At 26:28. Qui è il pagano re Erode Agrippa che lo usa, dicendo a Paolo: “In breve tempo mi persuaderesti a divenire cristiano’” (TNM). È davvero molto illuminante la risposta data da Paolo: “Desidererei dinanzi a Dio che in breve tempo o in lungo tempo non solo tu ma anche tutti quelli che oggi mi odono divenissero tali quale sono io” (TNM). Qui Paolo dà prova di grande abilità e di tatto. Non si ferma a cogliere l’ironia di Agrippa né la contesta, ma – desideroso di continuare la sua testimonianza – schiva elegantemente quell’appellativo di “cristiano” e nella sua risposta lo sostituisce con un “quale sono io”.
La terza e ultima volta in cui il termine appare nella Bibbia si trova in 1Pt 4:16. Questa volta è l’apostolo Pietro ad usarlo. Ma si noti come lo usa. Pietro dice che Yeshùa ha sofferto e che anche i suoi discepoli soffrono; poi dice: se uno soffre perché è omicida o ladro, si deve solo vergognare, ma se soffre “come cristiano” per le vituperazioni non ha motivo di vergognarsi, perché essere biasimati “per il nome di Cristo” è motivo di gioia. Anche se i non credenti “parlano ingiuriosamente” e i discepoli sono “biasimati per il nome di Cristo”, essere tacciati col nome di “cristiani” (nell’intento di attribuire loro chissà quale vergognosa colpa) non è motivo di vergogna; lo sarebbe essere tacciati, a ragione, di omicidio o di furto. Da qui appare chiaramente come il nome “cristiano” fosse usato dal volgo per offendere i discepoli di Yeshùa.
Ad ulteriore conferma che l’appellativo di “cristiano” era un soprannome dispregiativo dato dal popolino, abbiamo le parole scritte dallo storico Tacito, che descrivendo i discepoli di Yeshùa scrive: “Coloro che il volgo chiamava cristiani” (Tacito, Annales 15,44; corsivo aggiunto per dare enfasi). Il volgo, non “per divina provvidenza”.
Infine, la prova migliore è data da Luca stesso, che dopo aver registrato il fatto di Antiochia, continua a chiamare i discepoli come aveva sempre fatto: discepoli. Egli non adottò mai il soprannome di “cristiani”, né lo fecero gli altri scrittori ispirati delle Scritture Greche. E questa è la massima prova che quel soprannome non fu dato “per divina provvidenza” come pretendono gli editori di Brooklyn.
Il testo da analizzare è At 11:26, così tradotto da TNM: “Fu ad Antiochia che per la prima volta i discepoli furono per divina provvidenza chiamati cristiani”. In particolare si tratta di analizzare il verbo greco usato nel testo per stabilirne il senso vero nella sua esatta traduzione. Detto diversamente: è possibile accettare la traduzione “furono per divina provvidenza chiamati cristiani”, sostenuta dalla religione americana che ha prodotto la TNM?
Il verbo usato da Luca è χρηματίζω (chrematìzo), ed è tale verbo che va analizzato. Procediamo, tenendo presente che i passi corretti da seguire (secondo un serio e basilare metodo ermeneutico) sono tre: 1. Stabilire il significato del verbo tramite il vocabolario greco; 2. Stabilirne il senso tramite una specifica analisi dei contesti in cui il verbo appare nella Scrittura; 3. Verificare il risultato tramite il più ampio contesto dell’intera Scrittura per vedere ciò che la Bibbia stessa dice sulla questione.
Iniziamo con il primo passo: consultare il vocabolario greco per conoscere il significato di χρηματίζω (chrematìzo). Il più qualificato dei vocabolari greci, il Rocci, dà i seguenti significati (nell’ordine): 1 - a) trattare, trattare qualcuno; b) esporre, riferire; c) dare risposta; 2 – dare/ricevere un responso (oracoli, dèi); 3 – avere relazioni con qualcuno; 4 – a) prendere il nome, chiamarsi; b) essere chiamati; c) diventare.
Sintetizzando, possiamo dire che il verbo può avere due significati: quello primario è “trattare, trattare qualcuno” e quello secondario è “dare/ricevere un responso” nei contesti che riguardano gli oracoli degli dèi.
Secondo passo: il senso che il verbo assume nella Scrittura. Qui ci è d’aiuto uno strumento indispensabile per ogni serio biblista: il Handkonkordanz zum griechischen Neuen Testament. Si tratta di una concordanza biblica basata sul testo critico più aggiornato delle Scritture Greche (Nestle-Aland). Questa concordanza riporta tutti i passi biblici in cui compare il verbo in questione; le spiegazioni sono date nella lingua internazionale dei biblisti, che è il latino.
Ora citerò tutti i passi nella traduzione di TNM evidenziando in grassetto la traduzione del verbo (e poi tra parentesi la vera traduzione letterale dal testo greco) e in rosso la nota della concordanza tedesca (in latino) e la sua traduzione.
