Interpretazione dei significati alternativi delle scritture

Gualtiero
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Re: Interpretazione dei significati alternativi delle scritture

Messaggio da Gualtiero »


Buonasera Maria Grazia e a tutti.

La resurrezione della carne è una questione di fede. C'è chi crede in quelle poche righe che affermano questo, c'è chi no. Andrebbero anche rivisitate nel senso idiomatico che si esprimeva l'agiografo. Il senso idiomatico biblico non va trascurato. Oggi non è facile comprendere il senso idiomatico di due-tremila anni fa, molti Idiomi hanno continuato a sopravvivere in alcuni dialetti; per l'ebraico è più difficile anche per gli stessi ebrei odierni. Gli ebrei dopo la diaspora in contatto con le culture di mezzo mondo anche loro hanno perso il vero significato idiomatico di certi termini.
Poi dipende dall'approccio che si ha con le Scritture, se si crede che tutta la scrittura sia di ispirazione Divina, non ne vale neanche la pena parlarne.
Io potrei esprimere il mio pensiero basato su gli ulteriori significati dei termini, ma Gianni mi dice che io faccio manipolazioni. È evidente che non è ben accettato l'alternativo, ma è comprensibile per chi ha una fede. Poi è il padrone di casa. C'è da dire che, oltre gli interventi di Gianni, anche se contraddittori, non c'è stato molto interesse, e' evidente l'indignazione, ciò che ho scritto è considerata una bestemmia, e magari meriterei il rogo. Ma io sono laico, e posso approfondire i miei studi senza che qualcuno mi venga a dire che ho bestemmiato, o che mi aspetta la condanna eterna. Io percorro la mia esperienza personale del rapporto con il Divino senza altrui interferenze tradizioni e idolatrie varie.
Quando non c'è un sereno dialogo e si viene accusati di manipolazione, senza passare dal sé o dal ma, non è più un discutere le scritture da laici, ma c'è per i mezzi una fede religiosa. Non è mia intenzione stravolgere le credenze altrui, e mi astengo ad affrontare ulteriori dialoghi in questo senso.

Vi auguro una serena notte nella speranza che il terrorismo islamico sì ravveda dai crimini contro l'umanità che compie. E che Israele possa al più presto vivere serenamente in quella terra dove affondano le radici della loro
meravigliosa storia.

Gualtiero


stella
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Re: Interpretazione dei significati alternativi delle scritture

Messaggio da stella »

Buon giorno Gualtiero e a tutti ...

Ma sai che inizi a suscitare interesse !!! #:-S ..

Noo non stravolgi nessuna credenza ,chi è radicato ..o ha costruito la sua casa sulla roccia "" resta fermo""

Se bene ho capito tu (( ti do del tu)) ...anche se non vuoi essere caro :-) ..
Tu non sei ateo ,..io non ho infatti mai pensato che possono esserci Atei ....
Sei alternativo :-? Beh perché no ,la Bibbia o le sacre scritture in primis i parlano a chi le legge ,quello che dice a me ,non è detto che lo dice a tutti ,..
Dio parla singolarmente ....
Tu hai il tuo rapporto personale e non religioso Okei !,,
Sai che molte volte ,mi sono chiesta ,lì dove non è arrivata nessuna "" religione"" dove vivono ancora come "" primitivi"" ma detto senza voler diminuire o come parola offensiva ...allora Dio li lascia perire? Anche loro sono creature di Dio ,..
Dio è amore ,...Dio è giustizia ...

