Quanto ad Onan mi pare chiaro che il peccato di Onan era quello di disperdere il seme per non dare prole al fratello morto. Le due cose sono collegate.
Non può essere così per i seguenti motivi. Lo dice chiaramente il testo qual è la motivazione che spingeva Onan ad impedire il concepimento: “per non dare discendenti al fratello”. Questa sua scelta consapevole
contraddice un comandamento specifico ed è un peccato volontario. Se invece prendiamo solo la prima parte: “Onan, sapendo che quei discendenti non sarebbero stati suoi, quando si accostava alla moglie di suo fratello, faceva in modo d'impedire il concepimento”; così spiegherebbe semplicemente che Onan non intendeva concepire, ma l’atto di impedre il concepimento
non è una violazione di uno specifico comandamento, che obbliga a non disperdere il seme in un atto sessuale. Un simile comandamento non esiste nella Bibbia, che io sappia; poi magari mi sbaglio. Il comandamento è “moltiplicatevi”, ma ciò significa “fate figli” (senza specificarne il numero), non implica che ogni volta che i coniugi si uniscono carnalmente siano obbligati a desiderare un nuovo figlio.
Possiamo citare un comandamento che obblighi ad avere rapporti sessuali senza disperdere il seme? Se c'è, può darsi che ne parli il Talmud, ma non so.
Onestamente parlando è la natura che stabilisce che certi parti del corpo non sono fatte per altre parti del corpo e che altre parti del corpo sono fatte per altre parti del corpo altrimenti non ci sarebbe nessuna differenza tra il sesso omosessuale e ed etero.
La differenza tra omosessualità ed eterosessualità è solo data dall’identità sessuale dei due che hanno un rapporto, non da cosa si fa. Si possono fare tante cose tra uomo e donna, ma il rapporto sarà sempre eterosessuale. Chi stabilisce cosa è bene e cosa non è bene che due coniugi facciano durante un rapporto sessuale? La Bibbia non dice nulla - giustamente, perché il rapporto tra due coniugi è cosa sacra e riguarda loro due soltanto - ma la morale umana ha da dire tantissimo, soprattutto quella religiosa. Tuttavia, la morale umana è influenzata dal modello sociale e dalle esperienze personali, dunque può essere giusta o sbagliata. In un rapporto consensuale tra due coniugi che si amano non c’è proprio nulla di sbagliato; c’è se uno dei due impone all’altro con violenza e noncuranza ciò che questo non desidera o che detesta.
Analizziamo ora il passo di Paolo che viene usato per creare il tabù del fatidico rapporto vietato tra uomo e donna e, ragionando, vediamo se veramente parla di questo. Prendiamo al momento solo il versetto di Rm 1:26 estrapolandolo dal contesto:
“Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura”
Di cosa sta parlando Paolo? Cosa esattamente è da considerarsi “passione infame” innaturale per la donna? Impossibile dirlo attraverso questo semplice versetto, allora intervengono la
nostra morale e la
nostra fantasia, che ci fanno leggere ciò che
secondo noi è innaturale per la donna.
Cosa invece è naturale per la donna? Dipende da ciò che desidera la donna con il suo uomo. Proseguendo nella lettura, il mistero è svelato nel v. successivo:
“
similmente [ὁμοίως] anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami”
Il testo ha l’avverbio ὁμοίως (homòios), che significa “allo stesso modo”, “ugualmente” ed introduce la frase seguente, che deve quindi riportare la stessa cosa appena detta prima ma riferita inversamente all’uomo. Cosa fanno gli uomini, allo stesso modo delle donne?
Abbandonano il rapporto naturale con la donna e si infiammano per uomini. Dunque, le donne, allo stesso modo degli uomini, hanno abbandonato il rapporto naturale con gli uomini. Donne con donne e uomini con uomini.
Se l’atto infame e innaturale della donna fosse qualcosa che fa (ma non dovrebbe fare) con un uomo, non si potrebbe dire che
similmente l’uomo ha abbandonato il rapporto naturale con la donna
andando con uomini. Si direbbe che similmente l’uomo ha cambiato l’uso naturale con la donna, anzi non ci sarebbe bisogno di ripeterlo riferendolo all’uomo. L’uomo non ha bisogno di andare con un uomo per commettere quel presunto atto infame, se di quello si tratta, può farlo benissimo con la donna.