Elena, troppa carne al fuoco. Ogni versetto appartiene ad un contesto preciso. Meglio andare un argomento alla volta. Ora ti rispondo su "come si fa ad adempiere la legge senza conoscere tutti i comandamenti che ci sono nella scrittura?". Intanto, per conoscerli, bisogna leggere tutta la Scrittura più di una volta. Poi ci accorgeremo che non saremo in grado di metterli in pratica tutti, allora ci troveremo due strade davanti: 1. tutto o niente (che Heschel critica, vedi mia citazione in discussione sul sabato), 2. si mette in pratica ciò che si può, puntando a mettere in pratica il più possibile.
Daminagor, il discorso che fa Paolo appartiene ad un contesto preciso. Ricorda che Paolo era fariseo, e che si trattava male pur di osservare. Bisogna stare attenti a non cadere in un discorso troppo relativista, altrimenti finiamo al "volemose bbene".
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Certo che per istinto mettiamo in pratica tante cose comandate da Dio. A parte i casi particolari, chi trova giusto uccidere? O fare gratuitamente del male al prossimo? Altra cosa è amare il prossimo come se stessi. La maggioranza di noi non ama se stesso, dunque non può neppure amare il prossimo. Stessa cosa con l'adulterio; conosco una marea di gente che non si fa alcun scrupolo ad andare a letto con la moglie o il marito di un altro/a. Idem per quanto riguarda i primi due comandamenti. E potrei continuare. Invece, conosco pochissimi che per natura rispettano i comandamenti.
Il punto è un altro. Prendiamo la mitzvà positiva di Lv 19:18, “amerai il prossimo tuo come te stesso”, che è preceduta da due mitzvot negative, “Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo”, che Yeshùa insegna in senso positivo con “amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” (Mt 5:44). La Scrittura dice delle cose precise, che devono essere realizzate in fatti, azioni, non a parole. Il discorso è tutto qui. L'obbedienza si basa sul fare, non sul parlare per poi non fare veramente. Innanzitutto è necessario imparare ad amare se stessi, e su questo ci sarebbe da aprire un capitolo di psicologia.
Ora, dobbiamo scegliere se ridurre il tutto ad un "volemose bbene" oppure vogliamo comprendere a fondo cosa sta dicendo la Scrittura. E certamente uno può fare quello che vuole, ma se parliamo di obbedienza parliamo di fede, poiché chi non ha fede non è tenuto ad obbedire a nulla se non alle leggi dello Stato. E molti non fanno neppure quello. Chi ha fede cercherà di mettere in pratica esattamente ciò che è scritto sulla parola di Dio, chi non ha fede la può studiare come un qualsiasi altro testo e scegliere cosa gli piace e cosa non gli piace, a seconda dei propri bisogni personali.