Confidenziale

noiman
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Re: Confidenziale

Messaggio da noiman »

Vedi caro infido, questo che ti fornisce Gianni è l’esempio che nella scrittura non c ‘è nulla di nascosto, ma purtroppo chi legge e in questo caso non sa il greco storpia il testo per giustificare le sue posizioni teologiche, perché di questo si tratta ….. :-O gli è comodo non sapere il greco e fa dire al testo quello che vuole, tutto diventa poi complicato, attenzione : non c’è nessun complotto e nessun codice nascosto nelle scritture, nel caso delle scritture ebraiche la cosa è più complicata e diventa più importante conoscere il vero significato che sviluppano le radici ebraiche molto prolifiche nel generare significati alternativi, credo di aver trattato questo tema in parecchi casi nella cartella “Interpretazione delle Scritture Ebraiche”, poi che devo dire se qualcuno fa affermazioni:
La divinità del Figlio è sostenuta a caratteri cubitali nelle scritture, e bastano le scritture che recitano che LUI è l'artefice della creazione, a demolire il tuo preconcetto.
Si parla di demolire il concetto di un altro, curiosissimo è l’impiego di un termine che non credo di aver mai usato non essendo mai stato ne poliziotto, ne carabiniere ne magistrato: “
investigare
” , ma dove l’hanno preso?????
Povera Stella…. :YMHUG: :YMHUG: Che ti tocca sopportare….. :-? :-O [-X
Mah!
Noiman
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Gianni
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Re: Confidenziale

Messaggio da Gianni »

I contemporanei di Yeshùa ritenevano di avere la vita eterna mediante le Scritture e Yeshùa non corregge, anzi favorisce questo pensiero. Gv 5:39 è tradotto di solito: “Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me”.
Tuttavia è possibile un’altra traduzione: anziché prendere quello “scrutate” o “investigate” come un modo indicativo, può essere preso come modo imperativo (il verbo greco ha la stessa forma). Così avremmo:

ἐραυνᾶτε τὰς γραφάς, ὅτι ὑμεῖς δοκεῖτε ἐν αὐταῖς ζωὴν αἰώνιον ἔχειν
eraunàte tàs gràfas, òti ümèis dokèite en autàis zoèn aiònion èchein
scrutate le Scritture, dato che voi ritenete in esse vita eterna avere!

Questa traduzione con l’imperativo è avvalorata dal fatto che “scrutate” (ἐραυνᾶτε, eraunàte) non ha il pronome “voi” (ὑμεῖς, ümèis) che NR aggiunge.

Yeshùa dà grande valore alle Sacre Scritture.

Yeshùa è venuto non per abolire, ma per compiere la Sacra Scrittura. Egli realizza le Scritture Ebraiche in modo così perfetto che nemmeno uno iota o un apice sarebbe rimasto senza avveramento: “Non pensate che io sia venuto a distruggere la Legge o i Profeti. Non sono venuto a distruggere, ma ad adempiere; poiché veramente vi dico che il cielo e la terra passeranno piuttosto che una minima lettera o una particella di lettera passi in alcun modo dalla Legge senza che tutte le cose siano avvenute” (Mt 5:17,18, TNM). Quello che TNM traduce liberamente (ma correttamente) “minima lettera” è nel testo greco “iota” (la più piccola lettera dell’alfabeto greco, corrispondente alla yòd dell’alfabeto aramaico); e quello che è tradotto liberamente (ma sempre correttamente) “una particella di lettera” e nel testo greco “apice”, un piccolo ornamento delle lettere, come nella grafia di yòd (י).

Sebbene le parole di Yeshùa vengano normalmente tradotte: “Non sono venuto a distruggere, ma ad adempiere” (Mt 5:17, TNM), il senso greco dice altro:

οὐκ ἦλθον καταλῦσαι ἀλλὰ πληρῶσαι
uk èlthon katalΰsai allà pleròsai

Pleròsai (πληρῶσαι) non significa semplicemente “adempiere”. Il verbo è πληρόω (plêròo) significa: 1) rendere pieno, riempire, cioè riempire completamente; 2) fare abbondare, fornire o provvedere generosamente; 3) rendere pieno, cioè completare; 4) riempire fino alla cima: affinché non manchi niente, riempire fino all’orlo; 5) rendere completo in ogni cosa, rendere perfetto; 6) fare fino alla fine, compiere, eseguire (qualche compito); 7) portare a realizzazione, realizzare; 8) adempiere, cioè fare sì che la volontà di Dio (come rivelata nella Toràh) sia ubbidita come dovrebbe essere.