Mt 2:12: “Avendo ricevuto in sogno divino avvertimento di non tornare da Erode, si ritirarono nel loro paese per un’altra via” (“Essendo stati avvertiti”) - responsum accipere (ricevere un oracolo)
Mt 2:22 “Avendo ricevuto in sogno divino avvertimento, si ritirò nel territorio della Galilea” (“Essendo stato avvertito”) – admoneri (ammonire)
Lc 2:26 “Gli era stato divinamente rivelato dallo spirito santo che non avrebbe visto la morte prima di aver veduto il Cristo” (“Avente ricevuto responso”) - responsum accipere (ricevere un oracolo)
At 10:22: “Cornelio, ufficiale dell’esercito, uomo giusto che teme Dio e del quale l’intera nazione dei giudei rende buona testimonianza, ha ricevuto divine istruzioni da un santo angelo di farti venire alla sua casa e di udire le cose che tu hai da dire” (“[A lui] è stato rivelato da un angelo”) - responsum accipere (ricevere un oracolo)
At 11:26 “Fu ad Antiochia che per la prima volta i discepoli furono per divina provvidenza chiamati [χρηματίσαι (chrematìsai), infinito aoristo] cristiani” (“Iniziare ad essere chiamati”) - cognominari (soprannominare)
Rm 7:3 “Mentre il marito vive, essa sarebbe dunque chiamata adultera se divenisse di un altro uomo” (“Viene chiamata”) - vocari (essere chiamati)
Eb 8:5 “Mosè, quando stava per completare la tenda, ricevette il comando divino” (“Ebbe responso”) - responsum est alicui (rispondere/dire a qualcuno)
Eb 11:7 “Noè, dopo aver ricevuto divino avvertimento di cose non ancora viste, mostrò santo timore” (“Avente ricevuto un oracolo” - responsum accipere (ricevere un oracolo)
Eb 12:25 “Non sfuggirono quelli che rifiutarono colui che dava sulla terra divino avvertimento” (Il dicente oracoli”) - loqui (dire)
Ora, prima di proseguire nell’analisi, occorre contestare la seguente non corretta dichiarazione fatta dalla Watchtower nella sua biblioteca online: “Il verbo chrematìzo è sempre usato nelle Scritture Greche Cristiane in relazione a qualcosa di soprannaturale, oracolistico o divino” (http://wol.jw.org/it/wol/pc/r6/lp-i/1200270044/245/0" onclick="window.open(this.href);return false;). Così non è in Rm 7:3, in cui una donna viene chiamata adultera se si mette con un altro; essa è chiamata adultera per la sua condotta e non per chissà cosa “di soprannaturale, oracolistico o divino”. Non è perciò vero che nelle Scritture Greche “il verbo chrematìzo è sempre usato” in senso oracolistico. Di conseguenza, è più che doveroso domandarsi se in At 11:26 lo sia.
Ed eccoci al terzo passo della nostra analisi: Verificare il risultato tramite il più ampio contesto dell’intera Scrittura per vedere ciò che la Bibbia stessa dice sulla questione.
La domanda ora è questa: In At 11:26 la forma verbale χρηματίσαι (chrematìsai) ha il senso di “essere chiamati per divina provvidenza” (TNM) oppure di “essere soprannominati” (Handkonkordanz zum griechischen Neuen Testament)? Ha ragione la religione con sede a Brooklyn (che non vanta alcun biblista) oppure la magistrale opera del biblista Alfred Schmoller, rivista dalla biblista Beate Köster?
In At 11:26 è detto che il fatto avvenne ad Antiochia (di Siria). Lì, dopo la morte di Stefano (At 11:19,20), si erano rifugiati - respinti da Gerusalemme - diversi discepoli di Yeshùa ellenisti (di lingua greca); Barnaba, inviato ad Antiochia dalla chiesa madre gerosolimitana, vi svolse un’importante attività coadiuvato da Paolo. Ora, sarebbe quantomeno strano che “per divina provvidenza” (TNM) ci sia stato un cambio di nome ad Antiochia anziché a Gerusalemme dove c’erano gli apostoli.
In più, mentre negli altri passi biblici è chiaramente indicato chi ricevette il comunicato “soprannaturale, oracolistico o divino”, in At 11:26 non è affatto indicato a chi sarebbe stato rivolto l’oracolo divino. Anzi, la forma verbale usata (infinito aoristo), non solo è generica (infinito) ma indica l’inizio dell’azione (aoristo), venendo a significare “iniziare ad essere chiamati”, “d’un tratto essere chiamati”, reso da TNM “per la prima volta”.
Chi diede ai discepoli di Yeshùa il nome di “cristiani”? Sappiamo che ciò accadde ad Antiochia di Siria, ma Luca non dice esplicitamente chi diede loro tale nome né tantomeno chi avrebbe ricevuto il supposto comunicato “soprannaturale, oracolistico o divino”. Il suo generico “iniziare ad essere chiamati” fa pensare ad un moto spontaneo popolare antiocheno. È escluso che l’iniziativa partisse dai discepoli stessi, perché la forma verbale non è alla terza persona plurale dell’indicativo aoristo. È anche escluso che Barnaba o Paolo o qualche preminente discepolo avesse una rivelazione divina, perché Luca non menziona alcunché di simile. Luca annota soltanto che ad Antiochia avvenne che i discepoli “iniziare ad essere chiamati cristiani”. Per esclusione rimane quindi che si trattò di un moto spontaneo popolare antiocheno.