Ma vedi (( caro )) Gualtiero da noi è giunta la ((LIETA NOVLLA )) ...non la religione ..
Il buon padre celeste ,oppure IL GRANDE SPIRITO ...come forse preferisci definirlo tu ..
Si è manifestato per dirci che noi continueremo a vivere ,in modo diverso in un mondo diverso..
Lui è venuto a riprenderci per riportarci li forse dove eravamo prima di essere su questa terra ...
Cosa ci chiede ,niente ,solo AMATEVI ...e NOI ..ci crediamo ... :-??
Alternativa la mia ,si potrebbe essere ,alla fine ama Dio e ama il prossimo hai adempiuto tutta la legge ...
E chi sono IO ...da dire che "" TU"" non sei salvato??
Non spetta a me a dirlo e a nessun altro ..abbiamo un giudice per tutti e tutto ...
D'accordo ,..solo che qui è Biblistica " e giustamente si parla interpreta la Bibbia ,
Questo vale anche per Paolos...che dice non parlatemi del N.T ..
La Bibbia ha 62 libri ...
Gualtiero diciamo che ultimamente hai iniziato mi manca la parola. ,a amalgamare,all'inizio davi l'impressione di stare solo sul tuo (( piedistallo)) ..distante davi l'impressione di voler veramente travolgere ,ma ripeto come dire se un'ondata di vento sradica demolisce allora dove sta la fede le fondamenta ...allora siamo tutti come foglie al vento ..
Meglio allora demolire ..
Chi crede in Dio crede nell'amore nel Dio vivente ...
Non voglio prolungarmi ..
Ogni tanto lo ripeto ,sono (( anzianetto)) e senza studi ...cultura ...continuate voi ,magari con M.Grazia :-??
A me susciti interesse ..(( forse perché sono curiosa di per natura)) :ymblushing:
Buona giornata a te Gualtiero e a tutti ...siamo tutti ,non dico sulla stessa barca ,ma tutti mortali ....
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Gianni
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Re: Interpretazione dei significati alternativi delle scritture

Messaggio da Gianni »

Gualtiero, approfitto di questa occasione per parlare di metodo, di criterio e di procedimenti nella ricerca biblica. L’occasione è adatta, perché in questo tuo intervento non parli di passi biblici particolari, ma fai un discorso generale.

Ho tratto dal tuo intervento, dalle questioni che sollevi, tre punti principali molto importanti.

1. Fede, credenza religiosa, laicità.
Dici che la resurrezione della carne è una questione di fede. Ma certo che lo è. È ovvio. Ciò vale per tante questioni, a cominciare dall’esistenza di Dio.
Ci sarebbe da definire bene la differenza tra fede e credenza religiosa, ma non è questo il punto. Quanto alla laicità, anche qui andrebbe data una definizione, ma neppure questo è il punto. Possiamo parlare semplicemente di credenti e non credenti, tanto per intenderci? La vera questione sta comunque nel modo di approcciarsi alla Bibbia. Perché è di Bibbia che qui trattiamo, in questo nostro sito. E in quale modo dovremmo procedere nel farlo? Ne parlerò alla fine, al punto 3.
Tu parli di tua esperienza personale nel rapporto con il Divino. Bene. Per includerci tutti, possiamo parlare di posizioni personali nel nostro rapporto con il Divino? Se accettiamo questa definizione possiamo includere tutti, dai cattolici agli ebrei, passando per tutte le religioni esistenti, ma possiamo anche includere atei, miscredenti e quelli che tu chiami laici.
Se, ovviamente, c’è interesse a conoscere e capire la Bibbia.

2. L’ispirazione.
Tu dici che poi che dipende dall'approccio che si ha con le Scritture, aggiungendo che se si crede che tutta la Scrittura sia di ispirazione divina non ne vale neanche la pena parlarne. Vedi, Gualtiero, questa questione che poni sta a metà strada da il punto 1 e il punto 3. La domanda vera è: che cosa traiamo dalla Scrittura stessa in merito all’ispirazione? E che differenza c’è tra ispirazione e rivelazione? Non è qui ora il momento di parlarne, ma se tu parti dalla tua idea di ispirazione rischi di trarre conclusioni non conformi al concetto biblico di ispirazione.

