Bibbia e... approcci.

Stefanotus
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Re: Bibbia e... approcci.

Messaggio da Stefanotus »

Gianni, nessuna grande inesattezza. Io ho parlato di "Lunedì" in termini nostrani o (in senso di OPPURE) primo giorno ebraico.
Per il resto ti rispondo a breve.
Sta sereno su...
Antonio LT
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Re: Bibbia e... approcci.

Messaggio da Antonio LT »

"E non posso fare a meno di dirlo: quando un ebreo legge i Vangeli ci capisce molto più dei cosiddetti cristiani"

Gianni per fortuna che ci sono loro(gli ebrei),peccato che di insegnare I Vangeli non ne hanno certo intensione e e se non fosse per I cosidetti cristiani il messaggio di Cristo sarebbe andato perso!
Gli ebrei non hanno alcun interesse ad insegnarci il Vangelo visto che nemmeno ci credono!
Gli unici ebrei che io sento di ringraziare,ritenere veramente conoscienti di ciò che scrivevano e leggere sono quelli che hanno scritto I Vangeli!
Stefanotus
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Re: Bibbia e... approcci.

Messaggio da Stefanotus »

Gianni ha detto,
Il testo di Gv 2:1 non presenta proprio alcun significato nascosto.
Se tu leggessi bene e in italiano cosa io ho scritto caro Gianni, noteresti che sono stato proprio io a dire come premessa che "non mi piace" cercare significati nascosti in ogni parola della Bibbia. Quindi non capisco perché questa tua premessa. Anzi a dire il vero un pò lo sospetto: mi hai letto con superficialità perché avevi la tua bottiglia di spumante da stappare eh?
"Che simpatico biblista"! :)

Gianni ancora scrive:
Comunque, non vi si dice affatto ‘dopo tre giorni’ ma proprio “il terzo giorno” (τῇ ἡμέρᾳ τῇ τρίτῃ).
La velocità con hai scritto tutto questo post è allarmante. Per caso lo avevi già preparato e mi aspettavi al varco? ahahahah
Sono sorpreso quanto lusingato che tu fossi là, pronto a scrivere, ansioso di rispondermi con la tua interpretazione. :)
Mi spieghi perché adesso, nel tradurre il testo greco, mi posti in ebraico?
In pratica mi stai dicendo che sei così convinto di avere la verità in tasca che mi posti direttamente in ebraico il testo che in Giovanni è greco?
Ben diverso Mr 14:1: “due giorni dopo”, che si dice in greco μετὰ δύο ἡμέρας (μετὰ + accusativo).
Così anche “tre giorni dopo” (Mr 8:31), che si dice in greco μετὰ τρεῖς ἡμέρας.
Va beh, sorvoliamo la digressione e i tuoi orgogliosi festeggiamenti. Se solo tu avessi più stima di chi ti dedica tempo... ma va beh, andiamo avanti. Hai detto:
In Gv 2:1 è detto invece “il terzo giorno” senza specificare da quando.
Bene. Questa risposta è più seria dei commenti precedenti. Ragioniamoci.

Il testo espone letteralemente "il terzo giorno", il che non significa rigorosamente "dopo tre giorni pieni" è vero. Come dovresti sapere che i conteggi dei giorni loro non sono i nostri. Ho infatti scritto non entro nei dettagli del conteggio, proprio perché nella mentalità di allora, bastava un frammento di un giorno, il giorno seguente e un frammento del successivo per esser nei 3 giorni.

Il vangelo di Giovanni espone un primo giorno in cui è data una prima testimonianza del battista.
Un secondo in cui viene data la seconda testimonianza.
Un terzo in cui i primi discepoli vanno da Gesù.
Un quarto in cui Gesù chiama Filippo e Natanaele.
Il terzo giorno dopo il quarto è presumibilmente il sesto.