Ma che cosa ci dice la Bibbia stessa sull’uso del nome “cristiani”? Nulla di buono. Il termine è infatti usato dalla Scrittura solo altre due volte.
La seconda volta che il nome “cristiano” appare nella Scrittura è in At 26:28. Qui è il pagano re Erode Agrippa che lo usa, dicendo a Paolo: “In breve tempo mi persuaderesti a divenire cristiano’” (TNM). È davvero molto illuminante la risposta data da Paolo: “Desidererei dinanzi a Dio che in breve tempo o in lungo tempo non solo tu ma anche tutti quelli che oggi mi odono divenissero tali quale sono io” (TNM). Qui Paolo dà prova di grande abilità e di tatto. Non si ferma a cogliere l’ironia di Agrippa né la contesta, ma – desideroso di continuare la sua testimonianza – schiva elegantemente quell’appellativo di “cristiano” e nella sua risposta lo sostituisce con un “quale sono io”.
La terza e ultima volta in cui il termine appare nella Bibbia si trova in 1Pt 4:16. Questa volta è l’apostolo Pietro ad usarlo. Ma si noti come lo usa. Pietro dice che Yeshùa ha sofferto e che anche i suoi discepoli soffrono; poi dice: se uno soffre perché è omicida o ladro, si deve solo vergognare, ma se soffre “come cristiano” per le vituperazioni non ha motivo di vergognarsi, perché essere biasimati “per il nome di Cristo” è motivo di gioia. Anche se i non credenti “parlano ingiuriosamente” e i discepoli sono “biasimati per il nome di Cristo”, essere tacciati col nome di “cristiani” (nell’intento di attribuire loro chissà quale vergognosa colpa) non è motivo di vergogna; lo sarebbe essere tacciati, a ragione, di omicidio o di furto. Da qui appare chiaramente come il nome “cristiano” fosse usato dal volgo per offendere i discepoli di Yeshùa.
Ad ulteriore conferma che l’appellativo di “cristiano” era un soprannome dispregiativo dato dal popolino, abbiamo le parole scritte dallo storico Tacito, che descrivendo i discepoli di Yeshùa scrive: “Coloro che il volgo chiamava cristiani” (Tacito, Annales 15,44; corsivo aggiunto per dare enfasi). Il volgo, non “per divina provvidenza”.
Infine, la prova migliore è data da Luca stesso, che dopo aver registrato il fatto di Antiochia, continua a chiamare i discepoli come aveva sempre fatto: discepoli. Egli non adottò mai il soprannome di “cristiani”, né lo fecero gli altri scrittori ispirati delle Scritture Greche. E questa è la massima prova che quel soprannome non fu dato “per divina provvidenza” come pretendono gli editori di Brooklyn.
Re: Il nome "cristiani" da dove ha origine?
Il cristianesimo è sotto attacco e noi invece di proteggerlo forniamo le armi al nemico.
Perché? Invece di difendere il buon nome cristiano che, ricordo significa solamente "seguace di Cristo", cerchiamo tutte le scuse bibliche per denigrarlo. Per scrollarcelo di dosso.
1Pt 4,16: Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; glorifichi anzi Dio per questo nome. Glorifichi Dio per questo nome.
Oggi mi sa che molti presunti discepoli si vergognano di portare questo appellativo.
Io ringrazio Dio di essere considerato, chiamato o apostrofato: cristiano.
Perché? Invece di difendere il buon nome cristiano che, ricordo significa solamente "seguace di Cristo", cerchiamo tutte le scuse bibliche per denigrarlo. Per scrollarcelo di dosso.
1Pt 4,16: Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; glorifichi anzi Dio per questo nome. Glorifichi Dio per questo nome.
Oggi mi sa che molti presunti discepoli si vergognano di portare questo appellativo.
Io ringrazio Dio di essere considerato, chiamato o apostrofato: cristiano.
- Gianni
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Re: Il nome "cristiani" da dove ha origine?
Tu, Marco, confondi l'onore di essere oltraggiati come seguaci di Cristo con l'intento denigratorio.
Negli Stati Uniti i neri vengono chiamati col dispregiativo "negri". Molti di loro possono anche dire: "Sono orgoglioso di essere negro", ma quell'appellativo rimane offensivo.
Nell'Italia settentrionale molti chiamano "terroni" i meridionali. Un meridionale può anche dire: "Sono orgoglioso di essere un terrone", ma quell'appellativo rimane offensivo.
Comunque, noto che hai capito poco e nulla della mia trattazione biblica. Pazienza.
Negli Stati Uniti i neri vengono chiamati col dispregiativo "negri". Molti di loro possono anche dire: "Sono orgoglioso di essere negro", ma quell'appellativo rimane offensivo.
Nell'Italia settentrionale molti chiamano "terroni" i meridionali. Un meridionale può anche dire: "Sono orgoglioso di essere un terrone", ma quell'appellativo rimane offensivo.
Comunque, noto che hai capito poco e nulla della mia trattazione biblica. Pazienza.