3. L’approccio corretto alla Scrittura.
Tu parli di senso idiomatico in cui si esprimeva l'agiografo, aggiungendo che il senso idiomatico biblico non va trascurato e che oggi non è facile comprendere il senso idiomatico di due-tremila anni fa.
Se ho ben capito, tu stai parlando della differenza tra significato e senso delle parole (e delle espressioni) usate dagli agiografi. Questo è un punto importantissimo, irrinunciabile.
Il significato dei termini è facilissimo ottenerlo: ci sono i vocabolari di ebraico antico, di aramaico antico e di greco antico. Quanto al senso che i termini assumono nella Bibbia, è tutta un’altra faccenda. Ti faccio un esempio pratico, mettendomi nei panni di un semplice. Leggendo la Bibbia trovo una parola ebraica e, consultando il vocabolario di ebraico antico, scopro che significa “cuori”, poi ne trovo un’altra che, sempre consultando il vocabolario di ebraico antico, scopro significare “reni”. Bene. Ma quelle due parole le ho lette in Sl 7:10, in cui è detto che Dio “prova i cuori e le reni”. Allora vado nel pallone. Che mai vuol dire? È incomprensibile, per non dire assurdo. Ecco il punto. Sai come se ne esce? Usando una concordanza biblica: trovo tutti i passi nell’intera Bibbia in cui compaiono le parole “cuore” e “reni”, comprese le corrispondenti greche. Da tutti i contesti in cui si trovano vengo così messo sulla strada giusta. Se poi non sono ancora riuscito a comprendere il senso che quei termini (di cui so il significato) assumono nella Bibbia, devo procedere ad un nuovo studio: studiare l’antropologia biblica. Alla fine scoprirò che quel passo dei Salmi vuol dire, tradotto in moderno occidentale, che Dio mette alla prova la mente e la coscienza del credente. Difficile? Certo che sì. Tutto ciò, compresa la conoscenza dell’antropologia biblica, si chiama biblistica.
Ora, chi ha interesse per la Bibbia, chi vuole conoscerla e capirla, deve farlo rispettando le chiavi di lettura che la Bibbia stessa dà. E per questo c’è un’altra branca della biblistica: l’ermeneutica biblica.

Implicazioni.
Tu, Gualtiero, dici che puoi esprimere il tuo pensiero basato sugli ulteriori significati dei termini, ma che poi io ti dico che fai manipolazioni. E concludi dicendo che è evidente che non è ben accettato l'alternativo, aggiungendo che è comprensibile per chi ha una fede. “Poi è il padrone di casa”, dici pure riferendoti a me.
Gualtiero, qui non ci sono padroni di casa. Ci sono solo partecipanti e tra questi dei moderatori. Se proprio vuoi usare il termine “padrone di casa”, specifico allora che lo sono nel senso che ho aperto questo sito che ho dato poi in comodato d’uso gratuito, riservandomi il diritto di parteciparvi alla pari degli altri partecipanti, soggetto alle regole comuni e ai moderatori. Aggiungo che le contestazioni che mi vengono mosse le considero dei regali, perché mi obbligano ad approfondire la conoscenza biblica, a cui non c’è fine. Quanto alle manipolazioni nelle traduzioni, queste ci sono quando si va oltre al significato e al senso dei termini. Anche qui ti faccio un esempio. Nel passo dei Salmi su esposto la TNM traduce la parola ebraica “reni” con “le più intime emozioni”. È una manipolazione? No. È una traduzione sbagliata che denota ignoranza dell’antropologia biblica (le emozioni, nell'antropologia biblica, hanno sede negli intestini, non nelle reni). In Gv 1:2 la TNM traduce: “Egli era in principio con Dio”. Questa è manipolazione, perché la parola del v. 1 diventa “egli”.

Conclusione.
In Mt 16:13 Yeshùa domanda hai suoi discepoli: “Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?”. I discepoli rispondono: c’è chi dice questo, c’è chi dice quello. Poi Yeshùa domanda (v. 15): “E voi, chi dite che io sia?»”.
Ne prendo spunto.
Che cosa dice la gente che voglia dire tale o tal'altro passo biblico? Il rabbino tale dice che; il pastore Tizio dice che; il vescovo Sempronio dice che; il signor Ateo dice che; il dottor Miscredente dice che. E così via. Tutti gli interpellai sono interessati ovviamente alla conoscenza della Bibbia, atei e miscredenti compresi. Anche questi? Ma sì. Se invece della Bibbia parliamo dell’Iliade, ciò comporta che siamo interessati alla letteratura greca. Per studiare e capire l’Iliade non devo credete che gli dei esistano o che sia davvero esistito Omero.
Poi la domanda finale: Che cosa vuol dire questo passo biblico secondo la Bibbia stessa? È tutto qui lo scopo della biblistica. Crederci o non crederci non attiene alla biblistica. La fede e la credenza religiosa sono personali ed esulano del tutto dalla biblistica.