Questa “settimana corta” iniziale richiama la settimana della creazione. Così è e non se ne scappa.
Giovanni allude ovviamente alla creazione e alla settimana di creazione.
Tutto il vangelo rimanda a un settimo giorno che giungerà con “il primo giorno dopo il sabato” (Giovanni 20:11-19),il giorno in cui Gesù appare risorto.
Poi cambia capitolo e d’un tratto è detto che “il terzo giorno [τῇ ἡμέρᾳ τῇ τρίτῃ] ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea”.
Ma cosa ti inventi Gianni?
Sai bene anche che la suddivisione in capitoli che abbiamo noi non esiste in originale. Giovanni non cambia affatto capitolo.
E non capisco cosa c'entri ancora il tuo ebraico anziché il greco.
Mi pare che lo stesso tipo di espressione, nella Bibbia esista già. Leggi gentilmente Genesi 41:55 e poi 42:18. Come trovi?
Trovi lo stesso testo e non mi pare che intenda un matrimonio o si riferisca alla Torah orale come suggerisce Noiman.

Inoltre perdonatemi l'aggiunta, Gianni, Noiman... Ma stiamo davvero ammettendo che Giovanni allura volutamente ad una tradizione orale non ispirata? Se fosse vera questa supposizione... non staremmo forse ammettendo che in un testo biblico, scritto per ispirazione divina, lo scrittore inizia pensando alla Torah, nientemeno inizia a fare riferimento alla creazione ed ai suoi giorni... per poi buttare tutto all'aria per fare riferimento ad una tradizione orale?!?
Tradizione nata poi secoli dopo la torah!
Cioè dal porsi come parallelo ad uno dei testi fondanti l'ebraismo, poi fermerebbe tutto il discorso per passare a fare riferimento ad una tradizione orale nata secoli dopo che riguarda i matrimoni?
Ma davvero lo facciamo così banale questo testo?

La stessa espressione (il terzo giorno) la troviamo in Esodo 19:11 e anche qui non mi pare che Dio parli di matrimoni o faccia riferimento alle tradizioni orali...non ispirate per giunta!

Biblicamente quindi è evidente che abbiano più senso i riferimenti testuali dati da studiosi della Bibbia che suppongono che Giovanni si riferisca al dono della Torah sul Sinai. Altro che tradizione orale. Questa è pura fantasia altroché!
Questa posizione è inoltre MOLTO più sostenibile della tua (un banale gioco di parole e traduzioni, perdonami) perchè tutto il Vangelo di Giovanni, usa il termine "segni" riferendosi ai miracoli del Messia, proprio come la Bibbia definisce l’insieme dei prodigi compiuti in Esodo e quindi delle piaghe inflitte da Dio all'Egitto.
Nota ancora un'altra cosa Gianni, cosa dice la madre di Gesù ai discepoli? "Fate quello che vi dirà!"
Cosa disse il Faraone a tutti gli egiziani? "Andate da Giuseppe e fate quello che vi dirà!".