Non significa quindi che Yeshùa sia venuto semplicemente ad adempiere nel senso di avverare delle profezie così che poi, essendo compiute, siano messe da parte. Questa è la veduta di coloro che ritengono che la santa Toràh di Dio sia solo un insieme di prefigurazioni che Yeshùa avrebbe appunto “adempiuto”. Ci sono perfino coloro che ritengono “adempiuti” i dieci comandamenti. Che senso avrebbe mai “adempiere” la Toràh per poi abrogarla? Yeshùa invece dice: “Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Toràh o i Profeti. Non sono venuto ad abrogare, ma a rendere pieno”. Questo è ancor più evidente da quello che Yeshùa disse in pratica sui comandamenti subito dopo. Ad esempio: “Avete udito che fu detto: «Non devi commettere adulterio». Ma io vi dico [nel testo “e io vi dico”, in ebraico vaanì omèr lachèm; Yeshùa parla alla maniera rabbinica] che chiunque continua a guardare una donna in modo da provare passione per lei ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (vv. 27,28, TNM). Yeshùa diede per così dire un giro di vite. Rese la Toràh più vincolante.

Questo punto è di un’importanza capitale. Da questo dipende l’ubbidire o il disubbidire a Dio. Occorre capire bene le parole di Yeshùa.
Luigi
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Re: Confidenziale

Messaggio da Luigi »

Gianni ha scritto: mercoledì 23 ottobre 2024, 11:15 I contemporanei di Yeshùa ritenevano di avere la vita eterna mediante le Scritture e Yeshùa non corregge, anzi favorisce questo pensiero. Gv 5:39 è tradotto di solito: “Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me”.

Gianni hai omesso il verso 40 ,verso che favorisce bene la comprensione del verso 39, e non è vero che Yeshùa favorisce la loro convinzione , poiche Yeshùa sostiene che quelle scritture delle quali gli ebrei leggevano, testimoniavano di LUI, e nel verso 40 che non hai riportato, Il Figlio di Dio afferma :
40 Ma voi non volete venire a me per avere la vita.
ecco afferma che, se volevano avere la vita eterna, ecco che dovevano "credere in LUI " e rivolgersi a LUI,
il che è chiaramente un atto cultuale.
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Gianni
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Re: Confidenziale

Messaggio da Gianni »

Leggi anche i vv. 41-47, soprattutto il 47. Nessun atto cultuale, come non ci fu per Mosè. Fu la chiesa apostata dei secoli successivi a tributare al loro "Gesù" il culto.
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Re: Confidenziale

Messaggio da Margo27@live.it »