Qui, Gualtiero, è di biblistica che vogliamo occuparci.
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Interpretazione dei significati alternativi delle scritture

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Buon giorno Gianni , buon giorno Gualtiero e a tutti

Quì ci occupiamo di biblistica dice Gianni giustamente e quindi cosa ha fatto Gualtiero ha tradotto con termini non classici ma alternativi dei passi biblici, il punto trovare qualcosa in più che non toglie nulla ma piuttosto aggiunge e ti dà motivo di riflessioni .
Io ho trovato subito qualcosa da attingere e che mi fa frullare il cervello un po' come quando ho scoperto il sito biblistica ho trovato delle cose che hanno spazzato via ciò che credevo prima fosse vero ma ciò non toglie che ci sono altri che studiano la Bibbia e che hanno diritto di esprimere le loro ricerche che a mio parere possono arricchire e in ogni caso facendo domande si ha modo di crescere entrambi .

Ora vorrei dire una cosa , la Bibbia usa la parola fede in moltissime scritture , la parola fede fa parte del testo biblico anzi emerge come mezzo per raggiungere la salvezza eterna , questo che sto esprimendo non è religione non è mia opinione me è testo biblico , troviamo nelle scritture sacre questo termine .
Io devo avere libertà di usarlo senza essere etichettata come religiosa Perchè a volte si richiede menzionarla perché fa parte della scrittura .

Prendendo atto di ciò vorrei portarvi un esempio , moltissime persone credenti non credono nella Risurezione in particolare nella Risurezione della carne , una volta parlando ad una persona anziana che lavorava con l'uncinetto e stava creando una tovaglia da tavolo bellissima preziosa con le sue dolci manine , aveva perso un figlio precocemente gli parlavo di Risurezione citando qualche passo biblico al riguardo , ma niente da fare non gli passava per l'anticamera del cervello una cosa del genere , mi diceva : ha visto tornare qualcuno dai morti ? E non tornerà mai nessuno . Allora gli dissi : lei sta realizzando una tovaglia è arrivata a buon punto se io gli direi la sfili tutta è capace di rifarla ? Ma certo lei risponde che domanda . E io ebbene chi ha fatto il corpo umano ' ? Non può Egli disfarlo e rifarlo se vuole ? Dio disse " Polvere sei e polvere tornerai " Le risulta che è vero questo ? Si , rispose E se lui dalla polvere vuole rifarlo Può?
Lui conosce il Sistema come lei conosce come rifare la tovaglia avendo il semplice filo in mano e l'uncinetto , ma io non lo saprei fare . Dovrebbe insegnarmi lei .

È una questione di Fede ma non è credulità è basata su un ragionamento .
La fede biblica non è credulità si basa su ragionamenti su evidenze , sul vedere percepire
andare oltre ciò che appare .
La fede biblica la devi poter spiegare , deve poggiare realisticamente su basi concrete .

Tutto questo ho scritto per chiarire una cosa che la fede non và messa da parte altrimenti devi mettere da parte tutta la Bibbia . È parte integrante fondamentale della Bibbia .
E mi piacerebbe molto sapere come vi approcciate con questo termine biblico .
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Gianni
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Re: Interpretazione dei significati alternativi delle scritture

Messaggio da Gianni »

Maria Grazia, vuoi che parliamo di fede, di credenza e di credulità? Il tema è interessantissimo. Apri una discussione nell’apposita cartella, se vuoi.

Riguardo a quelli che Gualtiero chiama termini alternativi da usare nelle traduzioni, non devi confondere i sinonimi con le attualizzazioni e con i voli di fantasia. Se traduco “sasso” al posto di “pietra” uso un sinonimo, se traduco “la mente e la coscienza” al posto di “cuore e reni”, faccio un’attualizzazione, ma la posso usare solo in una libera traduzione. Se traduco “alter-ego” il pronome egò, manipolo il testo facendogli violenza.