Come vedi i riferimenti non sono casuali tra il prologo Giovanneo e la storia del popolo di Israele dalla creazione in poi.
Questi messaggi, realmente accaduti e così narrati, non servono altro che a far comprendere ai giudei prima e anoi dopo, che Gesù Cristo, il Messia aveva a che fare l’alleanza tra Israele e il Creatore.
Se si trattasse di sequenza cronologica dovremmo avere μετὰ τρεῖς ἡμέρας, “tre giorni dopo”, e invece abbiamo “il terzo giorno” senza né capo né coda.
Mi pare che le citazioni di Genesi devono averti risposto benissimo. A meno che tu non creda che Giovanni soffrisse di qualche forma di dissociazione mentale o dislessia o disgrafia che lo spingeva a pensare ebraico e scrivere greco e quindi sbagliare in questo modo assurdo. A me piace semplicemente pensare che Giovanni parlasse bene greco, leggesse la sua bella Bibbia Septuaginta in greco e scrivesse in greco. In questo passaggio cita semplicemente "il terzo giorno" alla maniera di Genesi ed Esodo. Come dimostrato su.
Siamo di fronte ad una espressione scritta in greco ma pensata in ebraico. Per venirne a capo basta ritradurre dal greco all’ebraico e diventa chiarissimo.
Non sono completamente d'accordo. Siamo semplicemente di fronte ad una citazione dell'antico testamento, un'applicazione della settimana creazionale al Messia, allusioni esplicite all'alleanza ebraica con il Suo popolo e quindi all'adempimento delle promesse messianiche.
La tua interpretazione parte invece per la tangente arrivando ad ipotizzare il settimo giorno, mentre il testo parla chiaramente di “terzo giorno”. Altrettando fantasioso è il riferimento al terzo giorno della risurrezione.
Completamente in disaccordo. Mi spiace Gianni, ma sei proprio in malafede nei miei confronti. Mi spiace ma ti eriggi a professore e davvero non ti fa onore.
1) Non ho mai detto che la penso così. Ho citato "studiosi e altri studiosi". Ho semplicemente guardato tra i miei testi a casa, tempo permettendo e qualche ricerca qui e là su internet. Anzi ho esplicitamente detto anche cosa mi piace e cosa non mi piace, cosa mi sembra bello e cosa meno. Quindi perdonami ma stai proprio citando il falso. Io non ho esposto "la mia teoria" o la mia interpretazione. Ho esposto invece delle possibili interpretazioni con approccio (perchè ti ricordo di questo parliamo in questa discussione) biblico.
2) Ho esposto ancora che io PREFERISCO analizzare il testo in sè, sottolineando il fatto che Giovanni dica "il terzo giorno (o tre giorni dopo). Mi piace guardare il testo globalmente (da Giovanni 1:1 a Giovanni 2:1)... e vederci una settimana. Ma ancor di più mi piace analizzare questo riferimento al terzo giorno.
3) Chi stabilisce inoltre che, parlando del Cristo in quella che è l'introduzione di un Vangelo in cui Lui è protagonista, fare riferimento alla sua morte (con tanto di citazioni di versetti) sia fantasioso. Lo stabilisci tu? Che simpatico biblista! :)
Dici poi una grande inesattezza parlano di "lunedì" o primo giorno ebraico. Il primo giorno ebraico è la domenica, non il lunedì.
Per questo ti ho già risposto, hai letto male il mio testo... e hai pensato di vincere facile.
Ci fai infine notare ‘che nell'esporre questa analisi hai utilizzato SOLTANTO la Bibbia e i suoi riferimenti’.
Tu non hai affatto usato la Bibbia ma ne hai abusato, facendo accostamenti di fantasia.
E questo chi lo stabilisce? Sempre tu?
Il tuo rispetto per chi non la pensa come te è davvero notevole. Alla faccia del dialogo... :)
Hai solo sollevato un polverone.
Polverone? E perchè? Ho solo scritto un post. Non è intervenuto nessuno se non tu e vedi un polverone?
E' forse morto qualcuno? Si è offeso qualcuno? Ci sono problemi?
Io sto solo scrivendo in un forum... che problema c'è?
Quale polverone?
Come detto, prova a ritradurre la frase greca in ebraico. Sarà allora chiarissima. A patto che tu conosca i giorni della settimana biblica e non confonda il lunedì con la domenica.
Beh, se ti fa piacere posso anche andare su google e tradurla in spagnolo e tedesco, chissà magari ci sono altre interpretazioni possibili. Se poi pensiamo che Gesù parlasse addirittura in aramaico, chissà, potremmo avere altre "interpretazioni" ancora...
Chissà in aramaico cosa intendeva... eh?
Dai su... rimaniamo con i piedi per terra su.
N.B.: Se parlo di lunedì e di domenica è ovviamente solo per capirci.
Oppure forse stai sbagliando perché in ebraico non si chiamano così...
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Israel75
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Re: Bibbia e... approcci.

Messaggio da Israel75 »

Veramente tutti gli apostoli o evangelisti a parte Luca , il medico siriano amico di Paolo e grande redattore erano Ebrei.
:YMHUG:
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
Antonio LT
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Re: Bibbia e... approcci.