L’adorazione rappresenta uno degli atti più comuni attraverso i quali i credenti, di tutti i tempi hanno cercato di entrare in contatto con Dio. La Bibbia usa il termine greco proskuneo, e il termine ebraico shachah, “prostrarsi”. Il contesto definisce il significato del gesto, se di cortesia o di adorazione a Dio. Adorare e servire Dio è l’invito che troviamo nelle Scritture Ebraiche e nelle Scritture Greche. Yeshua respingendo satana citò il passo di Deuteronomio: «Lo- tishtakhavèh lahèm, “non ti prostrare ad esse”» (Dt 5:9). Nel Vangelo di Luca è scritto: «Kyrion ton theon su proskyneseis, “Signore di te omaggerai prostrandoti”» (Lc 4:8). L’adorazione costituisce l’invito fondamentale che Dio rivolge alle sue creature. L’invito all’adorazione è sancito nel secondo comandamento, dove il Signore afferma di essere un Dio geloso. Nel libro dell’Esodo troviamo scritto:
“Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano” (Es 20:4,5).
La Scrittura ripropone la richiesta di adorazione esclusiva nei confronti di Dio; nel racconto biblico i profeti avvertono il popolo di attenersi al patto, al culto dell’adorazione del sabato, di non tradirlo adorando altri dei. Nel libro del profeta Isaia è scritto:
“Anche gli stranieri che si saranno uniti al Signore per servirlo, per amare il nome del Signore per essere suoi servi, tutti quelli che osserveranno il sabato astenendosi dal profanarlo e si atterranno al mio patto, io li condurrò sul mio monte santo e li rallegrerò nella mia casa di preghiera; i loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa sarà chiamata una casa di preghiera per tutti i popoli». (Is 56:6,7)
Anche Yeshua ricorderà l’importanza dell’adorazione e la necessità di un cuore puro davanti a Dio:
“Dicendo loro: «Sta scritto: "La mia casa sarà una casa di preghiera", ma voi ne avete fatto un covo di ladri» (Lc 19:46, cfr. Mt 21:13, Mr 11:17).
Infine nell’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse. La Scrittura invita ogni creatura ad adorare Dio:
“Egli diceva con voce forte: «Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l'ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque” (Ap 14:7).
L’adorazione oltre ad essere uno dei comandamenti di Dio, è anche un bisogno fondamentale dell’uomo. Siamo sue creature, e per questo abbiamo necessità di incontrarlo, di relazionarci con lui. Ma che tipo di adoratori ricerca Dio? Yeshua nel suo dialogo con la donna Samaritana, affrontò il tema dell’adorazione in modo radicale, spiegando le caratteristiche che Dio richiede dai suoi adoratori:
“Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori” (Gv 4:23).
Fatta questa premessa sull’adorazione cerchiamo di capire che ruolo hanno nell’adorazione, il Padre, il figlio e lo spirito santo. La Scrittura fa luce sul ruolo attivo nell’adorazione del Padre:
“Non ubriacatevi! Il vino porta alla dissolutezza. Ma siate ricolmi di Spirito, parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e salmeggiando con il vostro cuore al Signore; ringraziando continuamente per ogni cosa Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo” (Ef 5:18-20).
“Quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!” (Eb 9:14).
Questi testi affermano semplicemente che il credente deve rivolgere l’adorazione al Padre grazie all’opera del figlio e per la potenza dello spirito. Yeshua insegna che l’adorazione va rivolta solo a Dio:
“Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: «Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"» (Mt 4:10).
“Egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano; e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore; e non ci esporre alla tentazione"» (Lc 11:2-4).
Un’altra dichiarazione in tal senso Yeshua la rilascia nel dialogo con la donna Samaritana quando toccando il tema della controversia fra Giudei e Samaritani, sostiene che: “va adorato il Padre in spirito e verità” (Gv 4:22,23), e in seguito sottolinea che: “nessuno viene al Padre se non per mezzo di lui” (Gv 14:6). Per adorare Dio abbiamo bisogno della mediazione di Yeshua, poiché il figlio è venuto a rivelarci il Padre:
“Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1Tm 2:5).
“Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere” (Gv 1:18).Quindi se Yeshua è venuto con lo scopo di rivelarci Dio, ne consegue che l’adorazione è una prerogativa destinata a Dio. Con Yeshua l’adorazione assume una connotazione relazionale, più che cerimoniale, l’adorazione è un atto del cuore. Più che hai luoghi dove adorare, Dio è interessato agli adoratori che si rivolgono a lui in spirito e verità. Più che hai pellegrinaggi verso luoghi sacri e vuoti, Dio vuole dimorare in templi fatti di persone da santificare: “In case fatte di pietre viventi” (1Pt 2:5), con le quali stabilire un rapporto personale, d’amore, intimo e salvifico. Tramite Yeshua possiamo adorare Dio chiamandolo Padre nostro: “Abba! Padre!”. Paolo afferma:“E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!»” (Rm 8:15).
La lettera agli Efesini afferma che: “solo in Cristo abbiamo la libertà di accostarci a Dio” (Ef 3:12). Ed è per mezzo di Cristo che siamo atti a glorificare Dio:
“Per mezzo di Gesù, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome” (Eb 13:15).
“Se uno parla, lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen” (1Pt 4:11).
Yeshua attraverso la sua passione, morte e resurrezione, riconcilia a Dio l’uomo peccatore. Paolo afferma che:“Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione” (2Co5:19). Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe della terra; ha liberato i credenti dai peccati con il suo sacrificio e ne ha fatto un regno e dei sacerdoti al Dio e Padre suo. Alla luce di tutto ciò che ruolo ha lo spirito santo nell’adorazione? L’opera della redenzione fa del credente: “un tempio per lo spirito” (1Co 3:16; 6:9); siamo stati creati per essere un tempio di adorazione, il corpo del credente è il tempio dello spirito ed esso dimora nel credente. Paolo afferma che:“Perché per mezzo di lui gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito” (Ef 2:18).
Il concetto espresso in questo testo è molto chiaro: l’adorazione al Padre, è grazie alla mediazione del figlio, e all’azione in noi dello spirito. La santa energia di Dio agisce con potenza nei singoli credenti, tanto da attivare nel credente il: “volere e l’agire” (Fl 12:13). L’apostolo Paolo sottolinea l’effetto santificante che ha per il credente l’azione dello spirito che opera per volontà di Dio (Ef 5:18-21).
Ora su che base viene affermato che Yeshua è Dio?
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Gianni
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Re: Confidenziale