Capisco che tu possa trovare affascinante quanto dice Gualtiero, ma allora dovrebbe esprimerlo in un suo trattato senza far ricorso alla Bibbia. Tu dici che il punto è trovare qualcosa in più che non toglie nulla ma piuttosto aggiunge e ti dà motivo di riflessioni. Cara Maria Grazia, qualcosa in più lo puoi trovare dove c’è, non puoi inventartelo. Allora aggiungi conoscenza a conoscenza. Ma se stravolgi il testo, togli. Quanto alle riflessioni, ne puoi fare quante vuoi semplicemente leggendo. Quando leggi che Yeshùa uscì da solo di notte a pregare, hai di che riflettere per giorni. Ma leggendo che il pronome egò indica un “alter-ego”, l’unica riflessione che puoi fare è su come la Bibbia viene stravolta. Certo l’alter-ego dà di che riflettere, e tanto, ma si tratta di riflessione psicologica che nulla c’entra con una traduzione distorta. Guarda, ha più senso vedere nella donna di Apocalisse la Madonna, anche se è del tutto sbagliato.
Gualtiero
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Re: Interpretazione dei significati alternativi delle scritture

Messaggio da Gualtiero »


Buon sera Gianni e a tutti.
Non amo ripetermi, ma neanche essere accusato di manipolazione.
Leggo nel forum che tu affermi che Gesù non è Dio, e fin qui concordiamo. Però poi ammetti che Gesù abbia detto "Io sono la risurrezione e la vita..." Questa è una contraddizione, siamo onesti per favore.
Se Gesù ha detto: < Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà >
Non ci sono vie di mezzo, Gesù sta additando se stesso come la risurrezione e la vita, un atto che può compiere solo Dio.

Il verbo εἰμι significa "essere" la voce del verbo essere indicativo presente è quella che è, e non si può stravolgere come fanno le fedi religiose.
Poi in esame c'è anche Il verbo πισεύω che significa affidare/confidare/aver fiducia; questo è il primo dei significati; il significato "credere" viene abbinato. Controlla sul vocabolario.
Poi abbiamo: έμέ che è una forma prolungata di μέ che è un caso accusativo di egô, il complemento oggetto, su cui cade l’azione; e indica "il me/il mio".
Non a caso l'agiografo ha scelto il greco che meglio esprimeva questi concetti.

Se dobbiamo essere in linea con la grammatica del greco antico, senza piegarla a quella italica si deve tradurre:

< egô essere la risurrezione e la vita, chi si affida al mio anche se muore vivrà >
In questo caso egô diventa soggeto. εἰμι , come copula, indica che il soggetto è o deve essere paragonato alla cosa espressa dal predicato 'la risurrezione'- predicato nominale
Anche perché per dire 'io sono' in greco antico non si scrive mai ἐγώ εἰμι ma si scrive semplicemente εἰμι . Se egô precede εἰμι diventa soggetto.
Le cose cambiano non ti sembra? perché Gesù non sta additando se stesso come la risurrezione e la vita, ma indica il sé di se stesso come risurrezione e vita. Inoltre ci indica anche che quel sé che era in lui è anche in tutti e che bisogna affidarsi a quello.

Cosa significa tutto ciò? Significa che Gesù sta dicendo che l'egò è la risurrezione e la vita. Il pensiero che scaturisce dal nostro egò è risurrezione come può essere condanna. Questo è l'egò che torna al Padre e che ci giudicherà. Questo è lo Spirito Santo, uno spirito, una mente pura, e non piena di insidie. È questa mente, questo pensiero che ci rende puri o impuri, degni e non degni dell'altra vita. Questo è il vero insegnamento di Gesù non manipolato.

Per quanto riguarda l'alter - egô, credo di essere stato abbastanza chiaro per chi mi ha letto cosa intendevo. Non ho tradotto egò con alter -ego, siamo onesti per favore.
Era solo per indicare il dono Divino che fu fatto all'uomo, l'ho chiamato: alter - ego, mente profonda, parte Divina, scintilla Divina, luce Divina, chiamala un po' come vuoi, o se riesci tu a dargli un altro termine più adeguato..
come scrissi qui:

Gualtiero ha scritto: lunedì 9 ottobre 2023, 11:30 È questa consapevolezza che intendeva insegnare Gesù, che è questa parte Divina che dimora nell'uomo che bisogna ascoltare; che ci fu donata dal Padre alla creazione e ci distingue da tutto il resto del creato. Gesù lo chiama "figlio di theós", se non fosse per questa parte Divina, noi non saremo diversi dagli animali. È proprio questa che sopravviverà e ci giudicherà nell'ultimo giorno.