Messaggio da Antonio LT »

Israel erano ebrei ma le scritture sono o no parola di Dio?
Se è cosi il messaggio non può essere ridotto e ridimensionato solo per chi ha mentalità ebraica!
Sento sempre dire..Yeshua era ebreo....quindi?
Dobbiamo essere ebrei anche noi per conoscere Dio?
Dobbiamo avere la mentalità ebraica delle persone che c'erano a quel tempo per conoscere Dio?
Dobbiamo sapere il greco,l aramico,l ebraico per conoscere Dio!?
Sbaglio o il perno centrale del Vangelo è la fede in Cristo?

Allora forse non serve una mentalità ebraica,occidentale,africana...ecc ecc...per fare ciò e per capire le scritture!Se il centro di tutto è il Cristo in teoria dovremmo solo credere(Il che non è poco!)

GGv 11, 19-27
E molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

Beh approccio giudaico o meno certe cose sono comprensibili per chiunque!

Il fatto è che con alcuni studi si potrebbero "smascherare determinate false dottrine occidentali"..ma come chiede Stefano se ho capito bene in base a quale approccio si determina che questa o quella dottrina sia falsa!?
La mentalità ebraica e la tradizione aiutano ma fino a che punto?Non si rischia di uscire fuori da quello che è il messaggio del Vangelo?
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bgaluppi
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Re: Bibbia e... approcci.

Messaggio da bgaluppi »

La velocità con hai scritto tutto questo post è allarmante. Per caso lo avevi già preparato e mi aspettavi al varco? ahahahah
Sono sorpreso quanto lusingato che tu fossi là, pronto a scrivere, ansioso di rispondermi con la tua interpretazione.
No Stefano. Credo, piuttosto, che Gianni abbia testato la tua preparazione di biblista, e lo ha fatto con un esempio molto semplice. Dovresti porti con maggiore umiltà; ora, rifletti piuttosto e vedi se hai imparato qualcosa sui giorni biblici, sul pensiero ebraico e sulla torah orale (che Noiman ha prontamente citato).
noiman
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Re: Bibbia e... approcci.

Messaggio da noiman »

Fratelli........ ;) lllllllllllllllllllllllll :-O
Ultima modifica di noiman il domenica 12 febbraio 2017, 23:44, modificato 1 volta in totale.
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Israel75
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Re: Bibbia e... approcci.

Messaggio da Israel75 »

Sì chiaro e naturale. A mezza settimana -di martedì- (terzo giorno biblico) si celebrava per poi esser sicuri di preparare entro il venerdì lo Shabbat, e nello stesso tempo permettere a tutti di esserci .

Senza la ritraduzione e la lettura alla "ebraica" non si capirebbe perchè la base sarebbe errata, tipo considerare il terzo giorno mercoledì (errore diffusissimo tra chi ha la domenica in testa).

Fonte cit. da http://it.chabad.org/library/article_cd ... -Orale.htm

Il Talmùd
Il significato letterale del termine Talmùd è studio. Infatti la Torà Orale, importante e sacra come la Torà scritta, ne rappresenta lo studio per eccellenza.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
Stefanotus
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Re: Bibbia e... approcci.

Messaggio da Stefanotus »

Noiman grazie per il tuo intervento.

Antonio Bgaluppi, ho davvero poco da imparare da quanto ha scritto Gianni, di biblico c'è niente. Niente di niente.
Vi sono solo giochi di parole su traduzioni è contratta suzioni e premesse errate. Ed è evidente a tutti quelli che con onestà leggessero i miei e i suoi post.

Di biblico nulla. Di invenzione e collegamenti vari a tradizioni estranee al messaggio divino ispirato, tanto.

Ora vi chiederei gentilmente di chiudere l'OT.

Dall'analisi di Giovanni 2:1 abbiamo sicuramente capito tutti che abbiamo due approcci diversi all'interpretazione biblica e come questi si sviluppano. Bene. Utile. Io uso solo la Bibbia, voi usate tradizioni estranee ad essa e strani giochi linguistici.

Adesso però torniamo in tema.
Cosa abbiamo nella Bibbia che esplicitamente giustifichi la modalità che usa e insegna Gianni e che tu e Noiman, credo anche Israel75, assecondate?
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bgaluppi
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Re: Bibbia e... approcci.