Messaggio da Gianni »

Margo27 ... :YMAPPLAUSE:
infido
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Re: Confidenziale

Messaggio da infido »

spero che non me ne vogliate, ma non essendo esperto come voi, fatico a stare dietro a tanti e "mega" post
gia' come mi e' appena capitato mentre leggevo, stavo anche formulando un pensiero/riflessione che volevo esporre, ma mi staro' facendo vecchio, che cosi' all'improvviso come venuto mi e' anche sfuggito dalla mente.

dopo questo aneddoto personale, pero' ho due domande da fare, giusto per capire il pensiero di chi scrive:

essendo che tanti di voi studiano i testi antichi sia in greco che in ebraico,
per quello che io so, anche gli attuali Ebrei, non credono in Gesu'
come figlio di Dio ma a limite* lo reputano un profeta.
(*se non ricordo male ci dovrebbe essere anche una branca che non lo riconosce nemmeno profeta)

la domanda e' questa: chi di voi legge/studia le scritture in ebraico, cosa crede su quanto ho detto sopra?
(crede che Gesu' sia il figlio di Dio, crede che sia un profeta o nessuno dei due?)

seconda domanda, e qui mi riallaccio ad un altro post precedente sul numero della bestia e la sua persona:
Margo27@live.it ha scritto: mercoledì 23 ottobre 2024, 14:42 “Egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano; e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore; e non ci esporre alla tentazione"» (Lc 11:2-4).
chi conferma che questo testo sia quello originale? ora a parte che di consueto ci viene insegnato "non indurci in tentazione" invece di "non ci esporre alla tentazione" (personalmente credo che non discosti il significato)
lo chiedo perche' essendo che da qualche tempo, colui che e' seduto al posto di Pietro, ha cambiato il termine da recitare in "non abbandonarci alla tentazione" ed in questo caso invece ritengo che il significato sia diverso. se quanto dico e' giusto, come Vi affannate a sottolineare la differenza tra una parola ed un'altra, credo che in questo caso trattandosi della preghiera (si puo' dire) per eccellenza essendo tramandata da Gesu' stesso come viene riportato nei vangeli, credo che una cosa simile si dovrebbe gridarlo in tutto il mondo ed ad alta voce che questa nuova traduzione e' sbagliata mentre tutto questo non lo vedo e mi chiedo il perche'?

nella figura, di un successore di Pietro, un tale gesto come ritenete di volerlo considerare?
Margo27@live.it
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Re: Confidenziale

Messaggio da Margo27@live.it »

Il termine greco è: eisfèro e significa: portare in; portare verso, il testo può essere tradotto: "non portarci in tentazione; non condurci verso la tentazione; non permettere che cadiamo in tentazione. Ovviamente sentiamo Gianni.
Ciò ha un significato, (non mi soffermo, visto la tua difficoltà nel leggere i post lunghi) la preghiera non è liturgia, ma aprire il cuore a Dio.
Nella Scrittura non è menzionato il "primato di Pietro", se ti interessa approfondire l'argomento vai sul sito di Biblistica Pubblicazioni alla sezione libri, opuscoli ecc, trovi un libro che tratta il tema, il titolo è "Pastor Aeternus".
infido
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Re: Confidenziale

Messaggio da infido »

se con questa citazione:
Margo27@live.it ha scritto: mercoledì 23 ottobre 2024, 20:34 "Pastor Aeternus"
ti riferisci all'infallibilita' del Papa, esso e' un dogma, quindi per chi segue tale dottrina e' obbligato a crederci.

e se come dici (confermando cio' che asserivo) il significato di quella parola e' quello che hai indicato,
per ragionamento logico il dogma in questo caso, credo che non si possa dire che sia rispettato.
Luigi
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Re: Confidenziale

Messaggio da Luigi »

Margo27@live.it ha scritto: mercoledì 23 ottobre 2024, 14:42 L’adorazione rappresenta uno degli atti più comuni attraverso i quali i credenti, di tutti i tempi hanno cercato di entrare in contatto con Dio.
Ora su che base viene affermato che Yeshua è Dio?
Ciao Margo27, ti riporto a queste pagine e seguenti di queste discussioni che ne abbiamo parlato a lungo.
viewtopic.php?f=6&t=110&hilit=Tom+Anad&start=670
viewtopic.php?f=6&t=110&start=100
viewtopic.php?f=6&t=110&hilit=Tom+Anad&start=720
Salute
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