Gualtiero



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Gianni
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Re: Interpretazione dei significati alternativi delle scritture

Messaggio da Gianni »

Buongiorno, Gualtiero.

Nel risponderti parto da ciò su cui concordiamo: Yeshùa non è Dio. Tu mi fai rilevare che ammetto che Yeshùa ha detto: “Io sono la risurrezione e la vita” e poi osservi: «Questa è una contraddizione, siamo onesti per favore».

Ora fermati un momento a riflettere, per cortesia. Siamo di fronte a due dati specifici su cui siamo in pieno accordo: 1) Yeshùa non è Dio; 2) Lui ha detto di essere la risurrezione e la vita.
Ammesso e non concesso che tra questi due dati ci sia contraddizione, questa varrebbe sia per me che per te. Come si affronta? Tu lo fai analizzando grammaticalmente la frase di Yeshùa, io lo spiego invece dopo aver studiato per anni tutta la Scrittura. Ma partiamo dalla tua analisi, poi dirò il risultato della mia.

La pericope affermativa di Yeshùa è: Ἐγώ εἰμι ἡ ἀνάστασις καὶ ἡ ζωή· ὁ πιστεύων εἰς ἐμὲ κἂν ἀποθάνῃ ζήσεται. A beneficio di tutti, userò la traslitterazione: Egò eimi e anàstasis kài e zoè: o pistèuon eis emè kàn apothàne zèsetai. La traduzione letterale, parola per parola, è: “Io sono la risurrezione e la vita: il credente in me anche se morisse vivrà”. - Gv 11:25.

La tua prima affermazione è che έμέ [?] indica "il me/il mio". Intanto, non si tratta di έμέ ma di ἐμὲ, emè. Poi, non indica affatto “mio” (che in greco si dice emù, “di me”). Emè vuol dire “me” e si usa solo per l’accusativo.

Tu dici: «Se dobbiamo essere in linea con la grammatica del greco antico, senza piegarla a quella italica si deve tradurre: < egô essere la risurrezione e la vita, chi si affida al mio anche se muore vivrà >».
Gualtiero, ti potrebbe correggere uno studentello della quarta ginnasio con soli due o tre mesi di studio del greco. Un insegnante di greco di caccerebbe invece dalla classe. L’unica traduzione possibile è quella che ho riportato sopra. Per usare la tua espressione, tu hai piegato la grammatica del greco antico a quella “gualtierana”.

Dando spiegazioni a modo tuo dici: «In questo caso egô diventa soggeto». Eh?! Egò era ed è già soggetto e tale rimane.

Altra tua “perla”: «Per dire 'io sono' in greco antico non si scrive mai ἐγώ εἰμι [egò eimi] ma si scrive semplicemente εἰμι [eimi]. Se egô precede εἰμι [eimi] diventa soggetto».
1) Sappi che egò è sempre e solo soggetto, perché è un nominativo.
2) Sappi che per dire “io sono” il greco dice sempre egò eimi. Nei rari casi in cui si usa solo eimi (come in Mt 11:29;27:24 Lc 5:8;7:6), il soggetto è espresso diversamente.

Tu dici: «Gesù sta dicendo che l'egò è la risurrezione e la vita». Assolutamente no. La frase ‘l'egò è la risurrezione e la vita’ la si potrebbe immaginare in un trattato filosofico e in ogni caso si direbbe o egò estì, “l’io è”.

