Re: Il volto di D-O.
Inviato: martedì 10 dicembre 2019, 3:11
Non vi pare che stiamo andando molto oltre? Anzi, troppo oltre? Noi non possiamo davvero definire Dio. Non ne abbiamo minimamente i mezzi. Il pensiero della Bibbia su Dio, se ci pensate, può essere sintetizzato in due aspetti: 1. Dio è inconoscibile, è irraggiungibile, è Altro; 2. Dio ci è presentato in maniera antropomorfa. È stupenda questa presentazione di Dio. Non è solo geniale, è insuperabile e soprattutto è conforme a verità. Da una parte la verità della trascendenza di Dio, per noi assolutamente non indagabile; dall’altra la verità del sentire e percepire Dio. Con l’antropomorfismo la Bibbia ci rende Dio vicino e, in fondo, non è Dio ad essere simile all’uomo ma è l’uomo ad essere simile a Dio (cfr. Bereshìt).
Akragas riporta la nostra indagine in tema. Già parlare di “volto” di Dio pone la nostra ricerca in ambito umano ovvero nella presentazione biblica di Dio in maniera antropomorfa. Riguarda il nostro modo di percepire Dio. Ed è un modo personale. Noiman aveva acutamente fatto questa osservazione: “Abbiamo parlato della visione come discendenti di Jafet, ma quale è il volto di D-o? secondo Shem?”. Io lo dico direttamente: qual è la visione dei semiti scelti da Dio, ovvero degli ebrei? Ciò ci riporta alla Bibbia e all’unica modalità che possiamo indagare, quella antropomorfa che ha lo scopo di renderci Dio vivo e vicino. Del resto, quando parliamo di bontà, di misericordia, di gelosia di Dio e così via, sono le categorie umane che usiamo, le uniche che possiamo usare.
È un’indagine personale. Per Isacco Dio era il Terrore, e ciò è diverso dal sentire di Abraamo (l’unico che Dio chiama “l’amico mio”) o di Mosè (che osa chiedere a Dio di farsi vedere). Alla fine, la domanda è: Chi è Dio per me, come lo percepisco, come lo sento?
Akragas riporta la nostra indagine in tema. Già parlare di “volto” di Dio pone la nostra ricerca in ambito umano ovvero nella presentazione biblica di Dio in maniera antropomorfa. Riguarda il nostro modo di percepire Dio. Ed è un modo personale. Noiman aveva acutamente fatto questa osservazione: “Abbiamo parlato della visione come discendenti di Jafet, ma quale è il volto di D-o? secondo Shem?”. Io lo dico direttamente: qual è la visione dei semiti scelti da Dio, ovvero degli ebrei? Ciò ci riporta alla Bibbia e all’unica modalità che possiamo indagare, quella antropomorfa che ha lo scopo di renderci Dio vivo e vicino. Del resto, quando parliamo di bontà, di misericordia, di gelosia di Dio e così via, sono le categorie umane che usiamo, le uniche che possiamo usare.
È un’indagine personale. Per Isacco Dio era il Terrore, e ciò è diverso dal sentire di Abraamo (l’unico che Dio chiama “l’amico mio”) o di Mosè (che osa chiedere a Dio di farsi vedere). Alla fine, la domanda è: Chi è Dio per me, come lo percepisco, come lo sento?