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Noiman, soprattutto sul tuo consiglio sull'uso della parola e sulla salvaguardia dei pensieri. Purtroppo, in certi momenti è davvero difficile mettere in pratica questo giustissimo insegnamento... (parlo per me). Inoltre, il tuo intervento, ricco di dettagli, è prezioso per comprendere quanto gli autori dei vangeli abbiano mantenuto il loro pensiero originale, in ebraico, pur esprimendosi in greco.

Stefanotus, sei tu che usi strani giochi linguistici (convertire=tornare) per adattare il testo greco alla tua dottrina cristiana, non "noi"; invece, dovresti cercare di comprendere come va tradotto il greco. E usi tradizioni estranee, come quella "cristiana". Infatti, come si può mai sostenere che la tradizione ebraica è estranea alla Bibbia ebraica e al pensiero di Yeshúa e degli apostoli, che erano tutti ebrei? Soltanto chi arriva a negare l'evidenza può fare questo.

Tu insisti con la filastrocca "se la Bibbia non lo dice, allora non è vero"; la Bibbia è un testo che contiene insegnamenti, precetti e leggi ispirati da Dio negli uomini, non è un "manuale di ermeneutica biblica". L'ermeneutica sorge in funzione del testo biblico, per stabilire cosa esso dice, e non è prodotta dal testo biblico stesso; altrimenti, che bisogno ci sarebbe dell'ermeneutica, se il testo biblico giá la presentasse in modo chiaro al lettore? Ciò che cerchi di sostenere, pur di svincolarti ad ogni costo dall'ovvio, è assurdo. La Bibbia non spiega come deve essere studiata ed interpretata; è l'uomo intelligente, che fa uso di ragionamento, che deve stabilire come interpretarla. Di sicuro, lo studioso intelligente non cerca i parametri di interpretazione della Bibbia nel pensiero stoico, o in quello hegeliano, o nel liberalismo di Benedetto Croce. E nemmeno nella dottrina cristiana, che non è figlia della cultura di Yeshúa.

Per dirla tutta, dietro il tuo tentativo di convincere chi ti legge che per interpretare la Bibbia ebraica e i vangeli, i cui autori erano "ebreissimi", occorre escludere la "estranea" tradizione ebraica, io ci vedo un'idea, che è un chiodo fisso di chi segue la dottrina cosiddetta cristiana: gli ebrei non possono comprendere profondamente perché non hanno accettato Yeshúa, e se vogliono capire davvero devono "convertirsi" alla religione cristiana. Solo i "cristiani" (quali, tra i tanti...?) comprendono la Scrittura per davvero, gli ebrei hanno il velo e non comprendono esattamente, e se vogliono farlo devono convertirsi. Questo è il chiodo fisso che vedo dietro il modo di ragionare di ogni cristiano che affronta lo studio biblico. O mi sbaglio? Ecco perché ti piace tanto leggere il termine "convertire" anche dove non è appropriato, ossia quando la Bibbia parla degli ebrei, che non possono essere convertiti ad un Dio che già adorano. Ed ecco perché certi traduttori biblici, pur autorevolissimi, traducono spesso in modo "cristianamente" tendenzioso.

Con l'analisi di Gv 2:1, un ebreo ti ha mostrato quanto, in realtà, capisca molto piú velocemente, naturalmente e profondamente quel testo scritto in greco (ma prodotto da ebrei) di molti eruditi "cristiani". Senza fiumi di parole, ha spiegato come mai Giovanni non intenda "dopo tre giorni" ma parli precisamente di "terzo giorno" (in conformità a ciò che esprime il testo greco), cosa che tu non hai saputo fare.

Quindi, fai tu. Se sei soddisfatto che la spiegazione di Noiman (che era ciò a cui Gianni voleva andare a parare) non sia quella giusta, contento tu. Te ne puoi costruire una tua, senza farti influenzare dallo "estraneo" ebraismo. Come un musicologo che spiega Wagner senza partire dalla cultura e dal pensiero in cui nasceva e in cui ha prodotto la sua opera.
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