Ora dovrei esporre la mia spiegazione dell’affermazione di Yeshùa, ma di fronte a tanti strafalcioni e assurdità mi è passata la voglia. Mi limito a citare Gv 14:6.
Gualtiero
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Re: Interpretazione dei significati alternativi delle scritture

Messaggio da Gualtiero »


Buongiorno
Scrivo di giorno perché mi rattrista il fatto che Gianni non dorma la notte per potermi rispondere.
Sicuramente mi avrebbero cacciato dalla classe. Quando sei alle dipendenze di un altro devi fare e devi dire come ti dicono; come si suol dire: lega l'asino dove vuole il padrone. È dopo che cominci a ragionare. Continui a insistere che l'unica traduzione possibile è quella che hai riportato tu. Io continuo a insistere che stravolgi il vocabolario come le religioni.
Le parole in greco le scrivo io, non è un copia e incolla. Qualche spirito sbagliato sfugge, ma non cambia niente.
ἐμοῦ/emù è genitivo, e in greco antico significa 'di/del mio'. Dire 'di me' è italianizzato.
ἐμὲ/emè è accusativo, e in greco antico significa 'il mio'. Dire 'me' è italianizzato.
πιστεύων significa "affidare". Deriva da 'πίστις/ν= fede, fedeltà, fiducia'. Il 'credere' non si può neanche ritenere un sinonimo, ma è solo un abbinamento delle religioni.

Dando spiegazioni a modo tuo dici: «In questo caso egô diventa soggeto». Eh?! Egò era ed è già soggetto e tale rimane.
È proprio questo che intendevo, l'egò è il soggetto è non Gesù.

Per il resto anche a me è passata la voglia perché non vedo collaborazione ma solo proteste, e questo non mi sembra studiare le Scritture. Puoi continuare da solo la tua dottrina.

Gualtiero
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Gianni
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Re: Interpretazione dei significati alternativi delle scritture

Messaggio da Gianni »

Gualtiero, dici che «l'egò è il soggetto e non Gesù».

Provo a spiegartelo in maniera diversa. In Gv 11:25 Yeshùa dice: “Io [egò] sono [eimi] la risurrezione e la vita”. Chi parla è Yeshùa ed egò si riferisce logicamente a lui. Per dire che ‘l’egò è la risurrezione e la vita’, come tu intendi, in greco si dovrebbe avere: o egò estì, “l’io è”, con tanto d’articolo. Se, solo per amore di ragionamento, così fosse, il resto non quadrerebbe, perché Yeshùa dice poi: “Chi crede in me [emè]”. Dovremmo avere, per essere come dici tu: ‘Chi crede nell’egò’.

Per te chi studia seriamente greco è come chi lega l’asino dove vuole il padrone. Il vocabolario e la grammatica del greco non sono padroni. Asino è chi ne fa carta straccia. È così che cominci a sragionare.

La traduzione che ho riportato non è mia: è l’unica possibile.

Mi fai venire in mente una filastrocca calabrese. Un ragazzo torna in Calabria dal militare che aveva fatto a Roma e, sentendosi istruito, dice alla sorella in italiano che le ha portato una matita. Il padre capisce “marito” e dice che lei è ancora troppo giovane per sposarsi. Al che il figlio spiega che la matita è nu pizzuttino di lignu finu finu che se ben pizzuto ninchierebbe di scritto una cartata (la matita è un pezzettino di legno fino fino che se ben temperato ti permetterebbe di scrivere un foglio intero). Chiedo scusa ai calabresi: vado a memoria per come me l’hanno raccontata. Il padre: Ma pinze tu c’a Roma ci sta n’atra parra che dice trumma pe chitarra? (Pensi tu che a Roma ci sia un’altra parlata che dice tromba per chitarra?).

Quella che tu chiami mia dottrina non c’entra alcunché con le dottrine: è la lingua greca, la quale è precisa e ben definita. Non è un cilindro magico da cui puoi trarre parole trasformate fantasiosamente a tuo capriccio.
Gualtiero
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Re: Interpretazione dei significati alternativi delle scritture

Messaggio da Gualtiero »

..in ogni caso si direbbe o egò estì, “l’io è”.

Si potrebbe dire "ὁ egò estì"
L'articolo ὁ=il ; a volte quando manca, è da fornire mentalmente, dipende la sintassi, a volte va omesso. A volte si traduce "questo/ quello/esso ecc."
Sai come si pronunciava l'articolo ὁ nella grecia di 2000 anni fa? Sai qual è l'ulteriore significato di ἐστί/estì che non troverai mai in nessun vocabolario? Non credo che lo sai.


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